Capitolo XLIX

- Cielo! Sedetevi subito che vi visito!! - ci indica degli sgabelli l'infermiera.

Cerco di liberarmi dalla presa di Cecy, ma stringe ulteriormente.

Lo sguardo puntato nel vuoto e il volto ancora rigato di lacrime.

- Cecy? Così non possiamo sederci.. -

Non risponde.

- Cecily? -

Stringe ancora il mio braccio.

- Cecy, se lo stringi ancora l'infermiera dovrà amputarmelo! Non sento più il sangue circolare! -

Allenta solo di poco.

- Credo sia sotto shock.. - la donna le sventola davanti al viso una mano.

Lei non reagisce.

- Beh, scusi.. ma lo vedevo pure io! Solo.. prima era normale! Parlava e reagiva! Perché solo ora? -

- Deve aver analizzato la cosa! Prima era motivata dal fatto di venire in infermeria.. ora che ci si trova ha realizzato l'accaduto e quanto poteva essere pericoloso! -

- Cecily..? - inclino il capo per cercare di guardarla meglio.

- Cecy.. se non ti stacchi l'infermiera non può visitarci.. non volevi a tutti i costi che venissimo qui? -

Gira la testa guardandomi senza vedermi realmente.

Dopo un attimo allenta ancora la presa permettendomi di togliere il braccio.

Gentilmente la faccio sedere.

- Inizi da lei per favore! -

- No!! - urla guardandomi agitata a prendendomi una mano.

- Cecily.. devi farti visitare.. - le sussurro.

- Tu.. prima.. - sussurra appena.

- Sarebbe meglio se controllasse prima te.. -

- No! Tu! - urla ancora.

- Se hai paura che ti faccia male.. puoi stare tranquilla Cecily.. - le parla melliflua la signorina.

- No! Lui si è fatto male!! - scatta in un momento di lucidità.

L'infermiera mi fissa - Ok.. allora prima te! -

- Io però.. -

- Adam, sarebbe meglio assecondarla.. - mi sorride.

Annuisco sedendomi nello sgabello accanto.

Mi sta ancora tenendo per mano e l'infermiera fissa incerta dato che deve misurarmi la pressione.

- Cecy puoi lasciarmi un secondo? -

Scuote la testa brusca.

- Deve misurarmi la pressione.. -

Scuote di nuovo.

- Tranquillo! Facciamo sull'altro braccio! - rimedia l'altra.

Dieci minuti dopo siamo stati visitati entrambi.

- Perfetto! Non vi siete fatti nulla a parte il bernoccolo tuo Adam! -

Meno male.

Quando è scivolata sulle scale mi sono spaventato un botto.

Però..

- Fa abbastanza male effettivamente! -

- Immagino! Per fortuna devi aver battuto solo di striscio, ma se nella prossima ora ti viene da vomitare o ti gira la testa vai immediatamente all'ospedale! -

- D'accordo! -

- Ehi, Cecily? - si china la signorina Midori.

Lei la guarda vuota.

- Hai sentito? Adam sta bene! Ha solo un bernoccolo! - le sorride.

La mora però ancora non reagisce.

- Che posso fare per lei? - chiedo preoccupato.

Parla appena.

Guarda nel vuoto.

È come una bambola.

L'unico cambiamento è che ha smesso di piangere.

Si è spaventata così tanto?

- Aspettare che le passi! Puoi continuare a dirle che va tutto bene, ma è lei che sceglierà quando crederci.. - sospira.

Annuendo usciamo dall'infermeria.

Forse è meglio non riportarla nella stanza del consiglio.

Sarebbe inutile.

Però devo avvisarli.

Mando un rapido messaggio a Luise "Cecily ed io siamo caduti dalle scale, stiamo bene! Tranquillo! Però tua sorella si è spaventata molto! La porto a fare un giro qui fuori perché prenda una boccata d'aria! Mi spiace di lasciarvi senza il nostro aiuto!"

La risposta arriva praticamente subito.

Dal messaggio chilometrico, rispetto gli standard di Luise, capisco non essere farina del suo sacco.

"Che vuol dire che siete caduti dalle scale?! Cecy come sta?! Perché non ha scritto lei? Dove vuoi portarla? Chi se ne frega del lavoro!!"

Sospirando scrivo una risposta.

Se non lo facessi rischierei di scatenare ulteriormente l'ira di Josy.

"Sì, caduti! L'infermiera ha detto che stiamo bene, ma Cecily è sotto shock! Ha bisogno di calma e voglio di conseguenza portarla in un posto tranquillo! Detto ciò vado e non scrivere nanche, Josephine che non rispondo perché devo occuparmi di Cecy! Ciao!"

Appena chiudo i messaggi il cellulare inizia a squillare.

Madonna.. quanto è apprensiva!

- Pronto? - cedo dopo aver provato ad ignorare le prime due chiamate.

- Rispondi subito quando ti chiamano! Coglione! Come sta Cecy? È con te?! - scatta la sua amica.

- È con me! -

- Passamela! - ringhia.

Eseguo.

Cecily dopo aver fissato per un momento il cellulare lo afferra con calma prima di poggiarlo all'orecchio.

Josephine urla così tanto che la sento chiaramente.

- Cecy? Stai bene?! -

La mora non risponde.

- Cecily?! -

- Mm.. - mugugna solo.

Cielo!

È già un inizio!

- Cecily ti sei fatta male? -

- No.. -

- Che è successo?! -

- Non lo so.. -

- Come non lo sai?! Vuoi dirmi che succede??? -

- No.. si.. non lo so.. - la voce le si fa più roca.

Sta per rimettersi a piangere.

Le levo il cellulare di mano - Bene! Josephine, ci sentiamo dopo! -

- Adam? Cosa.. no tu.. - chiudo la chiamata prima che possa dire altro.

Lo metto pure in silenzioso per evitare che rompa ancora.

Avanziamo poi lungo i corridoi e appena finiamo di fronte alle scale che portano al piano inferiore Cecily pianta i piedi per terra.

- Cecy.. dobbiamo uscire.. -

Scuote la testa velocemente.

- Ma.. -

Stringe la mia mano avvicinandosi fino a poggiare la fronte sulla mia spalla.

Sospiro.

Guardandomi intorno scelgo una classe a caso e ci entriamo.

Apro un poco una finestra così da far passare l'aria.

Seduti fisso la piccola mora.

- Cecy? -

Silenzio.

- Hai intenzione di non parlarmi più? -

Annuisce.

Perfetto!

E io che pensavo che stessimo facendo progressi.

Tanto più che Elise è via proprio per aiutare me.

Ebbene si, la mia amica non ha avvisato i suoi fratelli per iniziare ad attuare il piano di cui ancora non so nulla.

Ha solo voluto le foto di cui le avevo parlato.

Non ho idea di cosa voglia farne e ammetto di essere preoccupato, però..

Mi fido di Elise.

Torno a guardare la mora che amo.

Ho come la sensazione di sapere perché non parla.

Se ho ragione non so se catalogarlo come bene o male.

- Sei arrabbiata con me? -

Ancora un cenno d'assenso.

- È perché sono caduto dalle scale? -

- Sì.. -

Evvai.. voce!

- Lo sai che l'ho fatto per proteggerti? -

- Non dovevi.. -

Ora mi guarda.

Sarei contento se non fosse uno sguardo così sofferente.

- Non dovevo? Si invece! -

- No..! -

Che idiozie!

- Puoi dire o fare ciò che vuoi.. io ti proteggerò sempre! - ringhio.

- Ti sei fatto male! - scatta alzandosi in piedi.

Ancora però non molla la mia mano.

Quanta forza in uno scricciolo come lei.

Eppure questa forza è pari al suo tremore.

- E quindi? - rispondo calmo.

- Ti sei fatto male!! - urla di nuovo.

- L'importante è che tu stia bene! -

- No! - ribatte esasperata lasciandosi cadere sulla sedia.

- Sì! Puoi dire ciò che vuoi per me ci sarà sempre la tua sicurezza al primo posto! -

- Non va bene! - tira su col naso.

Gli occhi nuovamente lucidi.

- Perché? -

- Perché ti sei fatto male! - le scappa una lacrima.

- Ma.. -

- No! Non dovevi! Mi hai spaventata! Eri svenuto.. non rispondevi! Ti ho chiamato e non rispondevi! - singhiozza sorprendendomi con un abbraccio.

La stringo a me.

Ho sperato così tanto di tenerla tra le braccia.

Non era però questa l'idea.

Volevo tenerla stretta con lei felice non in lacrime terrorizzata.

- Cecily.. -

- No, no.. no! Tu non rispondevi.. ho avuto così tanta paura.. se non ti fossi svegliato.. se tu non.. no.. no, no! - singhiozza.

- Cecy sto bene.. -

Scuote la testa.

- Davvero.. sto bene! - sento pungere pure i miei occhi.

- Ti prego.. non piangere Cecily.. -

- Non ci riesco.. -

- Cecily sono qui.. - la stringo più forte.

- Sono qui.. sono qui.. - ripeto più volte.

- Promettimi che non rifarai mai più una cosa del genere.. - sussurra.

- Non posso.. -

Mi allontana di poco per guardarmi distrutta.

- Ti prego.. - è appena udibile la sua voce.

- Non posso perché.. se tu rischiassi di nuovo di cadere io ti proteggerei ancora.. -

- Io starò bene.. finché tu starai bene.. quindi ti prego.. -

- Posso prometterti che rimarrò qui.. non me ne andrò mai.. risponderò sempre quando mi chiamerai.. va bene? -

- Adam? -

- Sì? -

- Adam?! - singhiozza ancora.

- Sì.. -

- Adam.. Adam.. Adam!! - affonda il viso nel mio petto.

Stringendola rispondo per ogni volta che mi nomina.

Come ho fatto a star lontano da lei per così tanto?

Non posso immaginare di farlo per una seconda volta.

Ho bisogno di lei.

Lei ha bisogno di me.

Stringendola forte mi sembra che al mondo ci siamo solo noi due.

Al diavolo Grace.

E pure Pierre.

Non m'importa più di nulla se non di colei che è tra le mie braccia.

D'ora in poi le regole del gioco cambiano.

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