Chi si accontenta...

C'è un vecchio detto, che ancora oggi si usa davvero troppo spesso, che recita:

"Chi si accontenta gode"

Ma è davvero così?
Tutti noi desideriamo qualcosa e quel qualcosa, quel desiderio, ci da la forza di andare avanti e lottare così da ottenere esattamente ciò che vogliamo.
Una volta ottenuto quel qualcosa arriva un sentimento meraviglioso:
La soddisfazione.
La cosa bella è che non smettiamo mai di desiderare qualcosa, o qualcuno, e questo è una costante fonte di stimolo per la nostra anima.
In amore, per esempio, niente è come la persona che desideriamo e lottare per sorprendere il suo cuore è una cosa meravigliosa.
E se ci accontentassimo? Se invece di lottare per quella persona, pur di non rimanere delusi magari o di non faticare troppo, ci accontentassimo di qualcun'altro? Dove sta la goduria in questo?
Se invece di raggiungere un traguardo mi accontentassi del gradino in basso:
Di cosa effettivamente godrei?
Non sarebbe solo una fonte di tristezza, di delusione verso ciò che sono, e di limitazione irrazionale?
Personalmente reputo questo modo di dire, nonché modo di ragionare, molto limitativo e pigro.
La frase "chi si accontenta gode" è per le persone che non vogliono ambire, che non desiderano, che non amano, che non lottano, che hanno paura.

Continuate a dire "chi si accontenta gode"  ma la verità è che "chi si accontenta muore".

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