capitolo 33

Aggiornamenti: MERCOLEDÌ E DOMENICA.

« Mi spieghi perché diavolo non hai risposto a quel catorcio del tuo cellulare? » grida Alex al cellulare, mentre mi siedo sulla tavoletta del water, con una mano tra i capelli bagnati.

« Non posso dirtelo, rideresti di me » dico, alzando gli occhi al cielo. Conoscendo Alex, probabilmente a quest'ora sta già cercando di trattenere la risata.

« No, sono una persona seria, puoi dirmelo. » dice, con voce estremamente profonda. È serio davvero? Nonostante la sua voglia perenne di scherzare, so che può essere anche una persona seria quando vuole. Sospiro profondamente, guardando le piastrelle del bagno e mi mordo il labbro.

« Perché mi sono addormentata dentro la vasca... » borbotto, sperando che non abbia sentito. Sento dei rumori strani, come se qualcuno stesse soffocando, e poi sento la risata divertita di Alex, così forte che mi perfora il timpano. Mi schiarisco la gola, cercando di attirare nuovamente la sua attenzione, ma niente da fare.

Sta ridendo come un dannato e sono quasi sicura che sia caduto, perché ho sentito un lamento di dolore e poi è scoppiato nuovamente a ridere.
Appoggio la testa al muro e aspetto che si riprenda. Non capisco tutto questo divertimento. Certo, non è la prima volta che mi capita di addormentarmi mentre mi faccio il bagno nella vasca, ma per fortuna mi sveglio non appena scivolo sott'acqua. Prima o poi morirò affogata e la colpevole sarò io. E, dannazione, non sarà neanche un suicidio.

« Ci sono, ci sono » dice ridacchiando « Ti ho chiamato per dirti che oggi dovremmo andare a ritirare i regali, ci sei? » dice e mi pizzico la punta del naso, pensando. Già, non ho i soldi. Sono passati tre giorni e io e Alex ci siamo messi d'accordo sul regalo di Harry. Più che altro, mi ha dato l'idea. Siamo andati insieme al centro commerciale e abbiamo cercato il regalo perfetto per il mio migliore amico, qualcosa che non sia un paio di occhiali da sole, ciabatte a forma di unicorno oppure il portachiavi.

Abbiamo girato un sacco di negozi prima di trovare il regalo giusto. Inizialmente volevo puntare sul braccialetto o una collana, ma penso sia scontato e poi Harry non va particolarmente pazzo per i bracciali. Avevo preso in considerazione anche l'orologio, ma penso ne abbia già troppi.

E così, dopo ore di lamentele, ci siamo fatti un giro nel settore elettronica e abbiamo guardato un po' le macchine fotografiche, dato che a Harry piace tanto fare le foto. Mi è sembrata una cosa bella e sono sicura che lo apprezzerà.
Diciott'anni li compie una sola volta, quindi non abbiamo fatto neanche caso al prezzo, ma abbiamo direttamente ordinato. Alex ha deciso di dividere il regalo con Jack, e quindi hanno deciso di regalargli una nuova chitarra.

Beh, non ho soldi, quindi probabilmente dovrò fare gli occhi dolci ai miei genitori.

« Va bene, ci sentiamo più tardi? » gli chiedo, alzandomi in piedi.

« Sì, perfetto » risponde e poi riattacca, senza neanche salutare.

Appoggio il cellulare sul mobiletto e mi guardo allo specchio. Inizio a pettinare i capelli, sciogliendo i nodi, e poi finisco di asciugarmi e indosso i vestiti puliti. Prendo l'asciugacapelli e inizio ad asciugarli, nonostante io odi farlo. Molte volte lascio i capelli asciugarsi da soli, anche se poi sembro uno spaventapasseri.

Rimetto le cose a posto e poi prendo il cellulare ed esco dal bagno, dirigendomi verso la mia stanza.
Apro la porta e vedo Jolene sul letto, mentre fa le coccole a Nemo.
Appena mi vede, si allontana da lui e va a sedersi sul suo letto, facendo finta di niente.

« Perché hai smesso? Non ti uccido mica » le dico, buttandomi sul letto a peso morto.

« Lo so, ma mi sembri gelosa quando qualcuno tocca il tuo gatto » ribatte, mordendosi il labbro inferiore, nervosamente.

Nemo salta su di me, accoccolandosi sulla mia pancia e sospiro, iniziando ad accarezzargli la testa.

« Mi dispiace, Jolene » le dico, sentendo un nodo nella gola.

« Per cosa? » alza un sopracciglio, confusa e si mette a gambe incrociate.

« Per averti trattata male, mi dispiace. Sono stata egoista e sono dispiaciuta, solitamente non sono così, ma mi sono sentita minacciata dalla tua presenza. Sai, per via di Harry. Lui non ha mai avuto segreti e avevo paura che a causa di questi segreti, la nostra amicizia andasse a puttane » le spiego, gentilmente. Spero di non passare per l'antipatica di turno, ma qualsiasi altra persona al mio posto probabilmente avrebbe fatto lo stesso.

« Ah, non preoccuparti. È acqua passata. » cerca di sviare l'argomento e inizia ad armeggiare con il cellulare, senza guardarmi. Sposto Nemo sul letto e mi alzo, andandomi a sedere sul suo letto.
Le prendo il cellulare dalle mani e la costringo a guardarmi.

« Io sono davvero dispiaciuta e ti sto chiedendo scusa, non che io lo faccia tutto i giorni, quindi preferisco essere guardata in faccia. » dico, duramente. Odio quando le persone fanno finta di niente, quando l'argomento è serio.

« Scusami, non voglio parlare di quella cosa, sai. È già abbastanza imbarazzante per me, in ogni caso, dispiace anche a me. Sono stata stronza con te, non te lo meritavi. » dice, mortificata. Porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sorride timidamente. Il suo trucco è sempre lo stesso, forse troppo pesante per lei. Non ha bisogno di tutta quella roba per essere bella, ma magari è il suo stile. In ogni caso, so che non è una persona cattiva.

« Bene, allora... Io devo uscire con Alex, vuoi venire? » le chiedo, cercando di essere cortese. Nonostante lei abiti qui per ora, resta comunque distaccata, ed è brutto, perché vorrei che si sentisse come se fosse di famiglia.

« No, ho già un impegno... » sorride, abbassando lo sguardo e annuisco. Mando un messaggio ad Alex, così viene a prendermi, e poi io e Jolene scendiamo sotto.

Vado nel salotto, dove trovo i miei genitori abbracciati sul divano, mentre guardano un film. Jolene li saluta e poi va via, probabilmente qualche suo amico è venuto a prenderla. Quindi resto solo io e i miei, bene.

« Ci siamo riuniti qui oggi...» inizio, schiarendomi la gola, non appena vedo Nemo entrare nel salotto, andandosi a sedere sul divano, come se volesse sentirmi parlare.

« Ti senti bene, Maddie? » chiede mia madre, preoccupata. Mio padre strizza gli occhi, guardandomi in modo strano e inizia a toccarsi il mento, riflettendo.

« Dicevo » alzo gli occhi al cielo « Ci siamo riuniti qui oggi, per chiedere ufficialmente la mano alla vostra carta di credito...» borbotto, distogliendo lo sguardo.

« Non puoi chiedere i soldi come una figlia normale? Tipo "Mamma, mi dai venti dollari?"? » dice, ironicamente.

« Non quando sono più di trecento... » faccio finta di tossire, ma mia madre si alza di scatto dal divano.

« Spero tu abbia detto tre dollari » mette le mani sui fianchi, fulminandomi con lo sguardo.

« No, altrimenti non chiedevo la carta di credito... Dai, per favore! È un'emergenza » unisco i palmi delle mani, pregandola. Mia madre sembra sconvolta, infatti non le do torto. Quale figlio chiederebbe ai propri genitori più di trecento dollari, così, all'improvviso?

« Te lo puoi scordare, vai a studiare o a parlare con il gatto » dice, sedendosi di nuovo.

« Papà, puoi dire qualcosa? » piagnucolo, guardandolo con la faccia da cucciolo abbandonato.

« Sono povero » è la sua risposta secca.

« Non è vero, sei il socio di una catena d'alberghi, per l'amore del cielo! » arriccio il naso e lui mi rivolge uno sguardo fugace.

« Sono ugualmente povero per te » fa zapping e mia madre soffoca una risata.

« Oh, andiamo! Tra poco è il compleanno di Harry, ho bisogno di soldi per comprargli il regalo » sporgo il labbro inferiore ed entrambi alzano gli sguardi su di me. Cosa ho detto?

« E non potevi dirlo prima? Che cosa gli dobbiamo regalare? » chiede mia madre, entusiasta.
Ma cosa? Bastava nominare Harry per ottenere dei soldi?

« Una macchina fotografica, a lui piace fare le foto e pensavo fosse un'idea carina » sorrido innocentemente e i miei mi fulminano con lo sguardo, non tanto per il regalo quanto per il mio entusiasmo.

« Per il mio funerale possiamo parlare dopo aver acquistato il regalo, va bene? » chiedo, muovendo le sopracciglia su e giù e mio padre sbuffa, rassegnandosi.

« Se spendi i soldi in altre cose, ti costruirò una casetta sull'albero e quella sarà l'unica cosa che riceverai in eredità da noi » mi punta il dito contro e annuisco, felice. Mi dà la carta di credito e abbraccio entrambi.

« Quando torni a casa puoi portarmi uno di quei tacos...» dice mio padre, gesticolando in modo imbarazzante.

« Stai cercando un modo per diseredarmi? Hai detto che non posso spendere i soldi in altre cose » faccio spallucce e lui alza gli occhi al cielo.

« La vuoi questa carta di credito o no? » si acciglia e annuisco, salutando entrambi stile capitano.

Esco fuori e vedo Shane sul pianerottolo di casa sua. Scendo gli scalini e piego leggermente la testa, per guardarlo meglio. Come l'idiota che sono, mi faccio beccare e lui mi guarda dritto in faccia, con uno stupido sorrisetto sul viso.
Alza una mano, muovendo le dita per salutarmi e ricambio con un sorriso.
Inizia a camminare verso di me e io mi avvicino alla staccionata, a poca distanza da lui.

« Ciao, Mallow. » dice, regalandomi un sorriso mozzafiato.

« Ciao, Shane. » ci guardiamo in faccia e lui mi fa segno di scavalcare la staccionata. Come se fossi completamente ammaliata da lui, lo guardo mentre allunga la mano verso di me e l'afferro, passando dall'altra parte, finendo tra le sue braccia.

« Sei così goffa » ridacchia, passando una mano tra i miei capelli.

« E tu così stronzo » mormoro, arricciando il naso in una smorfia.
Le sue mani si spostano lentamente sui miei fianchi, attirandomi di più verso di lui e i nostri petti si scontrano. Cosa diavolo pensa di fare? Perché quando sono così vicina a lui, mi sento più idiota del solito? Troppa confusione dentro la testa, in questo momento non riuscirei neanche a formulare una frase di senso compiuto. Lo vedo chiudere gli occhi, mentre contrae di poco la mascella e poi spinge la sua fronte contro la mia, nonostante io sia bassa. Si abbassa di poco, finché non sento il suo respiro contro le mie labbra e per poco non mi viene un infarto. Sto per chiudere gli occhi, ma lui mi dà un bacio all'angolo della bocca e poi si stacca da me.

« Allora, andiamo a prendere questo regalo? » chiede, schiarendosi la gola. Mi sta prendendo in giro?

« Devo andarci con Alex » ribatto, evitando il suo sguardo.

« Vi do un passaggio io, muoviti » dice in tono brusco, allontanandosi da me. Ma che problemi ha? Stringo i pugni e lo seguo, contando fino a dieci nella mia mente, per non mollargli un pugno.
Saliamo in macchina, senza dire una parola e ci allontaniamo, forse troppo velocemente. Shane è bipolare, sicuramente. Continuo a contare nella mia mente, mentre lui mantiene lo sguardo serio sulla strada e dopo non molto, frena bruscamente, accostando vicino al marciapiede.

« Che hai ora? » chiede, a denti stretti.

« Cento! » grido, battendo la mano sul cruscotto. Ho contato fino a cento.

« Lo chiedi pure? Shane, mi stavi per baciare e poi ti sei allontanato da me, come se avessi scoreggiato e avessi rovinato il momento...non che l'abbia fatto, eh. » aggrotto le sopracciglia e lo guardo male.

Lui sospira, appoggiando la testa allo schienale del sedile e gira la testa verso di me.

« È questo il problema? Che ti stavo per baciare? » domanda, con tristezza.

« No, cazzo! Possibile che tu sia così idiota? » dico, esasperata.

« Allora quale cavolo è il problema? » grida a sua volta.

« Il problema è che non puoi fare così! Non puoi farmi credere che mi stai per baciare, per poi trattarmi con indifferenza, stronzo! » incrocio le braccia al petto e lui sogghigna.

« Il problema è che mi sono fermato, vero? » domanda, alzando un sopracciglio.

« Oh, vaffanculo! Ti odio cos- » le sue labbra sulle mie mi impediscono di scatenarmi come una furia contro di lui. Una sua mano si posa sul retro del mio collo, attirandomi di più verso di lui per approfondire il bacio. L'altra mano si posa sulla mia guancia e inizia ad accarezzarmi lo zigomo con il pollice, facendo contorcere le budella dentro il mio stomaco. Sto baciando Shane e, no, non sono ubriaca e non sto giocando. Ci stiamo davvero baciando. I nostri nasi si sfiorano e lo sento sorridere contro le mie labbra, mentre continua a darmi piccoli baci a stampo, facendomi arrossire.

« Se volevi essere baciata, dovevi soltanto chiedere » sussurra sulle mie labbra, dandomi un altro bacio a stampo.
Si stacca da me, senza smettere di guardarmi, e poi sorridiamo entrambi, imbarazzati, o almeno io lo sono.
Non sto capendo più niente, evidentemente ho risposto al bacio ed evidentemente sono attratta da lui, altrimenti non me lo spiego. Sospiro e Shane mette in moto la macchina, guidando verso la casa di Alex. Nel frattempo penso a ciò che è successo e mi tocco le labbra con le dita, come se potessi sentire ancora le sue labbra morbide sulle mie.

Quando ferma la macchina, sento lo sportello aprirsi e Alex sale dietro.

« Wow, Maddie. Da là fuori sembrava che tu stessi avendo un orgasmo » mormora divertito. Il solito idiota pervertito.

« Chiudi il becco » lo rimprovero e lui alza gli occhi al cielo.

« Quando me la farai guidare, Shane? Voglio montare questa bambolina » dice, riferendosi alla macchina. Faccio una smorfia e Shane sorride, scuotendo la testa.

« Mai, ora stai zitto » risponde, guidando in modo rilassato.

« Dai, meglio montare la tua macchina che la tua ragazza, no? Però, ovviamente, Maddie se tu vuoi, io non mi tiro indietro proprio per niente. » tenta di scherzare, ma Shane allunga una mano verso di lui per colpirlo, per poi riportare l'attenzione sulla strada.

« Chiudi quella cazzo di bocca, le mie piccole non si toccano, Alex » afferma con tono serio, stringendo il volante.
Le sue piccole? Quindi sta parlando di me e la sua macchina? Vuol dire che sono la sua piccola?

« Non so perché mi sto immaginando voi due a letto...» borbotta Alex, piuttosto serio.
Mi prendo la testa fra le mani e reprimo un urlo. « Tipo Maddie che invece di urlare il tuo nome, grida Avadakedavra » scoppia a ridere e batto la testa contro il cruscotto. Perché deve rendere sempre tutto così imbarazzante?

**********

Dopo aver acquistato la macchina fotografica e dopo aver fatto i salti di gioia come una bambina, abbiamo deciso di fermarci in una caffetteria, visto che Alex ha giurato di tagliarsi le gambe e portarsele sotto le braccia, dato che non ce la faceva più a camminare. In effetti, anche questa volta abbiamo visitato altri negozi, ma a Shane non sembra dispiacergli.

Il cameriere si avvicina al nostro tavolo e prende le ordinazioni, ma si ferma un po' troppo. Shane appoggia la mano sulla mia coscia e sbuffa.

« Beh? Hai preso le ordinazioni. » dice, duramente.
Il cameriere si scusa e va via, mortificato.
La sua mano si muove lentamente sulla mia coscia, facendo dei cerchi immaginari sui miei jeans. Penso gli venga naturale, perché non presta molta attenzione a ciò che fa.

Quando arrivano le nostre ordinazioni, Shane stringe i denti e allo stesso tempo la mia coscia. Mi acciglio e gli tocco il braccio, per avere la sua attenzione.

« Tutto bene? » gli domando, a bassa voce.

« Sì, perché? » risponde, passandosi la mano tra i capelli.

« Perché se domani avrò un livido sulla coscia, ti spaccherò la faccia » rispondo, sorridendo.

« Cazzo, scusami. » toglie subito la mano e mi guarda mortificato « Non volevo farti male » mi prende la mano tra le sue e i suoi occhi sono colmi di preoccupazione.

« Scherzavo, Shane. Non mi hai mica staccato una gamba. E poi, i lividi già me li procuro da sola, non so neanche come. Mi sveglio con i lividi sulle gambe e mi chiedo se la notte faccio lotte clandestine con Nemo » rido e lui sembra calmarsi. Bevo il mio cappuccino e vedo Alex che mi guarda in modo strano.

« Io una volta mi sono svegliato e stavo baciando il muro, mia madre dice che a volte sono sonnambulo » fa spallucce e per poco non sputo il cappuccino.

« Secondo te i pesci fanno la pipì? » chiede, serio.

« Oddio, non di nuovo...» si lamenta Shane.

« Perché, secondo te gli squali ruttano, dopo aver mangiato un essere umano? » gli chiedo, pensierosa.

« In ogni caso, sei strano, Alex » ridacchio, facendolo sorridere.

« Questo non è niente, avresti dovuto vederlo in Francia cosa ha combinato » dice Shane accanto a me.

« Beh, avevo conosciuto una ragazza e due sue amiche e, siccome non sono un genio in francese, ed ero insieme a Shane, invece di chiederle gentilmente di farmi un message a trois, le ho detto menage a trois... Significa orgia e mi sono beccato tre schiaffi, da tutte e tre » racconta con orgoglio, come se fosse una cosa di cui vantarsi.

« O che volevi le sue labbra attorno al tuo macaron...» dice Shane, scoppiando a ridere. Chissà quante cose hanno combinato all'estero. Sicuramente sarà stata un'esperienza bellissima.
Shane è bravo a scuola, gli piacciono le lingue, ma Alex...come diavolo ha fatto?

« Alex, come mai sei andato anche tu? Non sei un genio a scuola e non hai una media brillante come quella di Shane... » appena finisco la frase per poco non si strozza con il cappuccino e Shane sgrana gli occhi, come se questa mia curiosità fosse fuori dal mondo.
Entrambi si scambiano un'occhiata complice e Alex si passa la mano sul viso, come se volesse cambiare argomento.

« Non sono così terribile, ma che importa? Ormai è acqua passata » sbuffa, alzando gli occhi al cielo, irritato.

« Beh, possiamo andare via? » chiede Shane, alzandosi. Senza aspettare una nostra risposta, lascia una banconota sul tavolo e poi esce fuori.

« Io devo aspettare Jack, tu vai con lui » dice Alex, prendendo la chitarra, allontanandosi.
Prendo la busta, contenente il regalo di Harry, e vado verso Shane, che mi aspetta con impazienza. Beh, non so perché entrambi hanno cambiato atteggiamento, ma farò finta di niente.

« Dovresti smetterla di essere così con me » gli dico, quasi in un sussurro.

« Scusa » mormora, come se non gli importasse realmente e andiamo verso il parcheggio, a cercare la sua macchina.

Io non ricordo mai dove lascio la mia macchina, quindi mi tocca girare fra tutte le macchine per trovare la mia. I ragazzi, invece, sanno sempre dove la lasciano.

Shane apre lo sportello e prende la busta, mettendola sul sedile posteriore.
Sto per salire in macchina, ma lui afferra il mio polso e chiude lo sportello, spingendomi poi verso di esso. Si mette davanti a me, guardandomi con espressione seria e si lecca le labbra.

« Ora mi bacerai di nuovo? » gli chiedo, quasi speranzosa. Ma che diavolo ho in testa?

« Sei ansiosa, per caso? » sogghigna, lasciandomi un tenero bacio sulla guancia.

« No, figurati...» cerco di essere sicura di me, ma la mia voce mi tradisce.

« Dimmi, Maddie... Ti tremano le gambe quando sono così vicino a te? »

« Solo quando sono ubriaca » rispondo, sorridendo.
La sua mano accarezza il mio braccio e lentamente si sposta sul mio fianco, e poi sulla mia pancia.

« Senti le farfalle nello stomaco, quando faccio questo? » sussurra al mio orecchio, mentre le sue labbra si posano esattamente sotto l'orecchio, scendendo poi verso la pelle sensibile del mio collo.

« No, Shane. Sento le scimmie nello stomaco. Si scatena l'intera giungla dentro di me » mi mordo la lingua e lo sento ridacchiare, mentre lascia dei piccoli baci lungo il mio collo, spostandosi verso la mia mascella.

« Sai perché mi piaci, Maddie? » mi chiede, tirandosi indietro, guardandomi in faccia. I suoi occhi brillano, sembra un bambino felice. Mi ha detto che gli piaccio e neanche cerca di nasconderlo. Scuoto la testa e lui fa scivolare il palmo della sua mano verso il mio, facendo intrecciare le nostre dita, come se fossimo abituati.

« Perché sei te stessa, sempre. Non cerchi mai di nascondere le tue imperfezioni, i tuoi difetti e, onestamente, a volte parli anche troppo e sei schietta, ma penso sia la cosa che mi piace di più. Una volta ho fatto finta di odiare tutto questo e invece...» ci guardiamo negli occhi, quasi trattenendo il respiro.

« Mi dovrai raccogliere con il cucchiaio...» rispondo, senza distogliere lo sguardo.
« Cosa? Perché? » si acciglia, ma sta cercando di trattenere un sorriso furbo.
« Perché mi sto sciogliendo » affermo, con ovvietà.
Mi dà un bacio sulla fronte e poi mi fa segno di salire in macchina.

Mentre ci allontaniamo, penso a ciò che è successo oggi e mi sembra di essere in un sogno. Tra poco mi sveglio.

Non dovrebbe andare così male con Shane, alla fine dei conti siamo cresciuti insieme, ci conosciamo da tanti anni. Probabilmente, anche se lui non mi avesse trattata male, saremmo arrivati a questo punto lo stesso. Ho visto qualche film d'amore e finivano sempre così. Sembra una cosa naturale o d'obbligo.

« Voglio regalarti una cosa, mi aspetti in macchina? » chiede dolcemente e annuisco, anche se confusa. Che cosa vuole regalarmi? Non è neanche il mio compleanno. In ogni caso, i regali si accettano sempre.

Guida ancora per un po' e poi accosta la macchina vicino ad un parco, mentre mi fa segno di aspettare qui. Lui esce e attraversa la strada, andando verso un negozio. Apro lo sportello di scatto, per uscire fuori, ma sbatte contro il palo della luce. Merda, questo Shane non dovrà scoprirlo.

Mi abbasso subito per controllare la vernice della macchina e per fortuna c'è solo un piccolissimo graffio...niente di che. Poteva parcheggiare un po' più in là, colpa sua.

Mi appoggio alla macchina e poco più in là vedo Harry con una ragazza, con la quale l'ho già visto negli ultimi giorni. Chi diavolo è? Non gliel'ho chiesto, perché non mi sembrava il caso. Eppure mi sembra di averla già vista prima.

Camminano l'uno accanto all'altro, ma non si tengono per mano. Lei gli dà un bacio sulla guancia e poi guarda verso la macchina, così mi abbasso per non farmi beccare. Li guardo, mentre si allontanano, e salgo nuovamente in macchina, aspettando Shane.

Io quella ragazza la conosco già.

Pensa, Maddie, pensa.

Sento lo sportello aprirsi e vedo Shane entrare, con una vaschetta tra le mani. La mette sulle mie ginocchia e vedo un pesciolino rosso che si muove nell'acqua.

« È per Nemo? » gli chiedo, perplessa.

« Cosa? No! Devi prenderti cura di lui, mica darlo in pasto a Nemo » alza gli occhi al cielo, sorridendo.

« Kitty, si chiamerà Kitty » dico, immergendo la mano dentro l'acqua per toccarlo. Shane mi guarda, con espressione quasi spaventata, ma decide di lasciare perdere.

« Ho visto Harry poco fa. Era con una ragazza » affermo, guardando il pesce.

Chiudo gli occhi per un attimo e penso. Ma certo! Quella è una delle amiche di Alexis e Shane.

« Oh...davvero? » chiede, guardando la strada. Mi acciglio e lo fisso, cercando di capire il suo umore.

« Sì, era con quella tizia che sta sempre con Alexis, tu la conosci » sbuffo e lui picchietta le dita sul volante.

« Hannah, si chiama così » si tocca la punta del naso e continua a guidare, senza guardarmi.

« Come sai di chi sto parlando? Potrebbe essere l'altra sua amica » dico, ma fa spallucce.

« Ho indovinato e basta, non c'è nulla di strano. Buon per lui, magari si trova una ragazza finalmente »

« Scusami? Non ti sembra strano che all'improvviso quella si sia avvicinata a lui? » gli chiedo, ma sembra più nervoso del solito.

« Non sono cazzi nostri, smettila! » va bene, forse ha ragione. Solo, non mi aspettavo che frequentasse proprio lei. Insomma, è quasi come Alexis.
Prima di tornare a casa, Shane si ferma da Taco Bell, per accontentare mio padre.

« Ci vediamo domani » mi dà un bacio sulla guancia e annuisco. Prendo il regalo di Harry e il pesce ed esco dalla macchina, andando verso casa mia.
Entro e chiudo la porta con il piede, poi vado nel salotto e poso la busta e la vaschetta sul tavolino e sento qualcuno scendere le scale velocemente.

« Mi hai portato i tacos? » sento mio padre chiedere alle mie spalle e per poco non mi viene un infarto.

« Sì, papà. Tieni » allungo il sacchetto verso di lui e sorride come un bambino.

« Quello è un pesce? » chiede, sedendosi sul divano.

« Non dire schiocchezze, è una balena » dico, con ironia.
Mio padre mi scimmiotta e inizia a mangiare.

« Si chiama Kitty e me l'ha regalato Shane, che carino » dico, piegandomi per guardarlo meglio. Per fortuna ha comprato anche il cibo, anche se non ho idea di come ci si prende cura di un pesce.

Dovrò cercare su Google, prima che lo getti nel water e tiri lo sciacquone. Solitamente i pesci non vivono tanto. O almeno, quando ero piccola, i pesci morivano sempre dopo poco.

Vado nella mia stanza e mi siedo sul letto, prendendo poi il cellulare dalla tasca.
Cerco il numero di Harry, e per la prima volta ho deciso di salvarlo con il suo nome.

A: Harry, 18:51; Ti ho visto, furbetto

A: Harry, 18:53; Harry, daiiiii

A: Harry, 18:56; Mi devi raccontare tutto

Da:Harry, 19:00; Dimmi, piccola

A: Harry, 19:00; Chi è quella con cui ti vedo ultimamente?

Da: Harry, 19:01; Una ragazza, Hannah

A: Harry, 19:02; Montana? Te la scopi?

Da: Harry, 19:03; Scopare fa bene alla salute, Mads.

A: Harry, 19:05; Qualcosa di serio?

Da: Harry, 19:10; Per ora no. È un interrogatorio?

A: Harry, 19:13; Scusa, sono curiosa, lo sai. Non vedo l'ora di sentirti cantare. Sarò la tua fan numero uno, prometto

Da: Harry, 19:14; Lo so, ci mancherebbe.

A: Harry, 19:16; va bene...Ora ti lascio, divertiti con Hannah

Da: Harry, 19:18; Tutto bene? È successo qualcosa?

A: Harry, 19;21; Sì, ci sentiamo domani

Da: Harry, 19:21; Se sei triste, vengo da te ora. Ti porto qualcosa da mangiare?

A: Harry, 19:22; No, sto bene, grazie baby

Da: Harry, 19:23; Cupcake?
A: Harry, 19:24; Dimmi
Da: Harry, 19:25; Se qualcosa ti dovesse rendere triste, me lo diresti, vero?
A: Harry, 19:26; Sì, a domani Harry

Metto il cellulare sotto il cuscino e mi avvicino alla finestra, spostando di lato la tenda. Mi siedo sul davanzale e guardo verso la finestra di Shane. Perché mi sento così confusa? Oddio.

Scendo giù dal davanzale e mi siedo sulla sedia. Accendo il computer e vado su Google, cercando American horror Story. In momenti del genere, guardare episodi su espisodi fa bene alla salute.

Sono a metà episodio, quando sento bussare alla porta della mia stanza.

« Non ho fame, ceno più tardi » grido, per farmi sentire.

La porta si apre e vedo Harry entrare dentro, con una piccola scatoletta in mano e l'espressione seria.

« Harry? Che ci fai qui? » chiedo, mettendo in pausa la puntata e alzandomi in piedi.

« Ti ho portato un cupcake, mi sembravi triste » allunga la piccola scatola verso di me e l'afferro. La apro e trovo un cupcake con la glassa azzurra. Il mio stomaco inizia a fare rumori strani e Harry ride, mostrandomi le sue adorabili fossette.

« Pensavo fossi con Hannah » affermo, sedendomi sul letto.

« Non importa, non è mica la mia ragazza. Ci stiamo solo frequentando, ma niente di serio, penso. »

« Dovresti trovarti una ragazza, sai... » inizio a mangiare il dolcetto e lui si siede sulla sedia, fissando il computer. Ignora totalmente la mia frase e mi fa segno di avvicinarmi a lui.

« Perché diavolo non mi hai detto che stavi guardando AHS? Sarei venuto prima » mi fa sedere sulla sua gamba e gli faccio assaggiare il cupcake.

« Resti a cena? » gli chiedo, mentre preme play e annusice.

« Resterei a dormire, ma il letto lo occupa Jolene e non mi sembra il caso » ridacchia e annuisco.
Già, Jolene. Sparisce sempre e solo Dio sa cosa fa tutto il giorno fuori. Magari ha una ragazza.

Dovrei dire a Harry ciò che è successo con Shane?
Sospiro e decido di lasciar perdere. Non penso che gli importi più di tanto.

Ecco il nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto, votate e commentate. xx

Smettetela di dirmi di aggiornare, so quando devo pubblicare. ❤ E rispetto sempre i miei tempi, anzi a volte anticipo.

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