capitolo 1
Da circa dieci minuti sbatto il piede contro il portone, ma continua a non aprirsi.
Così, ingenuamente, punto il dito contro di esso e grido " Alohomora".
Ma la mia esibizione stile Hermione Granger viene interrotta da due mani che si posano sulle mie spalle e iniziano a scuotermi, come se dovesse far uscire il demonio dal mio corpo.
« E lasciami, idiota », grido. Le luci sono tutte spente, segno che i miei stanno dormendo, e che anche questa volta sono rimasta chiusa fuori.
Grande Maddie, continua così.
Un risolino fastidioso giunge alle mie orecchie, che immagino drizzarsi all'insù come quelle dei cani, e poi sospiro.
« Mads, ci serve la chiave » sussurra il mio migliore amico.
« Davvero? Pensavo di attraversare il cancello come al binario 9¾ », ribatto, scocciata.
« Maddie, sto per vomitare », la grande notizia che mi dà Harry, mi fa piegare in due, davanti al portone di casa mia, cercando di non anticiparlo.
Insomma, sono le due di notte, sono ubriaca, e per di più immagino il mio migliore amico vomitare accanto a me, e di conseguenza mi fa venire la nausea.
Maledetta me che gli ho detto di bere con me. Uno dei due sarebbe dovuto restare sobrio. E invece, questo è destino.
E spero che neanche questa volta mio padre mi aspetti dietro la porta con una mazza da baseball, pensando che io sia un ladro.
L'ultima volta che mi sono ubriacata, per scampare alla nuova ira di Achille aka mia madre e mio padre messi insieme, avevo avuto la felice idea di aggrapparmi sull'albero, per entrare dalla finestra.
Stupida, stupida mossa.
Sarei potuta schiantarmi a terra, cosa che ho fatto, però da un'altezza accettabile, tanto da non compromettere la mia vita.
La cosa peggiore, però, è stata quando mi ero messa a ridere da sola, come un'ossessa, e all'improvviso le luci della casa si erano accese, come l'albero di Natale, e poi sono spuntate le renne di Babbo Natale sul pianerottolo: mia madre, mio padre e il mio gatto, che di nome fa Nemo.
Spesso mi capita di dire "Ho lasciato Nemo da solo" e quelle graziose personcine mi dicono " Oh, hai un pesce?"
Nossignore, io ho un gatto. Un gatto senza squame, però mangerebbe volentieri Nemo, il vero Nemo.
« Harry », sussurro, stringendo le cosce « Mi scappa la pipì »
« Mads, non dirlo a me. Potevamo andare a casa mia, e invece no, tutta colpa tua » si lamenta.
Mi appoggio al cancello, e prendo la borsetta, cercando il mio cellulare.
A chi potrei chiamare per farmi entrare in casa come un ladro professionista, senza lasciare tracce?
E mentre frugo dentro di essa, ecco che sento il tintinnio di un paio di chiavi.
È uno scherzo?
« Harry, forse ho le chiavi » brontolo, e lui mi prende la borsetta e tira fuori le chiavi, guardandole come se avesse appena vinto un milione di dollari.
« Sei così stupida, non potevi controllare sin dall'inizio? » mi rimprovera, e poi apre il portone. Mi afferra il braccio e mi trascina con lui, per poco non inciampo.
Ci muoviamo come se avessimo le gambe di gelatina, e per poco non mi aggrappo alla sua schiena come un koala.
Harry, il mio amato migliore amico, compagno di avventure, e non mi riferisco al sesso, e di bevute, è l'essere che amo di più in questo mondo.
C'è sempre per me, è come un fratello maggiore, un grande rompi coglioni che si prende cura di me, come se fossi un gattino abbandonato sul ciglio della strada.
Ci siamo conosciuti esattamente un anno fa, quando avevo da poco preso la patente, e in preda all'euforia, lo stavo per investire.
Ci era mancato veramente poco per festeggiare in una cella al buio, per aver ucciso una persona.
Quel splendido giorno d'estate, quando ero scesa dalla macchina e mi ero precipitata verso di lui, aveva iniziato a sbraitarmi contro, ma quando urlò "sporca mezzosangue", i miei occhi si erano illuminati come le stelle, e sapevo che da lì sarebbe nata una splendida amicizia.
Quando ho scoperto il suo nome, mi sono messa a gridare Potter di qua e Potter di là, e soltanto Gesù Cristo sarebbe riuscito a tapparmi la bocca.
Come dei ninja alle prime armi, ci intrufoliamo dentro casa, senza fare il minimo rumore, altrimenti potremmo finire nei guai entrambi.
Siamo diventati così legati, che perfino mia madre vorrebbe fare un pigiama party con noi.
« Harry, sali su, io vado in bagno » gli do una spinta, che accidentalmente lo fa scontrare contro il mobiletto messo all'ingresso, sul quale giace un grazioso vaso, che in questo momenti è a pezzi sul pavimento.
« Cazzo. » mormora.
« No, io lo dico: CAZZO. » squittisco, e poi lui mi tappa la bocca.
Ci abbassiamo entrambi per raccogliere i resti, e mentre finiamo di pulire, ci avviamo verso la porta che dà sul retro della casa, dove ci sono i bidoni della spazzatura.
Ma proprio quando passiamo davanti alle scale, la luce si accende e il nostro sguardo scatta di lato, vedendo mio padre in cima alle scale con la mazza da baseball in mano.
La vestaglia blu notte che indossa, i piedi scalzi e lo sguardo accigliato, mi fa ridere.
Mi mordo la lingua e continuo a camminare in punta dei piedi, come se non fosse successo niente.
« Maddie! » tuona, ed ecco che mi irrigidisco, assumendo una posa del tutto ferma, immobile, come se Medusa mi avesse pietrificata sul colpo.
« Signor Jones, che piacere rive..» ed ecco che la statua agisce, dandogli una gomitata. Ma gli sembra normale salutarlo come se niente fosse, consapevole del fatto che siamo nei guai fino al collo?
« Ma che c'è? » mi sussurra Harry, e vedo mio padre scendere le scale, come se stesse andando in guerra. Rigido, molto rigido. Mento all'insù, sguardo omicida, e ho tanta voglia di nascondermi sotto il tavolo della cucina.
« Maddie Jones! Che cosa stai facendo? » domanda, e apro la bocca per dargli una spiegazione, che non sia troppo idiota, ma resto con la bocca aperta, dato che il mio cervello ha deciso di abbandonarmi, scappando a Honolulu.
Fa un altro passo verso di noi, scendendo gli ultimi scalini, e proprio in quel momento il mio salvatore fa la sua meravigliosa comparsa, saltellando, passando tra le gambe di mio padre, facendolo inciampare e menomale che si è aggrappato al corrimano.
« Brutta palla di pelo » borbotta mio padre, e Harry ridacchia alle mie spalle.
« Che cosa sono quei cocci? » domanda.
Io e Harry ci guardiamo e poi gli faccio segno di stare tranquillo, che me la vedo io.
« Ci servono per un progetto » dico, e Harry si porta la mano davanti alla bocca per nascondere un sorriso divertito.
« E in cosa consiste questo progetto? »alza un sopracciglio, guardandomi come se Sherlock stesse interpellando il sospettato, e sento Harry che mi tira la maglietta da dietro.
Gli do una gomitata e intanto papà aspetta la mia risposta.
« Consiste nel... rimettere a posto i pezzi » dico, accompagnando questa stupida frase da una risata nervosa.
Papà lascia la mazza sulle scale e viene verso di me. Guarda i cocci che abbiamo nelle mani, e poi si acciglia.
« Che strano, è simile al vaso che tua madre ha comprato qualche mese fa » dice pensieroso, e poi distoglie lo sguardo, puntandolo su di noi.
« Avete bevuto, di nuovo? » sospira, passandosi una mano sul viso.
« Certo che no! Ma che ti viene in mente papà? Non hai visto quella nuova pubblicità delle gomme da masticare che sanno di alcool? » gli dico seria, per sembrare il più convincente possibile.
« Pensi che sia nato ieri? » incrocia le braccia, e Harry mi tira nuovamente la maglia. Gli arriva un'altra gomitata e inizia a ridere.
« Non con quelle rughe » ribatto, e lui si porta la mano al viso, premendo sulla pelle intorno all'occhio, guardandomi poi con cattiveria.
Oh, no.
«Harry e Maddie, filate a letto. » ci ammonisce e guardo il mio migliore amico, impegnato a guardare Nemo, e gli arriva un'altra gomitata. Mi guarda male e poi entrambi ci avviciniamo a mio padre.
Gli metto i cocci tra le mani e stessa cosa fa Harry, dopodiché ci dirigiamo verso le scale, per andare nella mia stanza.
« Buttali tu, buonanotte papà » gli dico, salutandolo con la mano.
« Ma non ti servono per il progetto? » chiede, guardandomi sospettoso.
Merda, dovrei procurarmi un'agenda dove scrivere tutte le bugie che dico.
« Vero, grazie per avermelo ricordato! » sfoggio uno dei miei sorrisi più belli e finti, e vado a riprendere i cocci, salendo poi rapidamente le scale. Quando arriviamo, mettiamo i cocci sulla scrivania e poi sospiriamo.
Nella mia stanza ci sono due letti e di conseguenza Harry dorme con me.
Mio padre quando l'ha scoperto all'inizio, mi stava per ammazzare.
Mia madre invece si faceva dei film mentali assurdi, e dopo sei mesi circa, ha capito finalmente che tra me e Harry non c'è assolutamente niente.
Siamo come fratelli, gli voglio tanto bene e non potrei fare a meno di lui.
Harry si è trasferito l'anno scorso qui, ad Orlando.
È di origini inglesi, e devo dire che ancora oggi lo prendo in giro per il suo accento, che io trovo adorabile.
Si è iscritto alla mia stessa scuola, da un anno è la mia ancora di salvezza.
Si è buttato sull'altro letto, a pancia in giù, con un braccio sotto il viso e indossa ancora le scarpe.
I capelli leggermente mossi e neri, e quello sguardo così innocente, lo fanno sembrare un angioletto.
Gli tolgo le scarpe, dato che ormai sta russando e sfilo anche le mie.
Sulla punta dei piedi vado in bagno, cercando di non fare rumore.
Dopo cinque minuti rientro nella mia stanza, e prima di buttarmi sul letto, mi affaccio alla finestra e fisso la finestra di fronte alla mia.
La casa del mio maledetto vicino, nonché ex migliore amico.
Lui non c'è. È da un anno che fisso la sua maledetta finestra, e mi viene voglia di prendermi a schiaffi.
Lui è andato avanti, e anche io. Non siamo amici, non siamo niente.
Ha voluto mettere fine alla nostra amicizia, e io non gliel'ho impedito.
Succede questo quando frequenti persone sbagliate.
Quelle che conosci da una vita non ti calcolano più, così, da un giorno all'altro.
Tiro la tenda e poi mi butto sul letto, a pancia in su e penso.
Ho due genitori che mi amano, sono una figlia un po'... anormale, e anche loro ormai si sono arresi.
Mi capita di tornare a casa ubriaca, ma cos'altro potrebbero farmi, a parte dirmi "sei in punizione"?
Una punizione che per me non vale niente.
Non possono dirmi "non guardi la televisione per un mese", se poi puntualmente mi butto sul divano, vivendo di serie TV.
Non possono dirmi "non avrai il cellulare per un mese", se poi puntualmente me lo riprendo.
E uscire? Non me lo possono proibire, dato che scappo dalla finestra sempre.
Mia madre dice che sto diventando un po' troppo anticonformista, ma a me piace così.
Insomma, non mi drogo, non fumo, non spaccio droga e non faccio la troia.
Dovrebbe bastare per sembrare una buona figlia, giusto?
Poi se capito a qualche festa e mi prendo una sbronza, beh, quella è un'altra storia.
Harry inizia a russare, così prendo il cellulare e lo registro, giusto per prenderlo in giro il giorno dopo.
La vita l'ha messo sul mio cammino, nel vero senso della parola, dato che lo stavo per investire.
Inizialmente mi ha preso per pazza, però piano piano ci siamo avvicinati un sacco.
Ci vogliamo così tanto bene, che quando gli ho detto di promettermi che non si sarebbe mai innamorato di me, mi è scoppiato a ridere in faccia.
" Non posso innamorarmi di te. È come se stessi insieme a me, troppo simili, sarebbe strano " le sue testuali parole.
Da allora mi sono messa l'anima in pace, meglio così.
Non vorrei friendzonarlo, e soprattutto non voglio perdere un altro migliore amico.
Sempre che il primo lo sia stato davvero.
Oh, ma a chi voglio prendere in giro? Io e Shane eravamo inseparabili. Avevamo quel rapporto che tutti invidiavano, e io ne andavo fiera.
Era la cosa più bella della mia vita, ma un giorno, così a caso, il karma ha deciso di farmi un scherzetto.
Shane aveva iniziato a frequentare i suoi stupidi, attuali, amici e da lì mi ha messo da parte.
Perché uscire con una femmina, quando hai il tuo gruppetto?
Eh, già. Il punto è che, fino a qualche anno fa ero totalmente convinta di conoscerlo come le mie tasche.
Poi non so cos'è successo realmente.
Semplicemente un giorno lui ha iniziato a fare lo stupido, facendosi odiare da me, prendendomi in giro, punzecchiandomi ogni volta.
E meno male che non sia qui.
Shane Wayland, ex migliore amico, diventato il mio peggior incubo.
La reincarnazione del diavolo.
Non so più niente di lui, e mi va bene così. Mi ha reso gli ultimi anni un inferno, e più lontano è da me, meglio è!
Ma inutile negare il fatto che, a volte, la sera, prima di andare a dormire do sempre un'occhiata alla sua stanza, anche se so che non c'è. Quella stanza sempre buia.
È che mi sembra di vedere ancora quel ragazzino che si affacciava alla finestra e parlava con me, per poi scendere giù, scavalcare la staccionata, arrampicarsi sull'albero fino a raggiungere la mia finestra.
E non dimenticherò mai la volta che lo ha fatto soltanto per portarmi un maledetto marshmallow!
Maledetta me e la voglia di riempirmi la bocca di quei cosi gommosi.
E non dimenticherò mai il giorno in cui mi sono affacciata, e ho incontrato il suo viso baciato dal sole, accogliermi con quel sorriso perfetto: « Mallow! » aveva gridato, mostrandomi in mano un marshmallow.
Lui sapeva quanto andassi pazza per loro, e proprio per questo motivo, da quel giorno io per lui sono diventata "Mallow".
Ma ora sono soltanto Maddie.
Lui non c'è, e Mallow è morta.
Maddie è una nuova persona, e non ha intenzione di stare male per uno stronzo.
Perché sì, signori e signore, lui è il re degli stronzi.
N/A: Quando ho iniziato a scrivere questa storia, non pensavo che avrebbe raggiunto questo successo, soprattutto perché pensavo fosse troppo disagiata per essere letta😂 e quindi vi chiedo scusa per gli errori, ripetizioni e cose che "stonano", ma la sto già correggendo a parte, su Word. Qui, i primi capitoli possono sembrare banali o scritti male, ma vi assicuro che andando avanti, la storia migliora. O almeno me lo auguro 😂 la storia deve essere corretta su Wattpad, ovviamente, ma è comunque leggibile, tranquilli. Evitate di farmi presente gli errori, perché li so già, ma la versione di Wattpad la correggerò alla fine, inoltre mi dispiacerebbe togliere la storia da Watt. ❤
Spero vi piaccia lo stesso, fatemi sapere cosa ne pensate. Votate e commentate se vi è piaciuto❤😘
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