C'è più felicità nel dare o nel ricevere?
Non guardo molta tv, a meno che non si tratti di un bel film o di un bel cartone animato ovviamente, poiché i programmi di oggi sono seriamente tutti uguali e molto superficiali.
Questo non vuol dire che sia sbagliato giardarli, ogni tanto lo faccio anch'io, ma è solo che personalmente non apprezzo la televisione dei nostri giorni.
Ieri pomeriggio, curiosando tra alcuni canali che guardano in molti, mi sono accorta che la TV è piena di programmi che parlano di ricchezza.
Ci sono programmi, reality, dove si mostra la bella vita di ereditieri, persone famose, banchieri, e si ostenta in modo eccessivo ciò che si possiede mostrando addirittura sprechi assurdi.
In uno di questi programmi un ragazzo di soli vent'anni, per sfizio personale, ha comprato un giacchetto in pelle del valore di diecimila euro.
Soldi suoi, vita sua, può comprare ciò che vuole su questo non ci piove ma personalmente ritengo un programma del genere ( tutti i programmi così) molto diseducativo per due ragioni:
La prima ragione è la concezione della ricchezza, la si presenta come assoluta felicità e come un qualcosa da ottenere a tutti i costi nella vita altrimenti non stai vivendo davvero.
Se non puoi comprarti lo yatch, la villa, se non puoi avere la domestica ( nemmeno fosse un animale) e non compri vestiti da migliaia di euro non sarai mai felice.
Programmi del genere spingono le menti del nostro secolo a desiderare quelle cose, anche se non ne hanno bisogno, solo per il gusto di ostentarle come fanno i protagonisti di certi programmi.
E la trappola sapete qual è? Vi spingeranno a lavorare di più, inizierete a volere sempre più soldi, sempre più fama, darete sempre più ore al lavoro fino a togliervi la felicità.
Vi perderete le cose belle per qualche soldo in più mentre, col vostro sudore, guadagneranno altri.
Basterebbe osservare quante persone ricche, davvero molto ricche, che in apparenza avevano tutto, si sono tolte la vita negli ultimi anni per capire che la ricchezza non è sinonimo di felicità.
La seconda ragione è questa:
Va bene fare certi programmi, magari alcuni li guardano per divertirsi e per non guardare cose troppo impegnative, ma per una questione di logica vi chiedo:
Avete mai visto programmi che parlano del mondo opposto? Perché? Intendo un reality che mostra la povertà in Africa per esempio o anche in Italia, nel nostro paese, perché vi giuro che c'è e nemmeno poca.
Voi direte, giustamente, “Non sarebbe deprimente?” ma io vi rispondo “E allora? Non è altrettanto deprimente osservare una persona che possiede tutto ciò che non abbiamo?” quindi il problema non è questo.
Il motivo per cui non fanno certi programmi è perché la gente se ne frega dei problemi nel mondo, o comunque buona parte di essa, e nessuno guarderebbe mai un programma in cui si parla di situazioni disumane perché sarebbe troppo impegnativo, al livello emotivo intendo, e poi chissà magari molti si sentirebbero perfino in colpa e con questo pensiero non lo guarderebbero.
Ma io ritengo che un programma che tratta della povertà nel mondo, invece che della ricchezza, possa essere utile sotto un piano emotivo per stimolare la gente ad aiutare quelle persone, a fare qualcosa per il prossimo, mentre con il fare idolatria alla ricchezza si stimola il menefreghismo e il bisogno di appagare se stessi.
Vi rendete conto che un semplice programma televisivo incide su l'intera società? Ed è ovvio che cerchino di incidere in negativo.
Il mondo vuole un popolo che se ne frega di tutto e tutti, che pensi a cose superficiali, così da tenerli distratti dalla realtà dei fatti.
Sembra una frase un po' "complottista" ma, ahimè, è solo la verità.
Un mondo che guarda in un punto non si rende conto delle atrocità che si consumano in altri luoghi, in altri punti, così chi le commette è libero di continuare senza essere interrotto.
Una società che pensa solo ad arricchire sé stessa nonostante sia già, di per sè, economicamente stabile è troppo impegnata per pensare ad arricchire, ad aiutare, un altro tipo di società lontana che non ha nemmeno il pranzo.
Ci avevate mai pensato? E voi? In che punto state guardando? Siete sicuri di quello che vedete? E soprattutto:
Perché guardate solo lì?
Sapete cosa da felicità?
Vediamo:
Gesù era un uomo davvero niente male, indipendentemente dalle vostre credenze non potete negarlo, e associava la felicità, o comunque buona parte di essa, ad aiutare il prossimo.
Non ha mai accennato alla felicità dell'avere, tutt'altro in realtà infatti disse che c'è più felicità nel dare che nel ricevere.
Quel ragazzo che ha comprato quel giacchetto costoso forse era felice durante l'acquisto, forse quella felicità gli durerà per un po', ma poi vorrà altro, vorrà sempre di più, e sarà sempre meno felice perché i suoi desideri saranno troppi e sentirà sempre un vuoto dentro sé.
Ma avete mai dato da mangiare ad un senzatetto? Avete mai comprato dei vestiti a qualche bambino che ne aveva di rovinati? Siete mai andati in qualche paese dove si muore di fame per aiutare in qualche modo?
Per parlarne in termini più semplici:
Avete mai pagato un caffè ad un amico? Così, per il gusto di farlo.
Non è bello? È un semplice caffè ma racchiude un gesto di amore, di tenerezza, dalla serie:
“Ho questo da darti, solo questo, è poco ma lo dono a te” e lui apprezzerà.
Non è molto più appagante, non da molta più felicità, il donare un caffè piuttosto che comprarlo per noi stessi?
Dovremmo ragionare così nella vita, dovremmo cercare di donare, anche poco, con amore ed affetto, perché se un semplice caffè donato ad un amico ci reca un po' di felicità e rafforza addirittura il rapporto..immaginate cosa accadrebbe se pensassimo un po' più in grande.
Immaginate se tutti noi donassimo un caffè simbolico a qualcuno che ne ha addirittura bisogno.
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