PP
Please me, baby
Turn around and just tease me, baby
You got what I want and what I need, baby
-Bruno Mars
Com'è potuto succedere? Una sensazione di disagio mi invade mentre penso alle mille ragioni per cui potrebbe essere qui. Alla fine la spiegazione più semplice e plausibile risulta essere la più straziante: lavora in questo posto. Cerco le parole giuste per rispondere al suo saluto; non voglio essere antipatica né dargli motivo di proseguire con questa storia. Alla fine me ne esco con un classico ''buongiorno anche a lei''. Ben fatto, Clara. Il mio tono distaccato lo stupisce un attimo, tanto che si volta per una frazione di secondo verso di me per cercare un segno di cedimento o di imbarazzo. Non lo trova. Punto per Cla-Cla! I miei nervi sono così saldi da stupirmi. Se sapesse quanto stia combattendo con me stessa per non fare qualcosa di maledettamente idiota...
Neurone uno: ''Su forza! Dobbiamo resistere, presto la corsa sarà finita!''
Neurone due: ''Capo, non penso che riuscirò a resistere ancora a lungo...''
Neurone uno: ''Resistete soldati! ''
Neurone tre: ''Signor Capo, si volti!''
Neurone uno: ''Tutti gli altri neuroni si stanno ammutinando. No, non stavolta. Non lasciatemi.''
Neurone due e tre, in contemporanea: ''Ci perdoni ma non possiamo continuare così. Sa che questa non è la nostra natura!''
Neurone quattro, prima di uccidersi: ''Ma pensate di essere nel cervello di Einstein? Manco se ci usasse! Ci ha lasciati qui a marcire per anni, noi non le dobbiamo niente!''
Neurone uno: ''E va bene, ho capito. Me ne vado anche io...''
''Lei lavora qui?'' domando. Ecco, ho rovinato tutto. Lui tiene lo sguardo fisso davanti a sé e risponde con nonchalance: ''Si può dire di sì. E lei? Se mi dicesse piano e ufficio potrei passare ogni giorno a controllare la sua sedia. Non vorrei brutte sorprese. Siamo tutti molto professionali, spero non voglia distinguersi negativamente.''
Sento finalmente le guance avvampare, ma non per l'imbarazzo. E' rabbia. Chi crede di essere per poter mettere in dubbio la mia serietà sul lavoro? Mi volto verso di lui, senza indugiarci troppo. ''A dire la verità trovo che sia lei quello poco professionale, dato che continua a tirar fuori questa storia'' faccio un respiro profondo e continuo ''Non si azzardi mai più a mettere in dubbio il mio impegno, non sa quanto abbia faticato per essere qui. Si fidi, se potessi cancellare quel momento imbarazzante lo farei volentieri. O per lo meno non includerei lei. E' stato un incidente e non succederà mai più. Cos'è, pensa che io abbia un muffin attaccato al sedere ogni volta che esco di casa?'' Il tono calmo e freddo di prima mi ha decisamente abbandonata. Torno al mio posto, aspettandomi che sia finita.
Ha un'aria soddisfatta ma stupita. Ci è riuscito. Ho perso la calma. Risponde: ''Non so, non ne sono sicuro. Se mi lasciasse controllare adesso potrei rispondere con più accuratezza''. Lancia alle mie gambe uno sguardo predatore, intenso. Sento un brivido percorrermi. Non riesco a guardarlo in faccia. Potrei aggredirlo ora, qui dentro. Poi ripetere la celeberrima scena di Achille che sconfigge Ettore.
Okay, Clara. Sta calma. È solo un idiota. Tu non lo ucciderai, tu non lo ucciderai!
L'ascensore si ferma proprio in quell'istante, salvandomi dall'imbarazzo, e non appena le porte si aprono esco fuori, lontano da lui. Non mi importa dell'impressione che devo avergli dato. Spero solo che comprenda che deve lasciarmi in pace. O che il suo ufficio sia lontano dal mio. Per pranzo io ed Aria andiamo in un ristorantino poco distante, dato che vuole festeggiare il mio primo giorno. L'ambiente è confortevole e piacevole.
Il pomeriggio mi riposo, in attesa del turno di stasera. Ci sono stati tempi in cui avevo più soldi di quanti ne potessi desiderare. La mia famiglia, italiana, è molto ricca. Sono stata abituata ad ogni genere di lusso. Ma la fortuna non è destinata a durare per sempre. Che poi, non definirei la mia infanzia come ''fortunata'' o ''felice'', altrimenti non sarei scappata in America. Ma andiamo con ordine. L'affitto del nostro appartamento deve essere pagato e il mio portafogli non può essere sempre al verde. Considerando che lavoro nella rivista solo la mattina, ho cercato un impiego serale. Senza un secondo stipendio riuscirei a malapena a permettermi gli snack al cioccolato a forma di celebrità. Ehi, non giudicate. Harry Styles è veramente buono.
Il luogo nel quale lavoro si chiama ''ApoCatlypse''. E' molto frequentato. In linea col nome i tavoli in legno, ben distanziati, sono decorati con un gadget a forma di gatto pistolero, che è anche la mascotte del locale. I ragazzi che vi lavorano indossano pantaloni neri e camicia dorata, il tutto completato da una cintura munita di due pistole laser, disposte lungo i fianchi, e un cappello stile western. Le ragazze invece, oltre alla cintura in tutto e per tutto uguale a quella dei colleghi, indossano un cerchietto decorato con orecchie da gatto in metallo, un vestito in raso color oro, calzamaglia e stivali neri.
La prima settimana passa nella calma più totale. L'odiatissimo Anti-Muffin (così ho iniziato a chiamarlo) sembra sparito dalla circolazione, probabilmente il suo ufficio è molto distante dalla mia postazione. Mi sono iscritta in palestra, Aria ha iniziato il suo lavoro come aiutante bibliotecaria e Cassie fa dormire il maialino nano in una cuccia signorile nella sua camera. Peccato che la seconda sera PP (sta per Punk Pig ma si legge pipì, tra l'altro nome adattissimo per il seguente motivo)sia stato depositato sul letto di Aria per fare amicizia. Stavano entrando in sintonia, fin quando PP non le ha fatto pipì sul cuscino. Inutile dire che Cassie ha rischiato la pelle. Passa in tranquillità anche la seconda settimana. Faccio amicizia con alcuni colleghi, inizio ad avere il mio buon numero di storie buffe da raccontare ed entro in sintonia con l'Oracolo.
Ciò che più apprezzo è il gossip. In quel posto lavorano talmente tante persone che ogni giorno sembra stato scritto per deliziare gli amanti di Hollywood. Una mattina, appena entrata in caffetteria, sento la mia nuova combriccola discutere intensamente. Si tratta di Lucas, il ragazzo rosso della reception, e Millie, che lavora nel Cubo accanto al mio. Domando quindi di cosa si tratta. Mi rispondono che il nuovo capo della rivista sarebbe tornato di lì a poco. Era partito una, forse due settimane prima. Ma non è questo il punto. A Parigi i paparazzi lo avevano beccato in atteggiamenti intimi con una sexy imprenditrice appena divorziata da un super attore australiano.
''Io preferisco Victor tra i due, sarà stronzo ma ci farei più di un pensierino'' dice Millie alla fine con occhi sognanti.
"E' un idiota, ti prego non costringermi a sentire queste parole, potrei tagliarmi le orecchie'', le risponde Lucas. Io semplicemente ridacchio ascoltando le loro chiacchiere, considerando che non ho idea di chi sia l'oggetto della loro discussione.
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Eiii ciao guyyys, vi è piaciuto il capitolo?
Che dite del nostro Anti-Muffin?
Alla prossima!!!
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