Capitolo 19

Altre volte, nel loro ciclo perenne, Luna e Sole si alternarono in cielo e oramai Thomas, se non teneva male il conto dei giorni, aveva passato due settimane o poco più rinchiuso fra quelle quattro mura di mattoni, cemento, intonaco e arredo.

Cassandra gli aveva fatto notare a due settimane esatte da quando era lì, quando il cacciatore era a lavoro, quanto fosse stato fortunato. Ogni volta che ripensava al discorso, non poteva che asserire con la bionda e farsi certe domande...

•~-~•

<Thomas, lo so che ti sembrerà strano quello che ti sto per dire e probabilmente è senza senso, ma...> e lì la cameriera si interruppe, torcendosi il lembo della maglietta mentre appoggiava panno e spruzzino, per fissare in volto il kitten.
Forse non doveva dirlo, forse sarebbe sembrata una sciocchezza, forse l'avrebbe fatto arrabbiare, forse...

<Con parole tue e senza giri di parole, Cassy.> la incoraggiò con un dolce sorrisino il moro, distogliendola da preoccupazioni, e la riccia si rilassò davanti quel gesto e continuò col discorso sospeso.
<...ma sei stato molto fortunato, te lo assicuro.> concluse lei, quasi trattenendo il fiato.

Stranamente non sentì il moro lanciarle degli insulti o mandarla quel paese per via della parola "fortunato", ma piuttosto qualcosa che le fece incrinare il cuore.
Una risata malinconica, ma con sotto una specie di derisione più per sè stesso che qualcun altro. Quella fu la reazione del kitten, seguita da un sospiro e da un tonfo, che la cameriera dedusse fosse lo stendersi a peso morto del moro sul letto, visto che gli aveva dato le spalle.

<Spiegami quel "fortunato", Cassy, perché non lo capisco. Come puoi definire fortunato un kitten catturato da un cacciatore del calibro di Jonathan Right e tenuto dentro una casa come una bambolina gonfiabile da ben due settimane?> chiese retorico lui, lei tentò di ribattere ma il moro non gli diede tempo di aprir bocca; parlando come un fiume in piena carico di tristezza, rabbia e frustrazione.

<Come puoi definire fortunato una persona lontano dagli unici affetti che gli sono rimasti, senza reale possibilità di vederli? Semplicemente comunicando attraverso emozioni, sapendo che quel contatto ti logora di più in volta in volta? Come puoi definire fortunato un essere vivente che sembra aver perso le speranze di liberarsi dalle catene che lo tengono rinchiuso in una ricca casa estranea che considera una gabbia dorata?> e prese un grande respiro, come se le parole che avrebbe dovuto dire in seguito gli costassero tanto.

<Come puoi definire semplicemente fortunato un kitten?> e poi si ammutolì, facendo uscire delle lacrime silenziose lungo le guance. Ecco, si era sfogato e aveva "aggredito" Cassandra, che forse aveva delle ragioni per dire quella parola ma lui non le aveva dato possibilità di ribattere.

Udì dei passi dirigersi verso di lui e poi vide il viso di Cassandra sopra il suo. Thomas si mise a sedere, sospirando, e girandosi verso la cameriera, tenendo chiusi gli occhi.
<Scusami, Cassy, non avrei dov->
Venne interrotto nel proprio discorso da un dolce e forte abbraccio che lo avvolse e gli riscaldò il petto. Si aggrappò alla schiena di lei, mentre faceva fuoriuscire dei singhiozzi molto lievi, mentre tremava leggermente.

<So che sembra inappropriata come parola, so che ti ho fatto soffrire adesso, so che sarei dovuta stare zitta ma... Sei stato fortunato nella più grande sfortuna che ti potesse mai capitare, per come ti sta trattando Jonathan. Ti assicuro che con i kittens che ha avuto mai ha aspettato più di una giornata per... fare quella cosa, non ha mai permesso a nessun altro kitten di dormire nella sua camera personale, con nessuno ha mai passato serate in compagnia con nulla più di qualche bacio, succhiotto e toccatina. Ti sta trattando in modo così diverso e quasi gentile che è quasi impressionante, Thomas. Come se tenesse a te, come se fossi qualcuno con cui pure conversare piuttosto che fare solo sesso. E ti consiglio di cercare di usare ciò a tuo favore, per fargli cambiare idea sul mondo perché non deve fare ciò, non deve far del male ai kittens, una razza considerata fin dai primi esperimenti inferiore.> spiegò la ragazza.

<Io...importante... per lui?> e lui ridacchiò <Che bella barzelletta. Io per lui sono solo una preda con cui giocare prima di mangiare e non credo che manchi tanto al secondo atto.>

Lei si staccò e guardò quei due occhi così verdi, ricordandole dei prati senza fiori, ora leggermente rossi e umidi.
<Te l'ho detto che era senza senso ma... te l'ho voluto dire comunque. Sono una stupida.> si colpevolizzò lei, per sentire un delicato tocco sulla guancia.

Un bacio fraterno da parte del moro.
<In un modo o nell'altro mi hai fatto sfogare, e ti ringrazio per ciò.> e sul volto ancora umido dalle lacrime salate comparve un sorriso radioso, anche se piccolo <E ti consiglio di pulire in fretta, se vuoi che Elizabeth non ti ammazzi dicendoti che sei una scansafatiche.>
La bionda ridacchiò a quelle parole e, mentre si rimetteva a pulire, commentò: <Hai proprio ragione!>
Intanto il moro aveva acceso la TV e stava guardando uno dei programmi per ragazzi che le due cameriere gli avevano consigliato, Victorius.

•~-~•

Thomas sospirò mentre il ricordo diventava meno nitido, visto che il poi era superfluo, e rifletteva per la centesima volta su quelle parole mentre sempre più domande affollavano con continua e maggiore insistenza la sua testa.

Davvero Jonathan lo trattava in modo diverso e speciale?
Sul serio Jonathan teneva a lui?
Seriamente per Jonathan era speciale e quasi importante?
E tante altre simili lo affollavano, mentre un'altra faceva forza per essere semplicemente chiesta mentalmente...
Lui provava qualcosa oltre il disprezzo per Jonathan Right?

Scosse la testa, deciso, mentre fissava fuori dalla finestra, che dava su un canaletto affiancato da un'enorme distesa erbosa giallastra, evidentemente incolta. Non provava nulla oltre quello e il disgusto ogni volta che il cacciatore lo toccava e baciava.
Ed era sicuro che il castano facesse tutto quello solo per incantarlo perché le moine non avevano funzionato all'inizio. Tutto qui.

Però doveva ammettere che in quei giorni il loro rapporto era "migliorato", mettendo comunque l'ultima parola fra una sfilza di virgolette. Quelle serate passate a guardare Game of Thrones, avevano iniziato a creare una sorta di sopportazione e quasi rapporto di conoscenza. E quella notte sarebbe stata una di quelle sere.

Il cacciatore quella sera arrivò preciso come un orologio svizzero e cenarono insieme, anche se il moro si teneva scostato dalla sua parte del letto e stava tutto curvo verso il cibo.

Era strana la situazione creatasi tra i due in quelle serate da serie TV. Cinque secondi prima, mentre mangiavano, tutto era coperto da astio e disgusto dalla parte del moro; poi sotto le coperte, seduti nel letto, tutto cambiava. Il kitten iniziava a fare battute a cui Jonathan o ridacchiava/sorrideva o ribatteva, rendendo la battuta fatta dal moro l'incipit ad una gara a chi ammutoliva l'altro a suon di commenti a partire dalle frasi precedenti.

Oppure Thomas sparlava su personaggi e azioni, facendo supposizioni in cui "cercava" un fondo di verità da Jonathan che ogni volta gli ghignava e rispondeva sibillino: «Solo il tempo e gli episodi successivi ti daranno la risposta, piccoletto. Prima del tempo, io certo non ti do il verdetto.»

<Finiamo la seconda stagione e iniziamo la terza?> chiese retorico Jonathan, subito dopo che le cameriere ebbero portato via i rimasugli della cena. Il moro annuì energico mentre si accomodava nel letto ma Jonathan, prima di premere play, lo attirò a sè e lo baciò in modo passionale, scendendo pure per il collo.

Thomas si morse il labbro superiore mentre finiva sotto al cacciatore, che lo baciava sulle clavicole e lo toccava per il petto. Odiava quei momenti, che capitavano anche mentre guardavano gli episodi, perché lo riportavano alla realtà, ricordandogli come stavano davvero le cose a quel mondo.
Lui era un kitten e Jonathan il suo possessore.
Niente di più, niente di meno.

Niente reale sorta di sopportazione, niente di reale riguardo in quelle serate passate a vedere Game of Thrones, niente di reale fra battute e frecciatine...
Nulla che non fosse finzione, che non fosse ostentata in falsità; niente che non fosse tramato da Jonathan per farlo incantare e soggiogarlo. Un po' come faceva sempre il castano attraverso delle semplici moine dette in quello charme che il cacciatore possedeva, peccato che Thomas ne era stato immune fino dall'inizio.

Quindi Jonathan si stava divertendo con lui in quei momenti, come il gatto fa con il topo prima di mangiarlo, solo per incantarlo e per averlo sotto il proprio totale controllo. E questo, in qualche modo, faceva risuonare qualcosa dentro al petto del moro; qualcosa di indistinto ma che sapeva di amaro.
Come... come se fosse delusione.

Era deluso, perché infondo (forse) sperava di poter far cambiare idea a Jonathan sul tenerlo lì. Era una cosa sciocca, ma fantasticare non costava mai nulla, se non per le ferite che poi avevi nel petto a causa della realtà che ti veniva sbattuta in faccia.

Venne distolto da quei pensieri da Jonathan che gli sussurrava all'orecchio: <Ti vuoi mettere seduto o preferisci guardarti gli episodi così? Per me non c'è problema, anche se mi concentrerei più su di te che sull'episodio.>
Thomas aprì gli occhi e alzò leggermente la testa, fissando la stanza.

Il cacciatore era seduto comodo sul letto, con le gambe distese e accavallate e lo fissava con un ghigno vistoso, mentre teneva il telecomando a mezz'aria.
Il moro si rese solo in quel momento di essere con la maglietta quasi del tutto alzata, e con ciò con il petto scoperto, le gambe abbastanza divaricate e tenute piegate (con ciò i piedi erano saldi sul materasso e lui metteva di più in mostra il basso ventre) e il viso stravolto.

Scattò e, rosso come un peperone, si mise a sedere a gambe incrociate, mettendosi frettolosamente la maglietta giù e prese in mano la coda, usandola come antistress.
<Adesso sono seduto.> ribatté il kitten, ancora molto imbarazzato e con delle balbuzie nel parlare.

Jonathan lo fissò e si disse che quell'ibrido tra umano e gatto fosse particolarmente carino, oltre che strano e interessante. Un attimo prima era in un modo, un secondo dopo era in un altro.
Un attimo prima provava a ribattere ai suoi ordini e alle sue parole, un secondo dopo gemeva sotto i suoi tocchi; prima di iniziare a vedere le puntate serali di GoT era sempre imbarazzato, poi si rilassava e faceva supposizioni a volte molto simili alla verità, altre volte lontane anni luce da quello che sarebbe successo.

Era strano, come se... avesse tante sfaccettature o tante maschere che venivano rotte e/o cambiate al minimo disturbo. E il castano quasi provò pietà per quel kitten per un secondo, pensando che forse quel moro aveva passato chissà cosa nella vita e ancora era capace di esternare emozioni positive.
Ammirava chiunque riuscisse a fare ciò.

Scosse la testa mentre l'episodio, dopo l'introduzione e la "sigla", iniziava. Lui che provava pietà?
Impossibile!
Il Jonathan che era diventato non provava ciò!
"Sono solo stanco e sto delirando e dicendomi cazzate, tutto qui. Succede" si disse per convincersi.

Si misero a guardare diversi episodi e spesso Thomas commentò, mentre quella serata passava nel surreale come le altre nottate del genere.
Non avevano per nulla idea che qualcosa stava facendo breccia nei loro cuori.

•~-~•

Era arrivato il giorno successivo e Thomas era febbrile in camera, non riuscendo a stare fermo per più di un minuto.
Cassandra ed Elizabeth avevano provato a chiedergli il perché di quel nervosismo la mattina, mentre erano lì a parlargli come facevano al loro solito.

Però il kitten era saltato su dal letto come una molla e aveva urlato: <ARIANA!>, per poi accasciarsi sul letto e sospirare distrutto, sussurrando un "Scusa".

Le due sapevano che Ariana era la compare del moro e provarono con pazienza ad ottenere informazioni sul perché fosse così agitato per qualcosa che c'entrava con quella ragazza. Lui rispose che era da ben quattro giorni pieni, quello era il quinto, che lei non lo "chiamava" ed iniziava a pensare che fosse successo qualcosa ad Ariana e probabilmente pure agli altri.
Elizabeth saggiamente propose a Thomas che fosse lui a chiamare lei, ma questo era come restio perché avevano deciso che fosse Ariana a chiamare e lo riteneva un atto di mancanza di fiducia nell'altra se "prendeva lui quel ruolo".

Allora Cassandra, sbottando, rispose con queste esatte parole: <Thomas, o tu dai un taglio a questa situazione, forse tradendo la sua fiducia o quel che è, e la chiami sentendoti meglio o mantieni questa fiducia e ti distruggi. Ariana ti vorrebbe sereno e capirebbe se le spiegassi perché l'hai chiamata tu, a parer mio. Però la scelta è tua!>.
<Hai ragione, Cassy. Alcune volte dovrei essere più egoista e pensare meno al "Come la prenderebbe l'altro?"> sospirò lui.

<In questi casi sì, Thomas. È più importante sapere che mantenere quella stupida apparenza.> consigliò con voce calma e pacata.
<Vorrei provare a chiamarla adesso...> tentò in un sussurro il moro e le due, annuendo dolci, fecero per andarsene.

Cassandra gli scompigliò i capelli scuri e gli accarezzò delicatamente le orecchie prima di uscire, Elizabeth gli diede un bacio sulla guancia.
<A dopo, sorellone.> salutò quasi di getto il moro, diventando subito rosso.
<Oh, è carino essere considerata una sorella per te, Thomas. A dopo.> salutò apertamente la bionda, mentre la rossa faceva un semplice cenno con la mano.

Thomas prese un profondo respiro e provò a chiamare Ariana attraverso il filo.
All'inizio non sentiva nulla.
C'erano solo i suoi pensieri ad invadere la sua mente, e molte idee erano piene di ansia in quel momento. Stava per chiudere la comunicazione, rimanendo a bocca asciutta, che il filo venne come tirato e seppe che lei stava prendendo parte a quella chiamata.
Subito esplose di gioia e dovette contenersi, mentre riversava come un fiume in piena tutta la sua ansia e preoccupazione di quei cinque giorni alla castana.

Dopo dieci secondi buoni Thomas si fermò, sentendo una sorta di spossatezza provenire costante dalla ragazza, oltre le sincere scuse e la promessa di spiegare.
In uno slancio di preoccupazione chiese spiegazioni per quella stanchezza, chiedendo se stesse male.

La castana indugiò e il moro sentì alla perfezione tutto il dubbio e della paura nel voler dire o meno il perché di quella stanchezza. Si arrese solo quando l'ansia e la preoccupazione del moro crebbero e questo non riuscì a tenerle nascoste.
Ariana iniziò a spiegare con calma e una sorta di arrendevolezza, come se l'avesse detto migliaia di volte e oramai fosse un dato di fatto così ovvio che comunque non era preso in considerazione.

Disse che si stava sentendo nelle ultime due settimane male con febbre, tremori e tosse incontrollata. Cercò di nascondere ma una settimana prima James, Luke e Nick vennero a conoscenza del suo star male e le chiesero cosa sentisse.

I tre sembravano perplessi da quei sintomi senza apparente causa ma, davanti al suo ritornato buonumore come se Thomas fosse accanto a lei, chiesero se stesse usando il filo. Lo chiesero con timore e lei si sentì spaventata mentre annuiva.

James l'aveva guardata dolce e aveva detto che non doveva più usare il filo, al massimo solo un'ultima volta per avvisare Thomas.
Il moro, a quelle parole, esplose in una preoccupazione e chiese come mai non glielo avesse detto l'ultima volta. Lei si scusò perché era stata egoista e pensava che avrebbe retto, ma ci stava rimettendo troppo e doveva pur curare i piccoli, quindi doveva stare in forma.

Disse tristemente che quella era la loro ultima chiamata.
Il moro si lasciò avvolgere dalla rabbia, senza fare pensieri decenti per essere definiti tali. Quando si calmò chiese come la malattia c'entrasse con il filo.
Ariana spiegò che era una cosa che capitava quando due persone collegate con il filo non lo usano se non dopo tanto tempo.

Era come sforzare un muscolo dopo troppo tempo in riposo.
Fa male.

Thomas, quasi in procinto di dire un saluto senza sapere quando poi l'avrebbe più sentita, con il simbolo dell'interruzione della comunicazione pronto ad essere finito, chiese se ne era sicura.
Ariana, con tutta la tristezza possibile da "esternare" nel pensiero, affermò che Nick, James e Luke ne erano certi. Era già capitato a loro amici, solo che in quei casi entrambi stavano male.

Era strano, infatti, che solo Ariana ne fosse coinvolta, però quello sarebbe rimasto uno dei tanti misteri legato al potere del filo e al legame tra due compari.

Thomas chiese solo un'ultima volta se fosse davvero per il filo e che non fossero solo coincidenze. Ariana affermò che in quei cinque giorni senza comunicazione si era leggermente ripresa. Addolorata, diede una sorta di addio a Thomas.
Il moro salutò allo stesso modo la compare, e poi chiuse la comunicazione.

Si sentì svuotato da tutto mentre si stendeva sul letto e una lacrima lasciava i suoi occhi luccicanti. Ora, senza poter parlare con Ariana, gli sembrava di aver chiuso davvero con la sua vecchia vita, ma in modo doloroso.
Come se fosse stato strappato da quello che lui considerava un modo di vivere decente.
E in fondo era successo quello.

Jonathan lo aveva sottratto all'affetto di Ariana, dei tre adulti e dei bambini. Da quel momento in poi, di sicuro, non sarebbe stato facile vivere senza poterla contattare.

•~-----------~•

Intanto Jonathan era al lavoro nella sua azienda e ne era molto assorto, quando una notifica proveniente dal computer che stava usando lo distolse dalle proprie faccende. Diede una rapida occhiata grazie alla tendina che si apriva ogni volta che arrivavano e-mail.
Il titolo era "Cena di gala" e l'oggetto "Invito".

Jonathan, leggermente confuso, aprì la e-mail e la prima cosa che notò era che il mittente fosse il nome di uno dei ristoranti più di alto livello della città, dove molte volte i suoi clienti andavano e gli assicuravano che fosse fantastico.

Guardò attentamente quell'indirizzo prima di leggere la e-mail, pensando fosse un bluff. Controllò che l'indirizzo di quel ristorante della e-mail fosse veritiera confrontandolo con l'indirizzo di posta elettronica scritto su un bigliettino da visita che aveva nel portafoglio. Glielo aveva dato uno dei suoi clienti per "avere maggiori informazioni caso mai volesse andarci".
Passò un minuto buono ad esaminare i due indirizzi, arrivando alla conclusione che la e-mail fosse proprio del ristorante.

Allora, mettendosi meglio i suoi occhiali da riposo (che metteva sempre al lavoro per non affaticarsi troppo la vista) lesse. La e-mail recapitava il seguente messaggio.

"Gentile Sn.Right,
La informiamo che è stato invitato dalla nostra direzione ad una sera di gala, insieme ad alcuni Suoi colleghi lavorativi e amici; persone conosciute e apprezzate come Lei.
La cena è prefissata per il 25 marzo e La avvisiamo che dovrebbe risponderci con una altra email entro il 21 marzo per accettare o rifiutare il nostro invito.
Inoltre precisiamo che, nel caso Lei possedesse un kitten, è incluso nell'invito il kitten stesso. Nella email di accettazione dell'invito dovrà specificare se porterà un kitten con Lei oppure no.
Il luogo di incontro per Lei e gli altri invitati sarà la sera del 25, nella sala d'ingresso del ristorante alle 20:00 precise. Le auguriamo buona giornata e speriamo in un responso positivo
Firmato
                                                                      La direzione di "La forchetta di diamante"

Jonathan distolse lo sguardo dalla e-mail per qualche secondo, prima di decidere e scrivere immediatamente la propria risposta, affermativa, specificando che avrebbe portato il proprio kitten.

Dopo aver invitato la risposta, si permise di accomodarsi in modo meno fine sulla propria comoda poltrona girevole mentre chiudeva gli occhi e rifletteva.
La cena si sarebbe tenuta la settimana successiva. Aveva una intera settimana per poter trovare tutto il necessario per rendere il proprio kitten per quella sera la sua punta di diamante e il gioiello più bello fra tutti quelli che sarebbero stati presenti.













N/A: allora... prima di tutto vi devo ringraziare dal profondo del cuore. Più di 2K visualizzazioni in 20 capitoli, da parte di una storia che pensavo non avesse successo, dato che è molto gettonato come tema e personaggi.
Però...boh, per qualche congiunzione astrale la mia storia sta avendo fortuna e, con quei commenti nello scorso capitolo, mi sento ancor più contenta e soddisfatta.

Anche per questo enorme traguardo vi chiedo se mai voleste uno speciale di qualche tipo:
-stile FAQ con i personaggi di questa storia [le domande le suggerite voi e potete sbizzarrirvi ͡° ͜ʖ ͡°]
-oppure un capitolo a parte (e voi suggerite tema, luogo e idea di che succede)
-o cosa diavolo vi passa per la testa.

Oppure, se non vi interessa, anche il nulla. A voi la scelta.
Ciao e buona giornata!

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