61. Ce l'abbiamo fatta
JEN POV
Ero disperata, l'uomo continuava a compiere in sequenza gli stessi gesti. Non era lo stesso di prima, si erano dovuti dare il cambio. Era estenuante e faticoso fare quelle manovre, ma sembravano insignificanti.
I suoi occhi erano ancora chiusi. Strinsi, di nuovo, la sua mano riprendendo il pianto che avevo sospeso per qualche istante.
Alzai gli occhi dal suo corpo e mi guardai intorno.
La strada era silenziosa, troppo. Gli unici rumori erano quelli prodotti dagli sforzi dell'uomo e dalle ripetute chiamate dell'altro poliziotto.
Le villette intorno, simili a casa mia, sembravano essere vuote. La maggior parte delle persone a quell'ora erano a lavoro e le poche che c'erano guardavano di sottecchi dalle loro finestre.
A spezzare quell'assenza di rumore logorante, fu la sirena dell'ambulanza.
"Ecco vedi, sono arrivati. Andrà tutto bene Haely, loro ti aiuteranno" dissi riportando l'attenzione alla ragazza che mi aveva salvato la vita.
Non aveva esitato un singolo istante a mettere in pericolo la sua salute per salvaguardare la mia.
Un piccolo, leggerissimo colpo di tosse. Il primo di tanti.
"Ce l'hai fatta" mi gettai sul suo corpo dolorante. La strinsi forte.
"Jen" disse con voce spezzata.
"Dimmi"
"Stai bene?" quella ragazza era incredibile. Era appena sfuggita alla morsa della morte eppure si preoccupava che io stessi bene.
"Ora si, grazie" la strinsi ancora un po'.
Nel frattempo dall'ambulanza scesero due donne e due uomini, ognuno di loro con la uniforme dell'ospedale.
"Signorina come si sente?" domandò una delle donne.
Decisi di spostarmi per concedere loro di occuparsi di lei.
Nel frattempo io dovetti spiegare tutto alla polizia. Mi ascoltarono attentamente scrivendo tutto su una sorta di tablet.
"No, sto bene. Voglio andare a casa" sentii quasi urlare da Haely.
"Cosa succede?" chiesi confusa.
"La ragazza si rifiuta di venire in ospedale per i dovuti controlli" disse esasperato uno degli uomini.
Haely mi guardò con fare supplichevole. Non ero d'accordo con lei, ma non potevano costringerla. Sapevo che non avrebbe cambiato idea per nulla al mondo, l'unica cosa da fare era assecondarla.
"Sei sicura?" chiesi rivolgendomi a lei.
"Si, ti prego. Sto bene, davvero" era chiaro che la sua salute non fosse nella migliore delle condizioni, ma se andare a casa era quello che voleva l'avrei appoggiata.
Dopo qualche altro minuto di discussione con la donna, Haely riuscì ad ottenere quello che voleva. Dovette deporre la sua versione dell'accaduto, uguale alla mia, alla polizia.
"Haely davvero non so come ringraziarti. Io non ho parole" le lacrime iniziarono di nuovo a scendere copiose sul mio viso.
"Jen l'importante è che ora sei salva e stai bene. D'ora in poi sei libera" la abbracciai. Dovevo la mi vita a quella ragazza.
"Ti accompagno a casa?" le chiesi e lei, consapevole che non avrei ammesso un "no" come risposta, accettò.
Concludemmo le ultime pratiche con le autorità e poi presi la mia auto. Non amavo guidare e di sicuro non ero nelle condizioni ottimali per farlo, ma era il minimo per lei.
"Haely mi prometti che per qualsiasi cosa mi chiamerai?" le dissi da dentro l'auto prima che entrasse in casa.
Avevo insistito per accompagnarla dentro, ma non aveva voluto. Continuava a sostenere che stesse bene e che non aveva bisogno di tutta quell'apprensione. Sapeva come mi sentivo: in debito con lei.
"Si Jen, tranquilla. Mi raccomando riposati, ne hai bisogno" poi entrò. Rimasi qualche altro istante ferma e poi misi in moto.
Nel tragitto per andare a casa non feci altro che pensare. Ero libera, lo ero davvero. Non ci potevo credere.
Non avrei più dovuto rivivere quell'abuso. La mia pelle non sarebbe più stata macchiata da segni violacei. La mia anima non sarebbe stata spezzata ancora. Ce l'avevamo fatta, avevamo vinto.
Credevo che non avrebbe mai smesso di piovere, ma invece era uscito il sole. Un sole che in quel momento splendeva su di me e sul mio futuro. Era vero, dopo ogni temporale tornava sempre il bel tempo e io ora lo sapevo.
Decisi che avrei dovuto parlarne, il mondo doveva sapere. Ero stufa di nascondermi dietro ad una maschera che non mi rappresentava.
Volevo passare un messaggio. Volevo che tutti sapessero che parlarne è il primo passo per uscirne.
Volevo fare della mia sofferenza e del mio passato un qualcosa di utile. Non volevo lasciarlo nel silenzio perchè avrebbe significato dimenticare e io non sarei mai riuscita a scordarlo.
Ero sicura che tante ragazze avevano passato o stavano passando quello che avevo passato io e le avrei aiutate, come Haely aveva fatto con me.
Ognuna di loro meritava di essere salvata e io avrei fatto il possibile per portare a termine questa promessa. Io volevo essere la Haely di tutte quelle ragazze lasciate sole in un fardello troppo grande per loro.
HAELY POV
Mi chiusi la porta alle spalle e, in silenzio, tentai di raggiungere la mia camera. Avevo solo bisogno di dormire, nient'altro.
"Haely?" ovviamente i miei piani non andarono a buon fine. Ellen, la madre dell'anno, mi sentì.
"Voglio riposare" risposi sbrigativa, ma lei uscì dalla cucina e mi raggiunse. Aveva il grembiule addosso, stava cucinando, era quasi l'ora di cena.
"Cosa hai fatto sul collo?" non le importava mai nulla di me e quando non ne avevo bisogno decideva di fare la madre.
"Nulla, posso andare di sopra ora?" con fare contrariato si spostò e si mise davanti alle scale per non farmi passare. Appoggiò le mani sui fianchi.
Sapevo dove voleva arrivare, una bella scenata alla Ellen, ma in quel momento era l'ultima cosa di cui avevo bisogno.
"Haely Cecelia Smith, cosa sono questi segni?" la stretta di quello schifoso aveva lasciato dei lividi violacei sul mio collo. Mia madre tentò di toccarli, ma glielo impedì.
"Mamma ti prego, per una volta puoi evitare di far finta che te ne importi qualcosa? Ho bisogno di dormire" la sua espressione non fece che peggiorare.
"Dio Haely, sei davvero esasperante! Sei mia figlia, sangue del mio sangue, come puoi pensare che non me ne freghi nulla di te?!" non lo aveva detto sul serio, non era possibile.
"Non oggi mamma, davvero non è il momento" ero senza forze e non ne avevo abbastanza per spiegarle tutte le volte in cui mi aveva dimostrato che per lei non contassi.
"È questo il nostro problema. Noi non parliamo. Non abbiamo dei dialoghi" disse. Quasi mi veniva da ridere.
"Come se fosse questo il vero problema del nostro rapporto" dissi in un sussurro inudibile.
"Forza, dimmi che hai fatto al collo. Se mia figlia di diciassette anni torna a casa con il collo viola, ho il diritto di sapere cosa le è successo" disse con fare autoritario.
"Sei seria? Un milione di volte te ne sei andata via per settimane, salutando con un messaggio o un bigliettino, senza considerare nemmeno il fatto che avessi una figlia! Mi hai lasciata sola per anni, non ci sei mai stata per me e ora ti fai degli scrupoli per degli insignificnti segni? Non prendiamoci per il culo!" sbottai.
"Le parole! Non ti ho insegnato questo!" era impossibile.
"No infatti mi hai insegnato a mentire, tu lo fai da tutta la vita e ti viene benissimo!" la sua espressione dura vacillò nel sentire le mie parole. Centro.
D'istinto si spostò lasciandomi passare.
Era tutta la vita che non faceva altro che mentirmi e dirmi menzogne su menzogne. Non mi aveva mai voluta davvero, ero troppo complicata, troppo imperfetta per lei.
Mi odiava, ero la persona che odiava più al mondo. Le avevo portato via suo marito e sua figlia, quella che amava.
Non me lo avrebbe mai perdonato, provava ribrezzo per me, ma non aveva mai avuto il coraggio di dirmelo in faccia. I suoi occhi, però, parlavano, costantemente, e mi avevano sempre comunicato il suo disprezzo, non li avrei mai dimenticati. Quello sguardo era scolpito nella mia mente.
Arrivata in camera mia chiusi a chiave la porta, scrissi un messaggio a Meg dicendole che ero stata poco bene e poi mi buttai sul letto.
Nel giro di poco crollai tra le braccia di Morfeo e quando lui mi lasciò i miei demoni presero il suo posto, pronti a tormentarmi.
Spazio autrice
Ciao bellissim*, come state? Scusate l'assenza, ma queste settimane non sono state semplici. Mi scuso ancora per il ritardo.
Cosa ne pensate? Vi è piaciuto questo capitolo?
Fatemelo sapere.
Perdonatemi se ci sono degli errori, ma non sono riuscita a ricontrollarlo. Appena riesco lo faccio.
Ci sentiamo presto.
Vostra Clari🧡
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