capitolo 30

Leggete lo spazio autrice alla fine, grazie.

Shane

Siamo cresciuti insieme. Così opposti, ma così attaccati l'uno all'altro. Io sono la tempesta, lei è l'arcobaleno. Io sono la luna, lei è il sole. Caratteri che non combaciano, ma che si capiscono. Lei è il sorriso che spunta sulle mie labbra, quando sono a miglia lontano da casa.
Lei è il pensiero che occupa la mia testa, quando le stronzate degli altri mi divorano dentro. E ho sbagliato in tutto. Ho riversato il mio odio su di lei, quando avrei dovuto tenerla soltanto lontana da me.
Non volevo ferirla, non volevo trattarla male, non volevo vedere il suo meraviglioso sorriso spegnersi a causa mia.

Ma ogni volta che l'ho fatto, mi sono sentito bene. Incoerente, giusto? So che non è colpa sua, so che non c'entra niente con tutto questo casino, eppure mi sono comportato come se fosse veramente colpa sua.

Non posso dire di essere comprensibile come il suo migliore amico, non so se lo sarò mai. Non posso prometterle di non ferirla più, a volte lo faccio con tutti.
Shane lo stronzo, Shane il menefreghista, Shane il bastardo, è così che mi chiamano. Il puttaniere che si scopa una ragazza ogni notte, il tipico ragazzo cattivo che fa bagnare le ragazze con un solo sguardo. Sul serio? Non posso dire di non amare la popolarità, dato che ci ho messo un po' a raggiungerla.

Sono stato soltanto uno stupido egoista, lo so. Ma come faccio a spiegarle di non essere più il bambino stupido che si arrampicava sull'albero per entrare nella sua stanza e dormire con lei, senza dirlo ai nostri genitori?
Non sono più lo stupido bambino che le dava i dolcetti di nascosto, quando sua madre glielo proibiva.
Ho ancora impressa nella mente il suo bel viso, quello di una bambina di sette anni, così imbronciata, così bella.

Su quel vecchio albero, accanto alla sua finestra, ci sono un sacco di bei ricordi.
Ho rischiato di cadere un sacco di volte, soltanto per lei. Per lei ho fatto le cose più stupide, ma non mi pento.

Diamine, non posso dimenticare neanche la volta in cui, ad Halloween, aveva indossato il vestito da principessa, il quale odiava da morire. Voleva strapparlo via, perché voleva vestirsi da Spiderman, ma non aveva un altro vestito. Quindi, per non farla sentire a disagio, mi sono vestito da principessa anche io. Mia madre ha riso per tre giorni di fila e ci ha fatto anche un paio di foto.

Per lei avrei fatto di tutto, ma non avrei mai immaginato di arrivare al punto di farla sentire male.
La proteggevo sempre perché, se stava male lei, stavo male anche io. Era come un ciclo continuo. Quando era triste, mi passava la sua tristezza, io la mia felicità e così via. Eravamo così legati, a volte era inquietante il nostro modo di volerci bene.

Ben detto, eravamo.

Ho rovinato tutto ed è tutta colpa di mio padre. Non puoi mettere stronzate nella testa di un bambino. Non puoi usarlo come un'arma a tuo favore, non puoi fargli il lavaggio del cervello. Anni fa ero disperato, triste, nervoso a causa del divorzio dei miei genitori. Oggi, invece, ringrazio mia madre di averlo lasciato.

Mi sono reso conto troppo tardi del danno che ho fatto.

Sono stato costretto ad andare via ma, nonostante tutto, mi sono trovato bene all'estero. Non è stato davvero terribile come pensavo.

« Inizia pure quando vuoi » dice, stravaccata sul divano, guardandomi con noia. Probabilmente è così stanca delle cazzate che deve sentire ogni giorno, che non si aspetta niente di che da parte mia.
Vorrei sedermi accanto a lei, ma ho paura di fare una mossa sbagliata, troppo azzardata.

Lei non è come tutte le altre, eppure a volte la tratto esattamente così. Come se non valesse niente per me, quando in realtà vale più di tutti.

Mi siedo sul divano, prendendo le giuste distanze da lei, e lei gonfia le guance, come fa ogni volta che è nervosa. La rende così buffa. A volte fa delle cose totalmente uniche, insolite.

« Non so da dove iniziare, è difficile » mi mordo il labbro inferiore e appoggio la testa allo schienale del divano. Accidenti, è davvero difficile.

« Inizia dal momento in cui hai deciso di non regalarmi più marshmallows per farti perdonare, per regalarmi coltellate al cuore. » dice, con sguardo serio. Beh, di certo non rende le cose semplici.

« Io...» sospiro, guardandola con la coda dell'occhio « Sono stato uno stupido, Mallow. »

Lei alza gli occhi al cielo e fa un sorriso amaro. « È cambiato tutto quando tra i miei genitori le cose avevano iniziato a farsi sempre più serie. Litigavano spesso e io dovevo stare lì, dietro la porta, a sentire i loro stupidi litigi » faccio una smorfia e lei si acciglia.

Ovviamente sa che i miei genitori litigavano spesso, infatti, la maggior parte delle volte mi rifugiavo da lei.

Mi lecco le labbra e la guardo. « Non era una novità per me, così come non lo era neanche per te, lo so. Il punto è che, le cose non sono andate proprio come ti avevo detto tempo fa, Maddie. Ti ho nascosto delle cose. »

« Cosa, Shane? » mi chiede, stringendo i denti.

« Maddie, la ragione per cui ho iniziato a odiarti sei tu, semplicemente tu. » dico, guardandola negli occhi.

Aggrotta le sopracciglia, totalmente confusa, e sorrido debolmente. « Quando i miei hanno deciso di separarsi, mio padre ha iniziato ad avvicinarsi sempre di più a me. Mi era sembrato strano, ma ero ingenuo. Mi ha riempito la testa di stronzate, soltanto per allontanarmi da questo posto di merda, da mia madre e anche da te. » dico e lei inizia a grattarsi la nuca, guardandomi in un modo più confuso di prima.

« Non capisco, vai avanti » dice, quasi in un sussurro.

« Mio padre affermava che mia madre avesse un altro uomo. Di solito è la causa principale del divorzio a volte, giusto? Mancanza d'amore, quindi subentra l'amante. » rido, scuotendo la testa.

« Tuo padre, Maddie. » dico, ma lei scatta in piedi. Stringe i pugni lungo i fianchi, assottiglia le labbra e so che sta per insultarmi.

« Non sparare merda sulla mia famiglia, Shane » mi punta il dito contro e sorrido. È così carina quando si arrabbia.

« Siediti e lasciami finire » dico, alzando gli occhi al cielo. Ha l'espressione preoccupata e so che si sta torturando il cervello con pensieri stupidi e film mentali.

« Mia madre passava del tempo con tuo padre, a volte si incontravano, ma non nel senso in cui pensava mio padre. Mio padre ha ordinato ad un detective di seguirli ogni volta che si incontravano, scattava foto, soprattutto quando tuo padre la consolava. » ed ecco, qui sta la parte che mi ha fottuto il cervello.

« In realtà, quelle foto le ha scattate soltanto per mettermi la prova sotto gli occhi e allontanarmi da mia madre. I miei genitori si odiano, Maddie, e lui avrebbe fatto di tutto per avermi con lui. » mi fermo, per vedere la sua reazione, ma tiene lo sguardo basso e non riesco a decifrare le sue emozioni.

« Tuo padre non ha fatto niente. Mio padre mi metteva merda in testa, per apparire come il buon padre e fare sembrare mia madre una troia. Mi ha detto perfino che mia madre avrebbe preferito te a me. Insomma, mio padre affermava di aver sentito mia madre dire una cosa del genere, che tu saresti stata la figlia perfetta. La figlia sempre sorridente, gentile con tutti, con un cuore grande, simpatica. »  mi gratto la guancia e arriccio il naso, ripensandoci. Non sono dei bei ricordi.

« Quindi... Hai pensato che..» dice, con voce spezzata.

« Ho pensato a tante cose, Maddie » ammetto, rilasciando un sospiro pesante.
Lei si avvicina di più a me e punta gli occhi nei miei.

« Per un secondo ho pensato che tu fossi mia sorella. Poi ho odiato tuo padre, così tanto. Ho odiato tutta la tua famiglia, per aver distrutto la mia. Ho odiato ogni minima cosa di te, soprattutto quando facevi del bene alle persone, quando le facevi sorridere. Pensavo alle parole di mio padre e volevo farti sempre più male. » i suoi occhi brillano a causa delle lacrime che sta cercando di trattenere. Scuote lentamente la testa, portandosi il braccio davanti agli occhi, sorridendo amaramente.

« Lo apro in due quella merda di tuo padre » dice, cercando di sembrare minacciosa, ma mi fa ridere. Mi fulmina con lo sguardo e poi mette il broncio.

« Nonostante le sue parole e il lavaggio di cervello che mi aveva fatto, mia madre ha lottato per avermi. E, in un certo senso, non volevo andare a vivere con mio padre. Mi incuteva timore e non era amorevole come voleva sembrare. » faccio una smorfia e si avvicina di più, fino ad essere a pochi centimetri da me.

« Possiamo pianificare il suo omicidio. Ho guardato un sacco di programmi con psicopatici che uccidevano le persone, so un sacco di modi per...» le tappo la bocca con la mano e lei aggrotta le sopracciglia.

« Lo so, piccolo marshmallow. » le dico e la sento sorridere contro il palmo della mia mano.

« Non c'è più bisogno, okay? » sussurro, togliendo la mano dalla sua bocca.

« Ah, col cazzo! Io lo taglio in due e poi Nemo gli ficca la pistola su per il culo » dice, riducendo gli occhi in due fessure.
Rido, nascondendomi il viso dietro le mani e poi sbircio tra le dita, per vederla sorridere.
Tolgo le mani dal viso, ma vedo il suo sorriso morirle sulle labbra. Ha gli occhi lucidi, di nuovo, e non voglio vederla piangere.

« Mi odiavi perché pensavi di averti rubato la madre? Che mio padre lo avesse fatto? Perché diavolo non me l'hai detto, brutto idiota? » grida e una lacrima scende sulla sua guancia.

Non potevo, cazzo. La detestavo, preferivo odiarla, trattarla male, piuttosto che rivolgerle la parole per dirle quella merda. Avevo promesso a me stesso di farla soffrire, come soffrivo io a causa della sua famiglia.

« Mi dispiace, okay? So che il danno è fatto, so che è tardi e so che sono stato uno stupido e che continuo ad esserlo. Ma mi mancavi, mi manchi sempre! » alzo la voce e lei rabbrividisce.

« Scusami, non volevo...» mormoro, ma lei mi dà una spinta sul petto.

« Sai quanto sei mancato a me? Ne hai idea? Cazzo, Shane! » scoppia a pinagere, ma so che lo fa per rabbia. Ha il brutto vizio di piangere quando è nervosa e non la biasimo, ha tutto il diritto di esserlo.

« Mi sono sentita una fottuta merda per tutto questo tempo. Mi guardavo allo specchio e odiavo il riflesso di me stessa. Volevo piangere, urlare, correre dal mio fottuto migliore amico per sfogarmi, per lasciarmi cullare dalle sue braccia. » singhiozza e mi si spezza il cuore a vederla così.

« Ma come avresti potuto curarmi, se eri tu a farmi male, ancora e ancora? Come avresti potuto rimettere i pezzi del mio cuore a posto, se eri tu a spezzarlo come se fosse fatto di carta? » si asciuga velocemente le lacrime, tirando su con il naso e si siede per terra, dandomi le spalle.

« Ti ho cercato nelle giornate più buie e non ti ho mai trovato. Ho gridato il tuo nome un sacco di volte e non sei mai arrivato. Ti ho supplicato con lo sguardo di afferrare la mia mano, ma non l'hai mai stretta » la sento imprecare a bassa voce e le metto una mano sulla spalla. Scivolo lentamente accanto a lei e le nostre spalle si toccano. Ha il viso tra le ginocchia, ben nascosto ai miei occhi.

« Però capisco. Eri più piccolo ed eri stupido e tuo padre è un coglione. » dice, sfregando la manica della maglietta sugli occhi, per cacciare via le lacrime.

« Ricordi cosa mi dicevi quando eravamo piccoli? Le persone forti non piangono mai, Mallow.  E tu sei abbastanza forte, lo sei sempre stata », le mie dita percorrono lentamente la sua schiena e la sento rabbrividire. « Nessuno merita le tue lacrime, neanche io » appoggio il palmo della mano accanto al suo, per terra, e muovo lentamente un dito verso il dorso della sua mano. Gliela accarezzo, lentamente, e la sento sbuffare.
Sto per spostarla ma, nonostante il suo sguardo sia per terra, le sue dita cercano le mie, intrecciandosi, restando in silenzio. Appoggio la testa alla sua e la sento sospirare.

Fa male vederla così per colpa mia, anche se non lo è del tutto.
Le stringo la mano e chiudo gli occhi. La sento respirare più lentamente e finalmente si gira per guardarmi.

« Ora mi scappa la pipì » dice, sorridendo timidamente. Lascio la sua mano e si alza da terra, facendomi capire di stare andando in bagno. Per fortuna mia madre è a lavoro, altrimenti avrebbe pianto insieme a Maddie, e chi diavolo l'avrebbe sentita poi.

Vado velocemente in cucina e inizio a cercare dappertutto quella maledetta confezione. La apro e sorrido, ansioso di vedere la sua reazione. Appena la sento chiamarmi, metto la confezione al suo posto e stringo il pugno, nascondendo la ragione del suo prossima sorriso. Perché so che sorriderà.

« Maddie » la chiamo e si gira verso di me, con espressione confusa. Allungo il braccio verso di lei, tenendo ancora il pugno chiuso e poi lo apro, mordendomi il labbro.

« Un marshmallow per un altro piccolo marshmallow. Mi perdoni? » le chiedo, reprimendo un sorriso idiota. Lei arriccia il naso, guardandomi con sospetto, ma poi lo prende e sorride.

« Non usare a tuo vantaggio la mia debolezza » dice, ridacchiando. Mangia il marshmallow e mi avvicino di più a lei, guardandole le labbra.

Non fare lo stupido, Shane. Ti ha appena perdonato, forse. Non rovinare tutto.

Eppure mi chiedo che sapore abbiano le sue labbra ora. Cazzo, cazzo, cazzo.
Migliori amici un corno. Se solo sapesse.

« Vuoi dire che i marshmallows sono davvero la tua più grande debolezza? » le chiedo, inarcando un sopracciglio. Si passa la lingua sul labbro inferiore, inconsapevole di ciò che mi provoca e osservo ogni singola azione.

Merda, smettila, fottuto idiota.

« Certo, che ti aspetti? » dice, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Mi avvicino di più a lei, guardandola negli occhi e cambia subito espressione, iniziando ad indietreggiare.
Sogghigno e continuo ad avvicinarmi a lei, ma il suo sguardo vaga ovunque in questa stanza, a costo di non guardarmi.

« Stai bene, Mallow? » le chiedo, ghignando e intrappolandola tra il mio corpo e il muro. Deglutisce e annuisce. Perché amo vederla così in difficoltà con me? Magari le piaccio anche io?

« Guardami negli occhi » le metto due dita sotto il mento e la costringo a guardarmi. I suoi occhi brillano, sono colmi di confusione e paura.

« Odio quando le persone fanno questo, mi rendono nervosa » sbuffa, cercando di spostare lo sguardo di nuovo. Le incornicio il viso con le mani e lei apre le labbra per ribattere, ma restiamo a guardarci.

« Ti rendo nervosa? » sorrido, accarezzandole la guancia.

Shane, stai fottutamente rovinando tutto, calmati.

« Tu? Neanche per sogno! Levati » mi ordina, ma non fa altro che aumentare il desiderio di baciarla, proprio qui, contro il muro, nella mia casa.
Avvicino il viso al suo e inizia a sbattere velocemente le palpebre, incredula.
Sorrido e le do un bacio sulla guancia. Le sue mani si aggrappano alla mia maglietta, stringendola nel pugno e sento il suo respiro accelerare. Cristo, non resisto.
Le mie labbra si spostano lungo la sua mascella, dandole dei baci delicati e le mie dita percorrono la pelle soffice e sensibile del suo collo. La sento sospirare pesantemente, come se avesse trattenuto il respiro, finché le mie labbra non si spostano sul suo collo, dandole dei piccoli baci, fino ad arrivare dietro al suo orecchio. La sua presa sulla mia maglietta si fa più forte, quasi come se mi supplicasse di continuare e sorrido.

Le sfioro il lobo dell'orecchio con le labbra e poso una mano sul suo fianco. « Ho appena scoperto la tua nuova debolezza, piccola » sussurro al suo orecchio e poi la sento mentre mi spinge via.

« Smettila di fare il maniaco sessuale, psicopatico » mi mostra il dito medio e scoppio a ridere.

« Smettila di ridere di me, Shane » ribatte, incrociando le braccia al petto. 

Alzo le sopracciglia e mi mordo il labbro, sorridendo. « Altrimenti cosa farai? »

« Ti metto un petardo nel sedere e ti faccio scoppiare » dice, strizzando più volte l'occhio sinistro. Ma che cazzo? Cosa sta cercando di fare?

« Mallow, hai per caso un tic all'occhio? » le chiedo, preoccupato.

« Cosa? No! Sto facendo lo sguardo da pistolero! Devi avere paura, Shane. » cerca di dirlo con un timbro di voce duro, ma non ce la faccio a restare serio, quindi scoppio a riderle in faccia.
Mi guarda ancora più male e si avvicina lentamente a me. Inizio a indietreggiare, perché non so cosa ha in quella sua piccola mente malvagia.

« Devo andare a casa, idiota. Levati dal mio cammino » alza gli occhi al cielo, sorridendo. Ricambio il sorriso e l'accompagno verso la porta. Prende lo zaino che ha lasciato a terra e poi mi guarda, senza dire niente.

Vorrei averla con me ancora un po', stringerla, farla impazzire allo stesso modo in cui lei fa impazzire me.

Si avvicina e mi dà un bacio sulla guancia, di sua spontanea volontà, e poi va via.

Il suo silenzio mi uccide. So che non sono del tutto perdonato, so che non dimenticherà facilmente, so che non sarà così semplice come ora.

Non mi ha fatto più domande e so che arriverà il momento in cui mi bombarderà, e in quel momento non saprò esattamente cosa rispondere.

Questa volta non voglio perderla, a costo di tenerla lontana da alcune cose.

Ho bisogno della sua fiducia, lei starà bene, io starò bene.

Spero solo di non rivedere più loro, lei. Altrimenti sono fottuto.

Ecco il nuovo capitolo. Esprimetevi. 🙄

Ripeto per la millesima volta: AGGIORNO DI MERCOLEDÌ E DOMENICA.

Inoltre, una personcina carina ha deciso di creare una pagina su Instagram della storia (: si chiama " youaremymallow" seguitela se vi va, vi terrò informati anche riguardo gli aggiornamenti (: alla prossima!

Mentre io mi chiamo: _shadowhunters_96 ( che originalità 😂)

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