capitolo 17

Solitamente il mio letto non è così duro. E Nemo non mi sta attaccato al sedere. E di solito non sento neanche così caldo.

« Lo so che sei sveglia, mi stai facendo il solletico con le ciglia » dice una voce roca.

E di solito il mio letto non parla. A meno che io non sia sonnambula, e che mi sia fatta qualche canna durante la notte. In ogni caso, deve essere veramente della roba buona.

« Mallow, mi stai soffocando » continua a dire. Apro un occhio e guardo il letto, che ha degli addominali.
Sgrano gli occhi e non appena mi rendo conto di essere sopra di Shane, salto in aria dallo spavento e rotolo giù dal letto, soffocando un gemito di dolore, dato che mi si stava per spezzare l'osso del braccio.

« Ma che cazzo è successo? » grido, poggiando i palmi a terra e indietreggio fino a raggiungere la porta, appoggiandomi con la schiena. La testa mi pulsa, come se qualcuno mi stesse colpendo con un martello, e a malapena riesco a tenere gli occhi aperti del tutto.

« Buongiorno anche a te, piccoletta » sbadiglia e scende giù dal letto, stiracchiandosi. O mio Dio. Ha solo i boxer addosso. Non può essere.

« Noi non abbiamo fatto cose! » grido, puntandogli il dito contro. « E che cazzo ci fai a casa mia? »

« Veramente questa è casa mia »

« Allora cosa diavolo ci faccio a casa tua? Oddio, abbiamo fatto sesso? Mi hai tolto la verginità contro la mia volontà? Maniaco del cazzo! » raccolgo una scarpa e la lancio contro di lui, che prontamente si sposta, e si mette le mani davanti.

« Ma quindi sei vergine? » sogghigna, avanzando verso di me.

« No, che non sono vergine! » mi alzo in piedi, e inizio a raccogliere i miei vestiti.

« Ma hai appena detto... »

« So cosa diavolo ho detto! Sono ancora ubriaca, fatti gli affari tuoi » stringo i pugni e mi piego per cercare l'altra scarpa, finita sotto il letto. Come cavolo è finita là? Ci sono i Pixie che spostano le cose? Giro per la stanza come una disperata, mollo tutti vestiti sul letto e mi prendo la testa fra le mani, imprecando mentalmente. Non posso aver fatto cose del genere con Shane, il mio ex migliore amico del cavolo.

« Dimmi che non abbiamo giocato a fare i genitori...sai tipo, a letto..» mormoro, appoggiandomi al muro. Alzo la testa verso il soffitto e lo sento avvicinarsi a me. Abbasso lo sguardo e non l'avessi mai fatto. Perché non si mette qualcosa addosso?

« Mi sarebbe piaciuto, ma no. Abbiamo soltanto dormito, Mallow. Io volevo andare via, ma tu ti sei aggrappata a me come un koala » sicuramente starà mentendo. Non posso averlo fatto davvero. Insomma, non sono davvero così idiota, giusto?

« Non posso aver dormito con te sul serio! » mi copro la faccia e quando è di fronte a me, mi toglie le mani dal viso e le stringe.

« Apri gli occhi, Mallow » perché si comporta così ora? Non voglio stargli vicino, è peggio della peste. Scuoto la testa e lascia le mie mani, portando le sue sul mio viso.

« Apri questi fottuti occhi, Maddie » maledetto stronzo. Apro un occhio e lui sorride, così mi rassegno e apro anche l'altro.

« Se potessi avere dei laser al posto degli occhi, giuro che ti taglierei in due » mormoro, ma lui continua a sorridere. Soltanto ora ci faccio caso che, in realtà, la mattina è molto più bello.

« Bene, non sei ubriaca e sei vergine » si allontana da me, sghignazzando. Se io mi trovo qui, significa che sua madre mi ha visto nel mio stato peggiore.

La vergogna è alle stelle. Bene, stappiamo lo spumante.

Per fortuna non ho dormito nella stanza di Shane, anche se non so quale sarebbe stata la differenza. Mi chiedo per quale stupido motivo io gli abbia chiesto di dormire con me. Si abbassa per prendere i vestiti da terra e mi avvisa che sta andando a farsi una doccia, proibendomi di sgattaiolare via.

Prigioniera di Shane Wayland.

Ma cosa mi era passato per la testa, nel momento esatto in cui avevo deciso cosa indossare? Guardo la maglietta che ho addosso, e mi imbarazzo soltanto al pensiero che sia sua.

Prendo la gonna e me la infilo velocemente, anche se la maglietta di Shane la copre quasi del tutto. Me la tolgo e indosso la mia maglietta, che in questo momento odio averla addosso. Non è il mio genere, non so neanche perché l'ho indossata. Prendo le scarpe in una mano e la borsetta ed esco dalla stanza, camminando in punta dei piedi. Magari riesco ad andarmene, senza farmi sentire. Scommetto di avere un aspetto orribile.
Chiudo piano la porta, e nel momento in cui scendo le scale, una voce mi blocca.

« Spero tu non abbia pensato di sgattaiolare via. Non è così, Mallow? » dice. Batto un piede per terra, frustrata, e alzo gli occhi al cielo, girandomi di poco, per guardarlo.

« Devo andare via, abito proprio accanto! » mi lamento, ma lui avanza verso di me, e mi scruta con attenzione. Indossa soltanto un paio di pantaloni della tuta e ha ancora i capelli umidi. Si passa la mano tra di essi e sospira.
Mi fa cenno di scendere le scale, senza dire niente, e obbedisco. Mi passa accanto e scende le scale, mentre io da dietro faccio tutte le smorfie possibili. Mi piacerebbe tanto spingerlo dalle scale, vederlo rotolare, mentre io mi sbellico dalle risate, mangiando popcorn.

« Mi ascolti? » la sua voce mi risveglia dai miei pensieri e scuoto la testa.
« Troppo impegnata a immaginare la tua morte, scusami » ammetto, alzando di poco le spalle.

« Onesta, lo ammiro » sorride, mostrandomi i denti, e non posso fare a meno di pensare ad un cane con la sua dentatura. Sono ancora ubriaca?

« Ti ho chiesto cosa vuoi mangiare » dice, aprendo il frigo.

« Se mi conoscessi davvero, neanche lo chiederesti » mormoro a bassa voce. L'ho detto più a me stessa, che a lui. Forse l'ho detto con un tono troppo malinconico, perché lui si gira verso di me e strizza gli occhi. Contrae la mascella e fa un passo verso di me, intento a dirmi qualcosa, ma non appena apre la bocca, la richiude subito. Mi dà le spalle e inizia a tirare fuori dal frigo il latte e le uova. Probabilmente si è offeso per la mia affermazione​, ma sa che ho ragione.

Poso le scarpe per terra e mi siedo sullo sgabello, posando la borsetta sulla superficie di marmo. Tiro fuori il cellulare e inizio a scorrere fra i diversi messaggi da parte di Harry e mia madre, inoltre ho anche parecchie chiamate.

Oh merda, sono nei guai.

Forse dovrei rinominare il nome di Harry in rubrica. La fase di Mr. Veggie l'abbiamo superata.

Sento Shane sbattere le uova e poi imprecare a bassa voce, ma mi mordo il labbro per non scoppiare a ridere.
Molto probabilmente mi accontenterò di una tazza di latte e basta. Sono sicura che mi lascerebbe anche morire di fame.
Sospiro e punto nuovamente gli occhi sullo schermo del mio cellulare, anche se ogni tanto osservo i movimenti di Shane.

Da Mr. Veggie:
Ehi, Mads. Il mondo mi sembra strano quando non ti sento, stai bene, vero?

Sento gli angoli della mia bocca sollevarsi verso l'alto, sorridendo come una scema.

Da Mr. Veggie:
A volte quando non ti cerco, ho seriamente paura di ciò che potresti combinare. Rispondimi, idiota.

Da Mr. Veggie:
Che palle. Sei arrabbiata con me, perché non abbiamo passato il sabato sera insieme? Sono stato con mia madre, Mads. Lo sai che a volte è davvero insistente, soprattutto quando vuole passare del tempo con me.

Tecnicamente ha ragione. Sua madre sa essere davvero insistente, hanno un bel rapporto, e a volte sua madre sente il forte desiderio di trascorrere del tempo con suo figlio.

Da Mr. Veggie:
C'è troppo silenzio e calma nella mia vita al momento. Ti prego, uragano, fatti sentire.
P.s. colazione insieme?

Cazzo, cazzo, cazzo. Poso il cellulare in grembo a me, e mi prendo la testa tra le mani. E ora che gli dico? Mi mordo il labbro, reprimendo la voglia di sbattere la testa contro il marmo, fino a spaccarmela. Stupida incosciente.

Riprendo il cellulare e decido di rispondergli, ma prima rinomino il suo nome in rubrica.

Non che sia migliore rispetto al nome precendente, dato che l'ho salvato con il nome con il quale ho battezzato il suo pugno: Mr. Hazzy, meglio evitare Mr.

A Hazzy:
Ieri sera sono stata ad una festa, penso di aver bevuto un po' troppo, e sono finita a casa di Shane. Ti prego, non farmi la ramanzina. Sto facendo già colazione, poi ti faccio sapere.

Shane mi passa il piatto sotto gli occhi e un bicchiere di latte e si siede accanto a me.
Non so se sono sconvolta perché si ricorda con precisione cosa mi piace mangiare a colazione, o semplicemente perché non mi ha rivolto la parola, per dimostrarmi il contrario della mia affermazione.

« French toast, ho messo la cannella, e sciroppo d'acero, e il latte è tiepido, come piace a te. » dice, con tono di sfida. Non ho il coraggio di guardarlo negli occhi, perché so che cederei.
Prendo la forchetta e inizio a mangiare, in silenzio. Neanche l'ho ringraziato, ma so che è soddisfatto di avermi lasciata senza parole.
Ingoio il primo boccone, e lui appoggia il gomito sulla superficie liscia del marmo, e mi guarda, mentre con l'altra mano si porta la forchetta alla bocca. Non posso fare a meno di osservarlo, perché sento il suo sguardo perforarmi il petto.

« Ti ho lasciata senza parole. Allora, non ti conosco, dici? » dice con tono provocatorio, avvicinandosi di più a me.

« Non dovresti preoccuparti delle mie abitudini, quelle possono restare tali, o possono cambiare. Preoccupati piuttosto dei miei sentimenti, quelli sì che possono cambiare, eccome! » dico, guardandolo negli occhi. Penso che abbia recepito benissimo il messaggio, perché distoglie lo sguardo e fa una smorfia, continuando a mangiare.

Il cellulare vibra, e il suo sguardo scatta verso la mia borsetta. Lo prendo e osserva ogni mio movimento.

Da Hazzy:
Beato lui. Preferisco sentire le tue idiozie di prima mattina, piuttosto che ascoltare mia madre parlare di lavoro e moda.

« Che sfigato » borbotta Shane, al mio fianco. Si è avvicinato abbastanza da leggere il messaggio, questo stronzo.

A Hazzy:
Tra quindici minuti a casa mia?

« Non ti permettere di offendere il mio migliore amico, Shane. Non hai proprio il diritto di farlo » ribatto, con tono duro. Stringe il pugno, e alza la testa verso il soffitto, sbuffando.

« Siete ridicoli, cazzo. È incredibile, tutti parlano di voi, come la coppia migliore del mondo. Amici un cazzo, sembrate uno più idiota dell'altro. » sputa, con disprezzo.

Lo schermo lampeggia e osservo la notifica con il messaggio da parte del mio migliore amico.

Da Hazzy:
Grazie al cielo, ho bisogno di un po' di caos nella mia vita. Giuro che le mie giornate sembrano monotone, quando non facciamo cazzate insieme. Sarò da te fra meno di quindici minuti.

Un sorriso triste si fa spazio sul mio volto. Shane è la prova del perché Harry è il mio migliore amico. Poso il cellulare dentro la borsa, e poi trafiggo con lo sguardo Shane.

« E scommetto che ti ritieni migliore, giusto? Con quella troia con la quale scopi quando ti pare, che mi ha messo in ridicolo davanti a centinaia di persone e non hai mosso un dito per aiutarmi. » sento la gola bruciarmi, ma non ho intenzione di dargli la possibilità di vedermi crollare. Non sono debole, non per lui.

« Non aprire questo argomento, per piacere » si alza anche lui e mi guarda torvo.

« Smettila di fare l'eroe con me, Shane, se davanti agli mi tratti di merda. Continuo a chiedermi perché sei tornato. Vuoi rovinarmi la vita, vero? So che questo è il tuo hobby preferito. » rido nervosamente, e muovo lentamente la testa, desiderando ardentemente di mollargli una ginocchiata in mezzo alle gambe.

La sua espressione è normale, sembra che non provi niente. Sbatte piano le palpebre, arriccia il naso e poi solleva l'angolo della bocca, fino a formare un sorriso impertinente.

« Mi hai spenta una volta, Shane. Se c'è una persona che mi ha ridato un po' di luce e mi ha insegnato a brillare, di certo non sei tu. Ora, scusami tanto, ma se provi a spegnermi, ti brucerai. »

Prendo le mie cose e, con un ultimo sguardo sprezzante verso di lui, esco dalla cucina e mi dirigo verso la porta d'ingresso. Questa volta non ha detto niente. Neanche ha tentato di fermarmi, è meglio così.
Non capisco il suo atteggiamento nei miei confronti. Non ricordo niente della scorsa notte, non so cosa ho combinato, ma probabilmente ho detto qualcosa di sbagliato, altrimenti non sarebbe così stronzo, più di prima.

Vorrei sapere cosa gli ho fatto di male, per trattarmi in questo modo. Vorrei sapere in cosa ho sbagliato, almeno un indizio. Perché continua a provare a ridurmi a pezzi, e poi ricompormi.

Non sono un puzzle, non è giusto.
A piedi nudi scendo i gradini e vado verso la staccionata, scavalcandola.
Harry è sul pianerottolo, seduto a terra, con gli avambracci appoggiati sulle ginocchia.

E mi viene da piangere, dannazione.

Guardo il mio migliore amico, e lui guarda me. I capelli scompigliati, che stanno iniziando ad allungarsi nuovamente, i suoi occhi, che in questo momento sono più scuri, e i suoi vestiti neri addosso, lo fanno sembrare un ragazzo cattivo.

Si passa la mano sulla guancia, imprecando a bassa voce, e poi si alza per venirmi incontro.

Non c'è bisogno di parole, i nostri sguardi raccontano già tutto.

Lascio cadere le scarpe a terra, e abbasso lo sguardo, fissando i miei piedi.

Ricomponimi, fallo, ora.

Due braccia familiari mi stringono in un abbraccio, attirandomi verso di lui, mettendo a tacere i miei pensieri. Gli stringo la maglietta in un pugno e appoggio la testa sulla sua spalla, sospirando.

« Mi ridurrà sempre a pezzi » perché è così. Lui sa distruggere, sa prendere la mira, sa giocare. E più cerco di essere forte, in realtà mi rendo conto di non riuscirci da sola. Perché la verità è che, io sono davvero sola.

« Ti ricomporrò sempre » infila le dita tra i miei capelli, tenendomi la testa premuta contro il suo petto e sento i suoi battiti accelerare.

« Harry, soffri di tachicardia? » gli chiedo, staccandomi da lui.

« No, si chiama rabbia. » la sua voce roca, mi fa rabbrividire. Forse da quando è arrivato Shane, non fa altro che tirare fuori questa parte di sé, che ho visto raramente.

È sempre stato scherzoso con tutti, abbiamo sempre combinato cazzate insieme, ci siamo cacciati nei guai e ci siamo slavati a vicenda. Ma non ha mai provato questa rabbia che prova ultimamente. Insomma, so che tende a perdere il controllo in fretta, e che con me è estremamente protettivo, come se fossi sua sorella, e tende a proteggermi sempre da tutto.

« Come ti sei conciata, Mads? Questa gonna è tipo... » mi guarda, storcendo il naso « Troppo corta? » sbuffa, abbassandosi per prendere le mie scarpe. Le guarda con curiosità e poi sorride.

« Queste sono di tua madre, vero? » annuisco, sorridendo, imbarazzata. Mi conosce talmente bene, che neanche ha bisogno di risposte.

La porta si apre e mia madre ci guarda, con le braccia incrociate al petto, ed espressione dura. Ecco, ora inizia con il terzo grado. Indossa ancora il pigiama, e ha i capelli legati in una coda disordinata. Direi che il suo aspetto non è poi migliore del mio.

« Maddie, non hai risposto alle mie chiamate e neanche ai miei messaggi. Stavo in pensiero! Inoltre, ieri sera, Harry aveva il cellulare spento. Mi spieghi che cosa hai combinato? Ed entra subito in casa! » mi ordina, spostandosi di lato per farmi spazio. Harry prende la mia mano, e quando mi giro verso di lui, mi fa l'occhiolino.
Entriamo entrambi in casa, con mia madre che ci segue come se fosse Hitler, e già inizio a prepararmi psicologicamente alla sua solita ramanzina. Harry lascia le mie scarpe all'entrata, ci avviamo nel salotto, e lancio la borsetta sul divano. Penso di essere nei guai fino al collo, dato che neanche avevo avvisato Harry ieri sera. Ora cosa mi invento?

« È colpa mia, signora Jones! Non siamo stati molto a quella festa, anzi, dopo massimo due ore siamo andati a casa mia. Abbiamo guardato un film e abbiamo mangiato della pizza, come facciamo di solito il sabato. A quanto pare, questa abitudine non cambierà mai » Harry ride, cercando di sembrare convincente, e spalanco la bocca. Beh, avrei dovuto aspettarmelo. Non mi lascia nei guai, mai.

L'espressione di mia madre si addolcisce, e inizia a scuotere la testa, sconsolata.

« E perché non avete risposto alle mie chiamate? » chiede, guardandoci con sospetto.

« Perché il mio cellulare era dentro la borsa e avevo la vibrazione, e lo sai che di solito il sabato teniamo i cellulari spenti, quando guardiamo il film » questo tecnicamente è vero.

« Beh, questo è vero... Ricordo quando vi ho lasciati a casa, e quando vi ho chiamati al cellulare, nessuno dei due mi aveva risposto. Eppure, quando sono tornata a casa, vi ho trovati sul divano, che dormivate, con i cellulari sul tavolino. » sorride al ricordo, e Harry mi lancia uno sguardo complice. Sorridiamo sotto i baffi, facendo finta di niente, e mia madre si rassegna.

« Avete fatto colazione? »

« Sì » dico io « No» afferma lui.

Mia madre strizza gli occhi, guardandoci nuovamente con sospetto.
Cazzo.

« Lei ha mangiato, io no, perché non avevo molta fame. » risponde il mio migliore amico.

« Beh, io faccio i pancakes. Se volete, mi trovate in cucina » dice mia madre, allontanandosi. Io e Harry ci guardiamo per una frazione di secondo, per poi scoppiare a ridere.

Mi avvicino a lui e gli strizzo le guance tra pollice e indice, e lui preme il palmo della mano contro la mia fronte, per allontanarmi da lui.

« Smettila, non sono un bambino » si lamenta, come sempre.

« Grazie, Harry. Come sempre »

« Ehi, affondi tu, affondo io » dice, guardandomi serio.

« Giusto » battiamo il cinque e sorride, mostrandomi le fossette.

« Mi mancava tutto questo. Non ho inventato così tante scuse neanche per me » ride, buttandosi sul divano, a pancia in giù. Gli sorrido e mi avvicino lentamente, ma quando capisce le mie intenzioni, muove la mano, intimandomi a restare ferma. Tenta di alzarsi, ma mi butto letteralmente sul suo corpo, posando la testa sulla sua schiena.

« Mio Dio, un giorno finirai per spezzarmi la schiena, nanerottola » dice, ridendo.

« Sono veramente un casino, vero? » gli chiedo, alzando la testa per guardarlo. Lui sorride, ma guarda di lato, dato che non può girarsi.

« Il più bello dei casini, fidati » la sua frase mi fa sorridere, ma non appena sento un brusio all'entrata, delle voci squillanti, Harry si alza di colpo, facendomi cadere con il sedere a terra.

« Cazzo! » grido, lamentandomi. Lui scoppia a ridere e gli tiro uno schiaffo sul polpaccio.

« Catto! » esclama una vocina tenera, e io e Harry sgraniamo gli occhi, quanto due cipolle.
Il mio cuginetto, di due anni e mezzo, ci guarda, sorridendo.

« No, no, no. Jared, non ripetere parole del genere, fai il bravo, dai » lo prego, ma lui mi guarda male e si mette a gridare, la stessa parola di prima.

Mia zia entra in salotto, io ancora seduta per terra, Harry che non sa cosa dire, e Jared che tira la gonna di sua madre.

« Mamma, catto » le dice. Mia zia si porta la mano davanti alla bocca, e poi mi guarda.

« Maddie, che cosa fai per terra? »

« Mi... Mi è caduta l'unghia. La stavo cercando » dico, balbettando. La gamba di Harry scatta verso la mia, e assottiglio le labbra, rendendomi conto della cazzata che ho appena detto.

« Voleva dire il tagliaunghie » dice, Harry.

« Hai un aspetto orribile, tesoro. Che cosa ti è successo? »

« Un esercito di gnu mi è passato di sopra » rispondo, alzando gli occhi al cielo.
Mi alzo e Harry mi prende dal braccio e mi fa sedere accanto a lui.
« Controllati, Mads, altrimenti non riuscirò a trattenere le risate » sibila al mio orecchio. « Ah, e devi farti assolutamente una doccia. Puzzi, Mads » spinge la sua spalla contro la mia, in modo scherzoso, e lo fulmino con lo sguardo.

« Zia, io vado a farmi la doccia »
« Sì, anche io » mormora Harry.
« Vi fate la doccia insieme? » chiede mia zia, e Harry si gira e si morde il dito, per non ridere.

« No, lui mi aspetta nella mia stanza. Gli piace passare del tempo con Nemo » spiego, con un sorriso. Harry si gira
di scatto verso di me, e faccio spallucce.
Esco dal salotto e lui mi segue. Saliamo velocemente le scale e una volta entrati nella mia stanza, restiamo immobili, forse sconvolti.

Nemo ha fatto la cacca sul mio tappeto e si è rotolato... proprio lì.

« Hai un gatto di merda... letteralmente » Harry ridacchia, e lo guardo male.

« Perché è rimasto chiuso nella mia stanza? » domando, con un filo di voce. Penso di sentirmi male. Si sente troppo forte la puzza.

« Mads, io penso che Nemo dovrebbe fare la doccia... »

« Io, invece, penso che vomiterò..» mormoro, sconvolta.

« Mads...» ridacchia « Che ne dici di " Nuotiam nuotiam"? »

Alzo la testa verso di lui e scoppio a ridere. « Lo lavi tu »

Lui scuote la testa, e assume un'espressione seria. « Neanche per sogno, è il tuo gatto »

« Merda » dico, stringendo i denti.
« Eh sì, proprio quella » Harry ride e gli do una gomitata.
« Vai in bagno, prepara l'acqua, io...lo prendo dalla coda » dico, facendo una smorfia di disgusto.

« No, ti aiuto. Gli tengo le zampe e tu la coda » dice e annuisco. Mi avvicino a Nemo, molto lentamente, e gli afferro la coda, stando attenta a non toccare altro.
Lo alzo in aria e Harry gli afferra le zampe anteriori, e lo trasportiamo in bagno.
Harry tiene la testa all'indietro, e con una smorfia sul viso, guarda Nemo. In effetti, viene da vomitare anche a me.
Lo mettiamo dentro la vasca e Harry regola subito l'acqua, ma Nemo cerca di scappare via.

« Fra tutte le cazzate che ho fatto nella mia vita, non avrei mai pensato che sarei arrivato al punto di lavare un gatto, perché è sporco della sua stessa cacca » il mio migliore amico si siede sul bordo della vasca e tengo fermo Nemo, mentre lui fa scorrere l'acqua sul suo pelo.

« Mi dispiace, ti trascino sempre nei miei casini »

« A me piace essere trascinato nei tuoi casini, Mads. Ho bisogno di questo nella mia vita. » sorridiamo entrambi e continuiamo a lavare Nemo. A volte sono così felice di averlo come amico, che mi rattristo. Forse perché non mi sembra vero, o forse perché avrei voluto che anche Shane fosse così.

« Lui mi aveva spenta » dico, all'improvviso.

« Ma tu sei rinata dalle tue ceneri, giusto? » chiede, allungando la mano bagnata verso di me. Gliela stringo, ma il nostro contatto visivo viene interrotto dal miagolio di Nemo, che sembra disperato.

« Harry! Il getto lo sta colpendo solo in faccia, sta soffocando » grido, presa dal panico.

« Oh, cazzo » chiude l'acqua e Nemo non perde tempo a saltare giù dalla vasca e scappare via.

« Dio, siamo terribili » dice e mi siedo sul bordo della vasca, accanto a lui.

« Puoi dirlo forte, Harry » rido, passandomi una mano sulla fronte.

Se tu mi salvi, io ti salverò, sempre.

Ciao, scusatemi tanto per l'attesa, ma soltanto ieri ho finito gli esami. Spero vi sia piaciuto il capitolo, in tal caso lasciate una stellina ❤

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