28. Cane e gatto

                                                                       DYLAN POV
"Perchè Haely è scappata dalla tua stanza?" entrò come una furia.
"Megan abbassa la voce, la testa mi sta esplodendo"
"Te la farei esplodere sul serio, magari è la volta buona che la metti apposto" insopportabile, ecco cos'era mia sorella.
"Jake tu non hai niente da ridire?" già che c'eravamo poteva esprimere anche lui il suo disappunto su qualsiasi cosa facessi nella mia vita.

"Troppe amico" ridacchiò.
"Dylan sto aspettando una risposta"
"E io la mia tachipirina"
"Dyl, ti prego, non fare altre stronzate con lei" si sedette vicino a me sul letto.
La sua era quasi una supplica.
Quando le ero vicino facevo sempre delle stronzate, dovevo allontanarmi.

"Non le farò"
"Lo spero per te. Tieni la tua tachipirina" ogni secondo che passava mi pentivo di averla baciata.
Era stato assurdo. Per un istante mi ero dimenticato di tutto e sapevo che anche per lei era stato lo stesso, ma due come noi non potevano fare queste cose.
Non sapevo perché non si fosse scostata subito, ma avevo finto. Volevo che fosse lei a dirmelo, ma non lo aveva fatto. Il motivo era semplice: non lo sapeva.

"Vado a cambiarmi e torno" dopo tanto tempo, rimasi solo con il mio migliore amico.
"Ci vieni alla festa di sabato?"
"Dove?"
"A casa di una del terzo anno"
"Magari ci vado, ci devo pensare" da quando si era messo con mia sorella le cose erano diverse tra noi.

"Jake"
"Si?"
"Trattala bene altrimenti non so cosa potrei farti" avevo bisogno che lo sapesse.
Sei stato già abbastanza chiaro in passato.
Meglio ricordarglielo.

"Dylan a lei ci tengo sul serio. Non potrei mai farle del male"
"Voglio solo che sia felice davvero. Tu più di tutti sai quanto lei abbia sofferto. La devi proteggere"
"Vogliamo la stessa cosa"
"Bene"

"Tu vedi di non cacciarti nei casini"
"Non lo farei mai"
"Lo hai già fatto" era più forte di lui, non riusciva a non essere il mio flusso di coscienza. Conosceva bene il mio dolore, ci aveva parlato e aveva anche tentato di scacciarlo. Qualche volta ci era riuscito, ma per poco. Sapevamo entrambi che quei demoni ormai facevano parte di me.
Da quando avevamo 3 anni ci facevamo forza l'uno con l'altro. Per lui avrei fatto di tutto.

"Lily come sta?" quella bimba era una vera peste. Aveva solo 5 anni, ma ne sapeva una più del diavolo. Sarebbe andata d'accordo con Haely, erano antipatiche uguale.
"Mi fa impazzire. L'altro giorno, dato che non trovava dei fogli per colorare, ha ben pensato di usare i miei pantaloni. Prima ci ha disegnato sopra con i pennarelli e poi, non contenta del risultato, li ha pitturati di rosa fluo. Ti rendi conto?" non riuscii a trattenermi e scoppiai a ridere.
"Secondo me ti donano"
"Stronzo. Non è per niente divertente"

"Infatti è divertentissimo" non riuscivo a smettere.
"Vogliamo parlare di quando mi ha truccato mentre dormivo?"
"Eri bellissimo. L'ombretto argentato creava un contrasto perfetto con i tuoi occhi" avevo iniziato a piagere dal ridere.
"Dato che apprezzi tanto la sua arte la prossima volta ti faccio tagliare i capelli da lei"
"Si si, contaci.
Domani sera che fai?"
"Devo tenere Lily. Magari potete venire da me così riesco a non farmi colorare altri pantaloni"

"Ci sto, ma io non la tocco"
"Guarda che mica morde!"
"Avrei dei dubbi a riguardo"
"Dylan sei impossibile!" ma perché me lo dicevano tutti? Prima lei e ora anche il mio migliore amico. Si erano messi d'accordo?

"Eccomi"
"Domani sera da me. Poi appena la vediamo lo diciamo anche ad Haely" giusto, ci sarebbe stata anche lei.
"Okay" vidi mia sorella avvicinarsi decisamente troppo a Jake.
"No, non ci provare. Non davanti a me o potrei vomitare di nuovo"
"Sei il solito esagerato" sbuffò Megan.
Okay tutto, ma anche essere torturato così mi sembrava eccessivo. Lo stavo ancora metabolizzando.

                                                                            HAELY POV
Come sempre non avevo chiuso occhio. Alla mia montagna di problemi si era aggiunto un rompi scatole da record mondiale.
A me non fregava niente di lui o di quel gesto, ma non riuscivo a levarmelo dalla testa. Perché mi torturava così?
Dopo una doccia veloce, mi preparai e andai ad affronatare il mio inferno personale.

"Ciao Rossa, che si dice?"
"Ho sonno e freddo. Tu?"
"Oggi sono di buon umore"
"A cosa dobbiamo questo onore?" solitamente la mattina Jake non parlava molto, dormiva praticamente in piedi, come me.
"È merito di Megan" stavano davvero bene insieme.

"Siete bellissimi. Comunque è troppo bello poter dire: "te lo avevo detto". Lo sapevo da molto prima di voi che sareste finiti insieme"
"Un giorno te lo dirò anche io"
"A cosa ti riferisci?" quella sua allusione era sospetta.
"Ho detto qualcosa? Non mi sembra" quel suo sorrisino non era rassicurante.

"Sta sera pensavamo di organizzare una serata da me. Devo tenere la mia sorellina così ho pensato che potreste farmi compagnia" aveva cambiato discorso.
"Ci sto, non sapevo avessi una sorella" ero stupita.
"Bhe si, effettivamente non te ne ho mai parlato"
"Se è simpatica come te siamo messi male" ridacchiai.

"Hey! Io sono simpaticissimo!"
"Certo, certo" le lezioni stavano per iniziare, ma Megan non c'era.
"Sai mica dove è Megan?"
"Lei e Dylan sono in ritardo"
"Come mai?"
"Dylan questa mattina non ne voleva sapere di alzarsi"
"Il solito pianta grane" borbottai.

💃🏼💃🏼💃🏼💃🏼💃🏼💃🏼💃🏼

Le prime due ore di lezione furono tranquille. La terza sarebbe stata un supplizio.
Avevo storia e questo significava solo una cosa: avrei dovuto frequentare quel corso con l'altro Anderson.
Come sempre mi misi nell'ultimo banco. Lui entrò, ma non mi degnò di uno sguardo e si sedette in prima fila.
Per fare una cosa del genere doveva essere proprio disperato.

"Oggi parleremo della pena di morte" solitamente ignoravo qualsiasi cosa uscisse dalla sua bocca, ma quell'argomento attirò la mia attenzione.
"Faremo una sorta di dibattito. Per dire la vostra dovrete semplicemente alzare la mano. Iniziate pure"
Non mi piaceva espormi, ma per una volta avrei fatto un'eccezione.
Alzai la mano e aspettai che il professore mi desse la parola.

"Oggi è un grande giorno. La signorina Smith ci degna della sua parola. Prego, parli pure" ignorai il suo commentino e iniziai.
"Ho sentito dire da molti dei miei compagni che la pena di morte andrebbe estesa a tutti i paesi poiché è un modo efficace di eliminare individui pericolosi per la società. Voglio quindi farvi una semplice domanda. Pensate che meritino la morte? Stiamo parlando di assassini, non esseri umani, ma esseri immondi. Dopo che li avrete uccisi cosa sarà cambiato? Nulla. Non fraintendetemi, vanno puniti, ma la morte non è una punzione sufficente. Gli donereste una pace eterna che non meritano" fui stupita nel vedere Dylan alzare la mano.

"Prego" gli diede il permesso il professore.
"Non sono d'accordo con quello che ha detto la signorina Smith" figuriamoci.
"Lasciandoli in vita si correrebbe un rischio notevole. Se un giorno dovessero riuscire a scappare? Si rischierebbe una rivolta da parte del popolo e nessuno sarebbe più al sicuro"

"Sei un imbecille se li fai scappare"
"Sei un imbecille se li lasci in vita"
"Dimmi, chi sei tu per decidere chi merita la vita o la morte?" stavo iniziando a scaldarmi.
"E chi sei tu per decidere che non la meritino?"
"Se dovessi uccidere un innocente?"
"Nessuno ti garantisce che lo sia. Nel dubbio meglio eliminare un potenziale pericolo piuttosto che lasciarlo a piede libero"

"Ma certo, uccidiamolo tanto chi se ne importa della sua vita. È solo un morto su miliardi di persone giusto?"
Stava per ribattere, ma il professore lo fermò.
"Ottimo direi che avete reso bene l'idea di cosa intendessi per dibattito"
Serrai i pugni per evitare di fare cose di cui mi sarei pentita. Ne avevo fatte già abbastanza.

🔍🔍🔍🔍🔍🔍🔍

Arrivai a casa stanca morta.
La vita mi risparmiò e non mi fece incontrare mia mamma, doveva essere a lavoro.
Andai in cucina per bere un po' d'acqua e quasi mi venne un infarto.
"Che cazzo ci fai a casa mia? Da dove sei entrato?"
"Lasci sempre la finestra di camera tua aperta?"
"Tu non sei normale. Devi aver sbattuto la testa da molto piccolo"

"Ti devo parlare"
"Mettiti in coda, non sei il primo che me lo dice"
"Haely mi devi ascoltare bene. Quello che è successo è stato un errore assurdo. Non so perché io lo abbia fatto, ma in ogni caso rimane uno sbaglio" la pensavo allo stesso modo eppure il suo menefreghismo nel dirlo mi aveva infastidita.
"Finalmente ci sei arrivato. Mi raccomando sempre con i tuoi tempi. Fammi sapere quando riesci anche a capire che mi devi stare lontano" solo lui riusciva a farmi perdere la calma in così poco.

"Stai tranquilla, d'ora in poi non noterò neanche la tua presenza" alleluia. Lo aveva capito. Se lo avesse fatto fin dall'inizio mi sarei evitata tante rogne.

Spazio autrice
Ciao bellissim* spero di non aver deluso le vostre aspettative con questo capitolo.
Preparatevi per il prossimo perché sarà abbastanza forte.
Ci sentiamo.
Clari🧡

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