capitolo 40
I love it when you go crazy
You take all my inhibitions
Baby, there's nothing holding me back
Salta su, corri a destra, muoviti a sinistra. Ma che cavolo è?
Odio essere tornata a scuola e avere educazione fisica alla prima ora.
Dopo le vacanze, nelle quali sono ingrassata un quintale, fare attività fisica è proprio ciò di cui ho bisogno. È solo che ho perso il ritmo.
A dire il vero non l'ho mai avuto, quindi è ancora peggio.
Sembro un pinguino che sta cercando di seguire le mosse degli altri. Giocare a pallavolo non fa per me. Per non parlare della corsa mattutina che, santo cielo, mi sembra di perdere i polmoni.
Secondo me non arriverò neanche ai cinquant'anni. Avrei dovuto dare ascolto a Harry, quando mi diceva di andare in palestra con lui o di andare a correre la domenica. Se lo avessi fatto, comunque, molto probabilmente sarei rimasta dietro di lui per ammirare il suo sedere, guardargli la schiena e poi fissare i ragazzi a torso nudo.
Se i ragazzi possono fissare il sedere alle ragazze, allora noi siamo libere di fare la stessa cosa. Niente maschilismo, siamo tutti uguali.
Mi arriva una pallonata in testa, facendomi tornare con i piedi per terra. Alzo lo sguardo e guardo Harry, che ha le braccia spalancate e mi guarda in modo strano, del tipo " Sei morta?".
Prendo il pallone in mano e sospiro. Evito il suo sguardo e lo pongo sugli altri miei compagni, che stanno aspettando la mia prossima mossa.
Siccome le mie braccia non sembrano seguire il resto del corpo, e vanno per i fatti loro, allora decido di tirare un calcio al pallone, facendolo volare oltre la rete.
Devo eliminare questo sport dalla lista delle cose mi piacerebbe imparare.
Harry abbozza mezzo sorriso, che nasconde subito dietro la mano, e mi lancia uno sguardo fugace. Inutile dire che, a partire dal mio compleanno, è cambiato leggermente nei miei confronti. So solo che eravamo tutti ubriachi, forse.
Io e Alex di sicuro, dato che, per mia sfortuna, i miei genitori hanno partecipato alla mia festa di compleanno, che i miei amici avevano organizzato.
Se il compleanno di Harry è stato un disastro, il mio è stato senza dubbio peggio. Dove c'è lo zampino di Alex, puoi aspettarti di tutto, tranne qualcosa di buono.
Dunque, i miei genitori ora si sono quasi innamorati anche di lui, soprattutto dopo ciò che è successo alla festa.
Non so neanche perché mia madre si sia fidata di Alex e Harry, e mi duole ammetterlo, ma ne era a conoscenza anche Shane e gli altri.
Dunque, a Harry era venuta l'idea brillante di mettere una canzone lenta, per farmi ballare con mio padre. Sì, è stato carino, non dico di no. Peccato che io faccia schifo a ballare e che, mio padre, al posto di sussurrare al mio orecchio frasi carine, per poco non ci siamo messi a litigare, perché lui mi diceva di seguire lui per fare bella figura. Io che gli stavo calpestando i piedi, e lui che per poco non imprecava, manco se mi stesse dando lezioni di guida.
Poi Alex era mezzo ubriaco in quel momento e aveva invitato mia madre a ballare. Lei, d'altro canto, per non fare la donna rigida e all'antica, aveva iniziato ad assecondare Alex nei movimenti, e no, non volete sapere ciò che è venuto fuori.
Il fatto è che, più mi sforzo a ricordare, più non ricordo. Ad un certo momento della serata sono crollata quasi con la testa dentro il cesso, perché stavo vomitando, e poi mi sono addormentata. Infatti, ci hanno pensato loro a farmi una foto bellissima in quella posizione.
Ho delle foto e dei video che sembrano provenire da un altro mondo. Perché diavolo mi hanno accolto tutti travestiti da würstel? È stato imbarazzante, quando ho visto sbucare un sacco di würstel nel giardino. Penso che avrò gli incubi.
Shane, invece, si comporta come sempre, forse ancora più felice di prima, ma a volte sembra nervoso. Si guarda intorno, come se avesse paura di vedere qualcuno.
Vado a sedermi, asciugandomi il sudore, che non ho, ma devo fare finta di essere sfinita. L'unica attività che ho fatto oggi è stato pensare e pensare ancora.
La professoressa suona il fischietto e gli altri si fermano. Harry corre nella mia direzione, ma un nostro compagno lo ferma. Parlano, sorridono, si danno una pacca sulla schiena e poi si avvicina a me, prendendo la bottiglietta d'acqua che prima aveva lasciato sulla panchina, vicino alla sua felpa.
Mentre beve mi guarda e vedo gli angoli della sua bocca alzarsi di poco, sorridendo furbamente. Ricambio e mi alzo per prendere le mie cose, spostando i capelli sulla spalla sinistra, per evitare il suo sguardo, dato che sono imbarazzata, non so neanche perché.
« Vedo che ti sei sprecata anche oggi. » la sua voce divertita mi fa sorridere e sposto lo sguardo su di lui, che mi sorride, con le sopracciglia sollevate.
Faccio spallucce e lui annuisce, pressando le labbra e poi prende la sua felpa e mi guarda un'altra volta.
« Ci vediamo in classe, nanetta. » ridacchia, non appena alzo la mano per colpirlo scherzosamente, ma ogni movimento che faccio, a quanto pare lo fa sorridere.
« Sei tu troppo alto, smettila. » rido, alzando gli occhi al cielo e lui inizia a scimmiottarmi.
« Vado nello spogliatoio, ci vediamo dopo. » mi saluta, facendomi l'occhiolino e lo vedo correre dietro agli altri ragazzi, con la felpa legata intorno alla vita, la bandana nera tra i capelli.
« Jones, cosa aspetti, un invito speciale per andare nello spogliatoio delle ragazze? » grida la professoressa e sto per protestare, ma decido di lasciare perdere. Mi sono mossa appena, ma lei non ci crederà mai. Non fa alcuna differenza e una volta lei era la mia prof preferita, perché credeva sempre alle mie scuse.
Prendo la mia sacca e mi dirigo verso le altre ragazze. Le mie compagne non mi stanno molto simpatiche, perché sono quelle che si sentono un gradino sopra di te. O almeno, la maggior parte sono così. Solitamente mi basta poco per stringere amicizia con una persona, ma non con loro. Anche se volessi andare d'accordo con loro, non ci riuscirei. Di cosa dovrei parlare? Del nuovo colore di smalto che metteranno domani? Degli affari degli altri? Della nuova borsa Prada, che non avrò mai e che non voglio neanche avere?
« Ehi, Maddie! » mi chiama una di loro e giro la testa verso di lei, che di conseguenza sembra pentita di avermi chiamata. Probabilmente è colpa del mio sguardo omicida. A volte mi parte senza accorgermi.
Cerco di addolcire l'espressione e lei abbozza un sorriso, finto, ovviamente.
« Quindi stai con Wayland, eh? » chiede, maliziosa.
« Sì, è così. » rispondo, dirigendomi verso il mio armadietto. So che siamo tutte femmine, ma mi vergogno lo stesso spogliarmi davanti a loro.
« Quindi, è bravo a letto così come dice Alexis? » chiede un'altra di loro, avvicinandosi di più a me. All'improvviso sembrano tutte interessate a me e alla mia relazione con Shane. Che diavolo?
« Non penso sia affar tuo, o sì? Per caso vuoi salire sulla sua giostra? Giusto per sapere, perché i biglietti sono finiti, sono rimasti soltanto quelli per andare dritto a fanculo. » sorrido e una di loro, che si sta togliendo la maglietta, scoppia a ridere, guadagnandosi un'occhiataccia da parte delle altre.
« Neanche tu ci sei salita, vero? » ghigna, la tizia dai capelli biondi, che dovrebbe chiamarsi Charlotte, se la memoria non mi inganna. I loro nomi non mi interessano, esattamente per questo motivo.
Ha ragione, ma onestamente non sono ancora pronta per questo.
« La testa nel cesso la vuoi adesso o dopo? » sorrido innocentemente e lei fa una smorfia di disgusto.
« Beh, sbrigati allora, perché Alexis sale sulla giostra quando vuole, a quanto pare. Lo ha detto lei. Dovresti ascoltare i pettegolezzi qualche volta, sai? » ho voglia di darle un pugno in faccia, ma devo trattenermi. Non posso beccarmi pure una sospensione.
« Guardate! » indico un punto a caso e loro si girano.
« Cosa? » chiedono in coro, ed è un po' inquietante.
« La vastità del cavolo che me ne frega dei pettegolezzi! » esclamo, facendo l'occhiolino e loro restano come pietrificate.
*******
Se fossi in un anime, penso che, in questo momento, avrei quella nuvoletta sopra la testa, oppure si vedrebbe l'energia negativa che sto emanando.
Quando cammino, mi sto immaginando mentre sfondo il pavimento e volano le piastrelle in aria e magari colpisco chi odio, accidentalmente.
Maddie Super Sayan.
Entro in classe, dirigendomi verso il mio banco e mi fermo, chiudendo un occhio, per prendere la mira verso di esso. Porto le mani, che stringono il libro di geografia, all'indietro e sono pronta per lanciarlo.
« Non pensarci neanche! È da tanto che non finisci in presidenza. » sento la voce della professoressa e abbasso le braccia, guardandola come di solito Nemo guarda me, quando fa danno. La prossima volta mi disegnerò dei baffi, magari funzionerà meglio.
« Mica lo stavo per lanciare! » ribatto, ridacchiando e mi vado a sedere.
Ed è così che mi metto nei guai da sola, ma non importa. Harry ha la fronte appoggiata contro il banco e alza una mano per salutarmi, senza neanche guardarmi. Com'è che esce pazzo pure lui a causa mia? Mi sembra di vedere mia madre.
Appoggio il libro sul banco e allungo la mano verso il suo banco, per attirarlo verso il mio. Ovviamente sto facendo un rumore del cavolo e mimo delle scuse alla professoressa, che sembra già esasperata.
Il mio migliore amico sposta la sedia più vicina alla mia e sospira, scuotendo la testa.
« Ho quasi sentito la tua mancanza, Jones! Guarda, proprio a Natale mi è venuta in mente la volta in cui mi hai detto che il Mississippi si sentisse una Miss, perché eri la con la testa fra le nuvole. O forse non avevi aperto abbastanza il libro di geografia... » racconta e l'ascolto, totalmente rapita. Che bei ricordi, mi mancherà il liceo.
Harry si colpisce la testa con il borsellino e gli metto una mano sulla schiena, per tranquillizzarlo.
« Spero tu abbia studiato, perché ho intenzione di sentire almeno le ultime cose che abbiamo fatto. » dice con voce ferma, picchiettando la penna sulla cattedra. Ecco, ci avrei scommesso.
« Non ci crederete mai, ma ho studiato davvero...» sussurro, quasi terrorizzata dalla mia stessa confessione.
Tra un'ora si scoprirà che un asteroide ha colpito la Terra, che Obama in realtà è cinese, che Taylor Swift ha messo su un po' di culo, che in realtà io sono una superstar ancora non conosciuta.
In classe cala il silenzio. La professoressa si toglie gli occhiali, guardandomi incredula, i miei compagni mi guardano tutti scioccati, e Harry è l'unico a sorridermi, come se fosse fiero di me.
Sì, ma ora ho l'ansia. La prima volta che ho studiato davvero. Insomma, ho aperto libro e ho letto veramente tutte quelle pagine. Questa volta non mi sono limitata a guardare le immagini, giuro.
E se ora dovesse andare male? Farei pure una figuraccia davanti a tutti. Voglio il voto che merito, ovviamente, spero di non sparare cazzate.
Io mi chiamo Maddie, giusto? E l'Europa non si trova in America.
Mi prendo la testa tra le mani e cerco di calmarmi.
« Quando sei pronta, puoi iniziare. Voglio essere buona con te. » dice, sorridendo, comprensiva.
Wow, sento le mani sudare. Neanche al mio matrimonio sarò così agitata. Annuisco e deglutisco, grattandomi il collo.
Prima di iniziare, sento una mano stringere la mia. Harry si avvicina di più con la sedia, per non fare vedere il nostro contatto, e sorrido. Quando sono agitata durante le interrogazioni, mi tiene sempre la mano, di nascosto.
« Se non ricordi, ti suggerisco. » sussurra e sorrido, in risposta.
Mi schiarisco la gola, come se stessi per fare il discorso dell'anno e inizio.
*****
« Sia lodato Gesù Cristo! » esco dalla classe saltellando come un coniglio.
« Mads...» mi richiama Harry.
« Grazie, oh cervello mio, ti farò una statua! » mi inginocchio sul pavimento e appoggio i palmi per terra, restando con la testa china.
Ora mi parte la canzone We are the champions.
Per poco non mi metto a piangere. È totalmente una cosa mai successa prima, e io sono fiera di me stessa.
« Mads, tI stanno guardando tutti...» dice Harry, schiarendosi poi la gola, per attirare la mia attenzione.
Non m'interessa se mi guardano, sono troppo felice. Ho preso una fottuta A, chi se ne frega se gli altri mi guardano. La professoressa è rimasta totalmente sconvolta e io anche.
Harry si siede accanto a me, a gambe incrociate, senza dire niente. Siamo praticamente in mezzo al corridoio, stiamo bloccando il passaggio agli altri, e quindi perché diavolo si è seduto qui con me?
Giro il capo verso di lui, lui lo gira verso di me. Ci guardiamo, sorridiamo nello stesso momento e poi mi abbraccia, ridendo, appoggiando la testa sulla mia spalla.
« Sono così fiero di te, sapevo che ce l'avresti fatta. »
« Oddio, mica è morto qualcuno? » sento Alex, dietro di me.
Giro la testa verso di lui, e lo trovo già abbassato sulle ginocchia, mentre allunga le braccia verso di me. Mi abbraccia, appoggiando la testa sulla mia schiena e finge di consolarmi.
« Alex, cosa diavolo stai facendo? » gli chiedo e Harry si sposta di lato, ridendo, portandosi una mano sul viso.
« Ti sto dando conforto, non è questo che fanno gli amici? » mi chiede, staccandosi da me.
« Per aver preso una A in geografia? » gli chiedo, sollevando un sopracciglio, divertita.
« Cosa? » grida, talmente forte, che la sua voce rimbomba in tutto il corridoio.
Si alza in piedi, allungando la mano verso di me, per aiutarmi ad alzarmi, e sbatte lentamente le palpebre, incredulo.
« Anche io ho preso un voto più alto! » esclama, sorridendo a trentadue denti.
« Davvero? » chiede Harry, corrugando la fronte.
« Sì, ora non ricordo se sia una B o una F...» afferma, pensieroso. Chiudo gli occhi, scuotendo la testa e lui indietreggia di poco.
« Facciamo la cosa del petto! » dice e prima che io possa capire la sua frase, si spinge velocemente con il petto contro il mio, facendomi cadere nuovamente a terra.
« Sei scarsa, niente da fare...» Harry, ancora ridendo, mi aiuta ad alzarmi e guardo Alex, come se volessi ammazzarlo.
« Non avevo capito, cretino! » grido e vedo Shane venire verso di noi.
« Vieni in sala musica alla quarta ora, per favore. » mi prega Harry, all'orecchio. Annuisco e lui sorride.
Appena Shane e Harry si guardano, è come se ci fosse un uragano in arrivo. Perdo le speranze, non andranno mai d'accordo.
« Shane, amore mio! » esclama Alex, mettendosi davanti a me, spalancando le braccia. Cosa diavolo sta facendo?
Lo spingo di lato, ma lui si rimette davanti a me.
« Alex, che cazzo stai facendo? Levati, voglio baciare la mia ragazza. » Shane sembra leggermente teso, ma Alex se ne frega e inizia a muovere il bacino a destra e sinistra.
« No, prima mi abbracci come ha fatto Harry con Maddie, perché ha preso un voto alto. » gli dice, tendendo le mani verso di lui.
« Ma che cazzo, Alex! Buon per te, levati. » lo spinge di lato e viene verso di me, cingendomi i fianchi con le braccia, dandomi un bacio sulle labbra. Sorride e mi attira verso di lui, tenendomi stretta.
« Che migliore amico di merda. » borbotta Alex, appoggiandosi al muro insieme a Harry. « Maddie, se mi dai un abbraccio, ti offro la colazione domani. » mi prega, sporgendo il labbro inferiore. Harry gli dà una gomitata e Shane lo fulmina con lo sguardo.
È strano che Shane non mi abbia fatto la ramanzina per essermi ubriacata al mio compleanno. Insomma, di solito è peggio dei miei genitori. Prometto che non andrò più alle feste per due mesi o tre.
Harry mi fa segno di aspettarmi in classe e si allontana, con le mani dentro le tasche dei jeans. I movimenti sono fluidi, il passo deciso e le sue spalle larghe, lo fanno sembrare un modello che cammina sulla passerella.
Decido di trascorrere il resto della pausa con Shane, dato che negli ultimi giorni siamo stati bene insieme. Inizia a comportarsi con me, come tempo fa. Inizia ad abituarsi alle mie stranezze, al mio carattere, e menomale.
*******
Cerco di sbirciare dalla piccola finestra, ma non vedo niente, così apro lentamente la porta ed entro. La stanza è quasi buia, e cerco di mettere a fuoco ciò che mi si presenta davanti. Sono venuta poche volte qui, davvero poche. Cosa dovrei farci io in sala musica? A malapena Harry mi insegna a suonare il pianoforte.
Se dovessi mettermi a cantare, sembrerei una foca raffreddata.
Harry è davanti al pianoforte e si gira verso di me, facendomi segno di andare a sedermi accanto a lui.
« Voglio farti sentire una canzone. Ho intenzione di dedicarla a...» si schiarisce la gola, guardando i tasti « ...mia madre. Penso stia frequentando un uomo, nonostante sia ancora ferita per la relazione con mio padre. Molto probabilmente avvieranno le procedure per il divorzio e io voglio che sia felice. Comunque, siediti qui. » mi fa spazio accanto a lui e annuisco.
Harry è sempre stato così dolce nei confronti di sua madre. Da quando il rapporto con suo padre è andato al diavolo, si è preso la responsabilità di rendere felice Sarah.
Le sue dita affusolate iniziano a toccare i tasti con dolcezza e ogni tanto gira la testa verso di me, sorridendo. Inizia a cantare e, non appena sento le prima strofa, un ampio sorriso si fa spazio sul mio volto.
Avrei dovuto immaginarlo che si trattasse di una canzone di Ed Sheeran, visto il suo amore per le sue canzoni. Passa giornate a strimpellare la chitarra, passa ore davanti al pianoforte ed è come se la musica lo tenesse in vita. È come una medicina, lo rende felice, lo fa sorridere. E, se sorride lui, sorrido anche io.
Lo adoro quando canta con passione, quando sento la sua voce dolce e calda, o quando è graffiante e roca, poi il suo accento inglese, rende tutto molto più bello.
Appoggio la testa sulla sua spalla e lui mi prende le mani, poggiandole sopra le sue, così suoniamo insieme. Alcune note le so, ma non suono così bene come lui.
Questa canzone mi fa piangere. Sono sicura che sua madre diventerà una fontana.
« Baby, you look happier, you do , I knew one day you'd fall for someone new. » addolcisce la voce, chiudendo gli occhi.
« But if breaks your heart like lovers do, just know that I'll be waiting here for you. » finisce la canzone e sospira profondamente, prima di aprire gli occhi e guardarmi.
« Allora? È venuta bene? » sorride, mostrandomi le fossette e lo abbraccio.
« Penso che tua madre la amerà. Ogni cosa che canti è bella, perché lo fai con il cuore. » dico, e mi ricordo della volta in cui mi ha dedicato le due canzoni, e non gli ho rivolto la mia attenzione.
« Harry, cosa è successo al mio compleanno? » gli chiedo e fa scattare lo sguardo su di me, riducendo gli occhi in due fessure, pressando le labbra.
« Nulla, perché? » si alza in piedi, sistemandosi meglio la bandana tra i capelli.
« Perché sento che mi nascondi qualcosa. » sbotto, come se avessi trattenuto il respiro per tutto questo tempo.
« Non sono io a nascondere le cose. » tende la mascella, aggrottando la fronte e deglutisco. Cosa vuole dire?
« Andiamo, Mads. Abbiamo lezione tra poco. » con un cenno del capo mi indica la porta e annuisco, seguendolo fuori. Ovviamente è successo qualcosa.
*****
« Cos'è successo alla mia festa di compleanno? » spingo Alex verso gli armadietti e lui sgrana gli occhi.
« E io che cavolo ne so, ero più ubriaco di te. Magari abbiamo scopato? Oddio...» si porta le mani sul viso, preoccupato e decido di lasciar perdere.
« Non andrei con te a letto neanche da ubriaca, Alex.»
« Lo so, mio piccolo würstel. Sono bravo a letto, comunque. » ammicca, facendomi l'occhiolino.
Faccio una smorfia di disgusto e lui mette il broncio.
« Buon per te! » dico, facendo spallucce, appoggiandomi all'armadietto.
« E per te... Non si sa mai..» gli do una gomitata nelle costole, facendolo scansare di colpo e scoppia a ridere.
Shane si ferma al suo armadietto per posare i libri e poi sorride, non appena mi vede.
Guarda Alex, alzando gli occhi al cielo e poi viene verso di noi, prendendo lo zaino, sistemandolo su una spalla.
« Stai importunando la mia ragazza, di nuovo? » chiede ad Alex, scherzando, ovviamente. Il suo migliore amico, d'altro canto, si mette a fischiare, come se non avesse detto niente fino ad ora.
Poi fa spallucce e saluta entrambi, andando via.
« Andiamo? » mi chiede Shane, circondando le mie spalle, avvicinando il viso al mio collo.
« Sì, andiamo. » ridacchio, non appena mi bacia il collo e lui sorride. Soffro il solletico, troppo.
« Oggi pomeriggio posso venire da te? » gli chiedo, mordendomi il labbro.
Siccome non risponde subito, alzo lo sguardo verso di lui, e lo trovo pensieroso. Assottiglia lo sguardo e si lecca le labbra.
« Oggi non posso, ho un impegno...» si gratta il retro del collo, attirandomi di più verso di lui.
« Che impegno? » gli domando, mettendo il broncio. Mi sarebbe piaciuto passare del tempo con lui, magari studiare insieme o fare qualche altra cosa, tranne sesso. Per quello non sono pronta.
Oddio, Maddie, a cosa stai pensando?
« Niente di che, però oggi non posso, mi dispiace, piccola.» mi dà un bacio tra i capelli e decido di non fargli altre domande, perché chiaramente non vuole aprire l'argomento e io non voglio essere impicciona.
Mano nella mano, ci dirigiamo verso la sua macchina. È bello quando non sono più costretta a prendere l'autobus.
Mi piace il fatto che abbia imparato a controllare la sua gelosia. Non fa più scenate, è molto più indulgente e, inoltre, è sempre premuroso nei miei confronti. Beh, io odio le cose sdolcinate, però lui è carino. Probabilmente lui non ci fa caso, ma le piccole cose che fa per me, le apprezzo. Come quando mi dà un passaggio a casa, o quando andiamo a fare colazione insieme. Come quando prima di andare a dormire si affaccia alla finestra e ci guardiamo.
Per tutto il tragitto non ha fatto altro che tenere la mano sulla mia coscia, ah, gli uomini. Penso sia un po' stordito, perché ho cantato qualche canzone. Vorrei che cantasse con me qualche volta, anche se potrebbe risultare imbarazzante, ma voglio un po' di complicità a volte, così come accade con Alex e Harry. Perfino Annabelle mi potrebbe assecondare.
Quando arriviamo a casa mia, prima di scendere dalla macchina, si sporge verso di me e mi mette la mano dietro il collo, attirandomi verso di lui per baciarmi.
Ogni bacio all'inizio sembra dolce, casto, finché non si trasforma in qualcosa di più passionale, come se la sua lingua non riuscisse a vivere senza la mia.
Si stacca da me e mi dà un altro bacio sulla fronte.
« Ci sentiamo dopo, va bene? » chiede e annuisco. Esco dalla macchina e poco dopo lui riparte, andando non so dove.
A volte è strano.
*******
Non so quante ore siano passate, ma sono sdraiata sul tappeto, con un libro di storia sulla pancia, la bocca spalancata, come se fossi appena morta, le braccia e le gambe aperte e Nemo da sopra il letto che mi guarda in modo strano.
« Che c'è? Le persone studiano! » dico, per far finta poi di stare piangendo. Ho preso lo studio troppo sul serio, infatti ho promesso a me stessa di impegnarmi in questi ultimi mesi di scuola.
Forse ho preso davvero in considerazione l'idea di andare al college. Non lo dico più, altrimenti un asteroide cadrà sulla mia casa e morirò, ancora prima di prendere il diploma.
Nemo scende dal letto e salta sul davanzale, guardando fuori dalla finestra. Inizia a miagolare e posa la zampetta sul vetro. Mi alzo, per vedere cos'è che l'ha incuriosito tanto e per poco non mi cade la mascella a terra. Nemo si gira verso di me e lo prendo in braccio, abbassandomi, per non farci beccare.
Una ragazza bellissima, che sono sicura di non aver mai visto prima, sta parlando con Shane. È bella e i suoi capelli lunghi, sono ricci, davvero molto ricci.
« Okay, Houston, abbiamo un problema.» dico al gatto, e lui mi guarda, come se avesse capito.
Entrano in casa, come se si conoscessero da una vita, ma Shane sembra piuttosto a disagio.
« Porca vacca ingravidata da un leone. Che cavolo significa? » dico ad alta voce. Metto Nemo per terra e vado ad aprire le ante dell'armadio, tirando fuori un paio di leggings neri e una maglietta nera.
« Allora, Watson. Dobbiamo risolvere il caso. » oddio, ho davvero problemi. Sto parlando con il mio gatto, come se fosse una persona. Prima o poi mia madre mi manderà sul serio dallo psicologo.
Prendo la sacca e inizio a mettere dentro le cose di cui avrò bisogno.
« Okay. iPod ne abbiamo? » chiedo, consapevole del fatto che non mi risponderà mai. Inclina la testolina, come se avessi detto una cazzata e alzo gli occhi al cielo.
« Non guardarmi così! Mi serve la musichetta di Mission Impossible, rende meglio l'idea. » Nemo si porta la zampa sul viso e poi si sdraia per terra, rotolando.
« Crocchette ne abbiamo? » controllo la sacca e lui rizza le orecchie.
« Va bene, sono per te. Se fai rumore, ti zittisco con una crocchetta. » dico, sbuffando. Apro il portafinestra e salgo sul davanzale, tendendo la mano verso il ramo dell'albero. Beh, per fortuna che il sole sia tramontato, almeno non mi vedranno....o forse sì.
Nemo mi segue, e cerco veramente di non cadere giù dall'albero. Va bene, quando ero piccola era un gioco da bambini salire sull'albero, facendo finta di essere Spider-Man. Ora è un pochino diverso.
Avanzo lentamente verso la finestra di Shane, ma il ramo dell'albero sembra troppo fragile per sostenere il mio peso. Cazzo, è colpa del Natale, mica mia.
Nemo mi supera, saltando da un ramo all'altro e in questo momento lo invidio.
Inizia a miagolare e si lecca la zampa. Ma che cazzo?
« Stupido gatto, so perché lo fai. » cerco di aprire la sacca e dargli una crocchetta, così lui si avvicina di più a me.
Dopo circa dieci minuti, sento un borbottio, ma non riesco a capire bene ciò che dicono.
« Mi dispiace, Skyler. » la voce di Shane è triste, come se fosse dispiaciuto. Chi cazzo è Skyler?
« È okay, non è colpa tua. Ora vado. » dice lei, perfino la sua voce è bella.
Indietreggio, tenendomi forte al ramo, ma vedo Nemo che avanza verso la finestra di Shane.
« Pss, Nemo! Vieni qui, o giuro che ti diseredo! » okay, non c'entra nulla, solo che mia madre lo dice sempre a me.
Avanzo verso la mia finestra e, una volta dentro, vedo Nemo che salta sul davanzale della finestra di Shane. Oddio, sono fottuta. Mi prendo la testa tra le mani e inizio a fare gesti strani verso il gatto, ma lui entra dentro la sua stanza.
Butto la sacca sulla scrivania e poi mi appoggio al muro, scivolando lentamente giù.
Spero non caghi sul suo letto...
Nemo sa essere vendicativo.
Il cellulare vibra e allungo la mano per prendo dal letto e leggere il messaggio.
Da: Harry, 19:05; Prepara le valigie, tra due giorni si parte! Il preside mi ha chiamato, vedrai la neve, baby. ;)
Spalanco la bocca, incredula e vedo Nemo entrare nella stanza, con qualcosa in bocca.
Viene verso di me e gli prendo la foto che ha in bocca.
La analizzo bene e vedo che è la stessa ragazza, in mezzo ad Alex e Shane, tutti e tre sorridenti.
Skyler, chi diavolo sei?
Ma ehi, vedrò la neve. Prendo il cellulare e decido di chiamare Harry. Questa sarà una lunga conversazione.
Seguitemi su Instagram: _shadowhunters_96. È qui che scriverò quando aggiornerò e vi terrò informati.
Lei. Scopriremo chi è Skyler.
Nel prossimo capitolo vedremo di nuovo Jack e Annabelle, yee.
Aggiungete la mia nuova storia in biblioteca, se vi va. Si intitola Heartless.
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