Bullismo/Cyberbullismo

In questo libro ho parlato spesso di bullismo senza mai nemmeno nominarlo, lo avete notato?
Le parole, il modo di trattare qualcuno, il bisogno di dare amore, tutte cose collegate ad esso senza il bisogno di dirlo chiaramente.
Ora però ne parlerò.
Vi parlerò della mia esperienza personale sperando che aiuti qualcuno che ci sta passando ora o che, ahimè, c'è già passato.

Sono sempre stata una ragazzina diversa ma ero comunque molto affabile e solare, amavo le persone e mi fidavo facilmente.
I miei genitori ricordano un cambiamento repentino in me intorno all'età di otto anni ma in realtà i guai c'erano già da un paio di anni.
Quando iniziai le elementari conobbi una maestra in apparenza molto carina e gentile che però, per qualche strano motivo, mi dava un senso di inquietudine.
I primi mesi urlava parecchio ma nulla di che, una maestra deve pur sempre dettare legge per tenere a bada i bambini un po' più vivaci ma le urla si trasformarono presto in violenza.
Bionda, sui sessant'anni, capelli raccolti ed occhi azzurri.
Vestiva spesso con degli abiti dalla fantasia animale, leopardo nello specifico, e pur sembrando una tenera anziana signora era il diavolo.
Picchiava i bambini anche solo per un problema sbagliato o un verbo scritto male.
Ho ancora impresse scene poco carine in cui tirava i capelli alle bambine o schiaffeggiava in viso i bambini.
Ci provò anche con me ma essendo provvista di genitori attenti scattò la denuncia, ne arrivarono moltissime in realtà, ma lei restava lì.
La scuola negava e gli altri insegnanti vantavano il silenzio.
Non potendomi picchiare iniziò con una violenza, forse, peggiore:
Quella psicologica.
Frasi come "Non vali nulla" o "Sei stupida" erano all'ordine del giorno.
In matematica non sono mai stata granché e ad ogni moltiplicazione e divisione sbagliata mi prendeva per mano, mi faceva fare il giro di tutte le classi, per dire a tutti (urlando) che nella vita sarei stata sempre il nulla.
Non avrei mai combinato nulla poiché troppo stupida per realizzarmi.
Minacciava di andare davanti a tutti i miei amici per dire loro che facevo schifo, ero brutta ed inutile.
Avevo solo sei anni.
E fu così fino alla quinta elementare ma solo in terza in me cambiò qualcosa.
Iniziai ad avere problemi d'ansia, di panico, fobie varie, stavo male, soffrivo di stomaco e non volevo andare a scuola.
Essendo obbligatorio non avevo altra scelta.
Il primo attacco di panico lo ebbi ad otto anni, non credo sia una cosa molto comune.
Mi stavo trasformando in ciò che sono ora.
Chiedo ai genitori, ai fratelli e alle sorelle, agli zii, ai cugini:
Notate i segnali!
La violenza fa cambiare il bambino, fateci caso, fate attenzione.
Un bambino vittima di sopprusi cambia umore, ha paura di andare a scuola, dice di stare male o peggio non parla più come prima.
Si chiude in sé stesso e potrebbe capitare che per andare a scuola abbia delle crisi, vere e proprie crisi, da non confondere con i capricci.

Comunque:
Una volta fuori da quello schifo mi ritrovai alle medie con una piccola fiamma di speranza, una luce in fondo al tunnel, una vocina che diceva stavolta andrà bene.
Il primo anno, in effetti, fu così.
Ebbi degli screzi con una professoressa di inglese che mi odiava follemente senza alcun motivo ma avevo le mie amiche, mi aggrappavo a loro, e affrontavo la cosa.
Tanto non era una novità ricevere odio da un adulto.
Poi, il secondo anno, una di queste amiche senza nessun motivo ( e se c'è non l'ho mai saputo) cambiò radicalmente atteggiamento nei miei confronti.
Mise delle voci in giro su di me così da portare al lato oscuro tutto il gruppo di compagne con la quale passavo del tempo.
Ed ecco che passai due anni e mezzo tra insulti, scherzi, voci orribili, percosse e robe varie mentre la prof di inglese mi insultava ogni volta ad ogni sua lezione.
Una volta lasciai la felpa nuova sulla sedia per andare in bagno, mancati 10 minuti, una volta tornata la felpa era completamente scritta con pennarelli indelebili...
Insulti e volgarità, disegni idioti e bestemmie.
Durante, casualmente, l'ora di inglese.
Non andai alle superiori, mollai tutto in terza media per un rischio esaurimento.
Finita la scuola la mia vita non è stato che un susseguirsi di rapporti tormentati in cui chi prima si comportava da amico una volta tolta la maschera mi pugnalava senza pudore.
E adesso sono qui con dei disturbi mentali (disturbi d'ansia e panico, fobie sociali varie, ed altri problemi) causati da adulti e ragazzini che non pensavano.
Non ho più fiducia nel mondo, ho perso la mia autostima, non riesco più a stare tranquilla.
Tutti i miei problemi sono collegati a ciò che ho subito.

Le parole che dite hanno un peso ma la persona che le ascolta, la persona che le riceve, gli da un peso personale.
Ciò che per te è un semplice scherzo per la vittima può essere un incubo.
Ciò che per te è ironia per qualcuno può essere un duro colpo che non sa attutire e che fa male.
Sarebbe bello insegnare ai nostri figli questo, far capire loro che le persone hanno un cuore che prova dei sentimenti ma che non somigliano per forza ai nostri ergo bisogna fare attenzione.
Solo perché tutti amiamo non implica che tutti amiamo nello stesso modo.
Solo perché tutti ironizziamo non implica che tutti ironizziamo nello stesso modo.
Stesso ragionamento per ogni sentimento e per ogni azione collegata ad esso.
Insegnamo a figli e alunni il rispetto, l'amore, il riflettere prima di fare qualsiasi cosa.
Diamo sicurezza ai bambini ed ai ragazzi, facciamo capire loro che vanno bene esattamente come sono e che se qualcuno dice il contrario quel qualcuno non sta bene con sé stesso e va aiutato.
Chiedete aiuto, sempre, sia per voi se ne avete bisogno sia per chi vi attacca poiché un anima nera può essere salvata se presa in tempo.
L'odio è un po' come un tumore che nasce in qualcuno e cerca di mangiarlo dentro:
Se noti qualcuno così, se sei vittima di qualcuno affetto da questo male allora dillo.
Parlane.
Chiedi aiuto.
Salvati.

Se sei qualcuno affetto da questo male, se sei carnefice, sei ancora in tempo.
Dillo.
Parlane.
Chiedi aiuto e salvati.

Questo discorso è applicabile anche al cyberbullismo, al razzismo, al sessismo, e qualsiasi altra cosa sia alimentata da odio, ignoranza e dalla non curanza dei sentimenti altrui.
Tutto ciò che colpisce un'anima umana, indipendentemente dal motivo, ha la stessa soluzione:
L'amore.

Amiamo e amiamoci, sempre.
Insegnamo ad amare.
Il rispetto, l'accettazione, la comprensione, la dolcezza, l'empatia, sono tutte cose che ci servono e che nascono solo dall'amore.

Grazie.

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