capitolo 31
Capitolo dedicato a peggypeggy5 ❤
HARRY
Silenziosamente, inciampiamo nei nostri problemi, cadiamo a terra, senza fare rumore, perché abbiamo paura di disturbare gli altri. Come il vetro, ci frantumiamo, eppure, non ci preoccupiamo del nostro dolore, ma di quello degli altri.
Siamo noi stessi dei problemi che non possono essere risolti. Problemi messi da parte, perché siamo troppo pigri per impegnarci a capirci. Siamo problemi trascurati, ignorati e, talvolta, odiati, perché senza la soluzione già pronta, nessuno ha voglia di avere a che fare con te.
Siamo angeli caduti, vestiti di sbagli, baciati dalla sfortuna, abbracciati dal dolore. Angeli ignorati, emarginati, siamo troppo per avere un posto in Paradiso.
Siamo angeli a cui piace peccare, angeli con cicatrici addosso e un paio d'ali mezze spezzate.
Siamo soldati senza armi, che cerchiamo di combattere la guerra dentro noi stessi. Siamo coloro che vogliono firmare un trattato di pace tra il cuore e la ragione. Siamo coloro che preferiscono fare la guerra, piuttosto che l'amore. Siamo le persone che hanno paura di togliersi l'armatura, per paura di essere feriti.
E io... Io sono un grattacielo di speranze che, piano piano, sta crollando.
Vorrei avere una certezza, ma vivo soltanto di incertezze.
Sono il problema nel quale mio padre è inciampato. Sono il problema senza una soluzione. Sono colui che non può essere capito. Sono l'angelo che sta ancora cercando di spiccare il volo.
« Tesoro, dovresti davvero parlare con tuo padre. » mia madre allunga la tazza di tè fumante verso di me e l'afferro.
« Io penso che dovreste davvero finire con questa cazzata. » ribatto, alzando di poco lo sguardo verso di lei. Sospira amaramente e appoggia il gomito sul tavolo.
« Noi... Stiamo ancora decidendo » afferma, mordicchiandosi il labbro inferiore, infastidita a causa della mia frase. Ma cosa posso farci io? Non è colpa mia se non sanno amarsi.
« Diamine, non sai quello che stai dicendo! Una pausa non dura quasi due anni, mamma! Ti avrà fatto un sacco di corna, probabilmente ha già un'altra. Dovresti lasciarlo, perché so che è la cosa migliore per te. » colpisco il tavolo, facendola sussultare e vedo il suo labbro interiore tremare.
Lui non la merita. È scappata dai problemi, da lui, per vivere in pace, per regalarmi un futuro migliore. Non tollero mio padre, benché sia sangue del mio sangue, per me è soltanto uno sconosciuto.
« Lui ha detto che... » inizia, ma la fermo.
« No, lui dice sempre un sacco di cose. Ciò che fuoriesce dalla sua bocca è soltanto merda e, in tutta onestà, dovresti tirare lo sciacquone e mandarlo a fanculo. » stringo la tazza, digrignando i denti, e vedo una lacrima solcarle lentamente la guancia.
« È tuo padre » dice, asciugandosi velocemente le lacrime.
« Oh, ti prego. Sappiamo entrambi che tu mi fai da madre e da padre. Smettila fottutamente di difenderlo! » alzo la voce e lei chiude gli occhi, sospirando profondamente.
È così sbagliato per lei. Così dannatamente sbagliato. Perché le persone migliori rincorrono sempre le peggiori? Perché non riescono ad aprire gli occhi e vedere chi è davvero la persona che sostengono di amare? Questo non è amore, è un capriccio. È l'illusione di un amore nel quale ci abbiamo sperato troppo. A volte pretendiamo troppo dalle persone sbagliate.
« Harry, voglio solo che tu sia felice. È tuo padre, ha diritto di vederti, di parlarti. Non glielo posso proibire, perché verrà qui e ti parlerà anche con la forza. » afferma severamente. Mi porto la tazza di tè alle labbra, per impedire alla mia bocca di dire la frase sbagliata, e lascio che il liquido caldo scenda giù.
« Mamma, mettiamo in chiaro una cosa. Io sono il treno e lui deve stare dietro la linea gialla, prima che io lo travolga in pieno. Spero di essere stato abbastanza chiaro, sì? » sorrido falsamente e lei sbuffa, scuotendo la testa.
« Sei ancora troppo giovane per capire certe cose...» sussurra, ma si pente subito di aver detto questa frase, non appena mi vede balzare giù dallo sgabello. La guardo, incredulo, e poi rido istericamente.
« Sai cosa? Struggersi per amore è la cazzata più grande del mondo. » le dico e mi ascolta in silenzio, sorseggiando ogni tanto il tè.
« Sei mia madre e ti voglio bene. Ti sto pregando di aprire gli occhi, anziché restare accecata da un amore non corrisposto. Sono troppo giovane, dici? » continuo a ridere, passandomi la mano tra i capelli.
« Non intendevo dirlo proprio in quel senso, Harry. Per l'amor del cielo, non rendere le cose ancora più difficili! » grida, alzandosi in piedi.
« Sarà che sono troppo giovane, ma almeno io saprei scegliere l'amore, quello vero. Tu stai scegliendo una scarsa imitazione dell'amore che ti ucciderà lentamente. Perché è questo il dannato problema degli esseri umani. Ci affezioniamo fottutamente tanto ad una persona e faremmo qualsiasi cosa per conquistare il suo amore, indipendentemente dalle conseguenze. » ribatto, contraendo la mascella.
Mi viene da ridere e allo stesso tempo di spaccare qualcosa. Troppo giovane per fare discorsi stupidi sull'amore a mia madre. Troppo giovane per capire come va questo mondo di merda. Sono troppo giovane per essere capito e apprezzato per ciò che c'è nella mia testa.
È come se i ruoli si fossero invertiti. Mi sembra di farle da genitore ed è assolutamente uno schifo. Fare discorsi del genere a mia madre non era sulla mia lista. Insomma, siamo noi due, ci consoliamo a vicenda, ci proteggiamo, ma non posso darle sul serio consigli sull'amore.
Non sono un esperto in questo campo, non mi sono mai legato in questo senso ad una ragazza, a parte una, quindi non ho tutta questa grande esperienza.
Però, se dovessi trovare la persona giusta, le regalerei il mio tempo, il mio amore, il rispetto e la farei piangere di gioia, non di dolore.
Mia madre si avvicina a me a passo lento, e circonda la mia vita con le sue braccia, affondando la testa nel mio petto, continuando a piangere.
« Sono così fiera di te, Harry. Alla fine non sono una madre così terribile, vero? Ho fatto un buon lavoro con te » ridacchia e la stringo a me.
Non permetterò mai a mia madre di tornare insieme a lui.
« Odio tutto questo sentimentalismo » borbotto, alzando gli occhi al cielo.
« Sii migliore di tuo padre, Harry. » mi dà un bacio sulla guancia e sorrido.
« Lo sono già. Pensavo l'avessi già capito » si stacca da me e ride, asciugandosi i residui delle lacrime amare versate per la persona sbagliata.
« Non potrei desiderare un figlio migliore. » mi dà una gomitata, in modo scherzoso, e poi sospira. « Hai ragione, comunque. È un amore malato, suppongo » dice in un sussurro.
« L'amore sano è quello che unisce l'amore che provi per il tuo partner e l'amore che provi per te stessa. Mamma, non rinunciare a chi sei realmente, soltanto per lui. Chi ti ama, non ti cambia. » le do un bacio sulla tempia e annusice.
Io non cambierei mai per nessuno. Chi ti vuole, ti prende così come sei. Il pacchetto è completo, inclusi i difetti, gli sbagli del passato, il tuo carattere.
Nel suo caso l'amore non lo sente. Non sente l'amore da parte di mio padre. Di conseguenza, non esiste e non ne ha bisogno. Potrebbe benissimo farne a meno. Insomma, è una bella donna e so che troverebbe una persona migliore.
Mia madre, in questo momento, mi ricorda che certe persone preferiscono vivere in un'intossicazione sentimentale, piuttosto che lasciare perdere.
« Si avvicina il tuo compleanno, cosa vuoi come regalo? » mi chiede, alzando le sopracciglia.
« Il regalo più grande è un altro, che tu non puoi darmi » le sorrido e mi siedo nuovamente sullo sgabello e stessa cosa fa lei.
« Non dirmi che vuoi una nuova macchina, Harry. » mormora, riprendendo la tazza di tè, ormai tiepido.
« Nah, è qualcosa di più grande. » dico, mordendomi il labbro. Se ci penso, questo sarebbe il regalo perfetto.
« Mi stai spaventando, lo sai? Per caso vuoi andare a vivere da solo e vuoi un appartamento? » sgrana gli occhi, sperando che dica di no. Ma cosa diavolo va pensando?
« Dio, no. Voglio che il concerto vada bene. Voglio impegnarmi e fare in modo che la mia scuola raccolga la maggior parte dei fondi e vincere quella stupida gita in montagna, o quello che è » mormoro, grattandomi il retro del collo, un po' imbarazzato.
« Tesoro, vuoi andare in vacanza? » mi chiede e alzo gli occhi al cielo.
« No, voglio andare in montagna e basta. »
« Ma ci sarà la neve e tu non ne esci pazzo. Odi il troppo freddo, o sbaglio? » annuisco, torturandomi il labbro con i denti. Perché non la smette di fare domande? Sì, non esco pazzo per la neve, a causa di un brutto incidente, dato che una volta stavo per morire assiderato. Diciamo che non vado proprio pazzo per la montagna.
« Quindi, perché vorresti andare in un posto che odi? Non sei soltanto tu nella band, Harry. Non puoi fare tutto da solo, ma sono sicura che darai il meglio di te. » mi prende la mano e me la stringe, sorridendomi. Ricambio il sorriso, ma lei diventa seria e apre la bocca, come se fosse sorpresa.
« Aspetta, per chi lo stai facendo? » chiede, senza battere ciglio.
Dio, che impicciona.
« Per Maddie, mamma. Lo faccio per lei. Ama la neve e voglio portarla in montagna. So che ama stare in compagnia e mi sembra perfetto. » faccio spallucce, evitando il suo sguardo.
« Oh, Harry. È fantastico, tesoro. Spero che vada tutto bene, allora. Sono sicura che, se doveste vincere, lei lo apprezzerebbe tanto. » commenta con un sorrisetto furbo.
« Non lo saprà. Sto cantando per la scuola, è normale. » sbuffo, appoggiando la guancia sul palmo della mano. So quanto odia il caldo e vorrei davvero tanto realizzare questo suo piccolo sogno. Le voglio troppo bene e so che non avrei un'altra motivazione per impegnarmi in questo concerto e fare andare bene le cose.
« Se fossi al posto suo, probabilmente ti avrei sposato già » dice, finendo di bere il tè. Si alza e posa la tazza nel lavello e poi mi lancia un'occhiata divertita.
« Ti ricordo che è la mia migliore amica ed è già innamorata di un ragazzo, quindi evita, ti prego. » faccio una smorfia e lei mi dà le spalle, mentre lava la tazza.
« È innamorata? E di chi? »
« Beh, se non lo è, lo sarà. Del suo ex migliore amico, comunque »
« Non è quel bastardo che l'ha fatta soffrire? »
« Mamma, ti prego...» alzo gli occhi al cielo e lei si asciuga le mani e si acciglia.
« Scusa, tesoro. È stata lei stessa a dire di odiarlo, o sbaglio? Però hai ragione, il confine tra l'odio e l'amore è facile da superare. Però non me lo sarei mai aspettata » continua a dire, pensierosa.
Io sì, in realtà. È così palese. Io però non mi fido troppo di Shane e spero davvero che non la prenda in giro, altrimenti spaccherò la sua fottuta faccia.
« Harry? » mi chiama mia madre.
« Cosa? » sbotto.
« Stai stringendo il bordo del tavolo come se volessi romperlo, stai bene? » chiede, guardandomi con sospetto.
Certo che sto bene. Ma quando si tratta di Maddie, esco pazzo. È come se avessi il dovere di proteggerla dal dolore, esattamente come succede con mia madre. Sono le donne della mia vita, non voglio che facciano entrambe scelte sbagliate. Ma non sono un supereroe, non posso tenerle lontane dal dolore, in ogni caso. So che Shane non mi sopporta, Alex mi ha accennato qualcosa. So che posso risultare fastidioso, protettivo, ma lo faccio per lei. E non posso perdonarmi il fatto di averla fatto stare male anche io, per il fatto di Jolene. Da una parte le ho offerto il mio appoggio, ma non avrei mai pensato che Maddie sarebbe arrivata al punto di dubitare di me.
In ogni caso, spaccherei la faccia ad ogni imbecille che oserebbe soltanto avvicinarsi a lei. L'ho vista troppo distrutta, troppo indifesa, troppo spezzata dentro. Quando l'ho conosciuta all'inizio, mi è sembrata a posto. Mi apparsa come il tipo di persona in grado di fare sorridere tutti, di ridere del dolore e fregarsene dei problemi.
Ha versato troppe lacrime e ha fatto morire troppi sorrisi sulle sue labbra. Ora, dovrebbe ricevere il doppio dei sorrisi, perché se lo merita.
Odio vedere le ragazze piangere, odio vederle prese in giro. Lei è buona, forse troppo per questo mondo. L'unica ragazza che ho avuto mi ha preso fottutamente per il culo. Il suo nome è Samantha ed è una doppiogiochista. Insomma, se la faceva con il mio migliore amico. Per fortuna siamo in due continenti diversi, altrimenti darei di matto.
« Vado a farmi la doccia, tu che fai? » le chiedo, sbadigliando.
« Devo tornare a lavoro, non posso lasciare il lavoro nelle mani degli altri, farebbero danni.»
« Certo... Cosa potrebbero mai fare? È moda, mamma. » alzo gli occhi al cielo e la sento sbuffare. Odia quando parlo così del suo lavoro e io mi diverto a farla impazzire.
« Fare il manager non è così facile. Probabilmente tornerò sul tardi, perché io e Mary usciamo a mangiare qualcosa insieme. » dice, guardandomi con le sopracciglia aggrottate.
« Okay, come vuoi » dico, indifferente.
« Se hai intenzione di portare qualche ragazza, tieni a mente alcune regole: usa il preservativo, non farlo sul divano o su qualche altra superficie in questa casa, a parte il tuo letto. Non voglio trovare robe in giro e il lenzuolo lo metti nella lavatrice tu. Ci siamo capiti? » mi punta il dito contro.
Per poco non mi strozzo con la saliva. « Ma che cazzo...»
« Fai il bravo, non voglio diventare nonna. »
« Mamma, per l'amor di Dio! Ciao » dico e vado nella mia stanza a prendere un paio di boxer puliti. Mi spoglio e lancio la maglietta a terra e i jeans, e poi vado in bagno.
******
Dopo aver finito di farmi la doccia, mia madre è già uscita di casa, quindi esco dal bagno, andando verso la mia stanza per vestirmi. Il campanello suona incessantemente e impreco a bassa voce. I capelli ancora gocciolano e ho ancora soltanto i boxer addosso. Probabilmente mia madre ha dimenticato le chiavi e so quanto diavolo può diventare fastidiosa.
Vado ad aprire la porta, ma la persona che ho davanti non è per niente mia madre.
« Santo Nemo, mettiti qualcosa addosso, maledizione » grida, coprendosi gli occhi.
Ridacchio, scuotendo la testa e la vedo sbirciare tra le dita. Non sembra poi così scandalizzata.
« Ti vedo, Maddie. Smettila di fissarmi » alzo gli occhi al cielo, senza smettere di sorridere. Lei mi scansa ed entra, tenendo ancora la mano sugli occhi.
« Fai sul serio? » le chiedo, chiudendo la porta. Lei toglie la mano dal viso e mi guarda, imbarazzata. Le sue guance si tingono leggermente di rosso e mette le mani sui fianchi, mentre il suo sguardo indugia attentamente sul mio corpo. Sbatte lentamente le palpebre e poi fa spallucce.
« Scusa, sono una ragazza e sai com'è, le mie ovaie non reggono » dice con nonchalance, come se fosse la cosa più normale del mondo.
« Filtro, Maddie. » le dico, scherzosamente.
« Hai il sedere più bello del mio, posso toccarlo? » chiede, sogghignando.
« Tra te e mia madre, non so quale sia peggio » dico, andando nella mia stanza a vestirmi.
« Ehi, ti ho fatto un complimento! » ribatte, fingendosi offesa. Mi segue nella mia stanza e prendo una maglietta nera e un paio di pantaloni della tuta e mi vesto in fretta.
Mi giro verso di lei e non fa altro che muovere su e giù le sopracciglia.
« Smettila, sei inquietante » le dico.
« Hai qualcosa contro la danza sensuale delle mie sopracciglia? » chiede, assottigliando lo sguardo.
Certe volte non so neanche perché ribatto, è una guerra persa. Sono talmente abituato alle due frasi, che niente mi sorprende.
« Assolutamente niente » dico, lasciandomi cadere a peso morto sul letto. Guardo il soffitto e Maddie ridacchia, allontanandosi.
Va verso la porta e si mette in una posizione strana.
« Uno, due, treeee » dice, correndo verso il mio letto.
« Cazzo, no! » grido, ma mi salta addosso, ridendo.
Il cellulare vibra, quindi Maddie lo afferra e legge il messaggio al posto mio.
« Forse i ragazzi vengono qui più tardi » dice, mettendosi a sedere.
« Jolene dov'è? » le chiedo, aggrottando le sopracciglia. Non le vedo mai insieme ed è strano.
« Esce con i suoi amici, la sera ritorna a casa, ma spesso è distaccata. Penso si senta a disagio » fa spallucce e annuisco. Sì, ho capito più o meno com'è fatta. Odia dipendere dagli altri e probabilmente sta cercando un posto dove stare da sola e lasciare la casa di Maddie.
« Harry, facciamo qualcosa di carino? » mi chiede, sfregando le mani sui jeans. Gli occhi le brillano e il suo sorriso sul suo viso non mi fa dire di no.
*****
« Devi aggiungere più zucchero » mi dice, ma sono sicuro che sia uno sbaglio.
« Ne ho aggiunto già troppo, Maddie » ribatto, continuando a miscelare gli ingredienti.
« Fidati di me, è così. Devi aggiungere più zucchero » mette il broncio e alzo gli occhi al cielo. Verrà una porcheria, me la sento. In cucina siamo un disastro, soprattutto quando si tratta di fare dolci. Ma contenta lei, contento io.
Mi passa lo zucchero e ne aggiungo di più.
« Non puoi dirmi di aggiungere lo zucchero, senza aver almeno assaggiato. » tento di farla ragionare, ma lei scuote la testa e mi fa segno di continuare a mescolare. Dopo un po', ferma la mia mano e assaggia. Sgrana gli occhi e prende subito un bicchiere d'acqua, bevendolo tutto.
« Cosa c'è? » le chiedo, preoccupato.
« Troppo dolce, oddio. Aggiungi del sale » dice, facendo una smorfia di disgusto. Mi passa il sale e la guardo perplesso. È uno scherzo? Alza gli occhi al cielo e poi versa il sale.
« Questa volta andrà bene, me lo sento » dice, sicura di sé.
« Serve un cucchiaino d'olio » dico, asciugandomi il sudore dalla fronte. Sembra che stiamo progettando una bomba in cucina.
Aggiunge l'olio, anche se mi arriva uno strano odore alle narici, ma faccio finta di niente.
Dopo aver finito di mescolare, lei prende la ciotola e odora il contenuto, ma non sembra molto convinta del risultato.
La lascio finire e vado in bagno a lavarmi le mani e la faccia, dato che sono un disastro. Non posso stare nella stessa cucina con lei, perché mi fa arrivare la farina fino a dentro le mutande.
Mi lavo e cerco di sistemarmi i capelli.
Vado nel salotto e mi butto sul divano, iniziando a fare un po' di zapping. Maddie si siede accanto a me e sbadiglia.
« L'ho messo nel forno » dice, facendomi l'occhiolino. Non lo mangerò, non voglio morire avvelenato.
Dopo venti minuti, suonano al citofono. Mi alzo e vado ad aprire, mentre Maddie corre in cucina. Spero non dia fuoco alla casa. Abbiamo provato a fare il dolce più semplice, idea sua.
« C'è puzza di morto bruciato » grida Alex, coprendosi il naso con la mano. Oh, perfetto. Questo sì che è un buon segno.
« Che cazzo, state nascondendo un cadavere? » chiede Jolene, sedendosi sul divano.
« Sul serio, puzza peggio del laboratorio di chimica » ribatte Jack. Oh, signore.
Maddie, che diavolo hai combinato?
Ed eccola che entra in salotto con un piatto pieno di...quello che dovrebbe essere il dolce. Strizzo gli occhi e i ragazzi afferrano subito un pezzo, non vedendo l'ora di assaggiarlo.
« Com'è? » chiede lei, battendo le mani.
« Oh, Cristo. Fa schifo » dice Alex, sputando il dolce nel fazzoletto.
« Disgustoso » afferma Jolene.
« Secondo i miei calcoli, questo dolce sa di aceto e sale » ribatte Jack. Aceto? Ma noi non abbiamo usato l'aceto.
Guardo Maddie, che ha la bocca spalancata e poi mette il broncio.
« Ma chi diavolo l'ha fatto? » chiede Alex, con una smorfia.
« Io e Harry...» mormora lei, imbarazzata.
« Eravate ubriachi quando l'avete fatto? » chiede Jolene. No, semplicemente facciamo schifo in cucina.
« Ti spacco la faccia, stai zitto » piagnucola lei, dandogli uno schiaffo sul bicipite. Alex ride e poi spalanca le braccia.
« Abbraccio hotdog? » chiede, alzando le sopracciglia.
« Vada per l'abbraccio assassino » afferma Maddie, spalancando le braccia. Che diavolo significa?
« Aspetta, com'è? » chiede lui, confuso.
« Ti abbraccio e nel frattempo tengo il coltello dietro la tua schiena, non si sa mai » ride e gli altri si coprono la faccia, rassegnati.
Vado in cucina, senza dire niente e prendo dei bicchieri di vetro. Li riempio con della limonata ma, mentre mi giro per rimetterla nel frigo, Maddie mi viene addosso e la limonata finisce sulla sua maglietta.
« Perché diavolo devi stare dietro di me? » le chiedo, prendendo dei tovaglioli, cercando di pulirla.
« Scusa, non volevo spaventarti » ride, guardandosi la maglietta. Le prendo la mano e usciamo dalla cucina, ma Alex si mette a fischiare.
« Ehi Maddie, se vuoi ti presto la mia maglietta » ridacchia, prendendola in giro.
« Stai zitto, cretino » gli mostra il dito medio e scoppio a ridere.
« Puoi cambiarti davanti a me, sono gay » continua a dire, facendo la faccia da cucciolo abbandonato.
« Non sei simpatico, Alex » dice, aggrappandosi al mio braccio.
« Ehi, ci ho provato » risponde lui, facendo spallucce.
« Andate in cucina e prendete da bere » dico e trascino Maddie nella mia stanza. Vado verso l'armadio e cerco una maglietta da prestarle, dato che la sua è appiccicosa e rovinata. Quando mi giro per dargliela, la trovo già in reggiseno.
Cristo santo, Maddie.
« Non guardarmi così, non ho le tette. Sembro una tavola da surf » ride, scherzando sul suo corpo e alzo gli occhi al cielo. Odio quando lo fa, è bella così com'è.
Adoro l'intimità che c'è fra di noi, ma a volte forse si dimentica che sono un ragazzo e non sono gay. Si veste e mi passo la mano tra i capelli, avvicinandomi alla finestra. Alzo lo sguardo verso il cielo e vedo che è già buio.
« Mi dai la bandana blu, per favore? » le chiedo, indicandogliela sulla mensola. La prende e me la porge. I capelli stanno iniziando a crescere, quindi a volte sono fastidiosi. Lego la bandana e lei viene ad aiutarmi, sistemandola per bene.
« Grazie, cupcake » le dico e mi sorride. Si perde un attimo nei suoi pensieri, ammirando le foto appese al muro, e prendo la fotocamera per scattarle una foto. Sorrido e l'appoggio sulla scrivania. Mentre mi avvicino alla porta, per tornare dai ragazzi, la sento mentre mi tocca il sedere.
« Smettila, Mads » la rimprovero, dandole una spinta. Lei inizia a darmi spinte e affretta il passo per andare a sedersi sul divano, ma le pizzico il sedere, facendola gridare. Mi colpisce il petto e poi ci fermiamo, non appena vediamo Alex stravaccato sul divano, Jolene che sta quasi sopra Jack, quindi resta un posto libero.
Io e Maddie ci guardiamo, sorridendo in modo complice.
« Col cavolo, quel posto è mio » dice, cercando di mettersi a correre, ma le afferro il braccio.
« Nei tuoi sogni, cupcake » la spingo all'indietro e poi ci mettiamo a correre verso il divano e, proprio nello stesso momento, saltiamo entrambi sopra il divano, cercando di prendere posto, ma cadiamo entrambi a terra. Penso di essermi slogato il polso.
« No, è mio, levati » mi spinge il viso, cercando di scavalcare il mio corpo, ma le afferro la vita e la faccio cadere di nuovo.
« L'ho già detto che voi due siete strani insieme? » chiede Alex, guardandoci con un cipiglio.
« Alex, fammi spazio, idiota » grida, ma la tengo ferma dalla vita, iniziando a farle il solletico. Inizia a dimenarsi, tirando calci da tutte le parti, finché non mi arriva una botta tra le gambe, facendomi cadere all'indietro.
Perché deve sembrare posseduta ogni volta che le faccio il solletico?
« Scusa, baby, non volevo » ride e va a sedersi sul divano. Mi metto a sedere, portandomi la mano tra le gambe e faccio una smorfia di dolore.
Le afferro la caviglia, tirandola nuovamente giù e scivola sopra di me.
Quando sta per alzarsi, Alex si butta sopra di noi, togliendomi il respiro. Le mie palle ne risentono.
« Alex, non respiro » si lamenta Maddie, che è ormai appiccicata al mio corpo.
« Abbraccio di gruppo, che bello. Joly-Holy saltami addosso » dice Alex a Jolene. Quest'ultima non dimostra di essere più intelligente di lui e di conseguenza si butta sopra di noi.
« Ragazzi, c'è un documentario sull'accoppiamento tra leoni... » dice Jack, ma Alex gli mostra il dito medio.
« Vieni Jack, salta sulla tua Rose. Ci stiamo accoppiando peggio degli animali » ribatte Alex. Oh Cristo.
« Le mie tette, mi fanno male » grida Maddie, scoppiando a ridere. Appoggia la testa sul mio petto e continua a ridere.
« Ehi, via dalle tette di Maddie. Sono ancora in crescita » grida Alex, ma è il primo a non alzarsi.
« Ehi, Maddie. Da quanto tempo non fai sesso? » le chiede, scompigliandole i capelli.
« Da quasi diciotto anni, levati stronzo » gli dà una gomitata.
« Mi state schiacciando le palle » ribatto, cercando di respirare ancora.
« Tesoro, sono a casa! » grida mia madre, entrando in salotto. I ragazzi si spostano tutti, cadendo a terra e trovo mia madre con un'espressione confusa e scioccata.
« Che... Che cosa stavate facendo? »
« Stavamo giocando a Twister » risponde Alex. Mi tiro uno schiaffo sulla fronte e chiudo gli occhi.
« E dov'è il Twister? » chiede mia madre, alzando un sopracciglio.
« È invisibile, signora Edwards. Le persone normali non riescono a vederlo, ma come lei sa già...» Alex si gira verso di me e si schiarisce la gola « Tu sei un mago, Harry » imita la voce di Hagrid e mia madre scoppia a ridere.
« Volete restare a cena, ragazzi? Purtroppo, Mary aveva un impegno, quindi sono tornata prima » mi spiega e ci alziamo, guardandoci male.
« Sì, posso aiutarti a cucinare » propone Maddie.
« No! » gridiamo in coro io, Alex, Jack e Jolene.
« Chiamatemi Sarah e basta, ragazzi. Beh, se volete darmi una mano, mi trovate in cucina »
« Lanciami un grembiule, Sarah. » dice Alex, battendo le mani. Perché la mia casa sembra un manicomio?
Alex va sul serio ad aiutare mia madre in cucina e Jolene lo segue. Jack è rimasto sul divano a guardare documentari strani e io esco fuori a prendere una boccata d'aria.
Mi siedo su un gradino e alzo lo sguardo verso il cielo. Maddie mi raggiunge e si siede accanto a me, appoggiando la testa sulla mia spalla.
Inizia a raccontarmi ciò che è successo tra lei e Shane, il motivo del suo essere stronzo, ma onestamente non me la bevo tanto. Probabilmente è vero, ma non avrebbe avuto motivo di trattarla male anche dopo il suo ritorno. Io sostengo la sua scelta, spero soltanto che non si lasci fregare.
« Se le cose tra me e Shane dovessero andare bene, secondo te sarà amore? Come faccio a riconoscerlo? »
« Quindi ti piace il tuo ex migliore amico, Mads? »
« Beh, non so... A lui piaccio, si vede. » mormora, cercando di trovare le parole giuste.
« Non so, non penso tanto all'amore ultimamente » faccio spallucce e lei si morde il labbro.
« L'amore crea cose belle, Harry? Sei mai stato innamorato? » mi chiede, guardandomi negli occhi. Le sorrido, leggermente, e poi ritorno serio.
« L'amore... L'amore vero, sì, suppongo. » borbotto, grattandomi il collo.
« E tu? Tu cosa ne pensi? È bello? » fa le domande alla persona sbagliata.
« Dai, Harry. Fingi di essere innamorato e dammi una risposta » mi dà una gomitata e scuoto la testa.
« Ci sono le onde del mare che, in inverno, si infrangono brutalmente contro gli scogli, creando uno spettacolo agli occhi delle persone. Esattamente così sarà l'amore che, si infrangerà brutalmente contro il tuo orgoglio, producendo uno spettacolo per gli occhi di chi ti starà leggendo dentro in quel momento. » rispondo, fissandola. Lei apre la bocca per ribattere, ma non sa cosa dire.
Mi alzo, lasciandola riflettere, e rientro dentro casa.
L'amore è sinonimo di confusione. Ti scombussola la mente e il cuore, miscela i tuoi sentimenti e poi ti lascia confuso sul confine che separa l'amore dall'odio. E tu stai li, fermo, a chiederti in quale direzione andare.
Mi andava di approfondire anche i pensieri di Harry. Spero vi sia piaciuto 😊❤ in tal caso, votate e commentate! xx
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