capitolo 43

Ho anticipato, yee. ORA VOGLIO SENTIRVI SCLERARE. NON MI ABBANDONATE. ❤

"Credo in me".

È la frase che continuo a ripetermi, mentre mi guardo allo specchio. Sono chiusa in bagno da circa mezz'ora, e Jolene ancora non ha sfondato la porta per trascinarmi fuori. Strano. Non so neanche con quale forza sto guardando il mio riflesso. Dio, sono orribile.

Di solito faccio schifo la maggior parte delle volte la mattina, ma questa volta mi sono proprio superata.

Anche Leone cane fifone avrebbe paura a guardarmi.

Forse in questo momento sono più arrabbiata con me stessa, che con gli altri.

Mi odio perché ho permesso alle lacrime di bagnarmi di nuovo il viso. Da due anni vivevo spensierata. Due anni da quando l'amore era l'ultimo dei miei problemi. Fino ad ora.

Mi odio perché ho tradito me stessa. Vorrei chiedere scusa al mio cuore, per tutte le volte che non sono riuscita a proteggerlo. Vorrei chiedere scusa al mio cervello, per tutte le volte che non gli ho dato ascolto.
Vorrei scusarmi con i miei occhi, perché ho versato troppe lacrime, quando non ne valeva la pena.

E ora? Ora, cos'è che ne vale la pena?

Odio vedere come tutto dentro di me si sta spezzando. Ho costruito intorno a me un muro alto duecento metri soltanto per tenere lontano Shane. Eppure, con il suo essere arrogante, con il suo sorriso e con dei fottuti marshmallow, mi ha fatto credere che fosse cambiato.

Non importa, ce la farò a rialzarmi da sola un'altra volta. Sono stata forte una volta, la seconda devo esserlo di più.

E come dovrei comportarmi ora con loro? Ieri sera Harry mi ha tenuta tra le braccia finché non mi sono calmata, anche se non ha aperto più il discorso. E se che se non me lo dirà Shane, lo farà Harry.

Stiamo parlando di un bambino. Cosa diavolo può aver combinato? A parte essere andato a letto con Skyler, perché sono sicura che l'abbia fatto.

Neanche il trucco aiuta il mio aspetto, ho gli occhi gonfi, i miei capelli hanno deciso di fare i bastardi, e mi stanno tutti all'aria. E niente, un cappello andrà benissimo.

Vivevo tanto bene senza lui intorno. Perché diavolo non è rimasto in Europa?

« Maddie, me la sto facendo addosso! Se non esci dal bagno, giuro che piscio sul tuo letto! » grida Jolene, battendo il pugno nella porta. Sospiro e mi passo l'ultima volta le mani nei capelli, per sistemarli.

Apro la porta del bagno ed esco a testa bassa, evitando lo sguardo di Jolene. Ovviamente il mio piano fallisce, perché mi afferra il braccio e mi costringe ad alzare lo sguardo e fissarla dritto negli occhi.

« Perché hai pianto? », so che ieri notte mi ha sentito, ma non ne ho voluto parlare con nessuno. Harry mi ha accompagnata nella mia stanza, fingendo che non sia successo niente, soltanto per evitare di farmi stare peggio.

E penso anche a lui. Non so più cosa diavolo mi sta succedendo. Di solito, quando vedo un ragazzo piangere, rimango scioccata o rido. No, perché è davvero strano vedere un ragazzo piangere, e io ieri sera ne ho visti due.

Beh, Shane probabilmente piangeva perché si sentiva in colpa per la cazzata che ha fatto, dato che ne parlava.
Ma Harry? Harry non ha fatto niente, eppure la tristezza dipinta sul suo viso mi ha fatto venire i brividi.

Perché, era come se volesse far fondere le nostre anime e prendere un po' del mio dolore, a costo di vedermi nuovamente sorridere. A volte non capisco neanche perché siamo così legati. È come se sentisse veramente ciò che provo.

E non avrei mai immaginato di vederlo piangere. Lui non sembra il genere di ragazzo che piange per una ragazza, neanche per la sua migliore amica. A quanto pare l'ho sottovalutato.

« Non vedo l'ora di uscire da questa maledetta stanza! » esclama Annabelle, fermandosi non appena ci vede. Faccio spallucce e mi butto nuovamente sul mio letto. Jolene, non ricevendo una risposta da parte mia, sbuffa e si chiude in bagno. Annabelle capisce che non sia il momento adatto per intrattenere una conversazione, quindi lentamente sgattaiola fuori dalla stanza, dicendomi di ritornare subito.

Mi alzo dal letto e vado verso la finestra, spostando le tende e guardando fuori.

La neve cade lentamente, strappandomi un sorriso. Ho desiderato così tanto di vederla, ma non avrei mai immaginato che sarebbe andata così.

Apro la finestra e allungo la mano, permettendo ai fiocchi di neve di posarsi sul palmo. Si sciolgono così in fretta, permettendomi di ammirarli soltanto per pochi secondi.

E se ci penso, la neve è un po' come l'amore. All'inizio è bella, ti fa innamorare, ma appena ce l'hai tra le mani, si scioglie, scivola via, proprio quando raggiungi l'apice della felicità.

E Shane, nella mia vita, è come un fiocco di neve. Mi incanta, mi ammalia, e poi scivola via, lasciandomi con niente.

Chiudo la finestra e mi dirigo nuovamente verso il letto, prendendo il cuscino. Lo tengo in aria con una mano e l'altra la stringo a pugno. Alzo la mano e colpisco il cuscino, quando ad un tratto Jolene esce dal bagno e mi guarda inorridita.

« Perché diavolo stai colpendo il cuscino? » domanda, avvicinandosi a me.

« Secondo te dovrei inclinare di più il pugno, tenerlo dritto oppure agire di istinto, colpendo come mi capita? » chiedo, con voce attonita. Lei si limita a fare spallucce, senza togliersi dalla faccia quell'espressione sbalordita.

Lancio il cuscino sul letto, scuotendo la testa e mi infilo gli stivaletti, uscendo dalla stanza. Percorro il corridoio in silenzio, e spero di non incontrare nessuno.

Prendo l'ascensore e scendo nella hall, a fare niente. Mi metto seduta sulla poltrona e guardo fuori dalla finestra, stringendomi nella mia felpa.

« Jones, che cosa ci fai qui da sola? Ancora non è ora di uscire. » il professor Murphy tiene una tazza fumante in mano e mi guarda accigliato.

« Lo so. Sto qui a guardare la neve. » scrollo le spalle e mi mordo il labbro.

« Ieri lanciavi palle di neve anche negli alberi e nei cani che ti passavano accanto, ora che cosa ti è successo? » si siede accanto a me, assumendo il comportamento del tipico genitore preoccupato.

« Non ho nulla. » mi viene da piangere di nuovo, così appoggio la testa sul bracciolo della poltrona e trattengo le lacrime.

« Eri talmente felice per questa gita, Maddie. So che non ti va di parlare perché sono il tuo professore, ma non lasciare che i cattivi pensieri rovinino la felicità di trovarti qui. È New York, qui non si viene tutti i giorni. Bisogna gustarsi ogni singolo momento. »

« Ci sto provando...»

« Se proprio vuoi essere di cattivo umore, va bene, ma dopo che tornerai ad Orlando. Goditi la gita, mi sento male io per te.» appoggia la mano sulla mia spalla, scuotendola piano e annuisco.

« Fai ciò che ti fa sentire bene. » dice, prima di alzarsi e andare via.

" Fai ciò che ti fa sentire bene", eh no, l'omicidio è illegale.

Mi alzo e inizio a correre su per le scale, senza fermarmi un attimo, e corro dritta verso la stanza dove c'è Shane.

Mi fermo, tirando un sospiro di sollievo e chiudo gli occhi, prima di iniziare a bussare.

La porta si spalanca di colpo e mi trovo davanti un Alex sorridente, forse esageratamente sorridente.

« Dov'è Shane? » gli chiedo, ma il suo sorriso si spegne di colpo.

Da dietro di lui vedo spuntare la sagoma di Shane, con un'espressione assonnata, i capelli spettinati, una maglietta stropicciata addosso e i jeans di ieri.

Ed è così bello, che mi fa male. A quest'ora lo avrei salutato con un bacio, probabilmente.

« Ehi piccola, che cosa ci fai qui a quest'ora? » si stropiccia gli occhi e Alex si sposta di lato, non appena il mio pugno entra in contatto con la sua mascella, facendolo barcollare all'indietro.

Alex apre di colpo la bocca, sgranando gli occhi, e Shane sembra di essersi svegliato di colpo, portandosi la mano sulla guancia.

« Buongiorno anche a te Rambo...» mormora Alex, ancora scioccato.

« Sei un pezzo di merda! » grido, prima di avventarmi nuovamente su di lui, tirandogli un calcio nello stinco, afferrandogli poi la maglietta con una mano, cercando di colpirlo di nuovo in faccia, ma Alex mi tiene ferma, tirandomi indietro.

« Si può sapere che diavolo ti sta succedendo? » sibila Shane, massaggiandosi le tempie e poi la guancia.

« Oh, che c'è? Hai bevuto troppo, perché hai la coscienza sporca? Ti costa così tanto sforzarti ad essere te stesso, senza fare il bastardo? » Shane impallidisce e guarda Alex. Calpesto con forza il piede di Alex, spingendolo lontano da me e mi avvicino a Shane.

« Non so di cosa- »

« Di cosa sto parlando? Ma sei serio? Ti ho sentito ieri sera! » il nodo che ho nella gola è come se mi stesse soffocando, non riesco neanche a deglutire. Sono talmente delusa e ferita, non so neanche con quale forza lo sto guardando in faccia.

Non voglio crollare davanti a lui. Terrò la testa alta. Gli confermerò che Mallow non esiste più, come avevo detto all'inizio.

« Oddio...», mormora, coprendosi il viso con le mani « Mi dispiace per quello che hai sentito, ero solo ubriaco, piccola. » si morde il labbro, respirando a fatica, e i suoi occhi sono lucidi.
Come può mentirmi anche ora?

« Voglio la verità Shane. Qualunque essa sia, voglio sapere tutto. Voglio sapere anche del bambino. » non appena sente questa parola, diventa così pallido, che ho paura che mi svenga davanti.

Alex chiude la porta e va a sedersi sul letto, mordicchiandosi il labbro, senza dire una parola. In fondo non lo odio, perché lui non ha fatto niente.

« Dille la verità, Shane, altrimenti lo faccio io. » finalmente Alex parla, e non sembra affatto felice. So che si trova in difficoltà, dato che è il suo migliore amico, e lo apprezzo per questo, perché farei la stessa cosa.

« Hai spinto Hannah tra le braccia di Harry. Ho fatto stare male il mio migliore amico, per colpa tua! » tutta la tristezza scompare dal suo viso, e sbuffa una risata.

« Migliore amico? Con quale coraggio? Dopo che te lo stavi quasi per scopare al tuo compleanno? » grida verso di me.

« Non stavano per- » dice Alex, ma Shane lo zittisce.

« Beh, caro Shane, c'è una bella differenza tra i nostri sbagli. Il punto è che io non ricordo un cazzo, tu invece mi stai mentendo di proposito! Tra di noi è finita, ma pretendo lo stesso la verità. » puntualizzo, guardandolo con odio.

Fa un lungo respiro e va a sedersi sulla poltrona, evitando il mio sguardo.

« Dopo il divorzio dei miei, dopo qualche mese mio padre ha iniziato a frequentare un'altra donna. L'aveva portata a casa, era intenzionato anche a sposarla, infatti dopo non molto l'ha fatto. Questa donna aveva una figlia, ovvero la mia sorellastra. Cosa ti devo dire, Maddie? Che me la sono scopata? Sì, l'ho fatto. Skyler era la mia sorellastra. È successo e basta. » stringe i pugni, contraendo la mascella, e non l'ho mai visto più teso di così.

Come diavolo ha potuto farlo? Con quale coraggio? Era la sua sorellastra, dannazione!

« Beh, ovviamente ero più piccolo e qualcosa è andato storto. Immagina cosa...» solleva le sopracciglia, girandosi verso di me, trovando finalmente il coraggio di guardarmi.

Non so cosa dire, mi ha spiazzata.

« È rimasta incinta. Mio padre quando l'ha scoperto, ha costretto Skyler ad abortire. Di conseguenza, per tenerci lontani, ha mandato me in Europa, come una specie di punizione, e Alex è venuto con me per tenermi d'occhio e non combinare altre cazzate. Skyler invece ha cambiato stato con sua madre, è da un po' che non la vedevo. Mio padre non sta più con sua madre.» si gratta il collo, imbarazzato, ma questa sua confessione lo tradisce. Perché non sembra assolutamente ferito, come lo sono io ora.

« Dovevi essere padre...» sussurro, portandomi le mani agli occhi.

« Ci tenevi a lei, almeno? » domando, con voce tremolante.

« Tanto. » taglia corto, fulminandomi con lo sguardo.

« La verità, Shane. Tutta. » la voce di Harry risuona in tutta la stanza e lo vedo appoggiato allo stipite della porta.

Non ce siamo neanche accorti della sua presenza. Altra verità? Ancora?

« Stai zitto, cazzo! Ogni volta devi intrometterti dove non c'entri nulla! » Shane gli urla contro, alzandosi in piedi, andando verso di lui. Mi affretto a raggiungere Harry, mettendomi davanti a lui, fronteggiando Shane.

« Non hai finito, vero? » gli domando e lui ride nervosamente.

« Quando Skyler è venuta da me, non abbiamo scopato. Siamo andati a letto prima che io mi mettessi con te. » deglutisce e Alex si alza in piedi, come se fosse pronto all'attacco. Che diavolo?

« Tutta la verità. » Shane chiude gli occhi, scuotendo la testa, allontanandosi da me. Quante cose mi sta nascondendo? Al diavolo il suo vero affetto nei miei confronti.

« All'inizio mi sono messo insieme a te, per gioco. Volevo usarti per dimenticare ciò che è accaduto con Skyler. » sussurra, e perfino Harry è sconvolto. Probabilmente non se lo aspettava, e neanche io. Mi ha solo usata sin dall'inizio...

« Ora è diverso, ci tengo davvero a te, Maddie. Permettimi di rimediare- » il pugno di Harry lo fa smettere di parlare sul colpo, e Alex abbassa la testa, come se non avesse intenzione di intervenire, non questa volta. Era questa la cosa di cui parlavano ieri sera? Che Harry lo avrebbe ammazzato, ma certo.

Shane reagisce, restituendo il colpo a Harry, e il mio migliore amico lo colpisce di nuovo, facendolo cadere a terra e gli si mette di sopra, continuando a prenderlo a pugni in faccia. Corro verso di lui, mettendogli le mani sulle spalle e cerco di fermarlo, ma sembra totalmente fuori di sé. Alex mi aiuta, finalmente, e li separiamo. Sembrano due tori che sono pronti a farsi a pezzi a vicenda.

« Da oggi in poi devi girare alla larga da lei, perché giuro che non ci penserò due volte a spaccare la tua faccia di merda! » grida Harry, cercando di avanzare nuovamente verso di lui, ma lo stringo a me, da dietro, e appoggio la guancia sulla schiena.

« Non vale la pena, Harry. » sussurro e sento il suo respiro tornare regolare, lentamente.

« Perché non dici a Maddie come te la stavi per portare a letto, al suo compleanno? » sputa, Shane, sghignazzando. Mi irrigidisco, staccandomi da Harry e indietreggio verso la porta. Cosa?

« È stato uno sbaglio, Mads...» si gira verso di me, mortificato e i suoi occhi sembrano spenti.

« Ma che bravo migliore amico! » Shane lo prende in giro, ancora tra le braccia di Alex, che gli impedisce di liberarsi.

« È colpa di entrambi, non solo mia! Mi ha baciato per prima, che cazzo avrei dovuto fare? » grida, spalancando le braccia verso Shane.

« Respingerla, magari? » urla l'altro, dimenticandosi completamente della mia presenza nella stanza.

« Non puoi respingere la persona che ami! » noto la vena del suo collo pulsare, e forse neanche si è reso conto di ciò che ha detto, perché nella stanza è calato il silenzio.

Cosa cazzo ha appena detto?

Se fino a poco fa ho trattenuto le lacrime, ora sto per scoppiare. Perché posso aspettarmi tutte le stronzate possibili da parte di Shane, ma non mi aspettavo questo da parte di Harry. Lui non può averlo detto davvero, cazzo no.

Esco dalla stanza, sbattendo la porta e corro velocemente verso la mia camera, sentendo la voce di Harry chiamarmi. Ancora mi sorprende il fatto che nessuno si sia messo ad origliare o ad intervenire a causa delle urla.

Entro nella stanza, trovando Jolene e Annabelle sul letto, mentre ascoltano musica, e non appena cerco di chiudere la porta, Harry allunga il piede, impedendomi di farlo. Cerco di spingerlo via, ma è inutile, dato che è più forte di me.

Irrompe nella stanza, spalancando la porta e mi sposto di lato, portandomi le braccia davanti al viso. Dio, non può succedere davvero tutto a me.

Che gita di merda.

« Harry? Che cazzo stai facendo? » Jolene balza giù dal letto, venendo subito verso di me.

« Fuori, uscite fuori! » ordina, puntando l'indice verso la porta, ma Jolene non si scompone.

Harry sembra ancora più arrabbiato, visto che Jolene lo sta facendo per dispetto, o perché non vuole lasciarmi con lui in queste condizioni.

« Ho detto di uscire fottutamente fuori! » dice in tono minaccioso, facendomi trasalire. Perché mi sembra totalmente un'altra persona ora? Dov'è finito il mio migliore amico? Oddio, sto impazzendo.

Mi prendo la testa tra le mani e vedo le ragazze uscire fuori dalla stanza, e Jolene mi fa segno di chiamarla, in caso di bisogno. Annuisco, allontanandomi da Harry, raggiungendo quasi il lato opposto della stanza.

« Non allontanarti da me, non ti faccio nulla. » chiude la porta a chiave, per poi dirgersi verso di me.

« Perché diavolo l'hai detto, Harry? Perché? » scoppio a piagere, maledicendomi da sola, e lui si avvicina ancora di più.

« Che cosa, Mads? Dillo. » è troppo vicino. La sua vicinanza mi sta mandando in confusione, non può succedere davvero.

« Non puoi amarmi! » sbotto, alzando lo sguardo verso di lui, asciugandomi il viso bagnato dalle lacrime.

« Chi me lo impedisce? Tu, Mads? » piega la testa di lato, sollevando un sopracciglio, e sento le mie guance prendere fuoco. Fa un altro passo verso di me e il mio cuore sta per uscirmi dal petto.

« Sì, io. Te lo proibisco. Non puoi amarmi, cazzo! » gli metto le mani sul petto, spingendolo più in là, dato che la sua vicinanza mi sta togliendo il fiato.

« Perché non lo ripeti a te stessa, invece? Perché sei incazzata con me, quando dovresti esserlo con te stessa? » infila le mani dentro le tasche dei jeans neri, sollevando il mento all'insù, trattenendo a stento un sorriso.

Di che sta parlando?

« Non so di cosa parli. » faccio spallucce, distogliendo lo sguardo. All'improvviso la neve è diventata davvero interessante.

« Ti ho detto di aprire gli occhi, Maddie. Se continui a negare i tuoi sentimenti nei miei confronti, non penso che finirà bene. » avanza nuovamente verso di me, mordendosi il labbro.

« Stai fermo lì, Harry. Io non ti amo, mettitelo in testa. Questa cosa non deve esistere tra di noi, basta. »

Stringe i denti, puntando lo sguardo verso la parete, riducendo gli occhi in due fessure e stringendo i pugni.

« Sai qual è la differenza tra me e te, Mads? Che tu mi scegli soltanto quando sei ubriaca o nel sonno. Io invece ti ho scelta ogni giorno, da ubriaco e da sobrio. » sussurra, con un sorriso triste.

« Hai idea di quante volte tu mi abbia detto di essere innamorata di me, da ubriaca? » mi chiede, strofinandosi il palmo della mano sul viso.

« Stai mentendo! » gli punto il dito contro e lui sbuffa una risata.

« Non sono come Shane, dovresti saperlo. E non elemosino amore, dovresti sapere anche questo. Se sono ancora qui, è perché mi ami quanto io amo te. » lo dice con una tale tranquillità, che mi fa rabbrividire.

« Te lo chiedo per favore, Harry, vattene. Lasciami stare, vattene! » lo spintono, ma lui mi afferra dai fianchi, e mi attira verso il suo petto, intrappolandomi tra le sue braccia.

« Non posso. Sono stanco di tutto questo, Mads. Sono stato il primo a dirti che non mi sarei mai innamorato di te, ma sei stata tu a precedermi. Non ci crederai mai, ma è così. La seconda volta che abbiamo dormito insieme... Nel sonno mi hai detto che ti stavi innamorando di me, ed ero scioccato, perché non me lo aspettavo. Non era ciò che volevo da te. » la sua voce si addolcisce, e le sue dita accarezzano i miei capelli, con la stessa delicatezza che usa quando sto per addormentarmi tra le sue braccia e lui gioca con i miei capelli.

« Avevo cercato di fare finta di niente, ma tu... Ogni volta era peggio. Da ubriaca sei... totalmente un'altra persona, cioè sei sempre tu, ma non ti tieni le cose dentro. È soltanto colpa tua, se ora ti sto amando. Non proibirmi una cosa che hai alimentato in me ogni giorno. » mi divincolo, scappando dalla sua presa, e mi siedo per terra, appoggiando la testa sul letto.

« Non posso amarti, mi dispiace. Non riesco a provare ciò che provi tu. » la mia voce strozzata lo fa allontanare da me, tirando un calcio nella sedia.

« Sei così irritante, quando fai così! Che cosa ti costa ammetterlo almeno a te stessa? » grida, con occhi lucidi. Sto per aprire bocca, ma lui allunga la mano per zittirmi.

«Ti ho amata in silenzio per non farti male. Avevo paura che un ti amo detto a voce, potesse ferirti. Ti ho amata con i gesti, con le parole, con tutte le cose che tu hai sempre dato per scontato. Ti ho amata con tutto il dolore di un amore mai confessato e ti amo con tutte le parole che ti ho sussurrato mentre dormivi tra le mie braccia. » una lacrima scivola sul suo viso, affrettandosi ad asciugarla. È già la seconda volta che lo vedo piangere.

Mi sento una completa idiota. La peggior cogliona del mondo.

« Harry, mi dispiace...» non so neanche perché piango. Non so perché sto agendo così, non so più niente. Troppe cose da assimilare, troppi pensieri, e la testa mi sta semplicemente scoppiando.

« Scusami, Maddie...» abbassa la testa, mordicchiandosi il labbro, restando in silenzio.

« Per cosa? » ho paura di sentire la sua risposta, eppure, sorride tristemente, alzando di poco il mento, come se non fosse successo niente.

« Per non essere abbastanza per te ora che sai la verità. Mi raccomando, la prossima volta che ti ubriachi, evita di dirmi che mi ami. Certi ti amo possono ferire le persone. » detto ciò, mi dà le spalle e si avvia verso la porta.

« Harry! » lo fermo, alzandomi in piedi, andando verso di lui a passo frettoloso.
Perché l'ho fermato? Mi guarda, con occhi colmi di speranza, e mi sento una stronza.

« Tra poco dobbiamo andare a visitare la città, non dimenticare i guanti, Mads. Fuori fa freddo. » sorride, aprendo la porta, e poi se la chiude alle spalle.

E io cado semplicemente in ginocchio, prendendomi la testa tra le mani, quando sento un urlo lasciare le mie labbra.
Mi alzo nuovamente in piedi, cercando di fermare i singhiozzi, e barcollo verso il letto, con il corpo che sussulta ogni secondo.
La porta si spalanca nuovamente e Harry la chiude, avanzando velocemente verso di me. Sono confusa, perché è ancora qui?

« Sai cosa, se una cosa è sbagliata per gli altri, non significa che lo sia anche per me. Se ora voglio baciarti, può sembrare sbagliato per te, ma è giusto per me. Quindi, se per te è così, allora lasciami sbagliare. » si avvicina pericolosamente a me, senza staccare gli occhi dai miei, trasmettendomi tutto il suo desiderio di starmi più vicino.

« C-cioè vorresti...» balbetto, cercando di trovare le parole giuste, ma lui sorride e mi prende un braccio, attirandomi verso di lui.

« Fanculo, Mads. Se baciarti è uno sbaglio, allora voglio sbagliare sempre. » prende le mie braccia, mettendole intorno al suo collo e sento le mie guance prendere fuoco e il mio stomaco è in subbuglio.

« N-non voglio! » scuoto la testa, guardandolo negli occhi, totalmente ipnotizzata dal loro colore.

« No? Ne sei sicura? Allora perché non lasci il mio collo? » un sorriso soddisfatto gli dispinge il volto, e guardo le mie braccia, che lo tengono stretto, come se non volessero lasciarlo andare di nuovo.
Mi tiene stretta a lui, circondando la mia vita con un braccio, e solleva l'altra mano verso il mio viso, facendomi chiudere gli occhi istintivamente.

Le sue dita affusolate mi accarezzano la guancia come se fossero una piuma, scendendo lentamente verso il collo. Ogni suo tocco brucia sulla mia pelle, facendomi tremare, e cerco di resistergli, ma sento il suo fiato caldo sul viso.

« Non vuoi essere baciata da me, eppure mi stai attirando verso di te, stai tremando e hai chiuso gli occhi, perché mi vuoi dannatamente baciare quanto voglio io. Ed è per questo che ora mi assicurerò di rinfrescarti la memoria. » sussurra, prima di leccarmi il labbro inferiore e avventarsi sulla mia bocca.

Il suo bacio è l'ultima delle cose che mi sarei aspettata oggi. Perché è ancora mattina e sembra che sia successo il finimondo.

Perché ho una morsa allo stomaco ogni volta che mi sta vicino, ogni volta che mi tocca. E questa volta neanche oppongo resistenza. Che abbia ragione lui? Non lo so, ma il suo bacio è esattamente come la prima volta che ci siamo baciati davanti alla scuola.

Forse questa volta c'è più desiderio, più voglia di toccarmi, stringermi e giocare con le mie labbra, come se fossero di sua proprietà, baciandomi con ardore.

Il suo profumo mi dà alla testa, mentre le sue labbra si muovono esperte, e le mie assecondano ogni singolo movimento, come se fossero già abituate a questo contatto così intimo e passionale.

Le mie mani si spostano nei suoi capelli, attirandolo di più verso di me, mentre le sue mani mi afferrano dalle cosce, senza mai smettere di baciarmi, indietreggiando verso il letto, facendomi sdraiare, con le labbra attaccate alle mie, perché la paura di essere spinto via, gli proibisce di allontanarsi anche soltanto di un centimetro.

Gli tiro le punte dei capelli, non appena sento la sua lingua incontrare la mia, in un movimento passionale e desideroso. Mi bacia con trasporto, facendomi ubriacare dei suoi baci, e le mie mani si spostano sui suoi fianchi, alzandogli la felpa, toccando la sua pelle calda. Lo sento sorridere contro le mie labbra, mentre la sua bocca si sposta sul mio collo, alimentando in me la voglia di togliergli la felpa di dosso. Le sue mani afferrano i miei polsi, alzandoli sopra la mia testa, e torna con lo sguardo sul mio, sorridendomi con malizia.

« Si vede proprio tanto...la tua voglia di non baciarmi, di non toccarmi, e di non avermi. » bisbiglia contro le mie labbra.

« Harry...» ansimo, senza fiato, mentre le sue labbra si spostano dietro il mio orecchio, lasciandomi un dolce bacio proprio lì, mentre sfiora con i denti il lobo, facendomi accidentalmente gemere.

« Sbagliare con te, in realtà, è una vittoria. Non posso sbagliare in un modo più bello. » tiene ancora fermi i miei polsi, impedendomi di toccarlo.

« Sei ancora convinta di non volermi Maddie, perché potrei continuare, sai? » lascia i miei polsi, tirandosi indietro, sistemandosi la felpa e scompigliandosi i capelli.

« Non ti voglio. » deglutisco appena, sapendo di stare mentendo a me stessa, ma non posso voler davvero il mio migliore amico.

« L'ho notato... Quando ti decidi ad ammetterlo, sai dove trovarmi. » sospira, indietreggiando lentamente.

« Sappi che non cambierà niente tra di noi, se è questa la tua paura. Non cambierei niente di te, di noi. Se mi piaci, è proprio perché con te riesco ad essere me stesso, e sono stanco di cercare di dimenticarti con altre ragazze. » nasconde il labbro inferiore tra i denti e mi guarda.

« Ti voglio bene, Harry...»

« E io ti amo, bel casino. Sei più sincera quando sei ubriaca, sai? Ti farei ubriacare soltanto per sentirmi amato da te. Alla fine anche la mia pazienza ha un limite. Fai pace con il tuo cuore, prima. » dice, aprendo la porta e uscendo fuori.

E questa volta so che non tornerà da me.

La mia vita è una telenovela spagnola.

Alex ha ragione.

Le vostre reazioni, prego.

No, le cose non finiscono così.

Seguitemi su instagram: _shadowhunters_96. Qui spiegherò delle cose e rilascerò anticipazioni per il prossimo capitolo ;)

PREPARATEVI.

PERCHÉ LA STORIA DA ORA IN POI SARÀ PIENA DI SORPRESE, YEE.

Mi metto ansia da sola...

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