Capitolo XXXIII

Sto dormendo decentemente per la prima volta dopo quasi una settimana quando la mia porta viene spalancata di botto.

Il colpo mi fa scattare sul letto col cuore a mille per lo spavento.

- Principessa Cecily! Adesso basta!! Deve tornare a scuola! Senza se e senza ma!! - urla Marie.

Guardando infastidita la donna mi ributto di peso sul letto coprendomi fin sopra la testa.

Questa però me le leva brutalmente di dosso.

- Principessa è stata a casa una settimana per chissà quale motivo, so sono che non ha l'influenza perciò basta poltrire! Lei oggi torna a scuola! -

Non riesco ad obiettare che entrano in camera altre due cameriere e insieme a Marie mi trascinano in bagno.

- Che diavolo state facendo?! - mi dimeno per liberarmi.

- Ciò che va fatto! - sbuffa la mia badante.

- Marie! Ragazze, lasciatemi!! - urlo mentre sono quasi alla vasca.

Senza ascoltarmi mi buttano dentro - No, non vorrete mica.. -

Non riesco a finire la frase che aprono l'acqua che gelida m'investe facendomi urlare.

- Cazzo!! È ghiacciata!! -

- Principessa Cecily.. si farà il bagno e si preparerà da sola? Altrimenti ci pensiamo noi e giuro che non sto scherzando! -

Cerco di sfidare la donna con lo sguardo.

C'è un motivo per cui non voglio tornare a scuola.

Perché costringermi così?

Dopotutto non sono mai stata assente, mica rischio l'anno per una o due settimane.

È anche vero però che non posso chiudermi in casa per sempre.

Prima o poi dovrò vederlo e affrontarlo.

Perdo lo scontro con Marie e sospirando - Va bene! Mi preparo! -

- Le diamo venticinque minuti poi torneremo e se non ci saranno progressi faremo noi! -

Anche se priva di voglia mi preparo.

Venticinque minuti spaccati dopo, Marie entra in camera e mi trova pronta.

- Oh, bene.. la colazione è pronta! -

Entrata in sala il silenzio cala.

Tutti mi stanno fissando come temendo di fare un passo falso.

Dopotutto è una settimana che sto completamente segregata in camera.

Le uniche che sono state ammesse raramente sono state Josephine ed Elise.

- Ciao tesoro, come stai? - parte per prima mamma.

- Mm.. fiacca! - ribatto sedendomi.

Alzando lo sguardo incontro quello di Eli più che chiaro "Te la senti di andare a scuola?"
Un piccolo cenno d'assenso e inizio a mangiare.

Però.. arrivata a Saga tutto è diverso.

Inizia l'ansia.

Non faccio altro che guardarmi intorno.

Se me lo trovo davanti come reagisco?

Con zero voglia mi avvio alla classe ed entrataci vengo investita dall'abbraccio energico di Josy.

- Cecy! Oddio, ciao!! -

Anche Polette, Kalya e Demetra ci raggiungono.

- Come stai? -

- Sei stata malata? -

- Sei ancora pallida! -

Sorrido appena della loro preoccupazione.

- Sto discretamente bene.. si, sono stata male! - dico semplicemente.

Dire influenza o altro sarebbe stato mentire.

- Cecily.. hai perso peso? Sei scheletrica.. - mi prende una mano Polette.

- Uhm.. può darsi.. non ho mangiato molto, stavo così male da non aver appetito! -

Ho passato quasi tre giorni in totale digiuno per poi mangiare comunque poco niente.

- Bisogna rimediare! Accidenti.. fai spavento! Già eri magra ora.. no, no dopo scuola andiamo a mangiare fuori e voglio vederti con un minimo di tre portate! - praticamente ordina Demetra.

- Hanno ragione! Ti va di andare in quella pasticceria anche? - mi sorride tenera Josy.

Guardando le quattro ragazze che mi fissano, per la prima volta mi sento davvero discretamente.

Quel peso sul petto e il dolore lacerante ci sono ancora, ma è come se fossero delle interferenze di una radio.

Ho abbassato il volume e ora sono appena percettibili.

So che solo abbassando non risolverò il problema, però per ora voglio distrarmi.

Direi che è il primo passo per reagire.

E davvero.. ho bisogno di riprendere il peso perso.

Luise ha preso un colpo vedendomi e solo Elise è riuscita a farlo zittire.

E lo sguardo preoccupato dei miei genitori..

Non voglio più far preoccupare così tanto le persone a me care.

- Ragazze? -

- Sì? - mi chiedono in coro.

- Ho da giorni voglia di un filetto alla griglia con patate al forno e una torta con triplo cioccolato! - sussurro quasi fosse la confessione del secolo.

Le quattro dopo un attimo di stupore scoppiano a ridere.

- E sia! A pranzo andiamo a mangiare filetto alla griglia! - mi abbraccia esaltata Josy.

Per mia grande sorpresa a pranzo riesco davvero a mangiare tutto.

E pure con gusto.

- Oddio.. sono più che piena! - mi accascio sulla sedia della pasticceria dove ho ordinato torna al cioccolato e crostata crema e fragole.

Piena come un uovo mi sento molto più felice e realizzata.

È proprio vero che i dolci sono consolatori.

Non dovevo digiunare.

Al contrario avrei dovuto ingozzarmi come un tacchino.

Sarei diventata una palla di ciccia, ma una palla felice.

- Cecily, sei tu? -

Mi volto di scatto, stupita, riconoscendo la voce.

- Pierre! Che ci fai qui? -

Guardo le mie amiche che mi fanno spallucce.

Davvero non c'entrano nulla?

Non è un loro piano, vero?

Credo di essere troppo paranoica..

- Sono qui con un paio di compagni del club di calcio! Voi siete ad un party per il tuo ritorno? -

M'irrigidisco istintivamente alla notizia che sta con dei compagni del club.

Il mio sguardo masochista cerca tra il gruppo una familiare testa bionda.

Per mia fortuna non c'è.

Che scema..

Perché dovrebbe?

Lui e Pierre non si sopportano.

Però bisogna anche dire che ora sono quasi cognati.

Non sarebbe strano se cercassero di andare d'accordo.

Torno a guardare il moro - Sì.. anzi Pierre, scusa.. non ho quasi mai risposto ai tuoi messaggi.. -

- Tranquilla.. presumo stessi davvero male.. anche Josephine mi ha informato che eri davvero uno straccio! L'influenza può essere terribile! - mi sorride comprensivo.

Riesco solo ad annuire.

Mi sento colpevole.

Non è vero che avevo l'influenza.

- Pierre? Vieni o rimani li? - lo chiama uno della squadra.

- Un attimo e arrivo Lucas! -

Torna a guardare me - Cecily senti.. hai mangiato? Sicura di sentirti meglio? Sei così pallida.. - mi poggia una mano sulla fronte.

Perdendomi nei suoi occhi azzurri sorrido.

Perché non mi sono innamorata di lui?

Sarebbe stato tutto più facile.

A quanto pare dovevo per forza farmi male.

Ora però non ho il biondo davanti a me.

Pierre è così dolce.

Si preoccupa sempre per me.

E anche quando prova a prendermi in giro regge poco.

Mi rispetta e ha pure accettato senza problemi la mia passione per anime e manga.

Perché sono così idiota da non aver scelto lui?

Sono in ritardo per farlo?

Sarebbe sbagliato cancellare questo dolore con un nuovo amore?

Che sto dicendo.. Pierre non è un ragazzo da usare come ripiego!

Non è corretto.

Però è comunque un mio caro amico.

- Ho mangiato un sacco oggi! Tra un po' scoppio! - gli sorrido allegra.

- Sono contento! Spero riprenderai ciò che hai perso.. - mi accarezza una guancia.

Quella frase mi colpisce come uno schiaffo facendomi tornare depressa.

Riprendere ciò che ho perso..

E se ciò che ho perso se ne fosse andato di sua spontanea volontà?

Come posso riprenderlo?

Voglio riprenderlo?

Boh..

Non ci capisco più nulla.

- Cecy? -

Mi volto di scatto verso Josy - Si? -

- Pierre ti ha chiesto un consiglio su che dolce prendere qui.. - mi sorride appena.

Di certo ha capito a cosa pensavo.

Guardo Pierre dispiaciuta - Scusami, ero sovra pensiero.. vediamo.. la torta con caramello e panna!! - gliela indico sul menù.

- Cecy, ma nemmeno l'hai provata! -

- Che c'entra? Mi sembra perfetta! Il dolce della panna e il gusto intenso del caramello.. anzi.. credo prenderò pure io una fetta! Mi fa troppa gola! - mi esalto.

- Vada per questa.. grazie piccola critica di dolci! - sorride allegro.

- Di niente! -

E dopo che il moro si allontana ordino una fetta.

- Non dicevi di star per scoppiare? - mi fissa divertita Demetra.

- Per i dolci esiste uno stomaco a parte! -

- Cecy, mica siamo come le mucche che ne hanno quattro! - ride Josy.

- Shhh! Ho ragione e basta! -

E tra altre risate passiamo una splendida giornata.

Non sto ancora bene, però è già un buon inizio.

Tornerò ad essere felice.

Non mi farò abbattere.

Alla vita bisogna sempre sorridere anche nei momenti più bui.

Sarà dura, ma ci proverò.

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