capitolo 10

Dopo la giornata di ieri, ho detto a Harry di non aprire più il discorso, anche se aveva una voglia matta di spaccare la faccia a Shane.
Harry sa i miei precedenti con Shane, e sa per certo che quando lui è intorno a me, va tutto malissimo.
E non è soltanto colpa sua, ma tutti coloro che lo circondano, lo imitano.
Se è prepotente uno, lo è anche l'altro.
È così che funziona nel suo giro. Ha degli amici di merda, e non mi stupisco se è diventato una persona orribile.

E so che questo è soltanto l'inizio, e la cosa mi fa diventare matta.
Almeno a Shane posso spaccare la faccia quando voglio, mi basta scavalcare la staccionata.

Sbuffo, mentre continua a disegnare cose senza senso.
Lo odio con tutto il mio cuore. Sia lui, che la sua nuova amichetta. Quando si renderà conto che la usa soltanto per scopare, sarà troppo tardi. Lui è un ragazzo sveglio, intelligente, ma è un coglione. Con me ha sempre questo atteggiamento, e lo reputo ridicolo.
È soltanto un bambinone che che si diverte a fare il grande.

E vorrei non essere io la vittima, almeno per una volta. Sono il suo fottuto chiodo fisso.

Sono davvero così debole? Perché diavolo devo avere un vicino così stupido?

Ho deciso di seguire le regole di mia madre, per una volta. Faccio finta di essere in punizione, quindi sto chiusa nella mia stanza a deprimermi.
Neanche la musica mi aiuta, e neanche il disegno, dato che ho disegnato un unicorno​, ma assomiglia tanto ad un rinoceronte sovrappeso.

Accendo il computer e lo porto sul mio letto, mentre sistemo i cuscini per bene, e metto il telefono lontano da me. Non voglio parlare con nessuno.
Oggi è la giornata dedicata alle serie TV.

Mi piace stare qui, a sclerare da sola, piangere per la morte di qualcuno, mangiare porcherie, e ridere da sola.

Le serie TV salvano delle vite. Nonostante la monotonia, mi basta una serie TV per stare bene, e addio vita sociale.

La cosa che mia madre odia è quando guardo puntata dopo puntata, stando ore davanti al computer, senza fare alcuna pausa.
Infatti, mi ha chiamato a cena e neanche mi sono alzata dal letto.

Ovviamente, se Harry​ ci fosse stato con me, sarebbe stato tutto molto più divertente, visto i suoi commenti.
Lui è praticamente il mio unico amico, perché da quando Shane aveva iniziato a prendermi in giro a scuola, mi ero allontanata da tutti.

Da allora non riesco più a stringere amicizia con gli altri. Non lo faccio per arroganza, ma per mettermi in salvo. Rido e scherzo con tutti, ironizzo sempre, ma non riesco ad avere con nessuno il rapporto che ho con Harry.
Con lui condivido anche le cose più disparate, ed è per questo che se la nostra amicizia dovesse finire, finirei rinchiusa in una clinica per malati mentali.
Dopo ore e ore di serie TV, decido finalmente di chiudere tutto e andare a dormire, altrimenti la mattina non riuscirò sicuramente a svegliarmi, come sempre.

« Mads, aiutami! Prendi la spada » grida il mio migliore amico, mentre il mostro davanti a me si fa sempre più vicino.
« Oddio, morirò! » grido e tiro fuori la spada per difendermi​. Perché è come se io e Harry fossimo in Star Wars?
« Uccidilo! » grida, facendomi trasalire.
« Ma anche no, uccidilo tu! » urlo, mentre indietreggio.
«Neanche nei sogni sei utile, Mads »
« Parlò il salvatore del mondo! »
« Ti sta squillando il cellulare! » ribatte, infastidito.
« Ah, vero. E allora uccidilo tu! » ridacchio e lancio la spada verso di lui.

Sento la vibrazione del cellulare e inizio a tastare il comodino, alla ricerca del telefono.

« Pronto » rispondo, tenendo gli occhi chiusi.

« Ciao, Mads. Dormivi? » mi chiede, bisbigliando.

« No, stavo combattendo contro un mostro » sbadiglio e lo sento ridacchiare.

« Devi farmi un favore » mi dice, a bassa voce. Ma perché diavolo bisbiglia al telefono?

« Mmh..» dico « Sono le quattro del mattino, levati» mormoro.

« Mi vieni a prendere, per favore? Penso di essere ubriaco » ride e poi lo sento gemere.

« No, dormi dietro ad un cespuglio. Ciao » sto per chiudere la chiamata, ma lo sento sbuffare. « E poi, come diavolo sarebbe a dire "penso di essere ubriaco", lo sei o no? »

« Se vedo un bue che vola, secondo me sono pure fumato » ridacchia e mi schiaffeggio la fronte.
« No, io non vengo. Mi rifiuto » mi lamento.

« Mads, ho ucciso una persona » mi dice e balzo giù dal letto.

« O mio dio, mi prendi in giro? » grido, ma poi mi tappo la bocca.

« Per favore... Ti aspetto vicino alla gelateria Peter Pan. Muoviti » dice e guardo il mio pigiama con una testa gigante di un gatto sul davanti.
Mi infilo le ciabatte e scendo furtivamente al piano di sotto.
Nemo drizza le orecchie e apre un occhio per guardarmi.
Inizia a miagolare e viene verso di me.

« Shh, taci! Non farmi scoprire » dico, ma lui si arrampica sulla mia gamba.
Probabilmente si è innamorato del mio pigiama.

« Tesoro, non puoi fare gattini con la mia maglietta. Vai via » scuoto la gamba, ma lui conficca gli artigli nella pelle.
Oh, Cristo santo.
Mi abbasso e lo prendo in braccio, dopodiché prendo le chiavi della macchina ed esco di casa.

Entro in macchina e metto Nemo al posto accanto a me.

« Non farmi dichiarazioni d'amore mentre guido, per favore » gli dico, accarezzandogli la testa.
Metto la macchina in moto e parto verso il luogo dove Harry mi sta aspettando.
Oddio, mi manca l'aria. Harry non ha ucciso veramente una persona, vero?

Non voglio nascondere il cadavere.

Quando arrivo, lo trovo abbracciato al palo del segnale dello stop, e accosto vicino a lui.
Scendo rapidamente dalla macchina e vado verso di lui.

« Allora, dov'è il morto? » gli domando, guardandomi in giro.

« È qui » dice, sorridendo.

« Dove? Cazzo, sono orba » mi stropiccio gli occhi e lui mi prende il viso tra le mani.

« Sono io il morto. Booo» dice e poi scoppia a ridere.

« Mi prendi in giro..» poso la fronte contro il palo e sospiro.

« Posso dormire a casa tua? » porta il dito alle mie labbra e inizia a muoverlo su e giù, fino a creare un rumore come quello dei neonati.
Gli schiaffeggio la mano e lui ricomincia a ridere.

« Smettila, idiota! Sali in macchina » gli dico e vado verso l'auto, ma lui non intende staccarsi da quel maledetto palo.

« Harry? Ti ho detto di venire » sbuffo e tiro un pugno sul cofano.

« Guarda, io verrei... Ma non so più qual è la macchina! » grida, portandosi le mani sulle guance. Mi guarda spaventato e chiudo gli occhi, contando fino a dieci. Non l'ha mica detto sul serio, vero?

« Harry, la macchina è davanti a te! » alzo la voce e lui strabuzza gli occhi.

« Merda, sei tu la macchina? Ma cosa, siamo in Transformers? » inizia a saltellare, gasato, e vedo la testa di Nemo sbucare fuori dal finestrino e inizia a miagolare.

« Mads, ma tu lo senti questo gatto? » dice, portandosi una mano all'orecchio, facendo finta di ascoltare meglio.

« È il mio...» rispondo, rassegnata.
« La tua maglia miagola? » si stacca dal palo e viene verso di me.

« Dio..» mormoro, al limite della sopportazione.

« Preferisco essere chiamato Gesù » si alza sulle punte dei piedi e si improvvisa ballerina.

« Che diamine stai facendo? Harry, sono le quattro del mattino! Abbiamo scuola tra qualche ora, andiamo » vado e gli afferro la mano, trascinandolo con me.

« Secondo te riuscirei a camminare sull'acqua? » chiede e apro lo sportello della macchina.
Lo aiuto a sedersi, e lui posa la testa contro lo schienale e inizia a picchiettare le dita sulle ginocchia.
Chiudo lo sportello e corro dall'altra parte della macchina per salire accanto a lui.
Nel momento in cui salgo, lui esce, traumatizzato.

« Oh, per tutti i calzini che ha ricevuto Dobby! Quello è Nemo! Cosa diavolo ci fa il tuo gatto qui? » sbraita indicandomi il gatto.

« L'ho portato con me, per favore sali, Harry » ormai esasperata, poggio la testa sul volante, ma per sbaglio suono il clacson e balzo all'indietro.

Harry entra nuovamente in auto e mi fissa in modo strano, insistente, perplesso, poi sorride e fa spallucce.
Ha fumato di sicuro.
Nemo salta avanti, scavalcando il freno a mano e si siede in grembo a Harry.
Quest'ultimo alza le mani e allunga il collo, per stare il più lontano da lui.

« Ti prego, levamelo di dosso! Non voglio essere stuprato da un gatto. Non potrei denunciarlo...» dice, ma poi ci pensa su.

« Certo, nello spazio magari potresti..» borbotto e prendo Nemo in braccio, mettendolo nuovamente sul sedile posteriore.

« La polizia Gattospaziale » comincia a ridere e nel frattempo si mette la cintura. Beh, almeno questo.

Guido verso casa e nel frattempo sono costretta a sentire Harry che canta le canzoni di Bruno Mars, e si muove nell'abitacolo, sbattendo gomito contro il finestrino ogni tanto.

Muove il bacino e la testa, e onestamente sembra posseduto.

E come se non bastasse, Nemo lo asseconda a ritmo di Miao.

« Mads, il tuo gatto rompe » dice, lamentandosi.

« Zitto, si sta esibendo come te » gli faccio cenno di tacere e lui continua a cantare.

Ecco perché esistono i migliori amici.
Io lo aiuto nelle situazioni più assurde, almeno non sono l'unica cogliona. Ci siamo trovati per miracolo.
Ad un tratto smette di cantare e si prende la testa fra le mani.
Lo guardo preoccupata e lui scuote lentamente la testa.

Alza il volume della radio e quando mi guarda, vedo che ha gli occhi lucidi.
Alla radio stanno passando la canzone Say something, e ora mi tocca un Harry depresso.

« Harry, non piangere per favore...» biascico, cercando di consolarlo, ma mi viene da ridere.

« Questa canzone mi fa ricordare lei... » il labbro gli trema e perfino il gatto smette di miagolare.

« Ma lei chi? » chiedo, mettendo la freccia per svoltare a sinistra.

« La mia cagna! » esclama e mi porto una mano sul petto.
« Harry, detto così non suona molto bello...»

« Me l'avevano regalata a tre anni...» singhiozzo.
« Stai piangendo per la cagna che hai ricevuto a tre anni... Aspetta, Harry. » dico, fermando la macchina.
Gli prendo il cellulare dalla tasca e lui mi guarda in modo strano.
Apro la fotocamera e alzo il cellulare verso di lui, pronta a fare il video.

« Va bene, ora puoi continuare a piangere » dico, sghignazzando.
Invece, tira su con il naso, e guarda fuori dalla finestra.
Non mi parla più, si è offeso.
Quindi verso casa, e ogni tanto guardo Harry, per essere sicura che non vomiti.
Nemo si è addormentato e piano piano anche Harry sta crollando.
È così tenero quando è ubriaco. Fa così tante figuracce.
E io sarei peggio di lui?
Beh, la cosa positiva è che almeno lui non spara stronzate da sobrio, come faccio io.
Io quando bevo ne sparo il triplo. Non c'è neanche un cane per strada a quest'ora, e non mi sorprende affatto. Insomma, Harry è un deficiente se va alle feste durante la settimana scolastica.

Quando arrivo a casa, fermo la macchina, e sveglio Harry, che borbotta qualcosa nel sonno e si sistema meglio sul sedile.
Lo scuoto per il braccio e quando apre gli occhi, gli faccio segno di scendere.
Come per miracolo, lui non si oppone e scende pianissimo, senza fare rumore.
Prendo Nemo in braccio, chiudo lo sportello, dopodiché seguo Harry, che ormai è quasi vicino alla porta.

« Per favore, non fare casino... Se ci beccano i miei, siamo fregati » gli dico, e lui annuisce.
Entriamo in casa, senza fare rumore. Strano, ma vero. Poso Nemo per terra e poi prendo Harry a braccetto e saliamo le scale, per andare nella mia stanza.

E che scusa mi inventerò domani mattina?
Sbuffo e una volta che arriviamo nella mia stanza, lui come sempre si butta sull'altro letto, che ormai gli appartiene, e inizia a lamentarsi.
Apro il cassetto e prendo un'aspirina, e poi prendo il bicchiere e l'acqua che tengo sul comodino, perché la notte mi viene sempre sete.. Preparo il tutto e lo lascio sul comodino, e poi aiuto Harry a sfilarsi le scarpe e la maglietta.

« Harry, vado un attimo in bagno » gli dico, e lui annusice e si mette a gambe incrociate.
Corro in bagno, perché ho paura di lasciarlo solo per troppo tempo. Harry a volte è ingestibile come me.

Dopo meno di cinque minuti ritorno nella stanza e rimango perplessa.

« Che fai? » gli chiedo, buttandomi sul letto.

« Sto cazzeggiando con il tuo cellulare » dice, con ovvietà. « Mi sono imbattuto in questa tua applicazione dove leggi libri... » spalanca di poco la bocca e mi alzo per andare a sedermi accanto a lui.

« Perché diavolo sto leggendo una storia Daddy dove il protagonista si chiama Harry? » chiede, scioccato.

« Non chiederlo a me, non l'ho aperta mica io! » ribatto, alzando gli occhi al cielo.

« Mads, secondo te sono Daddy? » chiede, perplesso.

« Harry... Ma hai capito che genere di storia stai leggendo? » lui fa spallucce e continua a scorrere il dito sul display.
Gli prendo il cellulare dalle mani e chiudo l'applicazione.

« Non voglio che ti trasformi in un ninfomane » gli dico, rassicurante.

« Non è papino, tipo in senso carino? » domanda, accigliandosi.

« Dormi, Harry...dormi! » dico, esasperata.
« Ma io voglio capire..» mi guarda perplesso e mi fa segno di continuare.

« Harry, non mi sembra il caso..» borbotto, liquidandolo con un cenno della mano.

«Non è niente di terribile. Se avrò una figlia, probabilmente mi chiamerà papino. Lo fanno tutti i bambini » alza le mani in aria, e nascondo il viso nel cuscino, reprimendo una risata.

Mi giro verso di lui, che mi guarda come se fossi matta, e fa spallucce.
« Sono storie erotiche, per l'amore del cielo! Non penso proprio che costringerai tua figlia a...» non finisco la frase, che vedo Harry cadere dal letto, scivolando nel verso senso della parola, con gli occhi strabuzzati.

« O mio dio, non farò mai dei bambini! Non voglio essere Harry Daddy o Daddy Harry » si porta le mani sul viso e alzo gli occhi al cielo.
Esagera sempre.

Lo aiuto a rimettersi nel letto e gli do un bacio sulla fronte.

« Buonanotte, idiota » mormoro e lui sorride, prima di chiudere gli occhi.

Il giorno dopo, non è la sveglia a svegliarmi, bensì i raggi del sole che penetrano dentro la stanza.
Apro un occhio e noto una figura vicino alla finestra.
Caccio un urlo di spavento, tanto da rotolare giù dal letto.
Alzo lo sguardo e mi rendo conto che si tratta di Nemo. Cosa diavolo ci fa il mio gatto là fuori, per di più mi sta spiando da una fottuta finestra.

« Io l'ho detto che il tuo gatto è uno stalker professionista e stupratore » brontola con voce roca e mi giro verso di lui, che si stropiccia gli occhi e sbadiglia.

« Sì, buongiorno Harry » dico e mi alzo in piedi.
Prendo la bottiglia e riempio il bicchiere che ho lasciato sul comodino, dopodiché gli faccio segno di prende l'aspirina e mandarla giù.
Ovviamente mi dà ascolto, e poi poggia il bicchiere dov'era prima.
Il mio migliore amico mi guarda con espressione assonnata e vado verso l'armadio.
Tiro fuori una maglietta bianca, un po' larga e un paio di jeans sbiaditi.

« Hai qualcosa di mio, per caso? » domanda, venendo verso di me.

« Sì, non è la prima volta che capita e lo sai.. ormai mia madre quando fa il bucato non mi chiede più di chi siano i vestiti maschili » ridacchio e lui inizia a frugare tra i miei vestiti, mentre io apro il cassetto e prendo l'intimo pulito.

« Faccio veloce, stai qui » prendo i miei vestiti e mi chiudo in bagno.
I miei capelli sono peggio di un nido di uccelli.
Oh signore. Raccolgo i capelli in una crocchia e mi spoglio velocemente.
Mi faccio una doccia veloce, senza perdermi in pensieri filosofici, e una volta finito mi asciugo e mi vesto.
Lascio liberi i capelli e inizio a pettinarli.
Mi lavo i denti e decido di mettermi un po' di mascara e matita.

Esco dal bagno e trovo Harry appoggiato all'armadio, con gli occhi chiusi e i vestiti in mano. Apre un occhio per guardarmi e sorride.

« Ci hai messo poco » dice, e poi mi passa accanto, chiudendosi in bagno.

Dopo dieci minuti, abbiamo sistemato i letti e siamo pronti per andare a scuola. O meglio dire, io sono pronta, lui non sa neanche su quale pianeta vive.

« Non ho lo zaino, non ho la macchina, come faccio? »si lamenta, prendendosi la testa fra le mani.

« Guarda, andiamo a fare colazione e poi magari ci porta mia madre a scuola! Poi dopo scuola te ne vai a casa, tanto avrai qualche libro a scuola, giusto? In ogni caso, sei sempre con me, quindi seguiamo insieme. » cerco di tranquillizzarlo, ma poi, a chi diavolo voglio prendere in giro?

« Ma quando mai ho seguito la lezione? » gli domando, scioccata. Lui ride e poi usciamo fuori dalla mia stanza, e scendiamo le scale in punta dei piedi.

Quando arriviamo in cucina, mia madre sbuca dietro di noi e fischia, stile soldato.
Io e Harry ci giriamo lentamente e mia madre ci guarda con le sopracciglia alzate.

« Harry, cosa ci fai qui a quest'ora? » gli chiede, e la sua espressione di addolcisce.

« Ehm.. sono.. venuto a vederla, mi mancava » fa spallucce e mi porto una mano sul viso.
« Oh, che caro! Vieni, ti preparo la colazione » lo invita a sedersi e io rimango a bocca aperta.
Ma sono io sua figlia! Harry mi fa la linguaccia​ e alzo gli occhi al cielo, scocciata.

« Maddie Jones, ho sentito la macchina stamattina, per caso sei sgattaiolata via? » ma mi sta prendendo in giro?

« No, io stavo dormendo! » mi lamento e lei assottiglia lo sguardo, per vedere se sto mentendo o no.

« Mamma, posso prendere io la macchina oggi? » le domando, anche se so già la risposta. Il suo NO me lo sogno la notte.

« Solo se la guida Harry » dice e spalanco la bocca. Mi vuole diseredare per adottare Harry?
Resto in silenzio e guardo male Harry, che nel frattempo se la ride di gusto.
Dopo un po' mamma ci mette davanti due piatti con i pancakes e due bicchieri di succo di frutta e poi ci lascia da soli.
Io e Harry consumiamo la nostra colazione, e guardo fuori dalla finestra.
Shane è fuori e sta parlando al cellulare di prima mattina.

E poi ci sono io, che mi cerca soltanto mia madre, la nonna, papà, il gatto, e Harry.

Una volta Nemo ha chiamato per sbaglio mia madre, anche se lei non mi ha creduto.

Finiamo di mangiare e poi Harry prende le chiavi della macchina e usciamo fuori.
Shane si gira subito verso di noi e smette di parlare al cellulare.
Avanza verso il portone ed esce.
Noi entriamo nella mia macchina e lui si dirige verso la sua.

Stupido, lui è molto stupido e arrogante.

Harry mette la macchina in moto e neanche fa parola. L'ha visto, ma preferisce non parlarne, e apprezzo il gesto.
Sa che poi divento Hitler di prima mattina.
Guida tranquillamente e ogni tanto tamburella le dita sul volante, lanciandomi qualche occhiataccia curiosa.

Quando arriviamo a scuola, parcheggia la macchina e mi dà le chiavi.
« Grazie, Mads. » dice, stampandomi un bacio sulla testa.

« Vado a vedere se qualcuno ha qualche libro da prestarmi, ci vediamo in classe » mi abbraccia e poi corre via.
Resto appoggiata alla mia macchina e lo sguardo mi cade su Shane, che è arrivato prima di noi, e la spilungona.

Ma è una tradizione mangiarsi la faccia di prima mattina?

Povera sciocca, che pensavo non c'entrasse niente con l'accaduto di ieri.
Il vecchio Shane mi avrebbe difesa.
Sistemo lo zaino sulle spalle e a testa alta passo accanto a loro, ma ovviamente la sua voce da gallina mi ferma.

« Ciao Maddie, che piacere vederti » dice, ridendo. Si è fumata qualcosa?

« Mi stai prendendo in giro? » le chiedo, alzando un sopracciglio. Metto le mani sui fianchi e lei mi guarda in modo innocente, e sbatte piano le palpebre.

« No, assolutamente! Perché dovrei? » sorride, e nel frattempo stringe la mano di Shane, facendo intrecciare le loro dita.

« Quale ruolo stai interpretando ora? Quello della zoccola che fa finta di niente? » incrocio le braccia al petto e Shane si morde il labbro per non ridere.

« Bada a come parli, ragazzina! »

« Ma se hai la mia stessa età! » dico, con ovvietà. Lei storce il naso e sposta i capelli sulla spalla destra, con fare teatrale.

« Sparisci dalla mia vista » dice, appiccicandosi a Shane. Dai, assorbilo bene, razza di assorbente vivente.

« Sei più inutile del primo minuto del video della canzone di Taylor Swift, I knew you were trouble. » le spiego e lei mi guarda stranita. E ti pareva. Soltanto Harry può capire le mie stranezze.

« Sei così ridicola. Se non fosse per il tuo amico Harry, saresti veramente da sola » ridacchia e poi dà un bacio sulla guancia a Shane e va via.
Abbasso lo sguardo e un paio di scarpe bianche quasi toccano le mie.

« Mallow, possiamo parlare? » allunga una mano verso di me, ma indietreggio.

« Tu non mi toccherai mai più! Cosa pretendi da me? Cosa vuoi, Shane? Smettila di rovinarmi la vita! » e poi con tutta la forza gli mollo uno schiaffo, tanto da fargli girare la testa.
Deglutisco e sento il mio cuore battere come impazzito. Anni fa non l'avrei mai fatto.

Nonostante questa situazione, io immagino il pubblico che si alza e inizia ad applaudire per me.

Lui stringe la mascella e poi fa scattare lo sguardo su di me.
Mi afferra il polso e mi attira verso di lui.

« Questo non dovevi farlo, Mallow » mi attira ancora di più e sento i polmoni bloccarsi. Ci guardiamo negli occhi, e allenta la presa.
Sposto lo sguardo, ma lui con l'altra mano mi prende il mento tra le dita e mi costringe a guardarlo.

« Non osare farlo un'altra volta, hai capito? »

« Beh sei stato fortunato​, è stato solo uno schiaffo. La prossima volta sarà Mr. Hazzy a fare i conti con te! » ribatto, sogghignando.

« Chi diavolo sarebbe Hazzy? » si passa la mano tra i capelli, sistemandosi il ciuffo.

« È il pugno di Harry, l'ho battezzato io. » ribatto, stizzita.

« Non giocare con il fuoco, piccoletta » sorride in modo malizioso e faccio dei passi indietro.

« Stammi lontano. » dico, e poi gli do le spalle e vado via.

Ho aggiornato prima, amatemi 😂❤ come sempre, se pensate che questa storia meriti di essere conosciuta, schiacciate una stellina ❤

Gli Haddie all'attacco 😂❤ ho bisogno di un Harry nella mia vita!

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