9. But was he yours, if he wanted me so bad?

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Melanie Martinez, Pacify her


«Ho visto il video», esordisce Zahra mentre si spalma l'olio abbronzante sulla coscia. «Non pensavo sapessi muoverti così».

Mi siedo sul bordo della piscina e la guardo, strizzando un po' la vista. La luce del sole è accecante.
«Così in che senso? Come te?», le chiedo, un po' pungente.

Ride brevemente. «Divertente. Dovrai impegnarti un po' di più».

Ruoto gli occhi al cielo e mi tuffo di nuovo in acqua, facendomi una nuotata senza rivolgerle più la parola.
«Ho chiamato Kyle», mi informa.

«A casa mia?», le chiedo, il fastidio trapela nella mia voce.

«Sono la tua migliore amica, non mi è permesso portare il mio ragazzo? Non è uno sconosciuto qualsiasi. Ieri abbiamo litigato, quello stronzo mi ha dato appuntamento e poi non si è presentato più a casa mia».

Le do le spalle in modo che lei non veda il rossore sulle mie guance. Quindi non sa che ha passato del tempo con me? Certo che no! Quell'idiota non glielo direbbe mai.
«Lo hai perdonato?», indago, senza mostrarmi troppo interessata.

«L'amore è così, Nives», si toglie gli occhiali da sole e si alza dalla sdraio. «Lo tengo in pugno. Fa sempre quello che voglio, e sai cosa?», entra in acqua lentamente. «Mi scopa da dio», sorride con malizia.

So che è il suo ragazzo. Cazzo se lo so! Eppure mi dà fastidio quando mi parla di loro due in questo modo. Non ci tengo ad immaginarli mentre fanno sesso.

Esco dall'acqua, prendo il telo e lo avvolgo intorno al mio corpo.
«Cosa c'è? Ti dà fastidio quando parlo del mio ragazzo?», chiede lei con una risatina, che è tutto tranne che divertita.

«No», mento. «Puoi parlarmi di quello che vuoi, lo sai».

Qualcuno suona il citofono. «Torno subito», le dico.
Cammino lungo il corridoio e guardo sul piccolo schermo vicino alla porta. Taylor? Cosa diavolo ci fa lui qui?
Merda, sono finita. Sa che sono stata io.

Gli apro il cancello e lui viene come una furia verso la porta. Okay, saprò gestire la sua rabbia.
La prima cosa che fa è mettermi la mano intorno alla gola e spingermi contro il muro, ringhiando: «Sai, sarai pure delicata come la neve, ma se non mi darai una spiegazione entro cinque secondi, qualcuno qui la pagherà cara».

Sono terrorizzata. Taylor allenta la presa e spinge la mia guancia contro la parete, sussurrando al mio orecchio: «O paghi i danni che hai fatto alla mia macchina o mi prenderò ciò che mi spetta con la forza».

«Mi dispiace, hai iniziato tu», gli dico.

«Io? Cosa diavolo ti ho fatto?»

«Hai messo in rete quel video dove io stavo ballando», gli spiego. Mi manca l'aria.

«Di che cazzo stai parlando? Non sono stato io!»

«E allora chi è stato?», lo guardo con la coda dell'occhio, ma lui preme la mia guancia contro il muro con più forza.

«Non mi interessa, Nives, mi hai distrutto la macchina, porca puttana! Ti do pochi giorni per riparare i danni, altrimenti mi prenderò qualcos'altro e non sarò per niente gentile».

«Cos'è che vorresti prendere, Harris?», chiede Kyle alle sue spalle.
Taylor smette di sorridere e si gira lentamente verso di lui.

«Vuoi scoprirlo davvero, Davis?», chiede Taylor ghignando.

Kyle esibisce un sorriso, poi distoglie lo sguardo dal mio, afferra la testa di Taylor e la sbatte con forza contro il muro, dicendo: «È così che l'hai tenuta, pezzo di merda?»

Taylor fa un verso di dolore e Kyle lo afferra per il collo e infila l'altra mano nei suoi capelli, tirandogli all'indietro la testa. «Toccala un'altra volta e ti prometto che sarò io a distruggere quella faccia da cazzo che ti ritrovi», lo prende per la collottola e lo spinge verso la porta. «Ora sparisci».

Taylor ghigna e si passa la mano sul collo, frustrato. «Fossi in te la prossima volta terrei le mani a posto, Davis».

«Se ci sarà una prossima volta, farò esattamente ciò che ho appena detto, Harris. Ora vattene», Kyle fa un passo verso di lui, ma lo afferro per la spalla, impedendogli di avvicinarsi ulteriormente.

«Lascia stare, Kyle», bisbiglio dietro di lui. Si gira lentamente verso di me e allunga la mano verso il mio viso, ma la ritira subito dopo. «Dov'è Zahra?»

«Prosegui dritto e usa la porta che dà sul retro», dopo avergli dato le indicazioni per raggiungere la sua ragazza, inizio a strascicare i piedi avanti e indietro. Chiudo in un angolo buio della mia testa i pensieri più stupidi, e poi vado in cucina a preparare i frullati di frutta e verdura; gli unici che mi piacciono davvero.
Quando finisco, lo verso in tre bicchieri di vetro e prendo un vassoio.

Zahra è in acqua, ha le braccia appoggiate sul bordo e Kyle si piega per lasciarle un bacio fugace sulle labbra. Una scena che avrei preferito non vedere.
«Ho preparato dei frullati. Fidatevi, questi sono veramente buoni e rinfrescanti», lascio il vassoio sul tavolino.

Zahra fa un verso di disgusto. «Pensavo che ci avresti portato qualcosa di più buono. Cos'è che bevevano i tuoi amici a San Francisco? I margarita? I martini? Altri cocktail?»

Esce dall'acqua, prende il bicchiere e guarda il contenuto verde all'interno, poi lo rovescia sull'erba. «No, amica. Così non ci siamo».

«Zahra, ma che cazzo...», commenta Kyle, guardandola a bocca aperta.

«Mi sono abbronzata?», gli chiede cambiando discorso e sposta il pezzo di sopra, mostrando parte del suo seno.

Prendo il mio frullato e lo mando giù a piccoli sorsi. Devo stare calma. È la mia migliore amica, non posso romperle la faccia.
Zahra rientra in acqua, Kyle invece si siede sull'altra sdraio e allaccia le dita intorno all'altro bicchiere, portandoselo alle labbra. Segue un attimo di silenzio, poi lo sento esclamare: «Oh, merda!».  Finisce di berlo e giro il capo dall'altra parte sorridendo. Sono felice che almeno a lui sia piaciuto.

«Cosa ci hai messo dentro?», chiede.

«Ricetta segreta», mi stringo nelle spalle.

«Non ti fai il bagno?», chiede cercando di fare conversazione.

«No. Ma se tu vuoi farlo, non ti fermerò. Scusami un secondo», mi dirigo verso la porta ed entro in casa leggermente barcollante e con la vista appannata. Mi appoggio al muro per non crollare a terra e vado in cucina a prendere la bottiglia d'acqua. Bevo così tanto  finché non sento un conato di vomito salire su per la gola. Mi siedo sulla sedia e appoggio la testa sul bancone della cucina. Mi sento stanca. Dannatamente stanca e senza forze.

«Nives, sono tornata!», la voce di mia madre mi fa trasalire. Apro lentamente gli occhi. Mi sento intrappolata in un vortice di confusione.

«Tesoro, tutto bene?», chiede posando le buste di Hèrmes sul bancone. Appoggia dolcemente la mano sulla mia fronte e l'altra sotto il mento, inclinandomi la testa per guardarmi meglio. «Cosa c'è che non va?»

«Mi sento stanca», ammetto e allungo le braccia verso di lei. Mia madre mi abbraccia, confusa e sorpresa dal mio gesto improvviso. Vorrei dirle che non è una stanchezza normale.

«Non volevo gridarti contro ieri... Mi dispiace. Sono terribile a volte, ma lo faccio per il tuo bene», mi dà un bacio sulla fronte.

Non importa quante volte litighiamo o quante volte mi viene voglia di scappare di casa, quando sto male fisicamente cerco sempre lei, perché le sue braccia mi hanno stretta forte quando papà non voleva farlo.

«Ehi, Nives, che fine hai fatto?», Zahra entra in cucina con i capelli e il costume gocciolanti. A mia madre per poco non viene un colpo.

«Ci sono i teli fuori. Prendine uno e asciugati, diamine! Ci sono le impronte delle tue ciabatte in tutta la casa».

«Oh, mi scusi! Rimedio subito», fa marcia indietro con una smorfia sul viso e va ad asciugarsi.

«Da domani ci sarà Rosemary a darmi una mano in casa e verranno installate le telecamere di sicurezza».

Sbuffo e mi alzo, raggiungendo la finestra. «Così potrò di nuovo sentirmi soffocata e controllata?»

«No, così saprò chi metterà piede in casa mia quando io non ci sarò», specifica con un sorriso gelido.

«Evita di metterle anche dal lato della mia stanza, per favore», la supplico con lo sguardo.

«Potrei fare questo sforzo... Dipende da tante cose».

Kyle entra in cucina, ha i capelli bagnati e il telo umido su una spalla. Le gocce d'acqua brillano sui suoi tatuaggi e mia madre non perde tempo a fargli la lastra con gli occhi, squadrandolo con curiosità dalla testa ai piedi. Si sofferma un po' troppo sul suo addome definito, poi sui piercing e infine inclina il capo per guardarlo meglio in faccia. «E tu chi saresti?», gli chiede.

«Lo chieda a sua figlia », risponde lui con la solita faccia tosta.

Mia madre inarca un sopracciglio. «Nives? Posso sapere chi è questo teppista e cosa diavolo ci fa in casa mia?»

«Non è un teppista. È un mio amico ed è il ragazzo di Zahra».

Mia madre tira un sospiro di sollievo. «L'avevo capito, ma avevo bisogno di una conferma», ride nervosamente. «Senza offesa, ragazzo, ma se mia figlia andasse dietro ad uno come te probabilmente la porterei prima dall'oculista e poi dallo psicologo».

«Mamma!», grido, guardandola male.

«Non è un brutto ragazzo, ma guardalo! Ti avevo detto niente ragazzi con tatuaggi e piercing!»

«Non si preoccupi, sono sicuro che sua figlia saprà scegliere il ragazzo giusto per lei», Kyle appoggia il braccio sul bancone della cucina e io guardo le sue vene sporgenti, resistendo all'impulso di accarezzargliele.

«Lo spero», risponde mia madre.

«Guarda cosa ti ho preso!», prende la scatola arancione e la apre, mostrandomi un paio di ciabatte. Forse le più brutte che io abbia mai visto.

«Cazzo, perfino mia nonna ha più stile», commenta Kyle sorridendo genuinamente.

«La tua famiglia non potrebbe permettersi questa roba nemmeno se lavorasse giorno e notte», replica mia madre con una smorfia di disgusto.

«Però in cambio posso avere sua figlia quando voglio e non devo nemmeno impegnarmi troppo», risponde Kyle senza alcun pelo sulla lingua.

Sam per fortuna interrompe la nostra conversazione imbarazzante e guarda Kyle con aria scettica. «Abbiamo ospiti?»

«Sam, lui è Kyle. Il ragazzo di Zahra».

«Oh, quel ragazzo»,  prorompe, guardandomi con aria complice.

Dio, no. Non adesso, Sam!

Kyle mi guarda con un sopracciglio inarcato, ma io mi fingo molto interessata al vaso di fiori che c'è sul davanzale.
«Stavamo andando via, comunque», Kyle posa il telo sullo sgabello. «Ci si vede, Nives», solleva due dita per salutarmi.

«Ci sentiamo più tardi, Niv!», Zahra si affaccia in cucina e sventola una mano in aria per salutarmi.

Appena vanno via, mia madre si gira verso di me. «Spiega. Subito».

«Sam, pensaci tu», scarico il peso su di lui e io vado in bagno a cambiarmi.



Il giorno dopo vado in libreria a fare rifornimento. Amo leggere. Non è più un hobby, bensì un'ossessione.
A San Francisco ho lasciato gran parte dei miei libri. A quanto pare mia madre è in disaccordo con quasi tutte le mie scelte. Mi sarebbe piaciuto portarne alcuni, ma per lei non sono altro che oggetti ingombranti e pesanti di cui potrei benissimo farne a meno. Odia vederli sparsi in giro, sul tavolo o sul divano, o perfino sul mio comodino. L'ultima volta che ne ha trovato uno l'ha buttato direttamente nel sacco della spazzatura e ha fatto finta di niente. La cosa buffa? È stata lei a spingermi verso la lettura.

«Che coincidenza», dice una voce alle mie spalle.

Derek, l'amico di Taylor, è seduto su una poltroncina e ha un libro aperto sulle gambe.

«Oh, ciao», gli dico senza dargli troppa confidenza.

«Sono felice di rivederti», si alza e viene verso di me. I capelli biondi e leggermente arricciati sulle punte sono tenuti all'indietro da un codino nero. Ha gli occhi azzurri come il cielo d'estate e un sorriso carismatico.

«Sei molto gentile», gli dico.

«Allora... Ho saputo quello che hai fatto a Taylor», appena lo dice per poco non mi cade il libro dalle mani.

«Quindi ti ha detto anche quello che lui ha fatto a me?», ribatto con cinismo.

«In realtà, sì. Ed è parecchio dispiaciuto, non era in sé».

«Sul serio? Mi ha spiaccicato la faccia contro il muro», alzo la voce e alcune persone si girano verso di noi.

«Ehi, conosco Taylor, e so che è un coglione a volte, ma non ha mai fatto del male ad una donna in vita sua. Non era molto lucido».

Chiudo con forza il libro e mi giro verso di lui, furiosa. «Stai difendendo un tizio che mi ha messo le mani addosso».

«Non lo sto difendendo... Ugh, lascia stare. Taylor è un idiota. Comunque mi dispiace averti conosciuta in quelle circostanze. Sarebbe stato più bello incontrarti qui la prima volta», sorride con dolcezza e io metto da parte la rabbia. È molto diverso dai suoi amici.

«Cosa stavi leggendo?», gli chiedo.

«Il nuovo libro di Stephen King. E tu?»

«So che sono estremamente in ritardo, e spero che questo rimanga tra di noi, ma ho deciso di comprare finalmente Il signore degli anelli. In realtà ho provato già a leggerlo una volta, ma non mi aveva presa abbastanza, quindi eccomi qui! Gli darò una seconda possibilità».

«Cavolo, sei molto in ritardo, sì».

«Tu l'hai letto?»

«E chi è che non l'ha ancora letto, a parte te?».

«Durante il primo film mi sono perfino addormentata», ammetto con una punta di disagio.

«Mi è passata la voglia di fare amicizia con una bellissima ragazza come te».

Il suo complimento mi fa arrossire. Prendo altri libri di narrativa e li stringo al petto.

«Ti serve una mano?», mi chiede gentilmente.

«Se proprio insisti».

Dopo aver pagato, usciamo e inizia a toccarsi la nuca con aria imbarazza. «Ti va di mangiare qualcosa insieme a me?»

«Per me va bene», accetto senza problemi.

Sorride, mostrandomi la sua dentatura perfetta e aggiunge: «Non posso offrirti un pasto in un ristorante di lusso, però qui vicino fanno degli hot dog fantastici».

«L'hot dog va benissimo! Dio non ne mangio uno da mesi».

«Ti credo! L'entusiasmo sembra reale». Mi prende la busta di carta dalle mani. «La porto io, se non è un problema».

«Sembri molto diverso dai tuoi amici».

«Sembro?», ride. «Taylor non sa nemmeno come tenere un libro tra le mani. Benjamin con un libro probabilmente ci farebbe un falò e Carla, la sua ragazza, probabilmente lo userebbe come piattino per bere il caffè».

«Oh, non dirmi così», mi porto la mano sul petto. «Mi sento male».

«Tu sembri davvero in gamba. Sapevo che sarebbe andata male con Taylor. Non sa tenersi una ragazza accanto e nella maggior parte dei casi loro gli fregano i soldi e poi scappano».

«Sono dalla parte delle ragazze», gli faccio l'occhiolino.

«Se lo merita, forse».

Appena giriamo l'angolo, ci imbattiamo nel carrello degli hot dog.

«Io prendo il classico», gli dico.

«Anche per me, grazie».

Mentre aspettiamo che siano pronti, gli chiedo: «Cosa fai, a parte fingerti un cattivo ragazzo?».

Lui fa finta di pensarci. «Mi piace leggere, trascorro le giornate in spiaggia, amo fare surf, suono il violino e il prossimo anno spero di entrare alla Yale. E tu?».

«Wow, questo non me lo aspettavo», ammetto.
«Leggo, a volte provo a buttare giù qualche frase, so suonare il piano, amo guardare i documentari e i video true crime su YouTube. Non vado in spiaggia perché ho la piscina, odio guardare la TV da sola e... Ho una vita piuttosto noiosa. A mia madre sarebbe piaciuto riempire gli spazi vuoti della mia giornata, ma purtroppo il pilates o la pole dance non fanno per me».

«Da come ne parli tua madre sembra molto esigente e puntigliosa».

«Cavolo, lo è eccome!»
Prendiamo gli hot dog e camminiamo uno accanto all'altro mentre continuiamo a conversare.

«Non ho mai guardato un true crime e amo guardare i film».

Gli do una piccola pacca sulla spalla. «Rimedia immediatamente».

«E se ne vedessimo uno insieme?», mi chiede un po' riluttante. «Voglio dire, se per te va bene».

La sua domanda mi coglie di sorpresa. «Certo, sarebbe carino».

«A casa mia, domani?»

«A casa tua domani», confermo.

Vedo il sollievo nei suoi occhi e io sento di aver fatto la cosa giusta. Farmi qualche nuovo amico mi farà bene. In questo modo Zahra avrà più tempo per Kyle, io li vedrò di meno e finalmente smetterò di avere i sensi di colpa.


Comunque fateci caso alla stanchezza di Nives, perché non è casuale 😴
Taylor riapparirà e beh, Derek mi sembra una povera vittima. Spero vi sia piaciuto 🥺 ci vediamo lunedì!

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