capitolo 22

Da circa dieci minuti mi guardo intorno, come se fossi stata sequestrata. Shane mi ha invitata a casa sua, per poi fare scena muta, chi lo avrebbe mai immaginato. So che è terribilmente difficile parlare con me, sia per i nostri trascorsi, e sia per il bacio. Accidenti, quel bacio. Mi gratto la nuca, imbarazzata e anche impaziente. Il tempo è prezioso, potrei benissimo impiegarlo a fare i compiti.

Già, sicuramente Nemo si sarà messo a ridere dopo questa mia affermazione.

Dai Shane, parla, altrimenti inizio a immaginarmi Nemo con un mantello addosso, mentre ride in modo malvagio.

Il mio ex migliore amico mi ha lasciata ferma sul divano, ma ovviamente sto facendo avanti e indietro per il salotto, che tra poco perdo due chili.
Neanche sul tapis roulant camminerei così tanto.

« Wayland, brutto bastardo, muovi il culo qui! » grido, esasperata. Beh, è davvero idiota se mi ha chiamata qui per lasciarmi da sola.

« Sono qui » mormora, scocciato.

« Se volevi giocare a nascondino, bastava dirlo. Avrei chiamato il mio cuginetto a farti compagnia » dico con un ghigno.

« Mallow, quando diavolo sei diventata così fastidiosa? Ritorna ad essere timida e impacciata » ruota gli occhi al cielo e viene verso di me.

« Dillo un'altra volta e il mio ginocchio destro ti renderà sterile » affermo, con aria minacciosa. Lui sorride timidamente e va a sedersi sul divano, facendomi segno di raggiungerlo. Alzo un sopracciglio e incrocio le braccia al petto. Stargli così vicino, sarebbe una missione, una sfida contro me stessa. Dovrei tenere a bada il mio odio verso di lui. Di quelli come lui non bisogna fidarsi, anche se mi piacerebbe farlo di nuovo.

« Sei matta, dico davvero » ride, assumendo una posizione più naturale. Mette le braccia dietro la nuca e si morde il labbro inferiore. Lo guardo accigliata, facendo finta di niente, o almeno ci provo. « Vieni a sederti qui, per favore » dice, impaziente. Mi appoggio con il braccio alla prima cosa che ho accanto, e sorrido.

« Mallow, non ti regge... » mi informa, prima che il mio corpo oscilli a sinistra. Cado a terra, con la fottuta pianta artificiale di sopra.

« Te l'avevo detto...» scoppia a ridere, venendo verso di me.

« Perché diavolo tua madre ha mezzo albero artificiale nel salotto? » grido, spostando il tronco di plastica da sopra di me. Non ho mai visto una cosa più stupida di questa.

« Eri troppo impegnata a guardare me, per accorgerti della figura di merda che stavi per fare » dice, stringendo il labbro tra i denti. Sì, continua a ridere, piccolo bastardo.

« ...e che ho fatto. » dico, alzandomi in piedi. Sono consapevole di avere l'espressione imbronciata, e so che se la ride sotto i baffi. Alzo la pianta e la rimetto al suo posto, quando la sua mano afferra il polso, attirandomi verso di lui.
Mi guarda negli occhi con troppa intensità. Vedo l'ombra di un sorriso sulle sue labbra. Un sorriso che cerca di non mostrare, un sorriso che potrebbe rivelare troppo. I suoi occhi azzurri mi ipnotizzano, accidenti.

Non sono i primi occhi azzurri che vedo nella mia vita, ma i suoi sono così particolari. Oh, i suoi non sono come l'oceano. Sono come una distesa di ghiaccio, e fissando le sue pupille, è come se vedessi due pozzi profondi, nei quali se entri, non ne esci più. Due occhi azzurri dovrebbero trasmettere pace, tranquillità. I suoi, invece, sono inquietanti, ma bellissimi. Se alcuni hanno paura di affogare dentro un paio di occhi azzurri, dannazione, io non saprei pattinare nei suoi. Rischierei di cadere, spezzarmi una gamba o l'osso del collo.

Allenta la stretta intorno al mio polso e il suo tocco si fa delicato, soprattutto quando il suo palmo scivola lentamente verso il mio. Ha la mano morbida e mi trasmette un calore familiare, che pensavo non avrei provato più. Abbassa lo sguardo sulle nostre mani, e stringe la mia. La sua espressione cambia totalmente. Sembra malinconico, triste e nel momento in cui fa intrecciare le nostre dita, capisco che qualcosa non va.

« Ti ho fatto del male, lo so. Però ti giuro, Mallow, nonostante tutto il male, non hai abbandonato mai il mio cuore. » sussurra, e il modo in cui lo dice mi fa venire i brividi. Sembra sincero, lo vedo nei suoi occhi.

« No, non l'ho abbandonato. Tecnicamente sei stato tu ad abbandonare me. » ci tengo a specificarlo.

« Mi dispiace per averti trattata male, davvero. So che forse non mi perdonerai mai, ma so che ti devo delle scuse. »

« Mi sto per commuovere, Shane... Il tuo ultimo neurone si è risvegliato dal coma? » gli chiedo, perplessa.

« Che palle, sono serio! » sbuffa, lasciando la mia mano.

« Non ho mai detto il contrario » faccio spallucce, e lui sorride.
« Mi hai rimpiazzato velocemente, Maddie »

« Harry non è un rimpiazzo! » ribatto, seccata. Se c'è una cosa che non deve toccare, è proprio Harry. Capisco, magari, la sua possibile gelosia nei suoi confronti, ma Harry c'è sempre stato nell'ultimo anno. Mi ha aiutata ad uscirne fuori, a tirare fuori gli artigli, e non potrei essergli più grata.

Uno mi ha buttata giù e l'altro mi ha aiutato a rialzarmi. Io lo chiamo eroe, non rimpiazzo.

« Sembra che tu abbia perennemente il ciclo, sei insopportabile » si allontana da me, e già mi sembra di tornare alla solita vita. Tra me e lui sarà sempre una lotta, immagino. Cerco di avere pazienza e portare avanti una conversazione civile, senza pugni che volano, ma è davvero difficile.

La vittima e il bullo difficilmente diventano amici per la pelle. Potrei anche perdonarlo, un giorno, forse. Ma spero non si aspetti troppo da parte mia. Se vuole nuovamente essere mio amico, questa volta dovrà impegnarsi lui. Io ce l'ho messa tutta in questa amicizia. Ci ho messo tutta me stessa, e alla fine non mi è rimasto niente.

Soltanto il ricordo non cambia mai. Rimarrà per sempre nella mia mente e nel mio cuore. È stata una persona fondamentale nella mia vita, non potrei mai dimenticarlo davvero.
Gli avevo dato tutto il mio l'affetto, tutta la mia fiducia.

È bastato un soffio di vento per portarlo via da me, come se fosse una foglia ingiallita. Si è staccato dal mio cuore, come una foglia dall'albero, in pieno autunno. E ora sta cercando di tenersi aggrappato al mio cuore, per non lasciarlo andare del tutto.

Se una cosa è destinata a restare, non andrà mai via davvero.

E c'è qualcosa che mi spinge a credere in lui. Nonostante mi abbia fatto stare male, lui è indifferente a me, ma non al mio cuore.

Penso mi sia bastato. Mi è bastato vederlo così vicino, e sentirlo così lontano. Mi è bastato tendergli la mano, ed essere spinta via. Un giorno, forse, si renderà conto davvero del danno che ha fatto.

Tra di noi c'è un ponte enorme da attraversare. E lui lo sta attraversando con una lentezza assurda, e non posso corrergli contro sempre io.

Dicono che, chi va piano va sano e va lontano. Vale lo stesso quando devi andare incontro al cuore di una persona?
La lentezza con la quale si muove, fa male. Forse lui va sano e lontano, ma lontano da me, perché i piccoli passi che fa verso di me, sono strazianti. Sembra costretto, sembra che stia riflettendo. Ne fa due avanti e cento indietro.

« Se hai finito, dovrei andare...» mormoro, andando verso la porta. Mi abbasso e prendo il mio zaino, rimettendolo sulle mie spalle. Shane sospira e viene verso di me, come se si fosse rassegnato.

« Sappi che mi dispiace davvero e che cercherò di non infastidirti più. E per quanto riguarda il bacio...» si morde il labbro, abbassando lo sguardo.

« Non importa, Shane. Pensavo volessi spiegarmi il motivo del tuo allontanamento. » mi dirigo verso la porta d'ingresso, ma mi blocca nuovamente.

« Dammi una possibilità, e ti racconterò tutto... Voglio essere tuo amico. » mi accarezza la guancia, facendomi abbassare di colpo la testa, e sospiro.

« Okay, Shane. Allora mettiamo in chiaro una cosa. Se vuoi essere mio amico, non osare baciarmi ancora, brutto animalosauro! » gli punto il dito contro il petto e trattengo una risata, divertita per la sua espressione.

« Brutto che...? » mi chiede, aggrottando le sopracciglia, chiaramente confuso.

« Sai che gli animalosauri si mangiavano a vicenda? Tipo come fai tu ed Alexis ogni mattina. Sveglia, Shane. L'età preistorica è finita. Ciao » dico ridendo e poi esco fuori, correndo verso la staccionata. La scavalco, e continuo a ridere da sola, finché non apro la porta e ciò che mi si presenta davanti agli occhi è allucinante.

« Mamma! Perché Nemo sta giocando con il mio reggiseno, santi numi! » grido, gettando lo zaino a terra e corro verso Nemo, che non fa altro che lanciare il mio reggiseno da una parte all'altra.

« Nemo, su da bravo. Non hai le tette, ridammi il reggiseno! » urlo, buttandomi letteralmente su di lui, ma siccome ha l'istinto pronto, scatta in avanti con il reggiseno in bocca e scappa.
Perché devo avere un gatto così idiota?

« Maddie, che c'è? Perché sei tornata adesso da scuola? » spunta mia madre dalla cucina, leggermente confusa. Si guarda intorno, analizzando la situazione, ma sto per urlarle contro.

« Perché diavolo Nemo sta giocando con il mio reggiseno? »

« Tesoro, pensavo gli mancassi...quindi l'ho lasciato fare »

« Mio signore, dammi pazienza! Non c'è una persona sana di mente in questa casa » mi lamento e mia madre fa spallucce, andando poi verso il mio zaino. Già, odia quando lo lascio per terra. Lo prende in mano e poi me lo passa, indicandomi con un cenno del mento le scale. Dovrei portarlo nella mia stanza, lo so. Alzo gli occhi al cielo, decidendo di non ribattere più, tanto so che sarebbe inutile.
Salgo le scale, e do un'ultima occhiata a mia madre, che mi sorride come se fosse una di quelle suore cattive. Che poi, potrebbe una suora essere cattiva? A parte quella del film Annabelle.
Metto lo zaino sulla sedia e poi mi butto sul letto, a pancia in giù. È stata davvero una giornata emozionante. Mi sta lacrimando il cuore. Nah, scherzo.

Il cellulare vibra e so per certo che sia Harry, dato che è l'unico che mi scrive tanti messaggi.

Numero sconosciuto:
Non trovo il mio iPod. Per caso l'ho lasciato da te?
-H. xx

Harry? Perché non mi ha scritto con il suo cellulare? E se non fosse lui?
Meglio assicurarmi che sia davvero lui.

" Chi sei? E come faccio a sapere che sei davvero Harry? Una H non basta. "

Lo mando e mi metto seduta a gambe incrociate, con la schiena contro la testiera del letto. Potrebbe essere qualcuno che mi vuole fare uno stupido scherzo spacciandosi per Harry.

Spacciare Harry... Harry eroina...Harry è una droga.

Rido per la mia stupidità e sento il cellulare vibrare nuovamente.

" Sono io, idiota. Allora? "

"Ti metto alla prova. Come ho battezzato il tuo pugno? "

" Mr. Hazzy... E ti sto per uccidere. "

Va bene. Forse è davvero lui. Balzo giù dal letto e lascio il cellulare sul comodino. Vado verso la scrivania e inizio a rovistare tra le mie cose, alla ricerca del suo ipod.
Spesso dimentica le cose da me, soprattutto quando resta a dormire o quando studiamo insieme.
Cerco in tutti i cassetti, e tra i libri, dato che c'è un casino assurdo.

Se Jack vedesse la mia scrivania, forse gli verrebbe un attacco di cuore.

Nemo entra nella mia stanza, e ha una bretella del reggiseno intorno al collo, come se fosse il suo collare.
Mi porto la mano davanti agli occhi e trattengo un grido di frustrazione.

Prima o poi lo strangolo questo gatto.

« Ma bravo! Fai finta di essere un cane, fai finta di essere uno stupratore, ora scopro che vuoi essere trans » mi abbasso e gli prendo la coda tra le mani e gliela tiro. Lui inizia a girare intorno, cercando di graffiarmi, ma rido. Gli tolgo il reggiseno e scuoto la testa, ormai rassegnata alla sua stranezza.

Il gatto più idiota ce l'ho io. Gli accarezzo la pelliccia e lui fa le fusa.
Mi alzo e continuo a cercare l'iPod di Harry, ma non lo trovo da nessuna parte.
Nemo si nasconde sotto il letto, e se dovesse vederlo mia madre, impazzirebbe.

Non capisco perché tutti ce l'hanno con lui. Strambo come la padrona, non ho niente da aggiungere. Mi piego nuovamente per guardare sotto il letto e vedo Nemo giocare con un paio di cuffiette. Allungo una mano verso di lui, ma me la graffia. Cazzo, è l'iPod di Harry.

« Va bene, Nemo. Facciamo un patto. So che Harry ha cercato di ucciderti nella vasca da bagno, ma non l'ha fatto di proposito... Se tu mi dai l'iPod, ti do le crocchette extra di nascosto e ti farò dormire nel mio letto, ma non sempre. » parlo, come se stessi parlando ad una persona. Potrebbero prendermi per pazza, ma io e Nemo abbiamo davvero un rapporto particolare.

Un gatto con un nome da pesce, che a volte si comporta come un cane.

Nemo mi guarda con i suoi occhioni e con la zampetta spinge l'iPod verso di me.

« Bravo, la mamma è fiera di te! » dico, e prendo l'iPod, controllando che non sia rotto. Mi siedo sul letto e riprendo il cellulare per rispondere a Harry.

" L'ho trovato, Nemo stava giocando con lui. Perché non mi scrivi con il tuo cellulare? "

" Disinfettalo. Poi ti spiego, vengo da te stasera "

Alzo gli occhi al cielo e blocco la schermata del cellulare. Lo metto sottocarica e poi vado in bagno a lavarmi le mani. Scendo le scale, sentendo mia madre canticchiare sul divano e sto per tapparmi le orecchie.

Beh, sentire mia madre cantare la canzone dei Coldplay, Hymn for the Weekend, è imbarazzante.
Forse perché il suo " Ah, woah woah" non suona come dovrebbe suonare, ma sembra che stia simulando un orgasmo.

« Mamma, smettila, ti prego! » sbotto, andando a sedermi accanto a lei.

« Maddie, come stai andando a scuola? Harry ti sta aiutando con i compiti? » mi chiede dolcemente. Fa la dolce perché vuole sapere la verità. In realtà, se le dicessi che vado da schifo, si trasformerebbe in una furia pronta a sbranarmi.

« Alla grande, mi sto impegnando » borbotto, senza guardarla.

« Sappi che la proposta di zio Earl e le sue pecore è ancora valida. » mi ricorda, e la guardo disgustata. Sì, sicuramente andrò in un posto dimenticato da Dio, a portare a pascolo le pecore.
Continua a sognare, mammina.

« Stasera Harry resta qui » l'avviso e lei annuisce. Continua a fare zapping e lascia su un canale dove trasmettono soltanto ricette. Uh, bello..

« Scommetto che se lo facessi io, verrebbe ancora più buono » dice, indicando quel qualcosa che stanno cucinando.

« Sì, e io ho il sedere di Nicki Minaj » dico, ridacchiando. Lei si gira a rallentatore, e nella mia testa già è partita la canzone Turn down for what. Ho bisogno dei miei fottuti occhiali neri e fingere di essere figa.

« Papà a che ora torna stasera? » le chiedo, ma stringe le labbra in una linea sottile e poi si gira verso di me.

« Tesoro, sai che tuo padre è piuttosto impegnato... Soprattutto ora che è socio di Mr. Davis. » mi sembra di aver sentito male. Mia madre si morde nervosamente il labbro e non ha il coraggio di guardarmi in faccia.

« Ma è una fottuta catena di alberghi! » grido. Mi sento tradita. Perché diavolo non me l'hanno detto prima?

« Tuo padre sta facendo un passo alla volta, Maddie. » sbuffa, e mi alzo dal divano. Ovviamente, come sempre non posso ribattere. Sospira, ma non mi dice più niente, quindi ritorno nella mia stanza, dove resto per il resto del pomeriggio.
Soltanto io, il mio letto e il PC.

Qualche ora più tardi, Harry apre la porta, senza neanche bussare, e la sua testa fa capolino dentro la stanza. Indossa un beanie color verde militare, il quale lo rende davvero carino. Entra dentro, chiudendo la porta silenziosamente e si avvicina al mio letto, senza dire niente.
Sospira e mi sposto di poco, per fargli spazio accanto a me.
Si toglie le scarpe e il beanie, scompigliandosi i capelli, e poi si sdraia accanto a me, posando la testa sulla mia pancia.

« Ciao, nana » sussurra, alzando di poco lo sguardo verso di me.

« Ehi » dico, mordendomi l'interno guancia. So che probabilmente mia madre gli avrà già detto qualcosa, come al suo solito.

« Vieni sul tetto con me? » mi chiede all'improvviso e mi acciglio, colta alla sprovvista. Non mi aspettavo una richiesta simile da parte sua. Annuisco e lui scende dal letto, rimettendosi le scarpe. Mi alzo anche io, stiracchiandomi e tiro fuori le scarpe da sotto il letto. Per fortuna mia madre non mi vede.
Harry apre il portafinestra e sale sulla sedia, dopodiché sul davanzale.

« Riesci a salire sull'albero? » mi chiede, premuroso.

« Harry... L'ho sempre fatto! » gli ricordo e lui ridacchia. Esce fuori, aggrappandosi ad un ramo, per poi salire sull'albero.
Faccio la stessa cosa, e saltando da un ramo all'altro, riusciamo ad arrivare sul tetto.

Nemo sarebbe fiero di noi.

Harry allunga la mano verso di me e l'afferro, facendo attenzione a non cadere. Ci sdraiamo e, come sempre, fissiamo il cielo. La mia mano cerca la sua, come se volessi sentire un po' di sicurezza da parte sua, e lui capisce, regalandomi un sorriso ammaliante.

« Vorrei essere una stella » dice, giocherellando con le mie dita.
« Perché? » gli domando, girando la testa verso di lui.
« Non sarebbe figo, secondo te, vedere le persone da lassù? Magari potrei essere il tuo punto di riferimento quando ti perderai » ridacchia e gli colpisco il braccio.

« So che il mio senso di orientamento fa schifo, Harry. E poi, tu sei il mio punto di riferimento anche qui, sulla terra » dico, e lui lascia la mia mano, allungando il braccio verso di me, facendomi segno di appoggiare la testa sul suo petto.

« Mi dispiace per i tuoi. Cioè, non è una cattiva notizia, semplicemente...»

« Non me l'hanno detto » concludo la frase e prendo il suo ciondolo tra le dita.

« Certe volte, mi sembra di non contare niente per nessuno, a parte per te. Cioè, guarda... Non dico di avere un brutto rapporto con i miei, ma mi sento pressata certe volte. Sono fissati con la scuola, con il lavoro, e tutto il resto. A scuola faccio schifo, ho un ex migliore amico bipolare, un gatto che mi ruba i reggiseni » tiro su con il naso e lui ridacchia, accarezzandomi i capelli.

« Mads, per caso ti cola il naso? » mi chiede, divertito.

« No, sta solo piangendo » ribatto, arrabbiata.

« Oh... Va bene, nasino piagnucolone » scoppia a ridere nuovamente e mi metto a sedere, colpendogli il petto. Mi prende in giro anche nei momenti meno opportuni.

« Cambierei tanto, se dovessi tornare nel passato » mi asciugo le lacrime e lui si mette seduto accanto a me, mettendo un braccio sulle mie spalle.

« Va bene sfogarsi a volte, non lo fai mai...» già, proprio così. È per questo motivo che vorrei chiedergli cosa c'è tra lui e Jolene, ma mi fido, so che me lo dirà lui un giorno. Ma perché aspettare?

« Ero con i ragazzi oggi e avevo dimenticato il mio cellulare in macchina, quindi ti ho scritto con un altro. » mi spiega, usando un tono dolce. « Comunque non piangere per questa cosa di tuo padre, non è una cosa negativa... »

« Non è per lui, Harry. È per tutto, e forse mi deve venire il ciclo...»

«Merda, mi aspetta una settimana da incubo... Domani sera, casa mia? » mi chiede, cambiando argomento.

« Sì, magari inizi a insegnarmi a suonare il pianoforte» rido, passandomi la mano sulla guancia, e poi sospiro.

« Mads, se tu avessi la possibilità di vivere due volte, cosa faresti, se noi non ci conoscessimo? » mi chiede, giocando con una ciocca dei miei capelli.

« Probabilmente, nella prima parte della mia vita, passerei il tempo a costringere il destino a farci incontrare per caso » lui sorride.

« E nella seconda? » sembra eccitato come un bambino.

« Costringerei la vita a non portarti via da me » mi attira verso di lui, e restiamo così. Con la mia testa appoggiata alla sua, il suo braccio che mi tiene stretta e gli sguardi rivolti verso le stelle.

« Anche io, Mads. » sussurra, dandomi un bacio tra i capelli.

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