Capitolo 2.

Entro nella doccia ancora insanguinata.
Ho un forte mal di testa, probabilmente causato dal gancio destro arrivatomi alla tempia poco tempo fa. Alcune immagini sfuocate attraversano la mia mente, non so più da quando ho iniziato, sono passati così tanti anni. Ricordo perfettamente la prima volta, ero messa molto peggio, avevo ferite e lividi in ogni dove, ogni settimana un nuovo marchio. Mi guadagnavo quel poco per vivere. Sono così stanca ma non ho il tempo per pensare a quello che avrei potuto fare, non ho tempo per cambiare. Finisco la doccia e inizio a medicare le mie ferite, la grande sfida sarà quella di coprire il taglio delle mie labbra spaccate. I minuti continuano a passare, sullo sfondo i litigi dei miei genitori. Ho imparato a far finta di niente, in qualche modo sentivo che loro non volevano tutto questo. Sento a volte il desiderio di scappare dai problemi ma non cambierebbe niente. Sarei sempre la stessa ragazza che ama stare per conto suo, quella che vede il mondo in bianco e nero, negata per le amicizie e non solo. Alla fine non ti resta che accettare e non lamentarti per non soffrire più. Non sono sempre stata così, ero una ragazza solare, sempre pronta a tutto e col sorriso sulla faccia, mi piaceva correre per poi sdraiarmi, sfinita, sull'erba e osservare il cielo, vederlo cambiare scenario mi faceva sentire bene, potevo volare lì, avevo accesso a tutto ciò che la mia mente poteva creare. In men che non si dica mi ritrovai a combattere contro la parte più emotiva di me, avevo il corpo diviso in due e la mia parte nera emergeva ogni giorno di più. Ho ancora quel sole in qualche parte di me ma è lì inerme che esce fuori in rare occasioni.

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