capitolo 35
Ci sono diversi tipi di persone al mondo.
Ci sono quelli che, quando si avvicinano le vacanze, non vengono più a scuola già da due giorni prima, altri si prendono addirittura una settimana in più, perché loro possono.
Ci sono quelli che vengono a scuola fino all'ultimo giorno, fino all'ultima ora, fino all'ultimo minuto, perché devono uscire da scuola non appena suona la campanella, come dei soldati in fin di vita che hanno combattuto in Afghanistan.
Ci sono quelli che verrebbero a scuola anche durante le vacanze e mi chiedo che problemi abbiano. Per quanto tu possa essere nerd, prenditela una pausa.
E poi ci sono quelli come me che, per quanto mi duole ammetterlo, sono costretti ad andare a scuola fino all'ultimo giorno, perché non puoi neanche fingere di avere l'ebola o la febbre a quaranta, altrimenti rischi la bocciatura.
E, anche se vado a scuola fino all'ultimo giorno, mi metto a girovagare per i corridoi come un fantasma, stringo amicizia con le macchinette, cercando di scroccare cibo gratis a suon di calci e pugni. Ma, siccome sono così sfigata, mi tocca mettere le monetine e molto spesso le barrette di cioccolato non scendono, e mi tocca fare wrestling con il distributore.
E poi mi vedi varcare il cancello della scuola, come se avessi paura. Un po' come succede con i vampiri, prima di entrare in casa di una persona. Quasi quasi il preside mi invita gentilmente a venire a scuola, pregandomi di non combinare disastri.
Sono un disastro su due gambe che, ogni volta che azzardo a parlare civilmente con il preside, si crea tanta di quella tensione e rabbia intorno a noi, tanto da farti scappare in Messico.
La cosa più assurda è che ho un ragazzo.
Mi ci sono voluti tre giorni per rendermi conto, perché mi sembrava di vivere in un sogno.
Ogni volta che io e Shane eravamo insieme, gli dicevo di darmi un pizzicotto per svegliarmi. Ovviamente ha iniziato ad abituarsi alle mie stranezze, penso.
Apro la porta e cala il silenzio.
« Jones, sei in ritardo » dice il professore, con voce annoiata.
« Ehm... sì? » lo guardo con curiosità e lui alza gli occhi al cielo.
« Meglio tardi che mai » scuote la testa, sconsolato e la classe ride. Per classe intendo quei cinque cristiani che giocano a carte.
« È quello che dico anche io » rispondo, mostrando il pollice in su. « Siate buono, è quasi Natale. Sembra Piton » resto in piedi e ci fissiamo, come se potessimo comunicare con la mente.
« Vai a sederti, signorina Weasley » ride sotto i baffi e spalanco la bocca.
«Mi sta dando della scema? » mi fingo offesa e vado a sedermi. Certo, dipende quale dei membri Weasley. Io ho pensato immediatamente a Ron, anche perché siamo uguali, per certi versi.
Sono qui dentro da meno di dieci minuti e già sto per tagliarmi le vene.
« Maddie, vuoi giocare? » mi chiede un ragazzo, indicandomi il posto accanto a lui.
Scuoto la testa e l'appoggio sul banco, chiudendo gli occhi. Ora capisco le persone che non vengono a scuola l'ultimo giorno.
La porta si apre di scatto ed entra Harry, con il fiatone e sembra sfinito.
« Tanti auguri a te! » mi alzo, correndo verso di lui, saltandogli addosso e tempestandogli la guancia di baci.
Il professore mi tira indietro per le spalle, spostandomi e fa gli auguri a Harry. Ma che maniere sono?
Vado a sedermi e Harry si siede accanto a me, regalandomi un sorriso, come ogni mattina. Sembra una specie di tradizione, anche se è triste, mi sorride ugualmente.
Dietro quel suo sorriso meraviglioso sicuramente si nascondono un sacco di cose, l'ho sempre pensato. Ma lui ha questo potere, riesce a mascherare tutto, dietro ad un paio d'occhi verdi e due fossette da mozzare il fiato.
« Va bene, ragazzi, siccome siamo in pochi...» dice il professore, ma subito dopo entrano in classe Shane e Alex, con delle espressioni indescrivibili.
« Va bene, ho capito. La mia materia vi fa così schifo, che arrivate tutti in ritardo » il professore getta la penna in aria, rassegnato, e si appoggia con la schiena
allo schienale della sedia, a braccia incrociate.
« Alex ha sbandato e ha bucato la ruota » dice Shane, andando a prendere posto.
« Ma siamo venuti con la tua macchina, hai guidato tu. » risponde Alex, guardandolo male.
« Fate schifo a mentire, sedetevi » il professore alza gli occhi al cielo e osserva la classe, come se stesse cercando qualcosa che gli dia la spinta giusta per spiegare o fare qualsiasi cosa, a costo di non stare zitto un'ora.
Shane sposta il suo banco vicino al mio e mette un braccio intorno alle mie spalle, sorridendomi.
« Ciao, piccola » mormora al mio orecchio e sento le mie guance andare a fuoco, soprattutto perché sento lo sguardo del professore su di noi.
Non so se Shane ama mettere le persone in imbarazzo, ma io sto per morire, di nuovo.
« Ciao » rispondo, mantenendo lo sguardo sul banco. Per la prima volta, nella mia misera vita, ho un ragazzo, e non so come comportarmi. Forse avrei dovuto guardare più film d'amore.
Oppure dovrei iniziare a leggere dei romanzi...
Posso scartare l'ultima idea. Resterò fedele soltanto ai libri di Harry Potter. È grazie alla mia professoressa delle medie, se ho iniziato a leggere Harry Potter. Ci stava, in un certo senso, costringendo a leggere almeno un libro al mese, il che era fattibile. Poi me ne sono completamente innamorata ed è per questo che sono ancora fermamente convinta che mi debba arrivare la lettera da Hogwarts.
Quanto sarebbe bello se, un giorno, qualcuno mi dicesse " Tu sei una strega, Maddie. "
Mia madre a volte vorrebbe portarmi dallo psicologo, soprattutto anni fa, quando volevo cavalcare la scopa, convinta di spiccare il volo.
Oppure, quando mi dice di spazzare a terra, e lo faccio soltanto perché fingo di stare giocando a Quidditch.
« Potevi aspettarmi stamattina...» mormora, appoggiando la testa sulla mia spalla.
« Lo so, ma già ero in ritardo e mia madre ha minacciato di mandarmi in vacanza da zio Earl...» ridacchio e lui alza di poco lo sguardo per guardarmi. Accenna un piccolo sorriso e riappoggia la testa sulla mia spalla, mentre la sua mano cerca la mia.
Fa intrecciare le nostre dita e sento un brivido percorrermi la schiena.
È così strano ora. Cerco di abituarmi, ma mi sento comunque a disagio. Nonostante io conosca Shane da una vita, a volte mi sento come se fosse troppo per me. È come se mi sentissi inferiore e troppo goffa per lui, per questo motivo ho paura di fare qualche mossa stupida.
Sono sempre me stessa, solitamente non cambio per accontentare gli altri, ma vorrei essere abbastanza per lui. E odio questo nervosismo costante. Scherzo con Harry, con Alex, pure con il preside, e non mi sento così a disagio come mi ci sento con lui.
« Wayland, Jones! Siccome vi vedo molto affettuosi, oggi spiegherò la riproduzione » dice il professore, alzandosi in piedi. Oh Cristo, no. Alex scoppia a ridere, talmente forte, che si sente soltanto lui in tutta la classe.
Non è affatto divertente, anzi, mi imbarazzo ancora di più. Giro la testa verso Harry e trovo già il suo sguardo su di me. Fa mezzo sorriso e si passa la mano tra i capelli, distogliendo lo sguardo. Mette un braccio sullo schienale della sedia e inizia a giocherellare con una penna, portandosela poi tra i denti. Ha l'espressione seria, quasi amareggiata e ogni tanto contrae la mascella.
Perché penso che sia colpa mia? È dal concerto che si comporta in modo strano. So per certo che c'entro qualcosa e mi dispiace. Sono tentata dall'allungare la mano verso di lui e stringergliela, come fa lui di solito, per tranquillizzarmi durante le interrogazioni.
Il professore ha già iniziato a spiegare, anche se nessuno lo sta a sentire, insomma, è più interessante una mosca che vola. Solo Alex sembra davvero attento, il che è un po' inquietante.
« Scusi, cosa diavolo sono le gonadi? » chiede, facendo una smorfia.
« Oh, Dio! Io mi licenzio, che spiego a fare, se non mi state a sentire? » il professore sbuffa, passandosi una mano sulla guancia.
« Jones, rispondi tu! » mi indica con la penna e spalanco di poco la bocca. Beh...
« Sono quelle cose rotonde che, nei momenti in cui dovresti tirarle fuori, in realtà non le hai...» dico, seria. Shane si tira leggermente indietro, guardandomi in modo strano e il professore si schiaffeggia la fronte, esasperato.
« Oh, andiamo. Sono le palle » sbotto, guardando male Alex. Lui ha l'espressione spaventata e si porta subito la mano sul cavallo dei pantaloni, come se temesse per i suoi gioielli.
« Peggio di mia moglie... » il professore scuote la testa, schifato e amareggiato. « Non vi sposate mai, ragazzi...» si siede dietro la scrivania e appoggia il gomito sulla superficie di legno, nascondendo il viso dietro il palmo della mano. Sembra davvero depresso.
« Sta bene? » chiede Harry, con voce roca.
« Anni e anni di anatomia, per poi sentirmi dire da mia moglie "siamo incompatibili, come quando cerchi di infilare l'hotdog nella ciambella. Dolce e salato è una combinazione orribile" bla bla bla. » sento dei verso di sorpresa e guardiamo il professore come se avessimo appena visto un alieno. Deve stare davvero male, se ha detto una cosa del genere davanti a noi.
« Maddie vuole entrare nella ciambella » dice Alex, incominciando a ridere. Prendo il borsellino e glielo lancio addosso.
Un braccio mi circonda la vita e sento le dita di Shane sfiorare il bordo della maglietta. Lo guardo confusa e lui mi fa l'occhiolino. Mentre il professore continua a piangersi addosso, Shane posa le labbra sul mio collo e la sua mano si sposta sotto la maglietta.
« Sei mia » sussurra al mio orecchio. Il suo timbro di voce è profondo e sensuale, mi annebbia la mente, ma non così tanto da perdere la testa. Non sono un oggetto, non deve dimostrare a nessuno di essere di sua "proprietà".
« E, per l'amor del cielo, evitate di fare sesso non protetto. Oppure avete voglia di essere genitori a quest'età? » il professore spalanca le braccia, sbottando, facendomi sussultare.
« Io non ho questi problemi, mia madre non vuole essere nonna. Quando sono andato in Europa, mi ha comprato tipo dodici scatole di preservativi. Mi sono sentito ferito nel profondo del mio cuore...» dice Alex, portandosi una mano sul petto, fingendosi offeso.
« Perché ti ha preso per un maniaco sessuale? » chiede Mr. Murphy, sollevando le sopracciglia.
« No, perché ne doveva prendere di più. » dice, facendo ridere tutti, tranne me e il professore.
******
Intravedo Harry sulla panchina, da solo, mentre fissa il vuoto. Mi metto a correre verso di lui, e rallento non appena gli sono vicina. Tengo il cupcake in una mano e, quando sono dietro di lui, con un braccio gli circondo il collo, posando il mento sulla sua spalla, e l'altra mano la nuovo davanti al suo viso, mostrandogli il dolcetto. Gli bacio la guancia e lo sento ridere.
« Buon compleanno, Harry » gli dico e lui prende il cupcake, così posso abbracciarlo da dietro con entrambe le braccia.
Sembra stupido ma, sono riuscita a liberarmi di Shane per almeno cinque minuti, dato che non mi scappa d'occhio neanche per un secondo.
Mi siedo accanto al mio migliore amico e osservo il suo dito, mentre lo passa nella glassa del cupcake, portandoselo poi in bocca.
« Facciamo qualcosa stasera? Non ho voglia di festeggiare... Pizza e film? » mi guarda speranzoso e sorrido. In realtà non sa che è da giorni che gli stiamo preparando una sorpresa.
« Harry, so che- »
« No. » mi interrompe. Cosa? Perché?
« Per favore, non darti la colpa di niente. Va tutto bene » sorride e inizia a mangiare il cupcake, ma come sempre lo divide a metà e né da un pezzo anche a me.
« Ti posso abbracciare? » mi chiede. Cosa? Da quando mi chiede il permesso? Il suo sguardo è un misto di tristezza e serietà, sembra combattuto. Si irrigidisce, come se fosse la prima volta che parla con me. Appoggio la mano sulla panchina, accanto alla sua, e guardo dritto, davanti a me. Non gli rispondo, perché probabilmente scoppierei dalla rabbia.
Le nostre dita si sfiorano, una lacrima mi solca la guancia, libera di percorrere il viso plasmato dalla tristezza causata dai miei sbagli.
Il vento mi sposta i capelli, il mio viso si nasconde dietro ad essi, mentre le braccia di Harry si affrettano a tenermi stretta e non lasciarmi precipitare nella tristezza.
Le sue braccia mi stringono forte in una presa ferrea, mentre appoggia la testa sulla mia spalla.
« Volevo solo proteggerti, voglio solo questo. Non soffrire » la sua voce trema, mentre le sue braccia non vogliono lasciarmi andare. Come faccio a non stare male, se è colpa mia? Lui vuole solo il meglio per me, mi ha sempre protetta dalle cattive voci, prima che arrivasse Shane. Con le buone o con le cattive, ha chiuso le bocche a tutti.
E ora, soltanto perché Shane mi gira intorno, si sente come se stesse perdendo il diritto di starmi vicino, di abbracciarmi, di farmi sentire la sua presenza.
Ma lui sarà per sempre la cosa più bella che mi sia capitata nella vita.
« Resta a dormire da me stanotte, ti prego. Mi manchi » resta con la guancia appoggiata sulla mia spalla, mentre con una mano inizia a giocare con i miei capelli.
« Manca anche a me sentirti russare » rido, chiudendo gli occhi, ricambiando l'abbraccio.
« A me manca sentirti parlare nel sonno » ride, stringendomi più forte.
« Non mi hai mai detto cosa dico nel sonno, Harry » rispondo, passando le dita nei suoi capelli. Sussulta, come se gli avessi fatto male, ma poi si rilassa.
« Niente, cazzate » risponde, velocemente.
Il corpo si stacca dal mio all'improvviso e vedo Shane spingerlo via. Due occhi azzurri, furiosi, mi scrutano con attenzione. Guarda me, poi lui. Mi prende la mano e mi fa avvicinare a lui, con fare protettivo.
« Ti ricordo che ora è la mia ragazza, Edwards »
« Beh, Wayland, se ti senti minacciato dal suo migliore amico, allora non ti fidi di lei » Harry ride, guardandolo quasi in modo minaccioso. Stringe i pugni, ha la mascella tesa e un ghigno si fa spazio sul suo volto.
« Shane, che cazzo! Non stavamo facendo niente di male. Posso abbracciare il mio fottuto migliore amico? » grido, spingendolo. Va bene tutto, ma le scenate di gelosia esagerate non le digerisco. Sono passati tre fottuti giorni, non può essere serio.
« Beh, a me non va a genio lui, dato che ti sta sempre attaccato al culo, come se volesse scoparti da un momento all'altro. » ringhia, afferrando il mio polso, stringendolo leggermente. Gli ho già detto di esercitare la sua forza su un palo, non su di me. Faccio una smorfia, chiudendo gli occhi, quando sento la mano di Shane lasciare la presa, vedendolo barcollare all'indietro.
Cosa.cazzo.è.successo?
« Stringila un'altra volta così davanti a me, e ti ridurrò come uno straccio » lo minaccia Harry, stringendo in un pugno la sua maglietta. Si guardano con odio, mentre Shane si porta una mano sulla guancia, dove è stato colpito.
« Arrivo sempre alla fine, che palle » si lamenta Alex alle mie spalle. Mi giro verso di lui e lo vedo mentre tiene in mano un sacchetto di patatine.
« Non le farei mai del male, cazzo! » grida Shane, spostando la mano di Harry dalla sua maglietta.
« Ti conviene »
« Buon compleanno, Harry. Vuoi una patatina? » chiede l'idiota accanto a me. Alzo gli occhi al cielo e poi guardo Shane, che sembra mortificato. Abbassa lo sguardo e stringe la mascella, chiudendo gli occhi. Harry scuote la testa e mi fa segno di vederci dopo, mentre si allontana a grandi falcate.
« Vado a cercare un'altra telenovela spagnola, adios » Alex va via, raggiungendo Harry, e io mi avvicino a Shane, prendendogli delicatamente la mano.
« Ti perderò, vero? » domanda, senza alzare lo sguardo verso di me.
Gli accarezzo la guancia e lo costringo a guardarmi.
« Perché dici così, Shane? »
« Perché non faccio mai la cosa giusta e impazzisco quando qualcuno si avvicina a te. Ti desidero così tanto, che ho paura di restare senza di te, così, all'improvviso. Ho paura di perderti di nuovo, Maddie. »
« Shane, questa cosa è nuova per entrambi, non darti la colpa. Dobbiamo imparare a gestire la gelosia e devi capire che non potrò mai abbandonare Harry per te... Non fraintendermi, ci tengo a far funzionare le cose, ma non rinuncerei mai al mio migliore amico, spero tu possa capire...» mi mordo il labbro e alza di scatto lo sguardo.
« Per niente al mondo? Voglio dire, se lui avesse una ragazza, non penso che gli staresti appiccicata...» borbotta, avvicinandosi di più a me.
« No, probabilmente no...» dico, pensierosa. In effetti, forse cambierebbero un po' di cose.
« Mi piaci tanto, Maddie e ti voglio tutta per me, per quanto egoista io possa sembrare...» sussurra, mentre i nostri nasi si sfiorano. Sorride dolcemente, mentre le sue dita accarezzano la mia guancia.
Istintivamente chiudo gli occhi, aspettando un bacio, che non arriva.
«Dovresti vederti in questo momento, Mallow... Sei semplicemente bellissima. » sussurra contro le mie labbra e, prima che io possa aprire gli occhi, la sua bocca si posa sulla mia. Incornicia il mio viso con le mani, mentre le sue morbide labbra premono contro le mie, facendo battere il mio cuore a mille, mentre mi aggrappo alle sue spalle per non cadere, dato che le mie ginocchia stanno per cedere. La sua lingua si insinua tra le mie labbra, cercando la mia, trasformando questo semplice bacio, in qualcosa di più. Lo stringo a me, mentre le sue mani si spostano sui miei fianchi. Le sue dita fremono dal desiderio di toccarmi, le sue labbra muoiono dalla voglia di assaggiarmi di più, e cerco, anche se invano, di calmare l'eccitazione del mio cuore, che minaccia di uscirmi dal petto.
Accarezzo i suoi capelli biondi, per poi tracciare dolcemente il profilo del suo viso, facendolo sorridere contro le mie labbra.
« Il mio piccolo marshmallow, solo mio » mi morde il labbro inferiore, succhiandolo, facendomi gemere, il che lo fa sorridere ancora di più.
« Dovresti fidarti e basta... È il suo compleanno, avresti potuto evitare » appoggia la fronte alla mia e sospira.
« Lo so, mi dispiace tanto. Ero accecato dalla gelosia, non volevo » dal suo tono di voce si capisce la sua sincerità.
Non capirò mai questi suoi sbalzi d'umore. È peggio di me quando sono nel mio periodo.
« Non fa niente, ce la faremo, però...» faccio un passo indietro e incrocio le braccia al petto. Lui mi guarda confuso e assottiglia lo sguardo.
« Va bene tutto, anche questo tipo di bipolarismo di cui soffri. Ma, non pensare che, quando faremo sesso, io lo faccia a tre, eh. Voglio dire, non lo farò mica all'inizio con Shane il dolce, e poi dopo avermi trapanata entra in scena l'altro Shane, colui che fa pratiche di sadomaso... Ho reso l'idea? » chiedo, arricciando il naso e aggrottando le sopracciglia.
« Ehm...penso di sì...» risponde, incerto.
«Almeno a letto mantieni un'unica personalità... Altrimenti faccio uscire fuori la Rosamaria Dominga Esperanza Bienvenida De Ramirez che c'è in me. E non ti piacerà. » gli punto il dito contro e lui sbatte lentamente le palpebre, come se stesse cercando di capire ciò che ho detto.
« Ma Bienvenida non significa benvenuta? » domanda, inarcando un sopracciglio.
« Stai zitto! » alzo gli occhi al cielo e mi allontano da lui, trattenendo una risata.
« Aspettami! Preferisco la mia Mallow fuori di testa e basta, ti prego » ride, mettendo il braccio sulle mie spalle e andiamo verso la sua macchina.
******
Sto fissando la vaschetta del pesce da un bel po' e la situazione è abbastanza inquietante, perché Nemo gira intorno come se fosse uno squalo pronto all'attacco.
Si lecca il muso, quasi in modo perfido, e cammina furtivamente accanto ad essa, facendo finta di non vedermi.
« Non è sushi, vai via » gli dico, ma lui miagola e sembra piuttosto contrariato.
Inizio a gattonare dietro di lui, cercando di afferrargli la coda, ma lui salta sul tavolino e poi sulla vaschetta.
« Oh mio Dio! Scappa, Kitty » grido, ma poi mi ricordo che è un pesce e non può volare. Quasi mi butto sul tavolino, facendo spaventare Nemo, il quale scende giù alla velocità della luce, non prima di aver rovesciato la vaschetta e il pesce si sta muovendo, come se avesse le convulsioni.
« Harry, vieni qui, mi sta morendo il pesce » grido, e lo sento mentre scende velocemente le scale. Prendo la coda del pesce e inizio a girare come una pazza per la casa, andando direttamente in bagno, buttando il pesce nel lavandino, aprendo il rubinetto.
« Stava morendo, poverino » dico, mentre Harry entra in bagno e mi fissa, scioccato.
« Ma chi? » chiede, appoggiandosi allo stipite della porta.
« Il pesce, Kitty. Stava morendo » gli spiego, ma sembra più confuso di prima.
« Maddie, hai coperto il coso, il buco del lavandino? » chiede, terrorizzato.
« O mio Dio, il pesce! » esclamo, guardando il lavandino. Il pesce sta per scivolare giù, e andare nel regno dei morti, quindi gli afferro la coda e lo tiro su.
Sembra mezzo morto.
« Dovrei fargli la respirazione bocca a bocca? Che cosa devo fare? » grido, impaurita. Non voglio uccidere un altro pesce.
« Magari rimetterlo nella vaschetta, Sherlock »alza gli occhi al cielo e va a prendere la vaschetta, mentre io fisso il pesce.
Harry mi porge la vaschetta e la riempio con l'acqua e metto il pesce dentro. Perché diavolo mi ha regalato un pesce?
Alzo gli occhi al cielo e usciamo dal bagno, dirigendoci nella mia stanza.
« Dunque, oggi è il mio compleanno e io sto qui a salvare un pesce? » chiede, con sarcasmo. Metto la vaschetta sulla scrivania e poi metto le mani sui fianchi. Lui si siede sul letto e spalanca le braccia, con ovvietà.
Conto fino a tre nella mia mente e poi mi butto su di lui, facendolo cadere a terra.
« Che bello, finalmente è il tuo compleanno » gli dico, strizzandogli le guance, muovendole in modo strano, deformandogli la faccia.
« Vorrei arrivare intero, stasera, a casa » borbotta, alzandosi in piedi.
« Sì, hai ragione. Non vedo l'ora di darti il mio regalo » esulto, battendo le mani e saltando sul letto.
« Mi hai chiamato qui due ore fa per ripetermi la stessa frase, di continuo. Che senso ha, dato che il regalo me lo darai stasera? » si sdraia sul letto e mette le mani dietro la testa, guardando il soffitto.
« Scusa, Harry, ma ero così felice. Tra poco mi cambio e usciamo. Non voglio mangiare la pizza a casa, quindi usciamo e poi magari andiamo al cinema. » gli dico, facendogli l'occhiolino.
È strano il fatto che non abbia detto niente riguardo quello che è successo oggi a scuola, anche se muoio dalla voglia di chiedergli perché l'ha fatto.
Quando siamo solo io e lui, si comporta normalmente, scherza come sempre, il che penso vada bene.
Forse è geloso di Shane, come io lo ero di Jolene. Beh, in tal caso lo capisco, e non gli dirò di non esserlo, perché è impossibile. Tuttavia, cercherò di non metterlo a disagio quando sarò con Shane. Anche io mi sentirei come il terzo incomodo, se lui avesse la ragazza e io no, quindi è comprensibile.
Anzi, sono la prima a odiare le effusioni amorose, quando sono con altre persone. Sarò strana io, ma odio mettere gli altri a disagio. Certo, vanno bene gli abbracci, qualche bacio, ma di certo non starò lì a mangiarmi la faccia con il mio ragazzo, mentre i miei amici sono accanto a me. È una totale mancanza di rispetto nei loro confronti.
Ancora devo assimilare il fatto di stare con Shane, anche perché non sono del tutto abituata.
Quel giorno, dopo aver lasciato la casa di Harry, ho chiamato Shane per venirmi a prendere. Non era arrabbiato e non mi ha fatto alcuna ramanzina, ma è stato abbastanza comprensivo. Non mi ha detto niente di che, anzi, era troppo contento per avergli detto di sì.
Non capisco tutta questa tensione che c'è tra lui e Harry, insomma, potrebbe fare lo sforzo di andare d'accordo con lui, anziché comportarsi come un cavernicolo.
Harry cazzeggia con il cellulare sul mio letto, completamente concentrato sullo schermo, quindi neanche nota il vestito che prendo dall'armadio. Ridacchio tra me e me e vado in bagno a cambiarmi.
Ovviamente non sembrerò una modella di Victoria's secret, ma chi se ne frega, l'importante è stare bene con se stessi.
Non so quanto tempo sia passato esattamente, ma sento Harry che continua a bussare alla porta del bagno e a lamentarsi, dicendo di essere chiusa qui dentro da mezz'ora.
Finisco di mettere il mascara e poi mi guardo allo specchio. Tutto sommato, non faccio così schifo.
Apro la porta, ma il karma deve volermi davvero male.
Perché diavolo Harry si era appoggiato alla porta?
Il suo corpo è sopra di me e io sono sdraiata sul pavimento del bagno. Forse mi sono rotta qualche osso e il vestito mi si è alzato di poco.
« Dimmi che non ti sei rotta l'osso del collo » mormora da sopra di me.
« No, ma forse l'osso sacro sì. » dico e si alza, guardandomi poi con le sopracciglia aggrottate.
Ha le labbra schiuse, come se fosse sorpreso e confuso allo stesso tempo.
« Perché... perché ti sei vestita così? » chiede, balbettando. Mi tende la mano, aiutandomi ad alzarmi in piedi e la sua mano si sposta sull'orlo del mio vestito, abbassandolo.
« Perché è il tuo compleanno e usciamo » borbotto, cercando di sistemarmi i capelli come prima.
« Sì, ma hai il vestito e i tacchi. Mads, per la pizza usciresti anche in pigiama, anche se fosse o meno il mio compleanno » assottiglia lo sguardo, cercando di smascherarmi.
« Senti, la pubertà non ha colpito anche me come ha fatto con te e gli altri, quindi vorrei essere più carina almeno oggi » mormoro, mettendogli una mano sul petto, spostandolo per uscire dal bagno.
« Ma tu sei bella sempre, Mads. E a te non importa di tutto questo, vestitini, trucchi e soprattutto tacchi » ridacchia, mettendo una mano sulla mia spalla.
« Oh, insomma, stai zitto e basta. » ringhio contro di lui e mi giro per guardarlo negli occhi.
« Andiamo a casa tua, ti cambi e poi usciamo, hai capito? E non fare altre domande. » lo minaccio, puntandogli il dito contro.
« Va bene, capitano. » sbuffa, alzando gli occhi al cielo. Scendiamo al piano di sotto, cercando di non rotolare giù per le scale, e quando arriviamo davanti alla porta, mi giro nuovamente verso di lui.
« Nei film i maschi aprono la porta. Prego, fallo. » dico, ridendo.
« Certo, magari ti porto anche la pelliccia di capra e cammino dietro di te con una foglia di palma, sventolandola per non farti mancare l'aria » ironizza, aprendo la porta.
« No comment » dico, fingendomi una vip, e cerco di camminare come le modelle, ma sto per inciampare e cadere con la faccia a terra. Harry mette le mani sulle mie spalle per tenermi ferma e scoppia a ridere.
«Mads, principessa o Ciuchino? » mi chiede, trattenendo a stento la risata.
« Ciuchino, perché? » chiedo, guardandolo male.
« Muovi il culo, Ciuchino! » scoppia a ridere e spero con tutto il cuore che Shane non sia a casa. Se dovesse vederci, probabilmente rovinerebbe tutto, mi porterebbe con sé e addio sorpresa.
« Lo sto muovendo, Shrek » alzo gli occhi al cielo e mi cinge la vita con un braccio, camminando fianco a fianco.
Mi regala un sorriso, con tanto di fossette e poi mi fa l'occhiolino.
Ora, spero soltanto che Alex abbia finito con i preparativi e che non abbia rovinato tutto...
Mi scuso in anticipo per gli errori, ma vado di fretta. Ci tengo a dirvi che forse mercoledì non potrò aggiornare, perché sono impegnata tutta la settimana, anzi, non so come ho fatto ad aggiornare oggi! In ogni caso, se troverò del tempo, scriverò, altrimenti mi dispiace. So che rispetto sempre i miei tempi, ma ho davvero altri impegni più importanti. Quindi, vi prego di non stressarmi con "Aggiorna".
Spero vi sia piaciuto il capitolo, nel prossimo vedremo delle belle!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top