capitolo 27
Se questa storia dovesse essere cartacea, la copertina sarebbe il problema principale. L'avete notato, vero?😂
« Tesoro, stai guardando quella ciotola da mezz'ora. Ti senti bene? » chiede mia madre, mentre taglia la frutta, mettendola su un piatto al centro del tavolo.
Mi sento totalmente persa, come se avessi viaggiato nel tempo e fossi finita in qualche strana dimensione.
Non andrò mai più ad una festa senza Harry. Cosa diavolo mi è successo? È come se qualcuno mi stesse colpendo in testa con un martello.
« Sto perfettamente bene, perché chiedi? » domando, continuando a mangiare i cereali, anziché guardarli.
« Buongiorno, tesoro! Hai dormito bene? » mi chiede mio padre, entrando in cucina. Si siede tre posti più lontano da me e mamma gli passa il caffè. Alzo lo sguardo verso di lui e mi guarda con sospetto.
« Non andrai più alle feste durante la scuola » afferma duramente mia madre. Mi lancia un'occhiata, aspettando una risposta da parte mia. Si schiarisce la gola e papà alza gli occhi al cielo.
« Grazie, madre. Apprezzo, ehm, qualsiasi cosa tu stia cercando di fare... » mi gratto il collo e papà nasconde un sorriso dietro la tazza di caffè. Faccio spallucce e mia madre geme di frustrazione, guardandomi con espressione severa.
« Maddie, Harry ha detto che ti sei addormentata alla festa. È stata noiosa, suppongo » dice papà.
« Ma davvero...» mormoro a bocca piena. Maddie Jones non si addormenta mai ad una festa. Anche perché, diamine, è umanamente impossibile addormentarsi con tutto quel baccano che fanno. Eppure mi ricordo di non aver esagerato troppo con l'alcool, inoltre c'era Harry con me.
Poi lui è andato ad accompagnare un suo amico, e io...
« Porca merda, bastardo! » esclamo, alzandomi in piedi. Spalanco la bocca, sorpresa, e i ricordi tornano a galla. Oh, porca puttana. Shane è un uomo morto.
« Maddie Jones, linguaggio! » mi ammonisce mia madre, facendomi segno di sedermi e di finire la mia colazione. Papà prende il giornale, scuotendo la testa, e fa finta di non aver sentito. Mia madre picchietta l'unghia sul tavolo e si morde il labbro, prima di sospirare e sporgersi verso di me.
«Comunque, chi è il bastardo? » sussurra e per poco non sputo i cereali.
« Uhm, Nemo. Nemo è bastardo. Ha fatto la cacca sulle mie scarpe » dico, deglutendo.
« No, non è vero tesoro » dice mia madre, guardandomi come se stesse cercando di capire quale sia il mio problema.
« Beh, l'ho sognato. E nel mio sogno l'ha fatto ed è stato maleducato » continuo, afferrando una fetta di pane e Nutella.
« È un gatto ribelle, l'ho sempre detto. Mi spieghi perché obbedisce solo a te? Non è mica un cane. » sbuffa, come una bambina, e do uno sguardo a Nemo, che si sta leccando le zampette. Mi guarda e gli faccio l'occhiolino. Recepisce il messaggio e viene verso la mia sedia, miagolando.
Gli faccio segno di andare verso mia madre e lui muove la coda, come se si stesse già preparando all'attacco.
Nemo si aggrappa ai pantaloni del pigiama e mia madre spalanca gli occhi.
« Vai, tesoro, falle vedere chi comanda! » dico, battendo le mani. Finisco di mangiare e Nemo salta in braccio a mia madre.
Lei strizza gli occhi, come se volesse incenerirlo, e Nemo inizia a miagolare, guardandola in faccia.
« Lo sguardo da pistolero, Nemo! Diamine, fai come quelli dei film western! » lo incito e papà chiude il giornale e mi guarda sconvolto. Prendo il bicchiere con la spremuta d'arancia, che mamma ha preparato per me, e lo bevo tutto in un sorso.
Poso il bicchiere vuoto sul tavolo e papà inizia a muovere l'indice.
« Maddie, no! » grida, ma troppo tardi. Rilascio un rutto, forse questa volta troppo forte, perché Nemo salta giù e si precipita verso la porta, come se avesse un razzo al posto delle zampe.
« Che esagerato! » alzo gli occhi al cielo e mia madre sbatte la testa contro il tavolo, arrendendosi. Le do un bacio tra i capelli e poi ne stampo uno sulla guancia di papà. Prendo lo zaino ed esco di casa, controllando le notifiche sul cellulare.
O mio Dio, tutti questi messaggi? Ma chi sarà mai? Ah no, nessuno.
Corro verso la fermata dell'autobus e ringrazio le mie gambe di essere ancora attaccate al mio corpo. Solitamente, quando corro, mi sembra di avere le gambe di gelatina, facendomi sembrare mezza handicappata.
Quando arriva l'autobus, saluto l'autista e vado a sedermi all'ultimo posti, come sempre.
E, ovviamente, anche oggi trovo Alex e i suoi amici seduti qui.
« Ciao, Maddie! George mi ha detto di salutarti » dice Alex, sorridendo a trentadue denti.
« Chi diavolo è? » domando, girandomi verso di lui. Alex si morde il labbro e si gratta il mento, pensieroso.
« È un tizio davvero attraente, un vero duro. » mi fa l'occhiolino, così gli afferro la maglietta in un pugno e lo attiro verso di me.
« Ascolta, piccolo panda in estinzione, non sono dell'umore stamattina. » riduco gli occhi in due fessure e lui muove le sopracciglia su e giù.
« Aggressiva. O mio Dio, scopami, Maddie. Scopami come una vera selvaggia, roar! » dice, mostrandomi i denti e facendo suoni strani. Gli do una spinta, facendolo ridere e il ragazzo dietro di lui ci guarda in modo strano.
« Lo so che ti piacciono le maniere forti, baby. La frusta va bene? » gli chiedo, fingendomi dolce.
« Oh sì, frustami tutto, amore. » fa facce strane e il ragazzo di dietro deglutisce e sgrana gli occhi. Ridacchio e Alex si gira per guardarlo, facendogli l'occhiolino. Poi si blocca. Sembra quasi spaventato, non appena il suo sguardo si posa su un'altra persona.
Mi giro per guardare e, seduta, due sedili dietro di me, c'è una vecchietta.
Si sta facendo il segno della croce continuamente. Unisce poi i palmi delle mani e inizia a pregare.
« Dio, libera questi giovani dallo spirito maligno. » dice, poi unendo le dita in segno di croce, come se volesse esorcizzare Alex.
« Nonna, lei ha mai visto un cazzo?» le chiede Alex e per poco non mi strozzo con la mia stessa saliva. L'ha detto sul serio? Noi stavamo soltanto scherzando.
La vecchietta spalanca la bocca e poi si porta una mano sul petto, fingendo di stare male. O sta davvero male?
« Tu, brutto screanzato! Come ti permetti? » grida la signora, sbalordita.
« Beh, invece della bibbia, le consiglio di leggere cinquanta sfumature di grigio. Poi ci diamo appuntamento a messa per esorcizzare i protagonisti, e- » mi sporgo verso di lui e gli tappo la bocca con la mano. Lui mi guarda male e alza gli occhi al cielo.
Non ci posso credere. Mica Alex ha letto davvero questa roba?
Mi lecca il palmo della mano e faccio una smorfia di disgusto, strofinando la mano sui jeans per pulirmi.
« Andiamo, oggi spari più cazzate di me » lo prendo dal braccio e ci alziamo per prepararci a scendere.
Alex ride come un cretino e non appena si ferma l'autobus, senza lasciargli il braccio, scendiamo.
Sospiriamo di sollievo e gli do uno schiaffo dietro la nuca.
Mi allontano da lui, ma all'improvviso sento qualcuno afferrare la mia caviglia.
Mi blocco, perché se dovessi fare un altro passo, cadrei con la faccia a terra.
Mi giro e il mio sguardo si posa sulla figura di Alex, che si è inginocchiato.
« Maddie, dimmi che distribuirai i volantini con me » mi prega e alzo gli occhi al cielo.
« No, io ho Annabeth » dico, tirando indietro la gamba, ma lui non la molla.
« Ti prego, non voglio essere con quella che ha i pidocchi.» fa il labbruccio e scuoto la testa.
« NON PUOI FARE COSÌ! È NOSTRO FIGLIO!» grida, attirando l'attenzione di tutti intorno a noi. Oddio, lo ammazzo.
« Che diavolo pensi di fare, idiota del cazzo? » sibilo, ma lui sogghigna, muovendo le sopracciglia.
« Facciamo squadra? » domanda, ancora.
« No. Fottiti, Alex » scuoto la testa e poso le mani sulla sua testa, cercando di spingerlo via.
« GEORGE LO VERRÀ A SAPERE! SAPRÀ DI NOSTRO FIGLIO » continua a gridare. Mi abbasso e gli afferro l'orecchio, tirandoglielo.
« Va bene, piccolo pezzo di merda » dico, stringendo i denti.
« Ahia! Filtro, hai bisogno di un filtro. » piagnucola e ci alziamo in piedi, ridendo in modo nervoso. Sto per spaccargli la faccia.
Alex si allontana, portandosi le mani davanti al viso e, proprio mentre sto per mettergli le mani addosso, qualcuno posa le mani sulla mia vita, tenendomi ferma.
« Che diavolo state facendo voi due? Vi stanno guardando tutti » dice Shane alle mie spalle.
« Niente, Maddie mi ha invitato ad un appuntamento » dice Alex, facendo spallucce. « Ha detto che mi offre un caffè da Starbucks » gli si illuminano gli occhi e la presa di Shane sulla mia vita si fa più forte.
« Senti, cattivo ragazzo, se vuoi esercitare la tua forza, fallo sul palo della luce, non sul mio povero corpo » gli do una gomitata e mi allontano da lui.
« Sta scherzando, vero? » mi domanda, passandosi nervosamente la mano tra i capelli biondi. Come diavolo faccio a finire sempre in situazioni del genere? E io pensavo di essere l'unica ad essere disperata.
Ho appena trovato la me versione maschile. Shane digrigna i denti, aspettando ancora una risposta da parte nostra, così Alex mi guarda e mi fa l'occhiolino. Ho capito perfettamente cosa vuole fare.
« Maddie, posso parlarti? » chiede Shane.
« Fallo qui. Tanto sicuramente non è niente che io non sappia già » risponde Alex al posto mio. Alex sembra che non mi voglia lasciare sola con Shane, il che è preoccupante. Mica è gay ed è geloso? Impossibile.
Shane alza gli occhi al cielo e poi mi guarda.
« Volevo scusarmi per ieri sera. Sono stato un completo cretino ad averti lasciata da sola e mi dispiace davvero tanto. Mi perdoni, Mallow? » inclina la testa, facendo la faccia da cucciolo bastonato e annuisco. Si avvicina a me, dandomi un bacio sulla fronte e mi mordo il labbro, guardando altrove. Diamine, è imbarazzante.
Mi alzo sulle punte per cercare di intravedere Harry, ma non lo vedo da nessuna parte. Appena suona la campanella, Annabeth mi affianca e sorride.
« Buongiorno Annabeth » le dico, con tono gentile.
« È Annabelle...» alza gli occhi al cielo, ma poi ridacchia. La folla di studenti entra dentro e uno dei professori si trova nel corridoio con un megafono, mentre urla a quelli dell'ultimo anno di recarsi nell'auditorium. Annabelle mi prende dal braccio e mi trascina dall'altra parte del corridoio. Ovviamente, Shane e Alex fanno con comodo.
« Aspetta, vai a prendere posto. Mi fermo un attimo al mio armadietto e arrivo » le dico, e prosegue, mentre io mi affretto a mettere la combinazione e lasciare qualche libro. Alexis mi passa accanto, facendo una smorfia e Jack mi saluta, sorridendomi. Dopo aver lasciato i libri, mi dirigo verso l'auditorium, passando davanti alla sala dove fanno di solito le prove di canto.
Sento qualcuno suonare il piano e mi fermo, aprendo di poco la porta.
Attraverso il piccolo spiraglio, guardo un ragazzo, seduto davanti al pianoforte, mentre mi dà la schiena.
« We keep this love in a photograph,
we made these memories for ourselves » appena sento la sua voce, mi si scalda il cuore.
« Where our eyes are never closing, hearts are never broken and time's forever frozen still » continua, ma qualcuno lo ferma, dandogli un colpetto sulla schiena. È una ragazza. No, maledizione. Volevo sentirlo ancora. Pensavo fosse un semplice hobby, un qualcosa da sottovalutare, ma ha davvero una bella voce.
Ho sempre saputo della voce meravigliosa del mio migliore amico, soprattutto quanto è profonda e roca, ma non l'ho sentito quasi mai cantare sul serio. Cioè, abbiamo cantato insieme come idioti, ma niente sul serio. Ora, vederlo così concentrato, è davvero diverso.
E la magia si spezza, quando vedo che Jolene è con lui.
« Harry, è perfetta, dico davvero. E poi, forse dovresti avere questa » gli passa qualcosa, che sembra un foglio di piccole dimensioni o qualcosa del genere.
« Quando diavolo l'hai fatta? È bellissima questa foto, grazie Jo » si abbracciano e appoggio la testa contro il muro. Mi stanno prendendo per il culo?
È la seconda volta che non trovo Harry all'entrata della scuola, perché lo trovo direttamente con lei.
Capisco che forse si stanno esercitando per il concerto, ma mi ha tagliata fuori, di nuovo.
Mi chiudo la porta e mi allontano, andando verso questo maledetto auditorium. Busso, ma non aspetto una risposta, perché entro dentro e chiudo la porta alle mie spalle.
« Con comodo, Jones » dice il professore, lanciandomi un'occhiata di rimprovero.
« Infatti » rispondo, andandomi a sedere accanto a Annabelle aka Annabeth.
Mi lascio cadere sulla sedia con fare scocciato e il prof alza gli occhi al cielo.
« Bene, stavo dicendo...» inizia, ma sento qualcuno calciare la mia sedia da dietro.
« Edwards si è dimenticato di te? » sghignazza, ma decido di lasciarla perdere.
« Lo sai cosa ho sentito? Se la sta facendo con Jolene, e non è tutto. Ho sentito dire che ti stanno prendendo in giro » ridacchia e mi giro bruscamente verso di lei.
Shane ridacchia e mi acciglio. Lui mi nota e poi mima delle scuse.
« Puoi sparare tutta la merda che vuoi sul mio migliore amico e su di me, non cambierò idea su di lui. Tu non vali niente » rispondo e vedo Alex alzarsi dal suo posto, accanto a Shane, e scavalcare gli altri posti per venire a sedersi accanto me.
« Ehi, lasciala perdere. Non è vero niente » mi rassicura e annuisco. Lo so già. Non dubito di Harry e so che prima o poi mi dirà la verità.
« Allora, onestamente, se dovessi fare io i gruppi, scommetto che fareste comunque di testa vostra. Quindi, avete già scelto con chi stare nel gruppo? » chiede il professore e Alex si alza in piedi, prendendo la mia mano.
« Io sono con Maddie e Annabeth »
« Per Dio, è Annabelle! »grida Annabelle, alzandosi in piedi. Alex mette un braccio sulle mie spalle e io metto il mio sulle spalle di Annabelle.
« Il gruppo deve essere di quattro persone » ribatte il professore.
« Mi aggiungo io » risponde Jack, venendo verso di noi. Il professore ci fa segno di andare verso di lui e consegna una pila di volantini ad ognuno di noi.
« Siete autorizzati a lasciare la scuola e andare a distribuire i volantini, ma entro l'una dovete fare ritorno a scuola. Va bene? » chiede e rispondiamo in coro " Sì".
Infilo i volantini nello zaino e stessa cosa fanno loro. Beh, suppongo che sarà divertente, anche se camminare così tanto non è il mio forte.
Jack si porta continuamente la mano sul collo e fa smorfie di dolore.
Varchiamo il cancello e io Alex ci guardiamo, in modo complice.
« Uhm, ti senti bene? » chiede Annabelle a Jack.
« Sì, è solo torcicollo penso... » si massaggia il collo e lei osserva i suoi movimenti.
« Oh, forse ti fa male lo sternocleidomastoideo » dice, indicandogli il collo. Io e Alex ci guardiamo di nuovo e prendiamo entrambi i nostri cellulari, andando su Google e cercando metà della parola che ha detto, dato che il resto non lo ricordo più.
« Che ti costa dire il muscolo del collo? » chiede Alex e Annabelle alza gli occhi.
« Sono impressionato » dice Jack, sorridendo.
Annabelle arrossisce e si lecca le labbra. « Beh, domani ho una verifica di biologia, precisamente anatomia » risponde, ridendo. Oddio, che squadra. Due secchioni e due che devono cercare le parole su Google.
Non ho mai avuto tutta questa confidenza con Alex, per via di Shane. In un certo senso, ho sempre dato la colpa ai suoi nuovi amici, per il fatto che si sia allontanato da me.
Ora dovrei rimangiarmi le parole. Perché, se ci penso, Alex non mi ha mai preso in giro a scuola come Shane, Alexis e gli altri amici. Pensavo che Alex fosse idiota come Shane. C'è una differenza tra loro due, ed è un po' come con me e Harry.
Shane è quello super intelligente, che prende ottimi voti e poi c'è Alex, che studia il necessario, è un burlone e un po' menefreghista. Beh, esattamente come me.
Forse, se non fosse stato per le prese in giro a scuola, avrei studiato di più. Alla fine dei conti, i voti alti non contano così tanto. Se prendo un voto più basso, non divento automaticamente stupida.
C'è chi sceglie di passare pomeriggi sui libri e chi sceglie di studiare e godersi anche la vita.
E ora, sto girovagando per le strade con tre persone, che non avrei mai immaginato di averli come amici. Insomma, è strano. Penso sia bello. Sì, è proprio bello parlare con altre persone, scherzare, senza rischiare di essere messa in ridicolo da un momento all'altro.
Nonostante le prese in giro, non ho mai abbassato la testa e non ho mai smesso di sorridere.
Loro insultano me, ma io non voglio essere egoista nei confronti della mia vita. Io la amo e non è colpa sua, se le persone sono cattive. Non me la voglio prendere con la mia vita, se le persone non hanno un cervello.
Forse a volte sono troppo ottimista e altre volte, invece, troppo pessimista. Ma mi piace vedere il lato positivo delle cose. È più bello vedere sorridere una persona, anziché vederla piangere.
Posso sembrare sciocca, infantile, idiota, ma sapere di essere la ragione del sorriso di una persona, mi riempie il cuore di gioia. Forse perché ho voluto ricevere sorrisi anche io, ed è per questo che offro felicità a tutti, o almeno ci provo.
Mi sono venute le lacrime agli occhi soltanto quando ho visto Harry sorridere di gusto, la prima volta. Un sorriso vero, e sono stata io a procurarglielo. E, in quel momento, mi sono resa conto di non essere del tutto inutile.
Forse è per questo motivo che il sorriso di Harry è come un cocktail esplosivo che mi entra sotto pelle, si insinua nelle mie vene, si mescola al mio sangue e, come un brivido di piacere, percorre l'intero corpo, facendo scoppiare dentro di me l'emozione più grande. Il suo sorriso è come l'endorfina, che si diffonde nel mio corpo, curando il mio stato d'animo malato e facendo brillare i miei occhi di felicità.
« Ecco a voi, vi aspettiamo in numerosi! È davvero un evento importante, per una buona causa! » dico, per la millesima volta alle persone, mentre lascio i volantini.
« Mi fanno male le gambe, fermiamoci un attimo » si lamenta Jack, sedendosi sulla panchina, accompagnato da Annabelle.
Alzo gli occhi al cielo e Alex tira un lembo della mia maglietta, facendomi segno di sedermi con lui sull'altra panchina.
« Probabilmente non dovrei neanche mischiarmi nei vostri affari, ma sento il bisogno di dirlo. Shane è davvero pentito per ciò che ti ha fatto, soltanto è troppo idiota per mostrartelo. Si scuserà prima o poi, dagli tempo. È una situazione strana » borbotta, imbarazzato.
« Sei il suo migliore amico, è normale che tu prenda le sue parti » rispondo, sorridendo di rimando.
Lui sospira e preme le labbra, fino a formare una linea dritta. « Ha chiuso le porte del suo cuore, quando in realtà dovevano restare aperte e dare a te il permesso di mettere il lucchetto e permetterti di restare dentro. » si lecca le labbra e abbasso lo sguardo.
« Avrà chiuso il suo cuore, ma io ci sono dentro da sempre. È lui che mi deve trovare, ma sono sempre stata lì. » sospiro e lo guardo, trovandolo con un sorriso sulle labbra.
« Tu e Harry, invece? Ultimamente vi vedo poco insieme » domanda, appoggiando un braccio sullo schienale della panchina.
« Oh, noi... Cioè, lui passa un po' di tempo con Jolene, suppongo » faccio spallucce, ma lui sorride comprensivo.
« Magari tu lo conosci come il tuo migliore amico, ma è anche mio amico e, in qualità di maschio, posso dirti di non vederlo assolutamente insieme a lei in quel senso. Non è il tipo di Harry, puoi stare tranquilla. » mi rassicura, alzando lo sguardo verso il cielo, mentre segue il movimento fugace si un uccello che si sposta da un albero all'altro.
« Mi fido di lui, ma è normale avere paura » gioco con le mie dita, imbarazzata da questa situazione. Non avrei mai pensato che sarei arrivata al punto di parlare di questo con Alex.
« Non potrebbe mai farti del male » dice « Ti protegge sempre, come se fossi preziosa. Inoltre, ti guarda come un bambino guarda per la prima volta il mare. È bello, siete una bella squadra. » mi colpisce amichevolmente la spalla e un grande sorriso prende vita sul mio volto.
« Vorrei avere un buon rapporto anche con Shane. Sai, come una volta. Vedo che ci sta provando, anche se in un modo strano, ma a volte mi fa male. »
« Ogni volta che fa del male a te, si punisce soffrend più di te. Fa del male a te, ma ferisce anche se stesso. »
Sospira profondamente e poi all'improvviso balza giù, mettendo le mani sui fianchi.
« Che diavolo stai dicendo? Ora mi fai paura. » gli dico.
« Sono trenta dollari. Non faccio il terapista gratis. A proposito, penso di aver trovato una delle mie numerose doti nascoste. Chiamami Dottor. Alex. » mi fa l'occhiolino e mi alzo in piedi.
« Sei davvero un coglione » inizio a camminare nuovamente, dato che Jack e Annabelle sono davanti.
« Ricordati di avermi invitato ad un appuntamento da Starbucks » dice.
« Ma io non ho- »
« Oh, un bel bicchierone di caffè, sarebbe fantastico. Grazie, Maddie. » continua a parlare.
« Ma mi stai prendendo per il- » cerco di ribattere.
« Oh, cosa? Vuoi offrirmi anche una ciambella? Ma sei troppo gentile » si finge emozionato e si porta la mano sul cuore.
« Alex, ti spacco la faccia! » grido e inizio a rincorrerlo, anche se sembriamo due pazzi.
******
Abbiamo distribuito tutti i volantini e il bello è che le persone sembravano anche entusiaste. Beh, meglio così.
Negli ultimi dieci minuti mi sono aggrappata alla schiena di Alex ed è stato costretto a portarmi come se avesse un koala addosso.
« Allora, dov'è la mia ciambella? » gli chiedo, aspettando davanti al cancello della scuola.
« Ehm... Ecco, il punto è che...» fa una smorfia, allungando il sacchetto verso di me.
Lo prendo e non appena lo apro, per poco non mi cade la mascella.
« Alex, devi dirmi qualcosa? » gli chiedo, alzando un sopracciglio.
« Avevo fame, che ci posso fare » sbuffa, alzando gli occhi al cielo.
« Ma è la seconda volta che mangi la mia! » mi lamento, battendo il piede a terra come una bambino. Stupido idiota.
« Ehi, ce l'avete fatta » dice una voce dietro di me. Mi giro e Shane viene verso di noi, sorridendo. Ha un bel sorriso e quando mi guarda, sembra proprio destinato a me.
Saluta Alex con un cenno della mano e poi si sposta accanto a me, premendo le labbra sulla mia tempia.
« Ciao, Mallow » sorride e ricambio, sentendo le mie guance prendere fuoco.
« Shane, ti aspetto in macchina, mi dai tu un passaggio » dice Alex, andando via e lasciandomi con lui.
« Mi sei mancata oggi, davvero » mette le mani nelle tasche dei jeans e sorride timidamente.
«In realtà, tu mi manchi sempre, Mallow. Ho un buco dentro di me, che urla di voler essere riempito soltanto dalla tua presenza. Parleremo al più presto, piccola. Ne ho bisogno. Ne abbiamo bisogno » si morde il labbro e poi mi dà un bacio sulla guancia, allontanandosi da me.
Cosa diavolo è appena successo? Domani nevica.
« Ehi, Mads » una voce profonda mi chiama e mi giro per vedere Harry, più stanco che mai. Ha i capelli arruffati, beh come sempre, due occhiaie abbastanza evidenti e sembra stanco, come se non avesse dormito per niente.
« Ehi, Harry » dico, guardandolo con un cipiglio.
« Neanche un abbraccio? Accidenti... » borbotta, passandosi la mano tra i capelli, distogliendo lo sguardo.
« Va tutto bene, Harry? » mi avvicino a lui, prendendogli le mani. Annuisce e tiene lo sguardo basso.
« Sono solo un po' stanco e ho bisogno di un caffè » dice, sorridendo appena.
« Posso venire da te questo pomeriggio? Così continuiamo le lezioni di pianoforte e parliamo un po', che ne dici? » lascio la sua mano, ma lui sembra così stanco, anche soltanto per guardarmi in faccia.
« Vieni con me ora? O vieni più tardi? » mi chiede, stropicciandosi gli occhi. Annuisco e mando un messaggio a mia madre, avvisandola.
« Ci rimarrei davvero male, se tu dubitassi di me. Io non ho mai dubitato di te. E, come già dice il mio tatuaggio, una parte di te vive dentro di me, nessuno potrebbe prendere il tuo posto. » dice, mentre ci avviamo verso la macchina. Ma non mi guarda, per niente.
Vedo soltanto tanta tristezza e stanchezza sul suo viso.
Maddie e Alex, uno più idiota dell'altro 😂
Nel prossimo capitolo Harry e Maddie chiariranno finalmente.
E poi toccherà a Shane...eheh.
Se vi è piaciuto, battete una stellina! 🤔❤
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