35. La paura

                                                                              DYLAN POV
No era stata la risposta giusta, quella vera. Io non provavo niente di serio per lei.
Aveva avuto ragione fin dall'inizio, ma io me ne ero reso conto tardi e ormai il danno lo avevo fatto.
La suoneria del mio telefono mi riscosse dai miei pensieri.
"Mamma dimmi" dall'altro capo del telefono nessuno rispose.
"Mamma ci sei?" dopo un po' si decise a parlare, ma sarebbe stato meglio se non lo avesse fatto.
Bastarono tre semplici parole per distruggere tutto quello che avevo costruito. Tre fottute parole per ritornare nella merda più totale.
"Si è svegliato" fu tutto quello che mia madre riuscì a dire prima che madassi il mio telefono in frantumi.

Una rabbia cieca mista ad un terrore insano si scatenarono dentro di me. Iniziarono ad agitarsi come delle furie distruggendomi dall'interno.
Sapevo quello che stavano cercando. Una cosa, o meglio, una parte di me che avevo riposto, anni fa, nei posti più bui della mia mente.
Alla fine ci riuscirono, lo trovarono. Presero quello che era rimasto del piccolo me e lo iniziarono a scrollare. Lui era morto parecchio tempo fa, ma nessuno lo sapeva. Era stato ucciso senza pietà, fatto a pezzi, logorato e privato di tutta quella spensiratezza che avrebbe dovuto avere un bambino della sua età.

Lo misero al comando spodestando il me cresciuto.
In un baleno dentro di me si scatenò il caos più totale. Il panico, assieme alla paura, prese il sopravvento. Non c'era più niente di ragionevole in me, ma soltanto un piccolo bimbo di 3 anni che aveva il terrore di tutto. Un bimbo che per anni aveva subito tutta quella violenza, ma alla fine non era riuscito a sopportarla e si era fatto schiacciare da essa.
Quel bimbo che amava disegnare, disegnava sempre perché in quei disegni racchiudeva tutto quello che a parole non riusciva o non poteva dire.

"Cazzo, cazzo, cazzo!" la mia vita era completamente fottuta.
Quel segreto avrei dovuto portarmelo nella tomba eppure in quel momento era più vivo che mai.
Ero un essere spregevole, ma avevo fatto ciò che era stato necessario.
Non sempre si aveva la possibilità di scegliere e a me quell'opzione era stata tolta da sempre, non mi era mai stata data.

Come cazzo era stato possibile? Non si doveva svegliare, avevano detto che non lo avrebbe mai fatto porca puttana!
La vita per l'ennesima volta si era divertita a prendermi a calci nel culo. Vaffanculo stronza!
Iniziai a camminare avanti e indietro per la strada con le mani nei capeli.

Se qualcuno mi avesse visto da fuori sicuramente avrebbe pensato che fossi pazzo, ma chi mi garantiva che non lo fossi davvero?
D'altronde il concetto di pazzia era stato inventato da un altro essere umano. Magari il vero pazzo era lui e tutti gli altri erano "normali".
Alla fine erano tutte etichette inutili, ma eravamo abituati ad usarle  e senza esse saremmo andati in confusione.

Fumai una, due, tre, quattro sigarette e poi persi il conto.
Niente, non riuscivo a calmarmi.
La prima cosa che pensai fu quella di parlarne con Jake, ma lui stava male. Non aveva bisgno di altra merda, ne aveva ricevuta già abbastanza, io a quanto sembrava no.

Credevo di aver risolto quel problema anni fa invece no. Non avevo risolto niente, anzi, ero messo peggio di prima.
Sapevo che dovevo farlo fuori quando ne avevo avuto la possibilità, ma credevo che non ci fosse la necessità invece un piccolo calcolo sbagliato mi stava costando la vita.
Erano sempre le cose più piccole a fare i danni più grandi.

Dovevo darmi una bella regolata altrimenti avrei destato sospetti e avrei combinato altri casini.
Rispinsi il bambino in fondo e presi nuovamente il controllo delle mie azioni.
Per prima cosa sarei passato da Meg e con una scusa sarei tornato a casa. Odiavo l'idea di lasciarla sola in quel letto, in quel posto, ma se non mi fossi separato da lei in quel momento l'avrei dovuta abbandonare per sempre.
Indossai la mia maschera migliore e ritornai all'ospedale.
Erano talmente tante le maschere che avevo indossato negli anni che alla fine avevo smarrito il vero me. Mi ero perso in un mare in cui non sapevo nuotare.
Continuavo ad affogare giorno dopo giorno, sempre più giù.

Presi un bel respiro e d entrai nella stanza. Dentro, oltre a Meg, trovai Haely e David, il padre di mia sorella.

Era esilarante vedere come ad un certo punto della mia vita tutto avesse iniziato ad andare contro di me eppure non potevo mollare altrimenti mi sarei perso. Non era la prima volta che tutto mi remava contro e sicuramente non sarebbe stata l'ultima.
"Hey piccina, vado a casa a farmi una doccia veloce e poi torno subito da te okay?" le chiesi avvicinandomi e dandole un bacio sulla testa.
Avevo paura di non vederla più. Avevo il terrore di non trovarla al mio ritorno, avevo paura che fosse un sogno averla con me in carne ed ossa. Ma cosa peggiore avevo paura che a non tornare fossi io.

Erano stati pochi i minuti in cui era stata lontana da me eppure quel dolore, quello che avevo provato quando ero sicuro di averla persa per sempre, mi aveva straziato, mi aveva annientato in un attimo. Non sarei stato in grado di descriverlo, era quel tipo di dolore che solo chi lo provava lo comprendeva.
"Stai tranquillo, riposati anche un po' se ci riesci. Tanto sono in buona compagnia e poi Haely ha detto che resta qui anche sta sera" ci mancava lei, avrei trovato il modo di farla andare via.

Uscendo passai davanti alla porta di Jake e mi ci fermai di fronte.Non potevo andarmene senza dirgli niente.
Se fossi entrato avrebbe sicuramente capito che c'era qualcosa che non andava, ma se non lo avessi salutato lo avrebbe compreso lo stesso. Tanto valeva correre il rischio.
Bussai e poco dopo mi rispose una voce che non apparteneva a lui e tantomeno a suo padre.
"Apro io!" apparteneva ad una bimba molto fastidiosa e piccola.
Una tappetta di cinque anni aprì la porta e non appena alzò gli occhi per controllare chi era richiuse subito. Stronza.

La porta non era chiusa dall'interno così entrai.
Mi fece subito una pernacchia, ma la ignorai.
"Hey, come va?" chiesi al mio amico.
"Bene, bene. Haely dove l'hai messa?" ma era possibile che fosse sempre in mezzo?
"Jake, non deve stare sempre attaccata a me" risposi infastidito.

"Megan me lo ha detto" ma che cazzo! Qualcuno poteva darmi anche una martellta sui coglioni già che c'eravamo, quasi quasi era meglio.
"Megan non ha capito niente. Io e lei non siamo niente" marcai l'ultima parola per rendere più chiaro il concetto.
Dover spiegare alla gente quel tipo di cose era una palla assurda. Erano cazzi miei perchè dovevano saperli tutti?
É il tuo migliore amico imbecille!
Coscienza rompi palle!

"Dylan si vedeva lontano mille chilometri che tra voi due ci fosse qualcosa" la martellata sui coglioni la preferivo di gran lunga.
"Non c'era niente di vero. Per me era solo un'ossessione come con tutte le altre. Dovresti sapere come sono fatto. L'ho baciata e poi ho capito che non provavo niente di serio. Non sono fatto per l'amore o cazzate varie, lo hai dimenticato? " si alzò di scatto con il busto.
"L'hai baciata?" chiese sconvolto.
"Si, un paio di volte, perché?"

"Sei fortunato che io mi trovi su un cazzo di letto e non ti possa strozzare, altrimenti lo avrei già fatto. Quando pensavi di dirmelo?"
"Ti ho già spiegato che non è nulla di importante. Vuoi che ti informi tutte le volte che faccio qualcosa con qualcuna a caso?" mi lanciò uno sguardo che avrebbe incenerito chiunque, ma non me. Mi guardava così solo quando era parecchio incazzato o esasperato, a volte era entrambe le cose.

"Perché mi guardi male?"
"In primis perchè siete due coglioni. Spero solo che un giorno vi sveglierete, prima che sia troppo tardi.
Seconda cosa perché ti conosco benissimo e ti ho visto quando la guardavi.
La vita, però, è la tua e so che se ti metti in testa una cosa la fai costi quel che costi. Quindi se hai deciso di lasciare stare ormai non c'è molo da fare" ecco perché era il mio migliore amico. Spesso e volentieri mi cazziava, ma sapeva anche quando era il momento di mollare la presa.

"Comunque grazie per avermi dato del coglione" dissi offeso.
"Non si dice!" mi riprese Lily alias la bambina che mi odia.
"Tuo fratello lo ha detto e non lo hai ripreso" mi giustificai.
Mi stavo davvero facendo delle ragioni con una bambina di cinque anni? Che fine stavo facendo?

"Lui può" rispose ovvia. Che faccia da culo!
Ignorai le sue teorie malsane e appena mi voltai per parlare di nuovo con Jake notai un sorrisino vittorioso stampato sul suo viso.
"Cos'è quella faccia?"
"L'hai sentita? Io posso" non capivo se la bambina fosse lei o lui.
Un campanellino d'allarme mi ricordò che il tempo correva e io non mi potevo fermare. Dovevo sbrigarmi se volevo tentare di non passare la mia vita chiuso dietro a delle sbarre.

"Finiscila. Comunque ero passato per salutarti prima di fare un salto a casa. Mi faccio una doccia veloce e torno" ci doveva credere altrimenti sarei stato fottuto.
Se avesse anche solo avuto un accenno di sospetto sarei stato costretto a dirgli quello che era successo. Se lo avesse saputo avrebbe tentato di fare di tutto pur di aiutarmi e io non potevo permetterglielo. Aveva già fatto tanto quando eravamo piccoli.
Doveva riposarsi e io avrei fatto il possibile per tenere nascosta la verità. Erano anni che lo facevo, ma mentire a lui, al mio migliore amico, era praticamente impossibile.
Odiavo la posizione in cui mi trovavo, ma non avevo scelta.

"Se Meg è da sola la raggiungo" non avrei mai pensato che la loro relazione mi sarebbe tornata utile. Il pensiero di mia sorella lo aveva distratto tanto quanto bastava perché non notasse la bugia che gli avevo appena raccontato.
"No, stai tranquillo. Ci sono David ed Haely con lei"
"Va bene, magari però un salto da lei lo faccio lo stesso. Aspetto che mio padre torni e mi faccio accompagnare" okay, dovevo solo andarmene ed era fatta.

"Allora io vado, a dopo" avevo appena posato la mano sulla maniglia quando mi richiamò.
"Dylan"
"Si?" stavo sudando freddo.
"Non so che cosa tu abbia combinato, ma poi voglio che tu mi dica perché mi hai menito. Ora vai, è da quando sei entrato che fissi la porta. Vai a farti la "doccia" possibilmente senza metterti nei casini" cazzo! Era troppo bello per essere vero.
"Ci provo" ci avrei provato sul serio, ma non sapevo se ci sarei riuscito.

Spazio autrice
Ciao bellissim*, come state? Spero bene.
Chi sarà la persona di cui parla Dylan? Voglio vedere se indovinate.
Fatemi sapere se la storia vi sta piacendo.
Grazie per tutto.
Ci sentiamo venerdì con il nuovo capitolo.
Vostra Clari🧡



Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top