18 - Squilibrati.

«Tyler, mi sembrava di averti detto di venire solo in caso di emergenza.» borbotta Justin, alzandosi dal letto per andargli incontro.

«Questa è un'emergenza, c'è di mezzo del cibo.» ribatte il Tay, indicando il piatto con le crepes, che ho appena posato sul comodino.

Sono così confusa! Non riesco a capire cosa diamine stia succedendo. Prima Jus mi ha fatto diventare la sua partner con l'inganno - Si può dire che sia così, giusto? Dopotutto ha sfruttato i miei sentimenti contro di me! - poi mi ha lasciato un succhiotto e adesso questo... Mi porto una mano alla gola, nel punto esatto in cui Justin ha deciso di incidere il suo segno. Non so se sorridere o piangere per questo, mi sento così stupida a non aver pensato fin da subito che non mi avrebbe mai fatto del male. Lui mi ha sempre protetta, in qualche modo. Quando pensavo che nessuno potesse capirmi, ha citato il mio autore preferito con una facilità disarmante. Quando tutti mi giudicavano per ciò che provavo - e provo tutt'ora - lui è stato il primo a farsi avanti per metterli a tacere. Quando l'ho ferito, è tornato al mio fianco. Quando l'ho ricattato, ha accettato tutto di me. Si può dire che sia eccezionale, forse è proprio per questo che è così incompreso.

Mi alzo anch'io, fissando il mio sguardo su Cassidy. Non capisco cosa ci faccia qui, né perché Tyler l'abbia portata con sé. Probabilmente si stava annoiando o lei l'ha assillato così tanto che alla fine ha ceduto. Questo comunque non giustifica il suo comportamento. Tay è un sempliciotto e magari non si rende neanche conto del casino che ha combinato, ma Cassidy è qui solo per litigare, glielo leggo nello sguardo. Sta osservando Jus come carne da macello e non posso permettere che ciò vada avanti ancora a lungo. O stavolta sarò io a tirare qualche sberla.

«Smettila di scherzare. Non voglio che entrino sconosciuti in casa mia. Perché mia madre vi ha fatto salire?» domanda Justin, guardandolo male.

Il fatto che non abbia degnato Cassidy di un solo sguardo mi rende felice, ma lei si sta stufando. Stringe denti e pugni, lo fissa con ostinazione e non si preoccupa di non renderlo evidente.

«È bastato dirle che siamo tuoi amici. È così contenta che finalmente tu non sia più solo!» lo prende in giro Tay, peggiorando la situazione. Jus lo afferra per il bavero della camicia, spingendolo con uno slancio verso il muro. È stato così rapido che mi è saltato il cuore in gola. Muovo un passo in avanti, cercando di separarli, mentre Cassidy ne fa uno indietro, mettendo distanza fra lei e loro.

«Ti picchierei seduta stante, se non fossi amico di An e se lei non odiasse la violenza.» gli dice Justin a un centimetro dalla faccia, per poi lasciarlo andare. Ha un'espressione spaventosa, ma i suoi occhi non hanno lo stesso bagliore feroce di quando aveva colpito Dylan. Sembra solo ferito.

«Non potresti mai colpire il tuo unico amico.» borbotta Tyler, sistemandosi i vestiti come se nulla fosse.
«E poi è ora che affronti questa tizia. Non puoi metterti con Angie se prima non tagli tutti i legami con il passato.» aggiunge, indicando svogliatamente Cassidy.

«Cosa intendi?» gli chiede Justin, vedendolo andare verso le crepes. Sta davvero pensando solo al cibo?

«Perché non hai scelto Cassidy come partner? Cosa rende Angie così diversa?» sbuffa, afferrando quella che era la mia forchetta.
«Se non le avessi entrambe davanti, non te lo domanderesti affatto.» dice come se fosse una cosa ovvia, addentando un boccone di quel ben di Dio.

«Eppure pare proprio che tu ti stia divertendo, sacco di pulci.» ribatte Justin, incrociando le braccia al petto.

«È solo la mia ricompensa.» si giustifica Tyler, muovendo in aria la posata quasi fosse uno scettro imperiale. Da quando lui e Jus si conoscono si è aperto molto, ma a volte ciò che fa mi è incomprensibile. Sospiro, non è il momento di pensare a questo. Più tardi si azzufferanno con qualche videogioco che non conosco e faranno pace. O giocheranno a Pokémon.

«La smettete di ignorarmi?» sbotta d'un tratto Cassidy, riconquistandosi l'attenzione di tutti.
«Hai picchiato il mio ragazzo e stavi per fare lo stesso con questo qui, quanto puoi fare schifo?» continua, con la voce sempre più stridula e una rabbia cieca che le infuoca gli occhi.

Questo qui ha iniziato a giocare a Candy Crush, mangiando un boccone di crepes di tanto in tanto. È così spensierato che mi sto preoccupando per la sua salute mentale, anche se in realtà non potrei giudicarlo. Io sono una stalker, il mio ragazzo un vampiro, il mio migliore amico una sorta di cavernicolo e la mia best una maniaca dello shopping: perché mi attira solo gente strana?

«Non sapevo che fosse il tuo ragazzo, stavo solo difendendo la mia padrona.» le risponde intanto Justin, venendomi affianco.
«E poi ti ignoro perché la tua presenza non è necessaria. Non mi piaci più. Eri una possibile partner, ma ho già fatto la mia scelta.»

«Angel, come puoi accettare la presenza di persone del genere?» mi chiede Cassidy, guardandomi dritta negli occhi, forse rinunciando a parlare con lui a priori.
«Pensavo che Tyler fosse diverso, ma a quanto pare sono fatti della stessa pasta! Tu però non sei come loro, no?»

Mi acciglio, domandandomi cosa ne sappia lei di come siano fatti i miei amici, per dire una cosa del genere. So che dall'esterno Jus e Tay appaiono come due psicopatici - e forse sono davvero un po' matti - ma Cassidy non ha alcun diritto di criticarli quando non sa nulla. Non sa che gli abbracci di Justin scaldano il cuore e nemmeno che il sorrisetto divertito di Tyler un tempo era così raro che avresti pagato per vederlo. Non sa che Jus mangia i cibi rossi per un complesso che ha fin da bambino, non sa che Tay adora i videogiochi perché lo aiutano a evadere dalla realtà. Non sa che Justin è sensibile, buono e dolce e neanche che Tyler è amichevole, simpatico e gentile. Non sa proprio niente di niente. Non conosce davvero nemmeno me.

«Perché? Secondo te, io come sono?» domando, forse un po' troppo nervosa, perché percepisco immediatamente la calda mano di Jus sul fianco. Mi calma. È così premuroso e la gente non riesce a vederlo. Come possono essere tanto ciechi?

«Sei intelligente, bella e perfetta! Sei una studentessa modello e ti ammirano tutti!» questa è una risposta che farebbe felice chiunque, immagino. Peccato che io sia consapevole che questa sia solo una bugia. Quella è solo la mia facciata esteriore, una maschera che mi sono imposta per non crollare.

«Pensi di entrare nelle mie grazie?» domando, sorridendole tristemente.

«No, io-»

«An è pazza.» ci interrompe Justin, stringendomi a sé così dolcemente che mi manca il fiato.
«È ossessiva, una stalker, gelosa e pretende sempre di aver ragione.» sospira.
«Senza contare che non ci ha pensato due volte a ricattarmi. Non ha nemmeno una rotella messa nel posto giusto, credimi.»

«Come puoi parlare così di-»

«Posso.» la ferma nuovamente, sorridendole tranquillamente.
«Perché la conosco. An è imperfetta, proprio come chiunque altro, ma le sue imperfezioni mi tengono legato a lei.» sbuffa.
«E anche quella dannata maledizione.»

Ancora questa storia?
Abbasso lo sguardo, arrossendo fino alle orecchie. È quasi una fortuna che Jus sia una frana nei rapporti umani, perché sarebbe capace di conquistare il mondo intero con il sorriso che le sta mostrando. Non è gioioso, ma malinconico, lontano.

«Tu-» balbetta Cassidy, impreparata.
«Sei una persona violenta e non la meriti! Perché di colpo sei così popolare? Sei solo una nullità e ti sei eccitato come un idiota quando ti ho rivolto la parola per la prima volta! Non sei un po' troppo pieno di te? Solo perché Angel Williams ti prende in considerazione, questo non cambia il fatto che tu sia uno stramboide!»

Justin mi sta trattenendo per il polso. Sa già che vorrei solo colmare la distanza fra me e Cassidy e mollarle un ceffone, ma sta facendo di tutto per fermarmi. Sento il mio corpo tremare in preda all'ira. La testa così pesante da dolermi terribilmente e resto sorpresa quando Jus infila una mano fra i miei capelli per posarla delicatamente sul suo petto. Perché è lui che mi sta proteggendo, quando è evidente che lo sta ferendo? Il suo cuore batte veloce tanto quanto il mio, solo che lui appare perfettamente calmo. È un attore molto più talentuoso di quanto si pensi. È riuscito a ingannare prima di tutto se stesso, con la storia del vampiro. Ha mentito per tutta la vita e lo sta facendo anche ora, facendosi piovere addosso le parole velenose di quella donna senza intervenire, dicendosi che va tutto bene. Ma niente va bene.

«Hai finito?» le domanda e a me viene da piangere, udendo la sua voce così piatta e impersonale.
«Capisco, è per questo che l'hai portata qui, lupo?» respira profondamente, come per placare la sua rabbia.
«Non ho bisogno di alcun test. Proteggerò la mia partner sempre e comunque, se era questo che ti preoccupava, Tay.»

Alzo la testa. L'espressione di Justin è cambiata. Non ha più il volto distorto in una maschera di dolore. Così come la voce, anche la sua faccia non trasmette alcunché.

«Hai pur sempre picchiato un tizio e ho sentito certe voci che non mi sono piaciute.» borbotta Tyler alle sue spalle, posando con noncuranza il piatto sul comodino.
«Ma sono contento, visto che sei un tipo apposto. Più tardi ti concederò un pugno per questo. Solo, non mirare alla faccia.» ridacchia, venendoci vicino.

«È proprio lì che vorrei mirare!» sbotta Jus.
«Ma non farò niente.» mi sposta delicatamente da sé, facendo una smorfia alla vista delle mie lacrime. Quando sono frustrata escono fuori da sole, senza che io possa controllarle. Mi dispiace mostrargli questo volto quando lui si sta trattenendo così tanto, ma non riesco a mentire a me stessa, per quanto ci provi.

«Perché Angie odia la violenza?» domanda Tyler.

«No. Perché uno che si spinge così in là per proteggere un'amica, non può essere tanto malaccio.» sospira, prendendo un fazzoletto di stoffa dalla tasca.
«Anche se rimani uno schifoso sacco di pulci.» detto questo, me lo porge, sempre con quella gentilezza che mi scalda il cuore.

Le sue parole sono sempre taglienti e fredde, ma sono le sue azioni a mostrare la sua vera natura. È vero che è stato violento, è vero che è un comportamento deplorevole e che non si dovrebbero mai alzare le mani, ma Jus non aveva cattive intenzioni e ha capito perfettamente il suo errore. Non voglio che questo lo perseguiti per tutta la vita, sta cercando di migliorare se stesso, non è giusto che qualcuno come Cassidy lo rimproveri.

«Cassidy.» la chiamo.
«Mi dispiace per il tuo ragazzo, me ne assumerò la responsabilità, visto che stava cercando di proteggermi, e mi scuserò con lui.» le dico, andando verso di lei, il fazzoletto di Justin chiuso nel pugno.
«Tuttavia questo non ti dà il diritto di piombare qui e dire ciò che ti passa per la testa. Devi scusarti anche tu.»

«Io?» sbotta scioccata.
«Non ho detto niente di male! Lui è un miserabile che se la prende con i più deboli e-»

«Justin è il ragazzo migliore che potessi desiderare.» la interrompo.
«Se non riesci a capirlo, vai a casa.»

Lei rimane immobile, congelata di fronte al mio tono freddo e distaccata.

«Dirò a tutti che sei impazzita!» mi minaccia.

Con la coda dell'occhio noto del movimento: pare che Justin voglia mettersi nuovamente in mezzo, ma se continua così non riuscirò a proteggerlo. Voglio diventare la sua forza, voglio salvarlo come lui ha fatto con me quel giorno.

«Non aspetto altro.» ridacchio, prima che possa intromettersi.
«E non dimenticare di dire che sono un'ottima stalker, infatti...» mi volto verso di Justin, con un sorriso che spero sia rassicurante per lui.
«... ho una certa collezione di foto erotiche di Jus e anche qualcuna mentre dorme. Di recente sono riuscita a mettere le mani anche sulla sua biancheria intima e molte volte lo seguo di nascosto lungo le strade buie e poco trafficate.»

Dalla sue espressione, sembra che Cassidy stia per svenire. Urla che sono completamente fuori di testa - e ha ragione - superandomi con una spallata per fuggire da qui. Domani a scuola sarò al centro dei pettegolezzi, ma almeno sono riuscita a proteggere Justin, mandandola via, e questo è molto più importante. Se dirò addio alla mia reputazione perfetta, poco male. Forse così accetteranno la mia relazione con Jus, non che abbia bisogno del loro appoggio.

«Mi hai scattato delle foto di nascosto?» mi domanda Jus, alzando un sopracciglio, non appena la porta si chiude con forza dietro Cassidy.
«Se hai le mie mutande, restituiscimele, per favore.»

Mi mordo il labbro, notando che Tyler a malapena trattiene le risate, con una mano davanti alla bocca e una sullo stomaco. Evito appositamente lo sguardo di Justin, perché non sono sicura se adesso riuscirei a sopportarlo.

È bello che non sia affatto turbato ma...
«Non è ovvio che stavo mentendo?» gli domando, con le guance completamente rosse.

«An, ti avevo chiesto di non arrossire. Mi fai venire fame.» borbotta, cambiando completamente argomento, accarezzandomi dolcemente il volto.

Non sono abituata a vederlo così affettuoso, dannazione! Se continua così, mi verrà un infarto, il mio cuore non reggerà e morirò adesso! La mia reputazione sarà distrutta, ma è l'ultimo dei miei problemi, devo innanzitutto capire come sopravvivere alla gentilezza di questo finto-vampiro - e anche in fretta - se voglio arrivare a domani.

«Sono in compagnia di due squilibrati.» è il commento di Tyler.

«Da che pulpito, cane rognoso.» ribatte Jus, senza smettere di sfiorarmi. Sembra quasi che voglia farmi sapere con i gesti che ha apprezzato ciò che ho fatto per lui. Sono felice.

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