capitolo 42
« Il cellulare l'hai preso? » chiede mia madre, tenendo la lista in mano. Sì, ha fatto seriamente una lista delle cose che dovrei portare con me.
« È l'unica cosa che probabilmente non dimenticherei. » rispondo, battendo il piede a terra, impaziente.
« Maglioni? Felpe? Le scarpe? » domanda ancora, mettendo la crocetta sulle cose alle quali ho risposto affermativamente.
« No, mamma. Stavo pensando di andare nuda. » alzo gli occhi al cielo e guardo l'ora, di nuovo.
« Assorbenti? »
« Non ho il ciclo. » le dico, spalanco le braccia, spazientita.
« Magari ti vengono le mestruazioni a sorpresa. » lei sì che è d'aiuto.
« E magari mi lasci andare ora. Finirò per perdere l'aereo per colpa tua.», brontolo, arricciando il naso e mettendo il broncio. A volte mi tratta come se avessi due anni.
« Spray al peperoncino? » continua, e sto per sbattere la testa al muro, sul serio.
« No, spray al limone. », rispondo con sarcasmo e lei alza lo sguardo dal foglio, guardandomi con un'espressione abbastanza infastidita.
« Una mamma da portare nella valigia? » continua a chiedere seria e forse è arrivata l'ora di prenderle quella stupida lista dalle mani. Allungo la mano verso essa e la strappo in piccoli pezzettini. Mia madre sporge il labbro inferiore, facendo la faccia da cucciolo abbandonato e alzo l'indice, muovendolo in segno di negazione.
No, con me non funziona. Solo io posso usare questa tattica con lei.
« Non ci entreresti nella mia valigia, comunque. Accompagnami. » sbuffo, trascinando la valigia dietro di me. Questa valigia pesa più di me.
Io e mia madre andiamo verso la macchina e mi aiuta a mettere la valigia nel portabagagli. Salgo in auto e mi metto la cintura di sicurezza.
A volte anche mia madre guida come se fosse su una pista e stesse gareggiando.
Mia madre sale in macchina e la sento imprecare, per non so quale stupido motivo. Ma mi fa paura. Lei non impreca quasi mai.
È quel quasi che fa paura.
Mette la macchina in moto e osservo la casa di Shane, non vedendo la macchina di sua madre, ma la sua sì. Si sarà fatto accompagnare da Emma, è l'unica spiegazione.
Il professore ha detto di farci trovare tutti davanti all'aeroporto, spero solo di non essere in ritardo.
Da una parte vorrei sprizzare felicità da tutti i pori, ma dall'altra mi sento triste.
So che Harry l'ha fatto per me, e non parlargli è brutto. Non si è fatto sentire per niente, neanche un messaggio.
Ed è strano, perché non è da lui.
Non l'ho mai visto sbottare in quel modo, soprattutto con me. So di essere una pessima amica a volte, gliel'ho anche detto. E so che non sempre merito di essere perdonata, ma in fondo siamo migliori amici, da una parte è normale litigare a volte.
Non sempre va come vorremmo. Se solo lui mi dicesse la verità, le cose andrebbero in modo diverso.
Non riesco proprio a capire cosa sia successo alla mia festa di compleanno. L'unica cosa di cui sono sicura è che, ero talmente ubriaca, da non ricordare veramente niente. Da una parte è umiliante, dall'altra, preferisco non ricordare, se si tratta di una cosa orribile.
La curiosità mi divora, però. Mi fa male, soprattutto perché avrei voluto godermi questa felicità anche insieme a lui. Esco pazza per la neve e lui lo sa. Ultimamente si è comportato in modo così strano, l'ho visto spesso parlare al cellulare, e mai in modo carino. Forse è nervoso anche per il divorzio dei suoi genitori, non saprei a cos'altro pensare.
Neanche mi dice tutto della sua vita e a volte è frustrante, perché lui sa tutto di me.
Alla radio passano la canzone di Demi Lovato, Stone cold, e mia madre alza il volume, agitando poi un dito nell'aria, come se stesse dirigendo l'orchestra.
Canticchia a bassa voce e io guardo fuori dal finestrino, viaggiando con la mente.
All'improvviso mia madre alza la voce, imitando Demi, e per poco non ho avuto un infarto. Mi porto la mano sul petto e la guardo come se avessi appena visto un essere orribile.
« O mio Dio, ora investi...» dico, incorniciandomi il viso con le mani.
Mia madre sta cercando di sorpassare una macchina e ormai penso al peggio. Sicuramente sa guidare meglio di me, ma non si sa mai. Tale madre, tale figlia. Questo detto è proprio vero.
Suona il clacson, sbuffando e ho paura. Non appena vedo l'insegna dell'aeroporto, faccio i salti di gioia mentalmente, sperando di arrivare il prima possibile e mia madre cambia canzone, cercando qualcosa di più allegro.
Parte la canzone Galway Girl, e inizia a muoversi, picchiettando le dita sul volante a ritmo di musica.
« Questa canzone mi fa venire voglia di andare in Irlanda. Magari ci andremo l'anno prossimo, che ne dici? » mi chiede di punto in bianco.
Grazie Ed, grazie di cuore.
Probabilmente ho gli occhi a cuoricino, perché mi limito a osservarla, incantata, e annuisco. Se potessi, le farei una statua.
« Vorrei andare anche a Londra... Harry mi ha promesso un sacco di volte di volermi portare un giorno, spero al più presto. Ovviamente mi lascerai partire, vero? » le chiedo, avvicinando in modo minaccioso la testa verso la sua. Mi schiocca un'occhiata sorpresa e poi sorride.
« Certo, sei giovane, tesoro. Devi visitare il mondo. Io alla tua età viaggiavo un sacco. » dice con aria sognante.
Certamente... E poi non mi fa andare neanche a dieci chilometri lontana da casa.
« Siamo quasi arrivate, non sei felice? » chiede, muovendo le sopracciglia.
Sapessi... Ringrazierò tutti i santi non appena scenderò dall'auto.
« Spero tu non faccia cazzate in gita, Maddie. Alla mia età ne combinavo parecchie, soprattutto quando andavo in gita. Diciamo che amavo rischiare. Sono gli anni più belli, ma basta che non torni a casa incinta. » mi lancia uno sguardo d'intesa, e decido di stare zitta, per non peggiorare la situazione.
« Ma comunque, se c'è qualcosa che ritieni sbagliato per gli altri, ma giusto per te, fallo. Io non l'ho fatto e me ne sono pentita. » continua a raccontare e mi acciglio, appoggiando la testa al vetro, girandomi verso di lei.
« Che cosa volevi fare? » le chiedo e lei inizia a sorridere in modo strano.
«Niente, volevo rubare la chiave della cucina dell'hotel e rubare del cibo e qualche alcolico. » fa spallucce, come se fosse una cosa da fare tutti i giorni.
« Più che sbagliato, sembra illegale... Non tornerò a casa incinta, ma neanche ammanettata. » mormoro, scuotendo la testa. Mia madre parcheggia la macchina, finalmente, e scendiamo. Noto un gruppo di persone davanti all'aeroporto e intravedo i miei amici. Uh, perfetto. Ora mia madre deve sparire.
Tira fuori la valigia e poi osserva i professori e gli altri ragazzi. Porta la valigia al posto mio e ci avviamo verso il gruppo. Ma perché non se ne può andare e basta?
« Ciao, ragazzi...» dico imbarazzata, guardando di sottecchi mia madre.
« Jolene, che piacere rivederti. » la saluta con un abbraccio e guardo altrove, altrimenti finirò per chiamare i rinforzi per portarla via.
« Salve, io sono Jack! » allunga la mano verso mia madre, ma lei sorride e lo attira in un abbraccio.
« Sei quello che ha fatto mangiare a mia figlia i testicoli d'agnello? » chiede e tutti si girano verso di loro. Non so perché, ma voglio sotterrarmi.
« Ehm... A quanto pare..» mormora, facendo una risatina nervosa.
« Ottima scelta! » gli fa l'occhiolino e gli sorride in modo perfido. Ma che cazzo?
Annabelle sgrana gli occhi, guardando Jack in modo strano, quasi terrorizzata. Alex si sta riempiendo la bocca con le patatine, totalmente rapito dalla conversazione e non appena mia madre lo vede, i suoi occhi si illuminano e si fa spazio fra gli altri per abbracciarlo.
Ci manca soltanto che si metta a saltellare come una ragazzina, e potrò scavarmi la fossa ufficialmente.
« Dov'è Harry? Devo salutare anche lui! » domanda, alzandosi sulle punte per cercarlo.
« Oh, lui non viene.» dice Alex a bocca piena.
No, no, no. Cosa?
È come se il mondo mi fosse crollato addosso.
Vengono tutti in gita, perché lui no? In gran parte è grazie a lui se questo viaggio si fa, che diavolo sta combinando?
Prendo il cellulare e inizio a tartassarlo di messaggi minacciosi. Cerco di chiamarlo, ma non mi risponde. Fantastico, davvero. Spero soltanto che non sia per colpa mia.
Perché non ho più voglia di andarci?
Poso il cellulare dentro la tasca e abbasso lo sguardo. Mia madre mi accarezza la schiena e sorrido, sperando che non faccia domande.
« Sono sicura che risolverete. » mi sussurra all'orecchio. Ho il magone allo stomaco, ed è orribile. Griderei per la rabbia e mi metterei a piangere. Spero soltanto di godermi lo stesso questa gita, anche senza di lui.
« Vado, fai attenzione, tesoro. Per qualsiasi cosa, chiamami. Spero ti bastino i soldi e fai tante foto! » annuisco e l'abbraccio. Lei mi lascia un bacio sulla guancia e poi fa la faccia triste, come se non volesse lasciarmi. Le sorrido, sfregando la mano sul suo braccio e lei sospira. Saluta i miei amici e poi va via, girandosi verso di me quasi ogni secondo.
Che ansia.
Superiamo le porte scorrevoli dell'aeroporto e andiamo a fare il check-in. Quasi quasi me la do a gambe levate. Shane mi raggiunge, afferrando la mia mano, portandosela alle labbra. Lascia un dolce bacio sul dorso della mia mano e mi sorride.
« Ciao, piccola. Ho visto che eri con tua madre. » ride, probabilmente per la faccia che avevo prima.
Gli circondo il busto con le braccia e affondo la testa nel suo petto, sospirando. Lui mi accarezza i capelli, lasciandomi un bacio tra di essi.
« Su, andiamo...» mi prende la mano e trascino la valigia dietro di me.
Dopo aver fatto il check-in, mi è quasi venuta una crisi isterica. Non sono mai salita su un aereo prima e ritrovarmi seduta qui, ora, mi fa venire la nausea. Forse è per il nervosismo, forse sono i pensieri negativi che mi frullano per la testa.
Magari l'aereo precipita e muoio senza aver salutato Nemo.
E gli altri miei cari, ovviamente.
Alexis mi lancia uno sguardo di fuoco e mi faccio piccola, cercando di ignorarla. Shane ha già chiuso gli occhi e si è messo le cuffie nelle orecchie, perché sostiene di essere stanco a causa della febbre.
Qualcuno picchietta le dita sulla mia testa e mi giro per guardare.
« Mi hanno detto di darti questo. » dice una signora, sorridendomi.
Un cupcake con la glassa al cioccolato di sopra. Mi guardo intorno per non farmi beccare e lo mangio tutto in due morsi, leccandomi poi le dita.
Mi giro di nuovo, alzando di poco la testa e intravedo la testa di Harry, qualche posto più indietro. Ha lo sguardo rivolto verso il finestrino, osservo i suoi capelli spettinati, il suo sguardo stanco e sorrido spontaneamente.
Ho perso dieci anni di vita pensando che non sarebbe venuto.
Mi rimetto composta e appoggio la testa sulla spalla di Shane, chiudendo gli occhi non appena annunciano il decollo. Ecco, ora morirò.
« Mi stai staccando il braccio, Mallow. » mormora Shane al mio orecchio, togliendosi le cuffie.
« Scusami, te ne ricomprerò un altro. » rispondo in fretta, e cerco di respirare regolarmente.
« Respira, Maddie... Stai iniziando a blaterare. » mi dà un bacio sulla fronte, cercando di tranquillizzarmi, ma non appena l'aereo inizia a muoversi, il battito del mio cuore sembra impazzito.
Shane inizia a baciarmi il collo, mentre fa intrecciare le dita delle nostre mani.
« Hai un sapore così dolce...» mormora, succhiando leggermente.
« Grazie al bagnoschiuma alle fragole...o lampone, non ricordo. » rispondo, cercando di sbirciare fuori dal finestrino. Lo sento ridere contro il mio collo, ma non ci faccio tanto caso, dato che la mia attenzione è rivolta alle nuvole. Sono in aria.
« Jack, sto volando...» cito una battuta del Titanic, ma Shane mi guarda in modo strano.
« Sono Shane...mica hai le allucinazioni ora? » domanda preoccupato, portando il palmo della mano sulla mia fronte.
Non ha capito niente.
Sento la lingua calda e umida di Shane sul mio collo, di nuovo, e sto per andare in iperventilazione.
« Sono nervosa e il mio collo non è un gelato, smettila di leccarlo. » scoppia nuovamente a ridere, tempestandomi la guancia di baci e sorrido, timidamente.
« Lo so, ma sei troppo carina quando sei nervosa. »
« Grazie...» sussurro.
« Ricordati di respirare regolarmente..» stringe la mano e lo guardo male.
« Ma dai... In realtà pensavo di trattenere il respiro fino all'atterraggio. Grazie al cavolo che respiro, Shane! » alzo gli occhi al cielo e poi mi sporgo verso di lui, lasciandogli un bacio sulle labbra. Finalmente mi faccio coraggio e guardo fuori dal finestrino. Rimango incantata, perciò prendo il cellulare e inizio a scattare foto a raffica.
******
« Qualcuno la fermi, per favore! » sento il professore gridare e alzo gli occhi al cielo.
« Non rincorrere il cane! » grida Shane, mentre lancio un'altra palla di neve.
« Jones, ti rispedisco a casa! » continua a gridare il professore.
Alex corre nella mia direzione, sembrando un disagiato, dato che scivola e cammina tutto in modo strano. Siamo davanti all'hotel, ed è successo che, dopo aver portato la valigia in cima alle scale, sono corsa giù e mi sono lanciata, letteralmente, nella neve, muovendo le gambe e le braccia.
Poi mi sono messa a cantare le canzoncine di Natale, anche se è già passato, e ho iniziato a fare le palle di neve e lanciarle in ogni persona che mi capitava davanti.
Infatti si è beccato una palla in testa anche il professore.
Alex inizia a fare le palle di neve e me le lancia contro, poi si sposta sulla parte ghiacciata e finge di pattinare, come se fosse una ballerina. Alza le braccia all'insù, ma quando sta per alzare anche la gamba, scivola all'indietro.
E così la guerra tra me e Alex continua ancora, finché il professore non è costretto a scendere e separarci.
Alzo lo sguardo verso gli altri, sollevando il braccio per salutarli, e vedo la mia valigia scendere piano verso le scale.
« Oh cazzo! La mia valigia sta pattinado! » grido e il professore si colpisce la fronte, togliendosi il cappello e lanciandolo in aria. Scuote la testa, allontanandosi da noi e vedo Harry gettarsi sulla mia valigia e scendere le scale, come se fosse su una slitta.
« Edwards, pensavo fossi il più sano di mente tra questi due! » grida il professore di anatomia e gli altri scoppiano a ridere.
Harry scende dalla valigia e ride, ma sempre evitando di poco il mio sguardo. Mi guarda si e no, non abbiamo chiarito e non abbiamo parlato del cupcake. So che è stato lui a darmelo, lo fa sempre quando litighiamo.
Mi sistemo meglio la sciarpa intorno al collo e sorrido nella sua direzione, ma resta serio. Shane viene verso di me e mi prende la mano, facendomi segno di seguirlo, andando verso gli altri. Alex si sta massaggiando il sedere, e rischia di cadere di nuovo a terra.
« Harry, posso parlarti, per- » non finisco la frase, perché Shane mi attira verso di lui.
« Andiamo, dobbiamo sistemarci nelle stanze! » mi bacia la fronte, pizzicandomi poi il naso e sorrido tristemente. Harry rialza la mia valigia, trasportandola sulle scale, finché non arriviamo nuovamente in cima. Si ferma, con le mani dentro le tasche del cappotto nero, e l'angolo sinistro della sua bocca si solleva di poco.
Perché, ad osservarlo bene, è come se osservassi un quadro che ti coinvolge completamente. È bellissimo il contrasto tra il bianco della neve e il nero dei suoi vestiti.
Indossa i suoi soliti jeans neri, gli anfibi, il cappotto e un beanie del medesimo colore. Intravedo i suoi capelli, che lentamente ritornano come prima, fuoriuscire da sotto il beanie e sorrido. Gli avevo detto di non tagliarli più eccessivamente, e a quanto pare mi ha dato ascolto.
Ci raggruppiamo tutti nella hall e il professore va a parlare con il receptionist. Jolene mi afferra il braccio, attirandomi verso di lei, staccandomi dalla presa di Shane.
« Tu, io e Annabelle staremo insieme nella stanza, vero? » più che una domanda, sembra un ordine. Forse perché, c'è quella piccola percentuale che ti potrebbe fregare e dovresti condividere la stanza con Alexis, Hannah o le altre loro amiche.
« Ovviamente! » esclamo, sospirando di sollievo. Se dovessi finire con Alexis nella stessa stanza, probabilmente finirò per ammazzarla. Ho detto a mia madre di non voler tornare a casa ammanettata, devo rispettare la mia promessa.
Lentamente scivolo verso il lato opposto di Jolene, senza farmi vedere da Shane, e raggiungo Harry. Sto in piedi, accanto a lui, e non ci guardiamo. Mi dondolo sui talloni e le mie dita sfiorano le sue, facendogli scattare la testa nella mia direzione. Si acciglia, prendendomi le mani tra le sue e le stringe.
« Mads, hai le mani congelate! Diamine, sei la solita... » sospira, tirando fuori dalle tasche i suoi guanti e me li porge.
« Riscaldati le mani e, quando esci, se non hai i guanti, metti i miei. » mi fa sorridere il fatto che si sia già dimenticato del nostro litigio, perché pensa subito soltanto a farmi stare bene. Forse non si è nemmeno reso conto, infatti subito dopo si schiarisce la gola, e infila le mani nelle tasche, distogliendo lo sguardo.
« Non puoi ignorarmi, dobbiamo chiarire, ti prego. Fa schifo quando mi tieni il broncio. » mi spingo verso di lui, colpendogli il fianco e lui aggrotta la fronte.
« Sono davvero stanco, Maddie. Sono stanco di tutto questo, mi sembra di impazzire ogni volta. Sono stanco di tutto. » solleva le sopracciglia e stringo i denti, per non piangere.
« Ma non di te. » dice, prima di allontanarsi da me, come se mi avesse letto nel pensiero. Raggiunge Jack e gli altri ragazzi e iniziano a parlare,a scherzare e noto un piccolo sorriso sulle sue labbra, anche se so che sta fingendo. Ci danno le chiavi delle nostre stanze e alcuni già iniziano a trascinare le valigie su per le scale, altri prendono l'ascensore.
« Vieni amore, ti aiuto a portarla su. » Shane mi passa accanto, afferrando la mia valigia e mi acciglio leggermente, nel sentire il modo in cui mi ha chiamato. È la prima volta e sono perplessa, forse troppo.
*******
Il volo è stato stancante, sento freddo, non so come regolare la maledetta aria calda del condizionatore e inoltre non riesco a prendere sonno. Ho passato le ultime ore a disfare la mia valigia, mettere in ordine i vestiti e sistemare le mie cose in bagno. Jolene si è guardata allo specchio per circa mezz'ora, cercando di decidersi sul prossimo colore da usare per la tinta.
Annabelle invece non ha fatto altro che raccontarci i suoi film mentali su Jack. Sì, può sembrare timida, ma non appena si prende di confidenza, chi diavolo la ferma più! Chi lo avrebbe mai immaginato che questi due sarebbero usciti ad un appuntamento. Però fanno una bella coppia.
Entrambi due libri di anatomia con i piedi.
Forse quando faranno sesso, nel frattempo spiegheranno ogni singolo procedimento.
Rabbrividisco al pensiero, perché, non so per quale maledetto motivo, immagino Jack mentre le spiega cosa accade quando si ha un orgasmo, mentre ha un orgasmo.
Raccapricciante.
Mi alzo dal letto e mi avvicino alla finestra, spostando la tenda. Sono circa le dieci di sera e forse la maggior parte sono andati a dormire, a causa della stanchezza.
Finalmente ho l'opportunità di indossare il mio pigiamone morbido. Mi sento come se fossi un peluche.
M'infilo le ciabatte e, senza dire niente alle altre, esco dalla stanza, iniziando girovagare per il corridoio.
Mi fermo davanti ad una rampa di scale e inizio a salire.
Non appena finisco di salire tutta la rampa di scale, mi fermo davanti ad una porta di metallo, che probabilmente dà sul tetto. Perfetto! Non vedo l'ora di vedere New York da quassù.
Ciò che attira maggiormente la mia attenzione è il fatto che la porta sia socchiusa. C'è già qualcuno?
« Come puoi, spiegami come diavolo puoi esserti abbassato a questo livello?! » sento la voce arrabbiata di Alex e mi avvicino di più.
« Sono un cazzo di disastro... Ho fatto un casino, mi odierà per sempre. » la voce di Shane è strana, come se fosse ubriaco.
« Non le hai detto neanche la metà della verità. Sappiamo quello che è successo alla festa, ero lì per fortuna, e ti assicuro che ero perfettamente sobrio, tanto da vedere e sentire certe cose. E non ti permetterò di portare avanti questa stupida cosa, Shane. » Alex continua a gridare, spingendolo e cerco di fare attenzione a non farmi beccare.
« Sono confuso...» Shane alza le braccia, sorridendo, riuscendo a malapena a stare in piedi.
« Se Harry lo scopre, ti assicuro che questa volta ti ucciderà davvero e io gli darò una mano. Non posso pararti il culo, se non le dici la verità, giuro che lo farò io! Non voglio vedere Maddie soffrire di nuovo per colpa tua, cazzo! » Alex è totalmente fuori di sé e sta facendo avanti e indietro.
« Tu hai beccato Harry e Maddie mentre parlavano- »
« Non essere idiota, non stavano solo parlando! » grida Shane.
Cosa? Cosa diavolo è successo?
« Penso sia più grave la tua situazione che quella di Harry! Lo sai che ti ha sentito parlare al cellulare con Skyler, cazzo, ero lì con lui! Abbiamo sentito ogni parola! » per poco non prende a pugni Shane e sento il mio stomaco farsi più piccolo.
In quale diavolo di trappola ci sono caduta questa volta? Skyler, di nuovo lei. Sapevo che non fosse semplicemente un'amica, come ha affermato Shane.
E in questo momento mi sento uno schifo, perché gli ho dato la possibilità di essermi di nuovo amico, di essermi vicino, di essere addirittura il mio ragazzo. In fondo del mio cuore me lo aspettavo.
« Mi perdonerà, non posso perderla. Lo farà, resterà con me. » sento Shane singhiozzare e poi si siede per terra, tirandosi le ginocchia al petto, continuando a singhiozzare.
E sto piangendo anche io e non so esattamente il perché. Forse perché non l'ho mai visto in questo stato? Forse perché le tre persone più vicine a me hanno segreti? Forse perché mi sento presa in giro, come se non contassi nulla per lui?
Ho accantonato il dolore che mi ha procurato per anni, per concedergli la possibilità di starmi nuovamente accanto. Ho creduto quasi ad ogni sua singola parola.
Se avessi saputo che ad ogni abbraccio teneva il coltello puntato alle mie spalle, pronto per accoltellarmi ancora, lo avrei tenuto lontano. Lo avrei cancellato dalla mia vita per sempre. Come può? Come può prendere in giro un cuore che è stato già colpito dalla sua strafottenza?
« Lei deve sapere il motivo del nostro soggiorno in Europa, deve sapere ciò che è successo con tuo padre, deve sapere ciò che è successo con Skyler. E devi dirle anche di aver spinto Hannah tra le braccia di Harry, per allontanarlo da lei. »
« Perché diavolo non si leva dalle palle? Senza di lui sarebbe andato tutto liscio come l'olio! Lo vorrei morto a volte... » Shane continua a piangere, tirando su con il naso.
« Lui vorrà morto te, non appena scoprirà cosa hai fatto... » Alex sospira, prendendosi il viso tra le mani. « Andiamo, dobbiamo riposare. » Alex aiuta Shane ad alzarsi e scendo velocemente le scale, con la vista offuscata a causa delle lacrime. Non dovrei piangermi addosso, perché sono stata stupida a fidarmi, ma fa dannatamente male.
Mi porto un braccio sugli occhi, asciugandomi le lacrime, quando all'improvviso mi imbatto in qualcuno. Sto per cadere a terra, ma due braccia mi sorreggono.
« Perché diavolo stai piangendo? » sento il suo forte accento britannico e non so se spingerlo via e mandarlo al diavolo o prenderlo a schiaffi, perché anche lui mi sta nascondendo qualcosa.
Eppure non faccio nessuna delle due cose.
« Portami via, ti prego. » singhiozzo, guardandomi alle spalle, sperando che loro non si facciano ancora vedere.
Harry mi prende dal braccio, abbastanza bruscamente, e mi trascina con lui in una stanza, miracolosamente aperta. Accende la luce, leggermente fioca, e mi rendo conto che sia uno sgabuzzino.
Il suo sguardo si posa sul mio viso, e le sue mani si affrettano ad asciugarmi le lacrime.
« Non te lo chiederò una terza volta. Perché stai piangendo? Rispondi. » sembra arrabbiato, e non so neanche perché. Dovrei essere io quella incazzata con lui.
« Perché mi state mentendo tutti? Cosa diavolo vi ho fatto di male? » grido, cadendo sulle ginocchia, con i palmi delle mani per terra e le lacrime che scendono di nuovo sulle mie guance.
Lo vedo abbassarsi, raggiungendo la mia altezza, ma non dice niente. Si limita a posare le mani sulle mie spalle e lentamente alzo lo sguardo verso di lui.
Ha gli occhi lucidi, la mascella contratta e i suoi occhi sono coperti da un velo di tristezza.
« Non piangere, Mads. Non farlo, ti prego. Io non ho fatto niente di male. Non ti farei mai del male. » una lacrima scivola sulla sua guancia e mi si mozza il respiro. Perché Harry sta piangendo?
Allungo la mano verso la sua guancia e chiude gli occhi, come se volesse essere cullato dalla mia carezza.
« Perché? Perché anche ora continui a pensare alla mia felicità, prima della tua? Perché continui a prenderti il mio dolore, anche quando non dovresti? Perché ora ti stai spezzando anche tu, quando sono io quella ad essere a pezzi? »
« Perché se ti spezzi tu, mi spezzo anche io. » dice con voce flebile, asciugandosi una lacrima.
« No, dimmi il perché. » grido e lui spinge la fronte contro la mia, chiudendo gli occhi.
« Lo sai perché... » sospira, affranto. Mi sento più stupida del solito, ma non voglio che sia quello a cui sto pensando.
All'improvviso si tira indietro, asciugandosi del tutto le lacrime e stringe gli occhi.
« Ti ha fatto del male? Perché giuro che-»
« Non farai niente, Harry. » ha cambiato argomento in un secondo e forse è meglio così, perché non riuscirei a sopportare un'altra delusione in questo momento.
« L'ho sentito parlare con Alex. » dico, con un sorriso triste. Quanta forza ci sto mettendo a nascondere tutto il dolore dietro ad un piccolo sorriso.
« Quindi... Quindi sai del bambino? » chiede, sbattendo piano le palpebre. Il mio cervello ha smesso di connettere non appena ha sentito la parola bambino.
Abbasso lo sguardo sulle punte delle mie ciabatte e mi mordo la lingua per non mettermi a gridare.
« Bambino? » chiedo con voce strozzata, incapace di alzare lo sguardo verso di lui.
« Merda... Cazzo, scusami! » mi prende le mani e mi attira verso di lui, circondandomi il busto con le braccia. « Mi dispiace, te lo avrei detto comunque... »
« Un bambino? » continuo a dire, e lui porta una mano sulla mia nuca, spingendo la mia testa ancora di più verso il suo petto, abbracciandomi come se volesse tenere tutti i pezzi insieme, impedendomi di sbriciolarmi davanti a lui.
Sorpresa. :) Da ora in poi preparatevi.
Seguitemi su Instagram: _shadowhunters_96
QUI posterò anche anticipazioni del nuovo capitolo! :)
Fatemi sapere cosa ne pensate, attraverso un commento o un voto, ci tengo ❤ grazie mille a tutti per il traguardo che sta raggiungendo la storia, sono senza parole! 🙈❤ Non pensavo meritasse tanto...
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