RACHEL 1
Mi sono sempre chiesta perché sono così, perché sono così sbagliatamente diversa e la risposta è arrivata un giorno di primavera quando lui entrò in classe, entrò nella mia vita.
Quel giorno me ne stavo particolarmente tranquilla sul mio banco, con il cellulare acceso, le mie cuffiette rosa schocking nelle orecchie felice di ignorare ed essere ignorata dalla noiosa e logorroica professoressa di storia dell'arte e lui, lui entrò dalla porta. Dopo uno sguardo di disappunto della professoressa mi tolsi le cuffiette e lei fece presentare il nuovo e misterioso ragazzo. Lo guardai con scarso interesse, non era chissa che. alto all'incirca 1 metro e 75, magro ma non esile , spalle larghe e rasato come un militare. Si chiamava Riccardo, si era trasferito nella nostra scuola perché i suoi genitori avevano divorziato e lui era stato costretto a seguire la madre. "oh, ma che drammatico, chi si crede di essere? Cosa vuole un nobel come migliore storia strappalacrime?" fu il mio primo pensiero su di lui e come se lo avesse capito mi rivolse uno sguardo "Fuck! che occhi azzurri " pensai quando mi guardò e subito dopo " Che diamine sta facendo?" vedendolo avvicinarsi a me e al mio banco libero accanto. La professoressa fu chiamata in direzione e lasciò la classe ma essa non iniziò a chiaccherare o fare rumore come ci si aspetterebbe e il motivo era evidente ai miei compagni. "Hey con altri 4 banchi liberi oltre al mio davvero stai venendo qua?! non vedi che nessuno si osa anche solo sedere al mio fianco? Mentre tutti sono a coppie io.." mi fermai sconvolta, aveva lasciato giù i suoi oggetti personali e si era seduto, la classe sussultò. stavo per dirgli di andarsene immediatamente ma lui e la sua dannata lingua furono più lesti. "sei da sola , e sembri interessante sicuramente particolare quindi" lo bloccai ancora più acida "sola per mia scelta. Ora alza il culo e togliti" gli ordinai ma l'unica cosa che ottenni fu una risata sarcastica e un "non c'è scritto il tuo nome, non è di tua proprietà e se hai qualche problema accomodati questo è il mio nuovo indirizzo" mi passo un bigliettino con sopra effettivamente un indirizzo, quasi senza accorgermene dalla rabbia lo misi in tasca e mi alzai dal banco. Presi le mie cose nel momento stesso in cui la professoressa rientrò e con la sua voce stridula mi chiese spiegazioni "signorina sono le 8.25 dove pensa di andare?" prima di uscire dalla porta mi girai e risposi "a non sono cazzi suoi, tanto i miei compiti li riceve sempre via mail entrò la scadenza non rompa le palle" lanciai l'ultimo sguardo omicida al nuovo e sfacciato compagno poi uscì. Mentre camminavo mi cadde il bigliettino che mi aveva dato Riccardo, lo guardai, lo guardai per qualche istante , lo raccolsi e lo guardai ancora poi presi una decisione decisamente troppo affrettata. Il problema è che avrei dovuto saperlo o quantomeno aspettarmelo : ogni volta, ogni dannata volta che prendo una decisione quella decisione fa semplicemente schifo.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top