capitolo 38
Waking up
Beside you I’m my loaded gun
I can't contain this anymore
I'm all yours I've got no control
Il Natale è bellissimo. Intendo, il vero Natale, quello dove c'è la neve, dove ti siedi davanti al caminetto a bere la cioccolata calda e guardare Mamma ho perso l'aereo con la famiglia, nonostante tu l'abbia visto un milione di volte.
Mia madre dice che sono come Kevin, un po' pasticciona e furba, e mi metto sempre nei guai. Quando ero piccola, papà mi portava a Disneyland, perché era tutto allestito stile natalizio, ed ogni anno era, e lo è tutt'ora, una meraviglia. Sono passati un po' d'anni da quando non ci vado e ammetto che mi manca.
Voglio la maledetta neve. Sono anni che passo l'inverno a 24° se non di più. Non voglio stare a maniche corte. Voglio il freddo, le felpe enormi e voglio fare le palle di neve. Mi tocca ammirare la neve soltanto in foto. È da un sacco di tempo che prego i miei genitori di andare in vacanza da qualche parte a Natale, ma la risposta è sempre no. Sia perché siamo sempre con i parenti, sia perché i miei si rompono.
Prendo una maglietta leggera, grigia e un paio di pantaloni della tuta.
Tiro da sotto il letto le mie converse bianche, che ormai sono tutto tranne che bianche, e mi faccio uno chignon disordinato.
Ho passato gli ultimi giorni a pulire la casa con mia madre, a fare avanti e indietro, e a malapena ho passato del tempo con Shane. Mia madre, da brava persona, lo ha invitato a Natale da noi, ma quando le ho detto di doverlo passare insieme a lui, da suo padre, per poco non le è venuto un colpo.
In fondo, non mi aspettavo una reazione diversa. Mia madre ci tiene molto alle feste, soprattutto Natale. L'ho sempre trascorso in famiglia, ed è la prima volta in cui la mia presenza non ci sarà al tavolo. Resterà un posto vuoto, che potrà benissimo prendere il mio gatto. In fondo, è anche lui un membro della famiglia.
Sì, così mia madre lo prenderà a colpi di ciabatte.
Sono le dieci del mattino ed è la vigilia di Natale. Dovrei stare sul divano, con papà, a guardare film stupidi o aiutare mia madre in cucina.
Ah. Neanche per scherzo, preferirebbe fare tutto lei, piuttosto che lasciarmi cucinare. Rischierei di uccidere tutta la famiglia in un solo giorno.
Nonostante tutto, mia madre non è stata molto d'accordo a lasciarmi andare con Shane domani, nonostante si tratti di un solo giorno.
Neanche io sono troppo felice, perché è impossibile esserlo, dato che odio quell'uomo. Non so neanche perché Shane me l'abbia chiesto, soprattutto ora, che le cose vanno bene tra di noi.
Scendo le scale, con una lentezza assurda, e salto gli ultimi tre scalini.
« Non voglio portarti in ospedale proprio oggi! » grida mia madre dal salotto. Neanche mi ha vista, ma ha un udito spettacolare. Ormai ha imparato ogni mia mossa, il che è un po' inquietante.
Entro in salotto e la vedo, mentre finisce di scrivere le cose che devo comprare.
Mi siedo sul divano, allungando le gambe verso il tavolino, ma mia madre me le colpisce.
« Giù le gambe! Quando pulirai tu la casa, potrai fare ciò che vorrai. »
« Ma ho pulito io qui...» le dico.
« Zitta, è casa mia. E poi, sai che tua nonna va in giro per la casa con la lente d'ingrandimento per cercare la polvere. » ribatte, fulminandomi con lo sguardo.
« Mi scusi, agente. » borbotto e mio padre ridacchia accanto a me.
Mio padre apre un sacchetto di patatine e guarda tranquillamente Zack e Cody. Ah, che ricordi. Da piccola amavo alla follia Zack, non so neanche perché. Passavo pomeriggi interi a guardare puntate su puntate, senza stancarmi.
E per non parlare di Hannah Montana, che era il mio idolo. Per imitarla, al posto della parrucca, mettevo la sciarpa in testa. Sembravo ritardata, soprattutto quando prendevo il deodorante e facevo finta che fosse il microfono e cantavo davanti allo specchio.
« Maddie, ti ricordi quando volevi demolire il muro della tua stanza, perché volevi fare come Zack e Cody? »
« Sì, che ricordi bellissimi, ora vai a fare la spesa » mi dice mia madre, dandomi la lista e i soldi. Prendo le chiavi della macchina e sogghigno.
Maddie al volante, pericolo costante. Spero soltanto di non investire qualche altra persona.
Esco di casa e armeggio con il cellulare, controllando gli ultimi messaggi.
« Brava, non rispondermi neanche » Shane è dall'altra parte della staccionata e mi sorride, alzando un sopracciglio. Do uno sguardo veloce verso la mia casa, per evitare di vedere una mamma stalker e mi avvicino a lui velocemente.
« Scusa, sto andando a fare la spesa, tu che fai? » domando, sporgendomi verso di lui per lasciargli un bacio veloce sulle labbra.
« Niente, ti accompagno, piccola. » fa spallucce e annuisco, felice.
Vado verso la mia macchina e sono quasi sicura di aver visto Shane sbiancare in viso.
« Che c'è? Ti ricordo che ho la patente. » lo guardo male e apro lo sportello, indicandogli il sedile accanto al mio. Nella mia mente rido perfidamente, perché so già che avrà la sensazione di stare per morire finché non arriveremo al supermercato.
Shane mette la cintura e sta per dire qualcosa, ma si arrende, sospirando profondamente.
« Tienilo bene quel volante! »
« Ma ancora non sono neanche partita... » ribatto, guardandolo accigliata. Ha davvero così tanta paura con me al volante? So guidare, altrimenti non avrei la patente.
Shane chiude gli occhi, stringendosi le braccia intorno al petto, come se avesse freddo. Metto la macchina in moto e lui ha un sussulto. Soltanto perché sono femmina, non vuol dire che faccia schifo a guidare.
Partiamo e lui appoggia la testa al finestrino. Non penso di aver mai visto Shane così rigido in vita mia.
Decido di fare finta di niente, mettendo un po' di musica, e lui non fa altro che guardare l'orologio, come se non vedesse l'ora di arrivare al supermercato e restare lì per sempre, soltanto per non tornare a casa con me, nella sessa macchina.
Guido tranquillamente e abbasso di poco il finestrino, canticchiando.
« Dovevi fermarti al semaforo! » grida all'improvviso e mi porto una mano sul petto, spaventata.
« Ma era diventato rosso quando ormai ero passata! » gli faccio notare, ma lui scuote la testa, nascondendo la faccia dietro i palmi delle mani.
Una vecchietta con il cagnolino sta attraversando la strada con la stessa lentezza di una lumaca.
« Avanti, nonna! Non ho tutto il giorno. » grido fuori dal finestrino. La vecchietta fa finta di non sentirmi e cammina ancora più lentamente di prima.
Oh, andiamo!
Apro lo sportello e Shane mi afferra il braccio.
« Che cosa stai facendo? Sei in mezzo alla strada, non puoi lasciare la macchina qui. » mi dice, preoccupato. Sembra terrorizzato quanto me durante il compito di matematica.
Esco dalla macchina e vado verso la vecchietta, prendendola a braccetto e l'aiuto ad attraversare più velocemente.
Lei mi schiocca un'occhiata omicida e le sorrido, accarezzando il suo cagnolino, che tiene in braccio.
Quando finalmente arriviamo dall'altra parte della strada, rilascio un sospiro di sollievo e mi allontano, ma la vecchietta sta per attraversare di nuovo la strada. Ma mi sta prendendo per il culo?
« Ho dimenticato la busta » dice, facendo spallucce.
« Vado io! » mi affretto a dire, correndo dall'altra parte della strada. Vedo Shane sbattere la testa contro il cruscotto e non alzarla più.
Prendo la busta e ritorno dalla vecchietta, la quale mi ringrazia e poi va via.
Una macchina suona dietro di me e incomincio a fare gesti strani con le mani.
« È Natale! Niente imprecazioni, stronzo! » grido verso il ragazzo che è alla guida. Quest'ultimo mi mostra il dito medio e alzo gli occhi al cielo. Salgo in macchina e do una spinta a Shane, per vedere se è ancora vivo.
« Ti prego, guida fino al supermercato e basta. » mi prega, senza sollevare la testa.
Ma non ho fatto niente di male. Ho solo aiutato una vecchietta ad attraversare la strada.
Riparto e inizia la canzone How to be a heartbreaker, la canzone perfetta per scatenarmi. Magari non in macchina, ma è comunque bella.
Prendo gli occhiali da sole e me li metto, alzando di più il volume della musica.
« Per favore, guida senza gli occhiali... » mi prega.
Inizio a muovere la testa a destra e sinistra e sembro un'oca che balla.
« E non ballare quando sei alla guida, voglio arrivare intero! »
« Va bene. » affermo, sistemandomi meglio sul sedile, togliendomi gli occhiali.
Peccato che la canzone sia troppo bella..
« This is how to be a heartbreaker, boys they like a little danger. » canto insieme a Marina, mentre Shane stringe la cintura di sicurezza, manco se stessi gareggiando.
Lo sento mentre trattiene il respiro e cambia canzone. Parte una in spagnolo, che so, ma non so le parole.
Quindi inizio a cantare a modo mio, che sarebbe inglese, mescolato a qualche parola in spagnolo, forse anche francese, ed esce una roba come se mi si fosse attorcigliata la lingua in bocca e avessi vomitato un dizionario con parole strane.
« Penso che tu abbia sbagliato le parole, o la canzone del tutto...» Shane mi guarda scioccato e gli sorrido, dandogli una spinta, continuando a muovere le spalle, come se stessi ballando.
« Maddie, la canzone si intitola Subeme la radio e tu stai mescolando le parole della Macarena, tra l'altro dette male »
« Smettila di lamentarti e rilassati un po', sei troppo rigido. Goditi il momento, sei il mio ragazzo, divertiti con me. » gli faccio l'occhiolino e lui scivola lentamente sul sedile, con lo sguardo perso, sembrando una statua. E resta così finché non parcheggio la macchina davanti al supermercato.
« Non puoi parcheggiare qui, c'è il cartello che lo dice. » me lo indica e alzo gli occhi al cielo.
« Ma non c'è nessuno. » mi guardo intorno e lui soffoca una risata nervosa, forse da psicopatico. Va bene, parcheggio da un'altra parte, non voglio che Shane mi uccida proprio oggi. Non riuscirei più a vedere i regali sotto l'albero di Natale.
Parcheggio finalmente e Shane esce dalla macchina, mettendosi in ginocchio con i palmi per terra, ringraziando Dio.
« Sei un bravo cristiano, Shane... » gli dico, chiudendo la macchina. Lui si alza, pulendosi i jeans e annuisce soltanto.
Entriamo nel supermercato e Shane prende il carrello. Tiro fuori la lista, che sembra di due chilometri.
« Per finire in fretta...» strappo la lista in due, dando metà a lui e aggrotta le sopracciglia, guardandomi in modo strano.
« Ecco, tu cerca questi, io penso all'altra metà » gli do un bacio sulla guancia e sorride, annuendo. Penso sia ancora traumatizzato per prima.
Lascio il carrello fermo e mi allontano, cercando le cose che serve a mamma.
Allungo la mano per prendere la coca cola e il succo di frutta, quando poco più in là vedo Alex con il cappello di babbo Natale in testa. Lui sì che sente lo spirito natalizio.
Appena mi vede, inizia saltellare verso di me con una confezione di würstel in mano, e immagino una piccola capretta felice, che salta nel prato con un würstel in bocca.
Oddio...
« Buona vigilia di Natale! » esclama, abbracciandomi e dandomi i würstel.
« Oh... mi hai pensato di nuovo, vedo » dico, ridendo. La mia risata si spegne non appena guardo oltre le sue spalle.
Ma questo è uno scherzo! Alex osserva il mio sguardo e poi mi sventola una mano davanti agli occhi.
« Alex, c'è la nonna » dico, afferrandolo per il braccio.
« Mia nonna? » domanda, sistemandosi meglio il cappello.
« No, quella nonna. » gliela indico con un cenno del capo, ma lui sembra più confuso di prima.
« Tua nonna? » chiede, con le sopracciglia alzate. Increspa il labbro inferiore, arricciando il naso e si gratta la guancia, pensieroso.
« No, la nonna esorcista! » grido e la vecchietta si gira verso di noi, sgranando gli occhi. Eh, sorpresa!
La vecchietta si sistema meglio gli occhiali sul naso, e avanza lentamente verso di noi. Oh, no.
Alex scoppia a ridere, senza motivo, portandosi la mano sulla pancia, appoggiandosi agli scaffali.
« Mi sono ricordato di lei, sto morendo » continua a ridere, facendo cadere una bottiglia di coca cola a terra. La vecchietta è quasi davanti a noi, quando sento una persona cingermi i fianchi.
«Ho messo la roba nel carrello. Oh, Alex » si stacca da me per salutarlo, ma Alex scoppia nuovamente a ridere, sputando.
Shane si porta una mano sul viso, facendo una smorfia di disgusto e la vecchietta fa un suono strano. Ci giriamo tutti e tre verso di lei e Alex smette di ridere.
« Ciao, nonna! Buona vigilia di Natale! » dice Alex, prendendo il suo cappello e mettendolo sulla testa della vecchietta, la quale lo guarda indignata.
Shane ovviamente non capisce niente e resta in silenzio, alternando lo sguardo fra noi tre.
« I giovani di oggi... Anche qui devo beccarvi. » borbotta e Shane si acciglia ancora di più. Io e Alex facciamo finta di niente, iniziando a fischiare.
« Di cosa parla, signora? » chiede Shane, dolcemente. La vecchietta lo guarda male, però ancora non si è tolta il cappello, quindi suppongo sia un buon segno, giusto? La moglie di Babbo Natale.
« Parlano di ciò che fanno a letto, in pubblico! È una cosa estremamente disgustosa, sono senza parole. Così giovani e usano le maniere forti... Il romanticismo non esiste più al giorno d'oggi » dice a Shane e quest'ultimo sembra che sia pronto a prendere un'arma e spararsi in testa. È diventato così pallido, che ho seriamente paura.
Alex, invece, scimmiotta la vecchietta, fregandosene totalmente dell'aspetto cadaverico del suo migliore amico.
« È stato un piacere, arrivederci » dico, prendendo Shane a braccetto, allontanandoci.
Prima che Alex venga verso di noi, si riprende il cappello, fingendo di spostarsi i capelli lunghi, invisibili, sulla spalla, imitando un'uscita ad effetto.
« Voi due andate a letto? Mi state per caso prendendo in giro? »
« Non è colpa mia se sono così affascinante » risponde Alex, alzando gli occhi al cielo. Non è per niente d'aiuto in questo caso.
« Certo che no, Shane! La vecchietta ha frainteso una nostra conversazione...» dico, guardando per terra. Shane si porta una mano sulla fronte, asciugandosi il sudore e sospira.
Si avvicina a me, dandomi un lungo bacio sulle labbra e poi si stacca, sorridendomi.
« Grazie a voi due, finirò al manicomio » dice, prendendo il carrello.
La stessa cosa mi dice spesso anche mia madre. Devo preoccuparmi?
********
« Mamma, è arrivato Babbo Natale con le buste! » grido, chiudendo la porta con un calcio.
Se mia madre mi vedesse, mi farebbe la ramanzina anche per questo.
La chiamo di nuovo, ma neanche l'ombra di lei. Eppure si sente un baccano nel salotto. Papà mi vede e mi viene incontro, aiutandomi a portare in cucina la spesa.
« Non andare di là » mi dice, sospirando. Vorrei tanto chiedergli il perché, ma la voce di mia nonna mi fa capire tutto.
Chiudo gli occhi per un secondo e poi mi faccio coraggio. È solo la nonna, cosa potrebbe farmi più paura?
Esco dalla cucina, preparandomi psicologicamente ai suoi discorsi, ma mi fermo, non appena vedo la metà dell'albero genealogico nel salotto.
Jared, il più piccolo dei cugini, cammina con i tacchi di mia madre, facendo avanti e indietro nel salotto, rischiando di cadere e perdere i dentini che gli sono usciti da poco.
La nonna che si fa i selfie con mia zia, mia madre che sorride e annuisce alle cazzate che racconta l'altra zia.
Zio Earl che si lucida le scarpe di pelle, guardando male Nemo.
Ho un flashback.
Sarah, la madre di Harry, si unisce al selfie di gruppo. La nonna che continua a ridere, tenendo il cellulare al contrario.
A questo punto mi chiedo se Harry sia qui.
« Maddie, cara! Vieni dalla nonna, quanto mi sei mancata » mia nonna si alza, aprendo le braccia per attirarmi verso di lei. Ogni volta che mi stringe, rischio di spezzarmi qualche osso.
E non è mica colpa sua, che stringe troppo, ma mia, perché sono troppo magra. Parole sue.
Ricambio l'abbraccio, cercando di riprendere fiato, ma mi stringe più forte, e sono sicura di aver sentito un crack da qualche parte.
« Ogni giorno ti fai sempre più bella » dice, staccandosi da me, accarezzandomi la guancia.
« Me lo dici ogni volta che mi vedi...» borbotto, sentendo tutti gli occhi puntati su di noi.
« È vero, tesoro! Sembri me da giovane, ah quanti ricordi! » sospira, malinconica. No, non voglio sentire di nuovo come ha conosciuto il nonno o come è stata la sua prima volta.
« Ciao a tutti, buona vigilia di Natale! » dico, alzando una mano per salutarli. La nonna mi spinge verso il divano e inizio a salutare tutta la famiglia, uno ad uno, perché altrimenti so che rischio di morire.
Mia madre alza gli occhi al cielo, facendomi dei gesti strani con le mani, indicandomi con la testa la zia e la nonna.
Potevano presentarsi ad un orario decente.
« Harry, caro! Stai bene ora? » chiede mia nonna e mi giro verso Harry, che è in piedi, con una mano sullo stomaco e lo sguardo pallido.
« Che cosa ti è successo? » mi avvicino a lui, posando una mano sulla sua fronte.
« Tua nonna mi ha raccontato di quando è scappata di casa da giovane e- » lo blocco, facendo una smorfia.
« Non andare avanti, rischio di vomitare io » sussurro e lui sorride, abbracciandomi.
Mia madre e sua madre vanno in cucina e la nonna va verso la TV, mentre lo zio Earl sbuffa.
« Harry, vieni a ballare » dice la nonna, mentre la scritta Just dance spunta sullo schermo.
Oddio, non di nuovo. Ogni anno si mette a ballare o a giocare con papà.
Harry mi guarda con espressione supplichevole e alzo le spalle. Non saprei come aiutarlo, mia nonna sa insistere parecchio.
Povero Harry, sta pure male a causa dei suoi racconti. Li guardo mentre iniziano a ballare e vado a sedermi sul divano insieme agli altri. Pensavo fosse peggio, ma Harry si sta sbellicando dalle risate.
Mia nonna allunga la mano verso il suo sedere e Harry per poco non salta in aria a costo di spostarsi.
Benvenuta nel mio mondo, nonna.
« Ciao, zio Earl. » dico, sorridendo, cercando di fare conversazione. Non ho idea di cosa parlare, dato che è sempre così serio e antipatico.
« Ciao, Maria » risponde, abbozzando un sorriso.
« È Maddie...» lo correggo, accigliandomi. Ma per caso ho un nome arabo o cinese? È così difficile da memorizzare?
« Fa lo stesso, sempre con la M inizia » dice con nonchalance. Metto su un sorriso finto e gli guardo le scarpe. Nemo sembra all'attacco, con le zampe allungate e gli artigli pronti a finire nelle sue scarpe.
Devo distrarre lo zio, altrimenti questa volta Nemo non si salva.
« Come stanno le tue pecore? » chiedo, mettendomi più composta, e allungo una gamba verso Nemo, cercando di spostarlo più in là.
« Abbastanza bene, dovresti vederle... Sono così belle e in salute » ride sommossamente, e faccio finta di essere interessata.
« Bello, più sono in salute, più la pelliccia è buona per l'inverno? » chiedo, dandogli una gomitata in modo scherzoso. Lui diventa serio, quasi scioccato e deglutisco. Ho detto qualcosa di sbagliato?
« Non hai rispetto per gli animali! » tuona, facendo l'offeso. Aggrotto le sopracciglia, imitando lo sguardo da pistolero e poi guardo Nemo.
Noi ci siamo capiti.
Nel momento in cui gli graffia le scarpe, il grido isterico dello zio si sente in tutta la casa. La nonna fa finta di svenire, soltanto perché vuole che sia Harry a prenderla tra le braccia, papà spunta nel salotto con la mazza da baseball, mia madre fa il suo ingresso con una pentola in mano, pronta a colpire.
« Ma perché mi faccio ancora domande...» mormoro tra me e me. Non avrò mai una famiglia normale. L'odore del cibo inizia a diffondersi in tutta la casa e mi porto la mano sullo stomaco, dato che già ho fame.
Faccio segno a Harry di seguirmi di sopra, ma la voce della nonna ci ferma.
« Usate le precauzioni » dice. Do una testata contro la porta, a causa dell'esasperazione e per poco Harry non mi imita.
Saliamo le scale in silenzio e non appena apro la porta, per poco non mi metto a correre verso il letto. Mi sdraio a pancia in su e Harry prende un cuscino dall'altro letto, lanciandomelo in faccia.
« Fai il bravo, Harry » lo ammonisco, guardandolo male.
Lui alza le mani in segno di resa e mi mostra le sue adorabili fossette. Si siede sul letto, tirando fuori dalla tasca dei jeans il cellulare.
« Chi è? » gli chiedo, stringendo il cuscino tra le braccia.
« Mmh, Hannah. Mi ha fatto gli auguri e mi ha chiesto se ci vediamo stasera » ride, scuotendo la testa.
Non so perché, ma mi sta venendo la nausea. Insomma, anche durante le feste?
Prendo il cellulare, mentre lui continua a messaggiare e apro il blog di quel ragazzo, almeno mi tira su il morale.
Cwtch (gallese): Un abbraccio, il posto sicuro che ci dà la persona amata.
Osservo la foto della coppia che si sta abbracciando e sorrido. A volte anche le cose più semplici, sono di grande valore. Un abbraccio a volte vale più di un ti amo.
" Quando le sue braccia piccole mi stringono, non posso fare a meno di sorridere. Eppure, io tra quelle braccia passerei il resto della mia vita. "
Rilascio un urlo di frustrazione e Harry alza di scatto la testa, osservandomi.
« Stai bene? » chiede, bloccando lo schermo del cellulare.
« Sì, certo. » mormoro, leggendo un'altra volta la frase, sorridendo. Tutte queste cose mi fanno venire il diabete, ma è così dolce. Ecco perché non voglio guardare film d'amore, piangerei sempre.
Chiudo la pagina e blocco il cellulare, mettendolo sotto il cuscino.
« Vieni qui, nanerottola. » spalanca le braccia, sorridendo e gli mostro il dito medio. Non sono nana.
Chissà se stasera esce con Hannah. Ormai non mi sorprende più niente, lo cercano tutte. Mi siedo accanto a lui e lo sento sbuffare.
« Cosa c'è, ora? Cosa ho fatto? » domanda, mettendo quasi il broncio.
« Parli tanto di Shane che scopava con tutte, ma tu mica sei tanto diverso » mormoro, evitando il suo sguardo.
« Scusami? » dal tono di voce sembra infastidito, ma non ci posso fare niente.
« Hai capito benissimo, Harry. » alzo gli occhi al cielo, e sto per rimettermi nel mio letto, ma lui mi afferra dalla maglietta, facendomi sedere di nuovo.
Lo guardo male e lui si avvicina di più a me, riducendo gli occhi in due fessure.
« Mettiamo le cose in chiaro, Maddie. Uno, non prendo in giro le ragazze e non le tratto male. Due, non le illudo. Tre, la maggior parte mi cerca per divertirsi. Solo sesso, niente sentimenti. E perché dovrei rifiutare del buon sesso? » si avvicina ancora di più, guardandomi in modo provocatorio e alza un sopracciglio.
« Certe volte sei un porco. » alzo gli occhi al cielo, dandogli una spinta dal petto e lui ridacchia.
« E tu? Per caso è già successo? » ed ecco che tira fuori il lato da fratello maggiore, mentre inizia a farmi il terzo grado.
« No, ancora no. » sento le mie guance andare a fuoco e lui inclina la testa per guardarmi meglio.
« Meglio così. L'appuntamento con Jack è stato un disastro, con Shane spero sia diverso » si lecca le labbra, pensieroso e annuisco.
« Di certo non mi aspetto petali di rosa e candeline profumate la prima volta, non sono così esagerata. » ribatto, arricciando il naso. Lui si sdraia, guardando il soffitto e sorride.
« Quando ti avevo detto che dovrebbe essere speciale, non mi riferivo mica ai petali di rosa e candeline, Maddie. Sarebbe una cosa scontata e tu non lo sei. Meriti molto di più. » si tocca il mento, dandomi un'occhiata veloce e soffoco una risata. Vederlo così pensieroso e serio è davvero buffo.
« Certo, disse il ragazzo che lo infila anche dentro il buco della serratura. » scherzo, sdraiandomi accanto a lui.
« Per caso sei gelosa? » mi chiede, cercando di trattenere un sorriso.
« Ma fammi il piacere... » sbuffo una risata e poi giriamo entrambi la testa per guardarci, finendo per scoppiare a ridere.
« Non parlerò della mia prima volta con te, te lo dico già da ora. » dico, decisa.
« Ma perché? Siamo migliori amici..»
« Perché sei comunque maschio e io femmina, ed è imbarazzante. Certe cose non si possono dire, idiota » alzo gli occhi al cielo e lui mi tira una ciocca di capelli, facendomi lamentare.
« Io penso sul serio che tu abbia bisogno del buon sesso. Se, in futuro, Shane non dovesse soddisfarti abbastanza, non esitare a- » gli tappo la bocca, facendo una smorfia e lui scoppia a ridere.
Tolgo la mano e lui mi fa la linguaccia.
« Non uscirò con Hannah, comunque. Penso di voler guardare le stelle questa sera...» annuisco, felice.
Vorrei dare una spiegazione all'amore che proviamo nel guardare le stelle, ma non saprei spiegarlo. Semplicemente è una cosa che ci piace fare, una cosa che ci unisce. Eppure può risultare banale, ma a volte vorrei davvero essere una stella.
Il mio cellulare vibra e Harry allunga la mano per afferrarlo. Me lo passa e noto la notifica di WhatsApp. Un messaggio da parte di mia nonna, ma che?
Apro il messaggio e mi ritrovo una catena lunga due chilometri e la foto di Gesù. Oddio, quando capirà che questi messaggi chilometrici non salveranno i bambini in Africa?
Mi arriva un altro messaggio e strabuzzo gli occhi.
" Hai bisogno di uno di quei palloncini? "
Harry scoppia a ridere talmente forte, che rotola giù dal letto, a pancia in giù e non si alza più, continuando a ridere.
A questo punto non voglio sapere cosa mi aspetterà domani, a casa del padre di Shane.
Santo Nemo, sii il mio protettore.
Tutto molto normale dai...😂
Ci vediamo al prossimo capitolo 😏💕
Che bello il Natale!
Spero di avervi strappato un sorriso e che vi sia piaciuto! 🙈 Fatemi sapere!
706k visualizzazioni, sono senza parole! Vi ringrazio tantissimo 💕
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