Capitolo 47

Quando finalmente prendo il coraggio per chiamero Jordan, mi accorgo che sono le quattro di notte. Così appoggio il telefono sconfitta e continuo a cercare altre notizie sul web.
Sento Alexander piangere,proprio quando avevo chiuso gli occhi. Lo faccio mangiare e poi lo cullo, non vuole saperne di prendere sonno e  passeggio per tutta la stanza, dondolando quel fagottino per ore ed ore.
<<buongiorno Annabelle>>dice mia madre prima di sedersi a fare colazione.
Buongiorno...non ho praticamente chiuso occhio, non ho fame e mi sento un' ameba, incapace di fare qualsiasi cosa.
Sbadiglio, ho due occhiaie da far paura, <<vai a letto tesoro, io e la tata ci prenderemo cura di Alexander>>
<<non voglio dormire>>dico
<<allora esci, prendi un po' d'aria, vai a fare una passeggiata in centro, comprati qualcosa di bello>>dice sorseggiando il suo te' bianco rigorosamente biologico.
<< certo, passerò la giornata a fare shopping,e la finirò in un centro benessere...>>dico con ironia<<...mentre la mia vita va rotoli. io  non faro' crescere mio figlio alle tate...non mi chiamo Francis McKenzie>> affermo sgarbatamente.
Non dice nulla ma so di averla ferita perché il suo viso cambia espressione. Non mi rivolge la parola e a volte il silenzio può essere più eloquente di mille parole.
si alza con lo sguardo fiero . <<nessuna delle tue tate ti ha cresciuta, mi sono sempre presa cura personalmente della tua educazione. E a quanto pare non sono stata brava>>
<< oh si!!dimenticavo che sei stata la madre migliore del mondo,affettuosa, attenta,premurosa ed io la figlia peggiore che si possa desiderare, ribelle,cocciuta, con un corpo così volgare e procace che si è meritata di essere struprata da quel bastardo di Ro.. >>non faccio in tempo a finire la frase, uno schiaffo in pieno volto mi colpisce improvvisamente.
Singhiozzo, come una bambina
<<smettila Annabelle,non voglio più sentire nulla su questa storia>>
Ovvio,penso,se non ne parliamo,tutto ciò è come se non fosse mai esistito,la fisso con gli occhi pieni di lacrime<<credi che per me sia semplice convivere con il rimpianto di non averti creduta,di non aver fatto nulla, mentre tu subivi le angherie più assurde?! Annabelle da quando me ne hai parlato apertamente, non c'è giorno in cui io non ci pensi, ogni volta che ti guardo immagino a come devi esserti sentita, a come avrei potuto evitarti tutto quel male. Ma non lo ho fatto e mi sento in colpa>> Anche lei piange, appoggio la mia testa sul suo grembo e lei accarezza i miei capelli<<perdonami Annabelle>>dice semplicemente con voce spezzata. Si china verso di me e prende il mio volto fra le mani<<perdonami, se ci riesci>> dice quasi sussurrando.  Poi entrambe ci abbracciamo per diversi minuti.

I giorni continuano a passare, ed io mi sento sempre peggio, oggi non riesco nemmeno ad alzarmi da letto, ho passato tutta la notte a riguardare delle foto di me e Tom,quelle che ha appeso nella mia stanza,qualche mese fa.
Tania irrompe nella mia stanza, facendomi spaventare, <<tu sei pazza!>>le dico<<che bisogno c'era di fare questa entrata plateale?>>
Ridacchia<<scusa mi sono fatta prendere dalla foga, Rita mi ha detto che non stai bene oggi>>
Annuisco mentre lei si siede sul mio letto << ti va di uscire un pó? Andiamo a pranzare in quel ristorante che ti piace tanto e poi facciamo una passeggiata a Georgetown>> propone con entusiasmo.
Caccio la testa sotto il cuscino<< non mi va>>dico fingendo di sbadigliare <<ho sonno,sono stanca>>il che è vero!
<<annabelle>>Cerca di togliermi il cuscino
<< lasciami in pace, non sono dell'umore adatto per uscire e non mi sento fisicamente in forma>>
<<questo è perché non mangi, credi che non ci siamo accorti che lasci tutto nel piatto,che ingurgiti solo  pochi bocconi>> 
<<lasciami in pace, lasciatemi in pace tutti, >>urlo
<<Annabelle alzati da questo letto all'istante!!>>grida
<<ti stai comportando da stupida,così ti ammalerai>> mi strappa il cuscino dalle mani per lanciarlo in aria
<<vai via!!!Esci da qui>> dico
<<non me ne andrò senza di te>>
Piango di nuovo,non riesco più a controllare le lacrime,<<smettila di autocommiserarti, hai un figlio di cui occuparti. ti sei vista allo specchio ultimamente? Sei uno zombie, hai delle occhiaia che sembrano solchi e sei magra da far paura>>
Mi copro il volto con la coperta, tiro su con il naso e singhiozzo. Nessuno qui dentro mi capisce, vorrei soltanto scomparire, o non svegliarmi mai più.
<<annabelle,ti prego>> la sua voce diventa più dolce, abbassa le lenzuola e accarezza i miei capelli
<<voglio restare sola.
tornatene in Florida e lasciami in pace, torna alla tua vita perfetta, con il tuo fidanzato perfetto. Nessuno ha bisogno di te qui>>dico con tutta la cattiveria che ho in corpo
Sento la rabbia esplodermi dentro e prendo aria per dare fiato ad altre cattiverie, quando tutto d'un tratto Tania fa una cosa inaspettata, toglie con un gesto brusco le lenzuola,le getta dall'altra parte della stanza e poi mi tira su per le braccia con disperazione  e con una forza che credevo non avesse,  mi alza in piedi.
La spingo per le spalle, ma non molla la presa, <<adesso basta Annabelle,mi stai facendo incazzare>> mi trascina in bagno,mentre io piango e cerco di divincolarmi <<mi stai facendo male, brutta stronza, ti odio, odio tutti in questa merda di casa >>grido come una forsennata
Poi mi infila nella doccia,non ho la forza fisica per fermarla, mi agito ma lei mi sovrasta, apre il rubinetto e l'acqua mi scorre addosso,bagnandomi i capelli e la vestaglia da notte, urlo e piango insieme, l'amaro delle mie lacrime si mischia con essa.

<<reagisci tesoro, non riesco a vederti così, dov'è finita mia cugina?quella donna forte, combattiva, ironica ed un po' pazza>> dice chiudendo il rubinetto. Poi, affannata per la lotta, si accascia sul pavimento,ci fissiamo negli occhi per interminabili minuti.
<<è morta, bruciata, in quella maledetta auto insieme a Thomas>>
si avvicina a me,mentre io esco a carponi dall'enorme doccia. <<lui non vorrebbe vederti così, lui non...>> non sento più nulla di quello che dice, non ascolto nessuna delle sue parole. Qualcosa balena nella mia mente...anche se da quando sono uscita dall'ospedale e ho saputo dell'incidente la mia testa è confusa, alterno momenti di lucidità a momenti in cui potrei trovarmi sulla luna senza capire come ci sia arrivata.
Respiro profondamente, scivolo, ma riesco ad alzarmi, barcollo nel tentativo di arrivare alla mia scrivania, scivolo sul parquet, Tania mi segue,mi sorregge ma la scanso via da me. <<dove diavolo l'ho messo?>>dico cercando tra i fogli, apro i cassetti e li tiro via, svuoto il contenuto sul pavimento,mi metto in ginocchio e scandaglio tutto.
<<anny cosa stai facendo?>>
Finalmente lo trovo, prendo il telefono e compongo il numero,
Una segreteria dall'aria annoiata risponde
<<sì buongiorno,vorrei parlare con l'avvocato?>>
<<quale? Questo è uno studio associato, qui tutti sono avvocati>> dice con aria di superiorità facendomi sentire una stupida. Tania mi fissa interrogativa.
<<Davis>>dico a voce bassa, mi gira la testa solo a pronunciare quel cognome,mi appoggio con una mano alla scrivania,stringendone l'angolo, poi metto il vivavoce e mi siedo<<Jordan Davis?>>chiede
<< si,perché c'è qualche altro Davis?>>
<<no>>afferma
<<bene, allora me lo passi immediatamente>> non capisco cosa stia aspettando
<< non posso,è in riunione, provi a chiamare più tardi>> mi liquida velocemente
<<no aspetti ,dica che lo cerca Annabelle McKenzie>>Mi sembra di averla sentita sbuffare o ridere,non ne sono certa<<guardi, l'avvocato Davis non vuole essere disturbato quando è in riunione,inoltre altri giornalisti hanno usato questo escomotage. Le dico a priori che non ha alcuna intenzione di lasciare un'intervista, non parlerà della morte del fratello nè della sua storia con la figlia del senatore. arrivederci>>resto allibita .
Fisso il telefono e poi ricompongo il numero,
<<signorina sono di nuovo io>>
<<le ho già detto che..>>
<< mi lasci almeno spiegare...è una questione importante, io ho davvero bisogno di parlare con lui, aspetterò al telefono>>
<<non posso disturbarlo adesso,la prego di non insistere,ne va del mio posto di lavoro>> dice a bassa voce
<<signorina le assicuro che se verrà a sapere che io ho chiamato e lei non ha voluto passarmelo, perderà comunque il suo posto di lavoro>>dico.
Tace per qualche secondo<<chi devo dire che lo cerca?>>
<<An..Gucci>>afferma decisa
<<Gucci?>>  chiede la segretaria visibilmente scocciata
<<si lui capirá >> Tom mi ha chiamata così migliaia di volte davanti alla sua famiglia, nessun'altro oltre a loro, Tania e Ben conosce lo stupido soprannome che mi ha affibbiato sin dal primo giorno.
<<attenda, prego>>
Tania mi guarda ancora, <<sto quasi iniziando a riconoscerti>>mi strizza un occhio
<<Annabelle?>> la sua voce trema,io non riesco a parlare << sei tu?>>
<<si,Jordan,io..>>incomincio a piangere, mentre lui cerca di confortarmi, la mia mente va di nuovo in tilt, non riesco a concentrarmi.
Perché  mai ho deciso di chiamarlo??
Lo ascolto parlare di sua madre,della difficile situazione in cui si trova Jillian dopo l'incidente. All'improvviso ricordo,lo interrompo bruscamente e inizio a tempestarlo di domande, voglio sapere tutto di quel maledetto giorno.
cerco di memorizzare , spero di non dimenticare nulla,ultimamente sono così svampita.
Mi promette di chiamarmi di venire  presto a trovare me e il bambino presto insieme a Vichy.
Metto le mani sulla fronte,ho una gran mal di testa, sento le mie tempie pulsare, e cammino avanti e indietro per la stanza, gocciolando,sono ancora bagnata.
<<mi dici cosa hai? Mi stai davvero facendo preoccupare,sembri una pazza!>>afferma Tania distogliendomi dai miei pensieri
<<probabilmente mi prenderai per pazza non appena ti dirò a cosa sto pensando>>
Comincio a spiegarle proprio quando sentiamo bussare
<<avanti>>dice lei al mio posto,visibilmente scocciata.
<<signorina McKenzie, mi scusi ma sono le 12:00 in punto, devo ricordarle di prendere la sua pillola>> un giovane cameriere mi porge un piattino con una pasticca bianca.
<<grazie, appoggi pure lì >> dico
<< le prendo l'acqua>>annuisco mentre lui si avvicina al mio comodino
<< ci penso io >> mia cugina interrompe il silenzio,
Il ragazzo indugia davanti la porta e Tania lo fissa interrogativo <<non la dimentichi signorina>>mi dice prima di andar via.
<<non sapevo prendessi ancora medicine>> Afferma inarcando un sopracciglio.

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