capitolo 21


Voi siete tutto.❤

L'ultima cosa che avrei immaginato, è che  avrei scelto di stare seduta su una panchina, a gambe incrociate,  affogando nel cibo.
Il mio burrito aspetta di essere mangiato, e fino a casa sarei morta di fame. Le persone mi passano davanti, a volte mi guardano in modo strano, come se fossi una barbona.

Per non parlare del fatto che, un signore insieme al suo cagnolino, mi sono passati davanti, e il signore mi ha messo delle monetine sul palmo della mano.

Ha pensato che fossi una barbona sul serio. Insomma, non penso di sembrarlo.

Nel momento in cui ho iniziato a borbottare a bocca piena, mi ha guardato in modo strano, e dopo aver visto lo zaino ai miei piedi, si è ripreso le monetine, scusandosi per il malinteso.

Che persona cattiva. Avrei potuto comprarmi un altro burrito!

Mi pulisco la bocca con il dorso della mano e con una mano mi tolgo le molliche di dosso.

« Ciao, Mads » dice Alex, sedendosi accanto a me. In tutta risposta mi scappa un rutto.

« Da dove diavolo sbuchi? » chiedo, singhiozzando. Perfetto, mi è venuto pure il singhiozzo.

« Veramente abito vicino... Che stavi facendo? » domanda, e finalmente giro completamente la testa verso di lui. Mi guarda con un cipiglio e ha le labbra increspate in un piccolo sorriso.

« Niente, il burrito stava scopando con la mia bocca. Cosa pensi che stia facendo, Alex? » domando, con tono ovvio. Lui alza gli occhi, reprimendo appena un sorriso.

« Le tue risposte mi lasciano spiazzato, ogni volta! » sorride, e inizia a picchiettare un dito sulla sua coscia.
È decisamente a disagio e non sa come portare avanti una conversazione con me. Sono così terribile?

« Alex, amico mio...che poi tanto amici non lo siamo, ma questi sono dettagli secondari » dico, corrugando la fronte. Lui mi guarda stranito e si tira leggermente indietro, aspettando che continui.

« So che parlare con una ragazza è imbarazzante, quindi fai finta che io sia un uomo! Cosa mi racconti? » assumo un espressione seria e impassibile, più o meno cercando di essere come i ragazzi, la maggior parte del tempo.
Alex scoppia a ridere e si tocca la punta del naso con l'indice, continuando a sorridere come un ebete.

« Ieri mi sono fatta una scopata favolosa sui sedili posteriori della macchina » dice, fiero di sé. Spalanco la bocca, scioccata e disgustata, e lui mi guarda con un ghigno.

« Ricordami di non salire mai in macchina con te! » ribatto, puntandogli il dito contro.

« E tu, amico? Cosa mi racconti? » domanda, alzando le sopracciglia. Forse ha preso questa cosa un po' troppo sul serio, oppure si diverte a farmi imbarazzare.

« Il tuo migliore amico mi ha baciato » dico, alzando il mento e guardandolo male. Alex diventa serio e si gratta la mascella, non sapendo cosa dire. Mi guarda con un cipiglio, e poi distoglie lo sguardo, e guarda da un'altra parte, assorto nei suoi pensieri.

Ah, Alex sa la verità.

« Alex, perché Shane si comporta così con me? » mi avvicino di più a lui, ma sospira. Sapeva che glielo avrei chiesto, non è mica stupido. Alex, essendo il suo migliore amico, ovviamente sa, probabilmente, anche quando Shane va in bagno.
Quindi dubito che lui non sappia la verità.

« Ascolta, Maddie... Mi dispiace per come ti ha trattato, davvero. E mi dispiace per come continua a comportarsi con te. La situazione è più complicata di così... E non penso che spetti a me raccontartelo. » allunga la mano verso la mia, afferrandola e stringendola. Mi guarda negli occhi con rammarico, e storco il naso, infastidita. Ci avrei scommesso su questa stupida risposta. Beh, almeno ci ho provato.

« Sai già il rapporto che ha con il padre, quindi... » odio quando inizia a divagare in questo modo. Insomma, so che il rapporto tra Shane e il padre non sia uno dei migliori, soprattutto da quando i suoi hanno divorziato, me lo ricordo come se fosse ieri.
Prima del divorzio, loro due avevano un bel rapporto. Erano una famiglia felice, sembravano sempre senza problemi, ma ovviamente era soltanto apparenza.

Ancora oggi non so il vero motivo della loro separazione. So che non andavano più d'accordo, o almeno è così che ha detto sua madre, e che non aveva più senso andare avanti in quel modo.
Shane è stato sin da sempre un ragazzo sveglio, intelligente, con un carattere particolare.
Dopo il divorzio dei suoi, dopo non molto aveva iniziato a trattarmi male, soprattutto ad allontanarmi da lui.
Non mi aveva detto il motivo, e neanche oggi lo so. Mi aveva detto semplicemente che fosse meglio così per entrambi.
In qualità di migliore amica, non volevo e non potevo stargli lontano, e fare finta di niente.
E vederlo prendersela tanto con me, mi ha distrutta.
Io dovevo essere la sua spalla, la sua ancora. Io ci sarei stata per lui a prescindere. Non importava la gravità del problema, non lo avrei abbandonato.

È stato lui a decidere per entrambi. Mi ha umiliata, mi ha resa ridicola, fragile, impotente e, soprattutto, debole come non mai. Ho odiato la mia persona, per molto tempo.

Mi sono sempre sentita pessima come amica, incapace di salvarlo dal mare di tristezza nel quale stava affogando.

Non capisco, comunque, cosa c'entro io con il rapporto che ha con suo padre.

Perché devo pagare io, nonostante sia innocente?

« Va bene, non ti farò altre domande, tanto so che è inutile » mi rassegno e finisco di mangiare il mio burrito.

« Scusami, Maddie... Sono sicuro che un giorno si aprirà con te » mi dà una pacca sulla spalla e si alza in piedi.

« Beh, io vado ora... Ti serve un passaggio? » domanda, con fare gentile.
« No, ci hai scopato là dentro. » rido, e lui scuote la testa, divertito. « Comunque no, mi farò una passeggiata. Ci sentiamo, Alex » lo saluto e lui ricambia, dopodiché attraversa la strada, senza girarsi più.
Mi alzo dalla panchina, stiracchiandomi, e vado verso il cestino a gettare la carta. Prendo lo zaino da terra e lo metto su una spalla, iniziando a camminare sempre dritto.
Odio i momenti in cui sono da sola. I pensieri prendono il sopravvento, soprattutto quelli negativi.

Mi è impossibile non pensare ai baci di oggi.
Sono felice che, nonostante io non sia innamorata, il bacio sia stato bello e importante. Almeno non è stato disgustoso e non è stato con chiunque.
E beh, il secondo è stato molto più imbarazzante e sorprendente, oserei dire.
Mi ha colto totalmente alla sprovvista.
Il bacio con Harry, posso capirlo, sono stata costretta, in un certo senso, ma non mi è dispiaciuto.
Mentre, quello con Shane è stato inaspettato.

Il mio ex migliore amico non me la racconta giusta.

Mi blocco non appena vedo Harry parcheggiare la macchina poco più in là, ed esce insieme a Jolene.
Perché diavolo quella stronzetta è scesa dalla macchina del mio Harry?
Prendo lo zaino e me lo metto davanti al viso, con la speranza che non mi vedano, altrimenti penseranno che li stalkeri, ma non mi dispiacerebbe.
Cammino, senza neanche guardare a dove metto i piedi, e all'improvviso sento la mia maglietta zuppa.

« Ma che cazzo! » dico, alzando la voce. Abbasso lo zaino e guardo la persona davanti a me. Tiene in mano un grande bicchiere di plastica, ormai vuoto, dato che il suo caffellatte è sulla mia maglietta.

« Mi dispiace tanto, non ti avevo vista. E tu dovresti abbassare lo zaino, come fai a vedere dove metti i piedi e chi hai davanti? » mi chiede, confuso. Alzo gli occhi al cielo e lo liquido con un cenno dalla mano, mentre corro dall'altra parte della strada, verso il bar. Dovrei pulirmi la maglietta in qualche modo, è orribile.
Mi nascondo dietro ad una macchina parcheggiata lungo il marciapiede, e sbircio nella loro direzione.

Entrambi hanno le macchine fotografiche in mano. Ecco, l'avevo detto che fosse un punto a favore di Jolene.

Se usassi la fotocamera del cellulare, Harry farebbe delle foto con me? O mi serve per forza una macchina fotografica?
Sbuffo e mi sistemo lo zaino sulle spalle, dopodiché decido di entrare in questo bar che, all'apparenza, sembra piuttosto accogliente.

Saluto e poi vado dritta nel bagno, dove getto per terra lo zaino e inizio a prendere la carta e bagnarla, per pulirmi la maglietta.
Il mio intento di pulirmi fallisce miseramente, dato che la mia maglietta fa più schifo di prima. Sospiro, e vado a fare la pipì, già che ci sono.

Una volta finito, con un movimento goffo, faccio cadere il rotolo di carta nel water.

Cazzo, merda.

E ora? Tiro lo sciacquone, il rotolo non va giù, anzi, sta risalendo tutto.
Che schifo, che schifo, che schifo. Cos'ha questo cesso che non va?
Sento qualcuno entrare in bagno, e mi maledico mentalmente. Devo uscire, devo lavarmi le mani. Sospiro e tiro fuori dalla tasca il cellulare.
Sento lo sciacquone e poi il rumore della porta che si apre. Apro la porta in uno spiraglio e vedo una donna lavarsi le mani, dopodiché esce fuori.
Ne approfitto per chiamare Harry.

« Dimmi che non hai ucciso qualcuno » è la prima cosa che dice non appena mi risponde. Alzo gli occhi al cielo e mi appoggio con la schiena contro il muro.

« Ho intasato il cesso... » dico, in un mormorio.

« Ma che cazzo, Mads. Hai cagato pure gli organi? » grida, per poi scoppiare a ridere.
Vaffanculo, amico.
« Che cosa devo fare, Harry? Sono disperata » piagnucolo, battendo il piede a terra.

« Che ne so, esci fuori e fai finta di niente. Mica sapranno che sei stata tu, per favore, non fare casini. » mi prega, usando il suo solito tono da mamma preoccupata.
Annuisco e chiudo la chiamata. Vado a lavarmi le mani, e poi prendo lo zaino ed esco fuori, fischiettando. Harry ha ragione, mica sapranno che sono stata io.

Se solo Harry sapesse che sono a qualche metro di distanza da lui.

Mi nascondo nuovamente dietro una macchina, questa volta più vicino a loro, tanto da sentirli parlare. Stanno ancora armeggiando con quelle maledette camere fotografiche.

« Sei così carino, dico davvero » la voce di Jolene mi fa venire voglia di uscire dal mio nascondiglio e andare a ucciderla.

« Carino non è l'aggettivo più appropriato, penso » ribatte lui, ridacchiando. Ma dico io, che hai da ridere?

« Jolene, non hai intenzione di dirle di noi? Cioè, non mi sembra bello tenerle nascosta una cosa del genere » dice Harry, e le sue parole mi arrivano addosso come mattoni. Loro due hanno una relazione e io non ne sapevo niente?

« Harry, so quello che sto facendo. Per favore, stanne fuori. So che è la tua migliore amica, ma per ora non me la sento che lei ne venga a conoscenza » brontola, leggermente infastidita.

« Si arrabbierà, e tanto. » mormora il mio migliore amico, passandosi la mano tra i ricci ribelli.

« Illuminami, allora. Cosa dovrei fare? » chiede con tono stizzito.

Ti illuminerei io, con un fulmine.

Si allontanano, iniziando a fotografare il passaggio intorno, e ci rimango male.
Non mi aspettavo che Harry mi nascondesse le cose, per una semplice ragazza.
Lo sapevo io che una ragazza avrebbe rovinato il nostro rapporto, nonostante egli mi abbia detto il contrario sempre.

Si addentrano nel parco e decido di seguirli, anche se risulto stupida. Avremmo potuto passare del tempo insieme, se Shane non avesse fatto lo stupido. E invece, ora Jolene sta prendendo il mio posto. Ma che piano ha?

Camminare con lo zaino davanti al viso, per passare inosservata, direi che è proprio un pessimo piano, dato che tutti mi guardano.
Giro la testa verso un signore, mentre continuo a camminare, e in una frazione di secondo mi ritrovo con il sedere a terra.
Alcune persone si girano verso di me, incluso Harry.

Mai una gioia nella mia vita.

Mi guarda preoccupato, quasi confuso, e non perde tempo a venirmi incontro.
Sbatte velocemente le palpebre e si abbassa sulle ginocchia, tendendomi la mano.

« Mads, che ci hai qui? Soprattutto, conciata così? » si riferisce alla mia maglietta, ormai rovinata.

« Storia lunga, decisamente noiosa e senza senso. Tu che ci fai qui? » chiedo, con tono quasi accusatorio. Afferro la sua mano e mi alzo in piedi, sbuffando.
Lui mi guarda e sogghigna, dopodiché si abbassa finché la sua testa non è alla stessa altezza della mia.

« Non mi hai mica seguito, vero? » ghigna e alzo gli occhi al cielo, battendo il piede a terra. Possibile che io non riesca a mentirgli mai?
Jolene abbassa la macchina fotografica e, ovviamente, non tarda ad arrivare da noi. Alza un sopracciglio, confusa e divertita, e Harry scuote la testa, sconsolato.

« Maddie, che ci fai tu qui? » chiede, con tono neutro. Non sembra importarle molto della mia presenza.
Harry mi guarda serio, ma poi noto l'ombra di un piccolo sorriso.

E, proprio impresso nei miei occhi, c'è la resurrezione di quel suo sguardo, riservato soltanto me che, come una medicina, mi risolleva ogni volta. Uno sguardo che pensavo di non rivedere più.

« L'ho chiamata io, pensavo le facesse piacere. » dice, nonostante sia una bugia.

Quante volte mi salverai, Harry?

« Oh, va bene » afferma Jolene, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Le sue mani armeggiano con la macchina fotografica, mostrando poi una foto a Harry. Lui sorride e poi mi guarda, facendomi segno di avvicinarmi di più a lui. Sposto i piedi, quasi come se avessi paura di violare il loro spazio vitale.
Jolene sposta lo sguardo su di me e poi, senza dirmi niente, gira la macchina fotografica verso di me, mostrandomi la foto.

Una foto che mi entra automaticamente dentro l'anima. Ha fotografato me e Harry  mentre ci guardavamo, con quei nostri sguardi complici.

« Mi è sembrato carino immortalare la vostra complicità. Comunque, Maddie... Dovresti darti una sistemata, sembri un clown » ironizza sul mio aspetto in questo momento, e Harry alza gli occhi al cielo, scocciato.

« Parla proprio la tizia che assomiglia ad un Umpa Lumpa » dico sarcastica, e Harry scoppia a ridere.

« Continuate a fare ciò che stavate facendo, non sarò d'intralcio » dico, goffamente. Il vento sposta i capelli davanti al viso, e alcuni finiscono dentro la bocca. Inizio a fare smorfie strane, cercando di spostare i capelli dalla faccia, e Jolene si morde il labbro, reprimendo un sorriso.

È una ragazza strana. A parte il fatto che si trucchi in modo eccessivo, si veste anche in modo strano, ma probabilmente la rende unica. Sembra una tizia punk, particolare, scontrosa, e la voglia di cavarle gli occhi si fa sempre più forte.

In un ossimoro, felicità e dolore, cerco di non indossare la maschera della mia peggior nemica: la gelosia. Felice di essere qui con il mio migliore amico, triste perché so che mi nasconde qualcosa.
I due continuano a scattare foto, a volte Harry si guarda sempre intorno, finché non trova il mio sguardo, rilassandosi. Gli sorrido, e ogni tanto mi fa vedere le foto che scatta.
Non mi sento partecipe come vorrei, come mi sarebbe piaciuto.

Non posso aprire la fotocamera del cellulare e fare delle foto a caso, risulterei cretina.
Dopo una manciata di minuti, Harry si offre a darci un passaggio. Per fortuna mi sono seduta io accanto a lui, facendo i salti di gioia mentalmente.
Accompagna prima Jolene, che durante il tragitto non ha fatto altro che stare zitta, e guardare fuori dal finestrino.

In questo momento sembra innocente, ma immagino Samara mentre la tira dalle caviglie e la fa precipitare dentro il pozzo.

Quando arriviamo davanti a quella che dovrebbe essere casa sua, saluta e ringrazia Harry per il passaggio.

« Ciao cosetta! » grido, sventolando una mano fuori dal finestrino.
Harry riparte e alza il volume della musica, mentre alla radio passano la canzone dei Nirvana, Smells like teen Spirit.
Harry canticchia, regalandomi ogni tanto un sorriso, che potrebbe essere benissimo paragonato alla pioggia in estate, dopo una giornata afosa, ti rinfresca, ti dà un senso di benessere.
Mi incita a cantare con lui, alzando di più il volume, ed ecco che ci trasformiamo in due rockettari scappati dal manicomio.
Muovo la testa, il corpo, e faccio finta di suonare la chitarra. Quando entra nel vialetto di casa mia, abbassa la musica.

« Shane mi ha baciato » dico ad un tratto, sentendo, in seguito, soltanto lo stridere delle ruote sull'asfalto. Harry si gira verso di me con occhi sgranati, e mi fissa con un cipiglio.

« È andata bene? Ti ha fatto qualcosa? » chiede, stringendo il volante. È così carino quando si preoccupa per me.

« Gli ho tirato un pugno in faccia » dico, ridendo. Mi sento fiera della mia azione, perché avrei dovuto farlo molto prima.

« Questa è la mia ragazza! » grida, dandomi il cinque.

« Ascolta, Mads. Perché non provi a chiarire con lui? Tipo lo leghi ad una sedia, così è sicuro che andrà via. Se non ti dice le cose, torturalo. Dico davvero, potresti prendere in considerazione quest'idea...» dice, pensieroso.

« Certe volte le tue idee sono più strambe delle mie. Ci sentiamo più tardi, Harry » mi avvicino a lui e gli do un bacio sulla guancia. Lui in cambio mi dà un abbraccio e mi sorride.

« Ciao, nana » mi stuzzica. Gli faccio la linguaccia e scendo dalla macchina, prendendo lo zaino. Mi saluta con un cenno della mano e aspetto che vada via.

« Maddie, possiamo parlare? » chiede una voce che ormai è diventata il mio tormento. Faccio un verso di disapprovazione, e mi giro per guardarlo.

« Ovvero, io che ti prego di dirmi la verità e tu che mi tratti male, perché sei semplicemente un fottuto bipolare, con problemi mentali gravi? » chiedo, inarcando un sopracciglio. Lui sorride imbarazzato, e scuote la testa.

« Vieni da me? Mia madre è uscita da poco. Possiamo parlare in tranquillità » fa spallucce e guardo verso la finestra di casa mia. Mia madre si starà chiedendo che fine abbia fatto.

« Non ci vorrà molto » sembra quasi che mi stia pregando. Annuisco e lo seguo verso casa sua.
Il cellulare vibra dentro la mia tasca e noto che è un messaggio da parte di Harry.

" Oggi ho visto quello sguardo, e da bravo migliore amico ti vorrei dire una cosa " leggo, ma non capisco di cosa stia parlando.
Mi arriva un altro messaggio e non appena lo leggo, mi sento confusa e felice allo stesso tempo, perché le sue frasi sanno tirarmi sempre su il morale.

" Smettila di indossare la museruola e di avere paura di dare un morso alla felicità. "

Vi ringrazio immensamente per il supporto che mi avete dimostrato, mi avete fatto sorridere, emozionare, piangere. ❤ Non avrei mai immaginato che sareste stati in così tanti, davvero, vi ringrazio di cuore. ❤ Ho cercato di ringraziare ognuno di voi, ma siete stati davvero in tanti ❤

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