13. la presidenza

"Dylan che ne dici di collaborare un po' ?" gli chiesi tentando di farlo sedere.
"Hey, non mi toccareee. Devo essere arrabbiato con te!" disse biascicado.
"Tu? Guarda che quello che non mi ha nemmeno salutata ieri sei tu"

"No, io sono arrabbiato con te. Tu lo hai baciato! Cazzo lo hai baciato sul serio!"
"Dylan, ma che stai farneticando?"
"Io ero lì quando lui ti ha baciata davanti a tutti. Mi hai mentito perchè avevi detto che non eravate intimi e invece lo siete"
"Non lo siamo. Te l'ho già spiegato"

"Hey, aspetta. Non me ne frega niente di questo. Hai mangiaato?" era ubriaco marcio, ma mi aveva chiesto comunque se avessi mangiato...
"Dylan, ma che cavolo, ti vuoi mettere seduto!"

"No! Finchè non mi dici se hai mangiato io non mi muoovo" continuava a biascicare, ma non c'era verso di farlo spostare.

"Si Dylan, ho mangiato. Ora però siediti"
"Eee se non mi sedessi?" mi chiese ridendo.
Non ce l'avrei fatta. Era peggio di un bambino.

"Dyl-" mi interruppe
"Lo vuoi sapere un segreto? Però non lo dire a nessuno" mi disse sussurando.
"Forza dimmi" decisi di stare al gioco.

"Io e Megan non siamo davvero fratelli" disse ridendo. Era palesemento andato.
"Dylan smettila di sparare cavolate e mettiti seduto"
"Guarda che è verooo. Non siamo fratelli per davvero. Lo siamo, ma non lo siamo" continuò ridendo. Sapevo che era una causa persa, ma decisi di provare a falo ragionare.

"Dylan avete lo stesso cognome. Avete gli stessi genitori. Siete fratelli"
"No, no, no" disse enfatizzando le sue parole con il dito.
"Io ho il cognome del papà di Megan perché io un padre non l'ho mai avuto" disse adombrandosi. Non ci capivo più niente.

"Dylan non capisco"
"Hey, ma non capisi proprio niente! Non è difficile da capireee" avrei dovuto lasciar stare, ma sembrava sincero quando parlava.
Non volevo però approfittare del suo stato. Lui era ubriaco marcio e sarebbe stato da vera stronza fargli delle domande in quel momento.
Ero una persona da cui stare lontano, ma non avrei approfittato di nessuno.

"Haely perché mi fai questo?" mi stava facendo impazzire. Cambiava argomento ogni due secondi.
Dove si erano cacciati quei due?
"Questo cosa?"
"Perchè sei così dannatamente perfetta?" se avesse saputo il vero mostro che ero non avrebbe mai detto quelle parole.

"Dylan io sono la persona più imperfetta che ci possa essere. Io sono tutta sbagliata"

"Haely non lo hai ancora fatto sedere?" mi chiese Jake interrompendo qualsiasi risposta mi stesse per dare Dylan.
"Hey! Guarda che io ci ho provato, ma lui non si vuole muovere" Jake sbuffò e lo alzò di peso facendolo finalmente sedere.

"Eh si, la fai facile tu!" gli dissi con fare indispettito. Lui ridacchiò seguito a ruota da Megan.
"Dai Rossa sali così posso chiudere la porta"

"Eh no caro! Io con lui dietro non ci sto!"
"Perfavore" mi disse Megan facendomi gli occhi dolci. Cavolo quelli per me erano mortali. Li faceva sempre anche lei e mi convinceva sempre.
Sconfitta mi sedetti dietro.

Eravamo partiti da poco quando Dylan si addormentò posando la tesa sulla mia spalla.
Era completamente ubriaco quindi non lo spostai.

Provai a svegliarlo, ma se normalmente ci volevano le cannonate da ubriaco neache le bombe lo avrebbero fatto svegliare.
Eravamo arrivati davanti a casa mia e io dovevo uscire dalla macchina.
"Ragazzi io vorrei davvero scendere, ma qualcuno mi deve togliere questo orso di dosso"
Entrambi si girarono e scoppiarono a ridere.
"No ma tranquilli. Ridete pure di me"
"Scusa Rossa, ma è una sccena davvero troppo divertente. Non so se mi faccia ridere più la tua faccia o la sua" disse Jake.

"Che bei amici che siete. Grazie tante" dissi con fare offeso.
"Aspetta ti aiutiamo" venne finalmente Megan in mio soccorso.

🐢🐢🐢🐢🐢

Era lunedì mattina e mia mamma stava già urlando.
"Arrivo!" le urlai di rimando.
Mi preparai in fretta e scesi.

"Haely è possibile che tu sia sempre in ritardo?"
"Si, è possibile"
Appena entrammo in macchina mi misi le cuffiette per evitare di stare a sentire le sue prediche o qualsiasi altra parola.

Parlare la mattina dovrebbe essere un atto perseguibile dalla legge.
Cioè io non so manco da che parte sono girata e tu mi parli? È assurdo!

Salutai tutti e Theo non perse tempo a venirmi in contro.
"Haely possiamo parlare?" non avevo per niente voglia di parlare con lui dopo quello che mi aveva detto, ma la mia curiosità, come sempre, ebbe la meglio. Volevo proprio sentire quali balle si sarebbe inventato. Almeno avrei scoperto se era fantasioso.

"Okay, ma una cosa veloce"
"Si va bene" ci spostammo un po' dal gruppo e Dylan non mi risparmiò uno sguardo di quelli che non riuscivo a comprendere.

"Ieri sera mi sono comportato davvero di merda. Sono stato uno stronzo. Ti volevo chiedere scusa e so che non è una giustificazione valida, ma sono stato accecato dalla gelosia" no, la fantasia gli mancava decisamente.
"Theo posso anche accettare le tue scuse, ma non pretendere che io ti perdoni" non avrei più permesso a nessuno di ferirmi. A distruggermi ci pensavo già da sola, non avevo bisogno di qualcun altro che lo facesse.

"Haely dici sul serio?"
"Si" risposi seria.
"Ti ho chiesto scusa. Vuoi davvero chiudere per così poco?" era questo che non sopportavo in alcune persone, l'ipocrisia. Mi ha chiesto scusa, ma poi è ritornato alla carica.
Le scuse non servono a niente, le cose bisogna dimostrale con i fatti e lui aveva già dimostrato abbastanza. Ero stufa.

"Theo ora spiegami una cosa. Cosa mi chiedi a fare scusa se poi ti comporti esattamente come prima?" non mi rispose.
"Io vado, basta non ho più tempo da perdere" me ne andai.

"Hey, che è successo?" mi chiese Megan non appena la raggiunsi.
"Niente di che, Theo è caduto in un terribile cliché.
Si è comportato di merda, mi ha chiesto scusa e quando gli ho detto che non lo avrei perdonato si è comportato di nuovo di merda" dissi con fare annoiato.
"Ora gliene vado a dire quattro io, ma di quelle che se le ricorda" Megan era partita in quarta.
"Hey, hey. Calma leonessa. Apprezzo il pensiero, ma mi so difendere benissimo da sola"

"Oh non ti preoccupare che questo lo so bene" disse ridacchiando.
"Hey, cosa stai insinuando?"
"Niente, assolutamente niente" disse con falsa innocenza.

"Mhhh. Megan, Megan. Le bugie non si dicono"
"Eh dai! Non fare quella faccia! Forza entriamo"

Stavamo aspettando la professoressa di matematica quando Alfred fece la su comparsa nell'aula.
"Signorina Smith è richiesta in presidenza" eccola, la mia fine era arrivata.
Quale momento peggiore se non il lunedì mattina?
Mi alzai e mi diressi verso la stanza in cui sarebbe stata effettuata la mia carneficina.

Il primo pensiero quando entrai fu quello di fare un biglietto di sola andata per il Messico.
C'erano il preside, il padre della gallina, la gallina stessa e...Oh merda! Quella era mia madre. Decisamente dovevo fare un biglietto per un posto molto più lontano del Messico.

"Signorina Smith si accomodi pure" mi invitò il preside.
Accomodarmi in un altro continente sarebbe andato bene lo stesso?

"Signorna Smith devo dire che lei mi ha riempito di delusioni.
Ha saltato le lezioni, non ha partecipato alla punizione giornaliera, ha ben pensato di passare la notte in palestra in compagnia di Anderson e, cosa più grave, ha aggredito una sua compagna" se voleva potevo "aggredire" anche lui.
Sarebbe stato divertente tirargli un bel montante...Haely ti sembra questo il momento per pensare come picchiare il tuo preside? mi riprese la mia coscienza.

"Avrei da ridire su alcune cose.
La notte che ho passato in palestra non è stata una mia idea e lo può chiedere anche ad Alfred. Per quanto riguarda "l'aggressione", come la chiama lei, della mia compagna direi che c'è parecchio da dire. In primis lei mi ha rinchiusa in quella palestra e poi mi ha anche insultata. Sicuramente la violenza non era il mezzo più corretto da utilizzare, ma vorrei ricordarle che la mia cara compagna su di me ha effettuato un tipo di violenza psicologica che è ben più grave" la violenza fisica era tangibile, quella mentale no.
Il dolore di un pugno sarebbe passato, ma uno taglio nell'anima no. 

I suoi insulti non mi avevano sfiorata minimamente, ma mi dovevo difendere in qualche modo.

"Signor preside, mia figlia è stata ferita gravemente. Il suo comportamento è inamissibile. Se non prende degli immediati provvedimenti sarò costretto a prenderli io con le autorità" parlò il padre della gallina. Ora si era messo anche a ricattare.

"Signor Clarke non si preoccupi. Saranno presi i dovuti provvedimenti.
La signorina Smith verrà sclusa da tutte le attività extra curriculari e la sua punizione sarà prolungata notevolmente" qualcos'altro? Già che c'eravamo poteva farmi pulire anche i gabinetti.

"Scusi, quale punizione?" ero indecisa se andare al polo sud o in Australia, ma il polo sud era più lontano quindi optai per quello.

"Sua figlia ha presentato degli atteggiamenti poco consoni all'ambiente scolastico. Per questo ha una punizione di un mese da scontare con Anderson" bene, Ellen White mi avrebbe fatta fuori. Non c'era dubbio.

"Quando usciamo da qui facciamo un bel discorsetto" mi sussurrò Ellen la pazza nell'orecchio.

Appena misi piede fuori dalla presidenza mia mamma partì alla carica.
"Scordati di uscire per almeno i prossimi due mesi. Il telefono lo userai quando lo dico io e ti verrò a prendere e ti porterò io a scuola. Dovrai studiare davanti a me"
"Mamma mi dispiace davvero tanto interromperti, ma io avrei lezione" avevo la scusa perfetta per scappare.

"Adesso te ne preoccupi? Oggi pomeriggio parliamo per bene"
"Eh mamma oggi pomeriggio ho la punizione fino alle 6:30"
"Bene, allora ne parliamo sta sera"
Per una volta la scuola mi aveva salvata dalla furia di Ellen White.

Spazio autrice
Ciao bell* come state?
Vi è piaciuto questo capitolo?
Se volete potete lasciarmi una stllina.
Bye, bye.
Clari🧡

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