Capitolo 58: Il nostro amore sbagliato (*)
Un mese prima, 20/08
Città di San Diego
La porta della mia camera si apre e io mi volto per vedere chi è stato, trovo mia madre che cerca di sbirciare dentro; la saluto e la faccio spaventare, ridacchiando piano.
«Pensavo stessi ancora dormendo come tua sorella e non volevo svegliarti.»
Mi avvicino, dandole un bacio sulla guancia e poi esco dalla stanza, chiudendomi la porta alle spalle.
«Non preoccuparti, mi stavo preparando per andare a correre.»
E a preparare la sorpresa per Olly.
Mi sorride, chiedendomi di non sforzarmi troppo, poi prende sottobraccio papà e, salutandomi, escono di casa.
Corro un po' per le vie trafficate di San Diego, per poi fermarmi in una via poco trafficata e prendere quello di cui ho bisogno. Poi corro indietro, tornano verso casa e fermandomi nella panetteria vicino casa per prendere una brioche farcita di crema per Olly e, quando esco dal negozio, alzo gli occhi verso il cielo.
Osservo l'azzurro sopra le poche e bianche nuvole, mentre il sole splende in tutta la sua potenza e magnificenza, illuminando le nostre giornate e le nostre vite.
Gli regalo un sorriso, poi affretto il passo verso casa: non vorrei che mia sorella si svegliasse prima che io abbia preparato tutto.
Al buio nella stanza, aspetto con impazienza l'arrivo di mia sorella qui dentro, maledicendomi per aver dimenticato qualcosa di così importante per il mio piano come le rose, ma ormai è fatta e la scia di briciole di pane mi fa sembrare più dentro la fiaba di Pollicino o di Hansel e Gretel piuttosto che all'interno di un film romantico.
«Come ho potuto essere così idiota?»
La domanda mi muore sulle labbra quando sento la maniglia muoversi e la porta socchiudersi.
«Sergio? Sei qui dentro?»
La voce di mia sorella mi arriva chiara alla orecchie, ma non mi muovo dalla mia posizione, attendendo che sia lei ad accendere la luce e a trovarmi; cosa che succede pochi attimi dopo. Lei si porta le mani davanti al volto, sconvolta di trovarmi sul letto dei nostri genitori con la sua colazione su un vassoio di fronte a me, ma rimane sorpresa per un paio di battiti di ciglia, perché poi si lancia su di me, rischiando di far cadere tutto.
«Attenta!»
Il mio grido è a metà tra il preoccupato e il divertito, infatti mi ritrovo a ridere, subito dopo, con Olly che mi guarda come una bambina che è appena stata beccata con le mani nella marmellata.
«A che cosa devo tutto questo?»
Sorrido, alzando le spalle e osservandola mangiare la sua colazione con gusto e, quando finisce, mi avvicino a lei lentamente e le lascio assaporare il calore delle mie labbra che sfiorano le sue, mentre i suoi occhi si chiudono in attesa di un bacio; la osservo a occhi socchiusi e respiro il suo profumo, poi mi sposto e poggio le mie labbra socchiuse all'angolo della sua bocca e, con la lingua, catturo delle briciole che le erano rimaste addosso.
Mi tiro indietro, osservando la sua reazione e mi dipingo in faccia l'ennesimo sorriso della giornata, giustificandomi e sapendo che poi lei mi si lancerà addosso per ripicca.
Rido quando lei rende vere le mie aspettative e ci rotoliamo un po' sul letto, giocando come quando eravamo bambini e godendoci questa mattina di spensieratezza come se questa fosse l'ultima per noi.
Pranziamo tra risate e lunghi baci, poi prendo delicatamente i polsi di mia sorella e seguo ancora quella scia di briciole, sentendola ridere dietro di me.
«Sappi che pulirai tutto tu.»
Ride ancora e io con lei: pur di avere una giornata speciale con lei farei di tutto senza pensarci due volte.
Una volta chiusa la porta dietro di lei, la adagio piano sul letto e poi mi allungo con il corpo su di lei, facendola sdraiare completamente sul materasso. Finalmente la bacio come entrambi desideriamo da quando ci siamo svegliati e mi puntello sui gomiti per non gravarle con il mio peso, ma poi non riesco a resistere troppo e inizio a muovere la mano destra in lunghe carezze sopra e sotto i suoi vestiti.
Mi stacco solo per pochi secondi, giusto il tempo di toglierle la maglietta dal busto e le slaccio il reggiseno, senza farglielo ancora sfilare; poi è giunto il suo turno di togliermi la maglietta e accarezzarmi con dolcezza gli addominali.
«Ti amo.»
Glielo sussurro un secondo prima di baciarla e sento il suo sorriso contro le mie labbra quando entrano a contatto con le sue.
Sempre forzandomi sui gomiti, avvolgo le mie braccia attorno al suo busto e, velocemente, cerco di voltarmi per far stare lei sdraiata sopra di me; peccato che l'effetto sorpresa salta quando sono costretto a compiere più movimenti per poter fare quello che avevo in mente senza fa staccare mia sorella da me.
E lei ancora ride.
Il mio cuore è colmo d'amore per lei che ora è comodamente seduta su di me e mi osserva divertita e innamorata ed è in quel momento che capisco che il nostro potrà pur essere definito sbagliato dal resto del mondo, ma è tutto ciò di cui noi avevamo bisogno per stare bene ed essere felici.
Mi metto seduto e la faccio alzare un poco per poterla denudare completamente, mentre lei fa lo stesso con me e, in pochissimo tempo, ci ritroviamo con le intimità a contatto e gli occhi che si parlano.
«Rimani qui.»
Glielo sussurro in un bacio, poi con una mano la tengo su di me, mentre con l'altra mi allungo verso il comodino e prendo la confezione che avevo comprato questa mattina, torno da lei, porgendogliela e divento tutto rosso in viso per l'imbarazzo.
«Che... che cosa vuol dire?»
La sento titubante e porto le mani avanti, dicendole tra mille balbettii che il mio era solo un modo per farle capire che ero davvero pronto a fare quel passo in più che lei desidera. Alle mie parole, la vedo abbassare lo sguardo sulla confezione di preservativi e vedo le sue guance imporporarsi, poi le sue dita vanno lente all'apertura del pacchetto e si mette a giocare con la plastica dei singoli involucri.
«Tu lo fai solo per me?»
La osservo, cercando di capire il vero significato delle sue parole e rimango in silenzio, poi i suoi occhi lucidi si posano nei miei e lei continua a parlare.
«Tu mi stai dicendo che vuoi farlo solo perché io te ne ho parlato e ora tu senti che sia l'unica cosa che potrebbe impedirmi di scappare?»
Chiudo gli occhi per un secondo, immaginandomi, nel buio delle palpebre serrate, come la sua vita sarebbe migliore se scappasse da me, ma il secondo dopo, torno a fissare le sue gemme scure come il cioccolato e allungo le mani verso la confezione di preservativi.
«No, ti sto dicendo che voglio farlo perché è una cosa che voglio fare con te e che spero tu voglia ancora fare con me.»
Trattiene tra le sue dita fragili quel pacchetto senza interrompere il nostro contatto visivo e, con un piccolo sorriso sulle sue labbra rosee, mi dice che non ha mai smesso di voler fare l'amore con me. Ricambio il suo sorriso, ma non rilascio la presa, poiché non vorrei che lei si sentisse costretta o altro, ma è lei ad allungarsi verso di me e a baciarmi, facendomi perdere il contatto con il cartone e, quando mia sorella stacca le sue labbra dalle mie, la vedo strappare un involucro e passarmi un preservativo.
Le mani mi tremano, l'ansia prende il sopravvento del mio intero corpo e inizio a credere che tutti quei video visionati ieri non mi siano stati d'aiuto e che ora tutto quel che credevo di aver appreso, è improvvisamente svanito dalla mia mente.
Osservo la ragazza davanti a me e non riesco a trattenere la voglia di essere quello forte dei due, così prendo un respiro profondo e prendo quel pezzo di lattice e abbasso gli occhi sulla mia erezione.
Ce la posso fare, devo farcela.
La srotolo per tutta la mia lunghezza e, una volta fatto, rilascio un sospiro di sollievo, sapendo che il primo step è andato.
L'abbraccio, trascinandola più vicina a me e nascondo il viso nell'incavo della sua spalla, lasciandole tanti rapidi baci sulla pelle, facendola ridacchiare.
«Avresti preferito un ragazzo più esperto per un momento come questo?»
Lei mi accarezza i capelli, come se fosse una mamma che consola il figlio che ha avuto un brutto incubo, poi forza delicatamente i miei movimenti, ponendo il mio volto in fronte a lei e, mentre muove il resto del suo corpo, osserva intensamente i miei occhi.
«L'unica persona con la quale voglio condividere questo momento è proprio qui con me.»
E, detto questo, lei si abbassa sulla mia erezione, facendosi penetrare in un unico movimento.
Per un momento, mi aspetto del dolore che non arriva, ma arriva una sensazione meravigliosa che non ho mai provato prima; le sue pareti sono molto strette e l'interno caldo stimola la mia eccitazione come mai altro ha mai fatto. Gli occhi, chiusi quando ho sentito le nostre intimità stavano entrando in contatto, si riaprono estasiati e si fondono in quelli lucidi e lacrimanti di mia sorella.
Tutto il piacere provato in questo singolo attimo, si dissipa nella preoccupazione per Olly e la inondo di domande, dicendole anche che sarei uscito subito per poterla far sentire meglio; lei, però, si impone, impedendomi di muovere in qualsiasi modo e poggia le sue mani sulle mie spalle.
«È normale sentire dolore, la prima volta, non preoccuparti.» Prende un grosso respiro e altre lacrime scorrono lente sulle sue guance, poi mi intima di stare fermo.
L'unica cosa che mi viene concessa di fare, è alzare un braccio per poter asciugare le sue stille di dolore e ogni goccia che bagna le mie dita è una coltellata in più che si allarga nel mio cuore.
Scusami, amore mio. Scusami per tutto.
Dopo lunghissimi minuti passati con le nostre fronti a contatto e il dolore di ognuno che si faceva strada nei nostri corpi, in maniera differente, lei si asciuga le ultime lacrime da sola, mentre con una mano spinge contro la mia spalla per darsi più spinta.
«Che cosa fai?»
Il dolore è ancora presente nella mia voce, ma il piacere dello sfregamento delle sue pareti contro il mio organo riproduttivo è davvero molto e, quindi, il mio tono esce un po' a metà: sofferente in ogni caso, per il dolore da un lato e per l'agonia di raggiungere il piacere dall'altro.
«Quello che avevamo iniziato.»
Il suo sorriso è davvero contagioso, ma la mia preoccupazione per lei è ancora troppo acuta per potermi permettere di sorridere come fa lei, anche se ancora in preda dal dolore.
Spinta dopo spinta, i miei occhi si chiudono sempre di più e io sono costretto a lottare contro me stesso e contro il piacere che Olly mi sta procurando per riuscire a imprimere nella mia memoria tutti i movimenti dell'unica ragazza della mia vita.
«Ti amo.»
Sento che lei riesce a dirlo mentre il piacere è riuscito a raggiungere anche lei e il suo corpo è teso e inarcato per riceverne il più possibile dal nostro atto carnale e peccaminoso.
«Ti amo anch'io, sorellina mia.»
Mi stringo a lei quando il piacere diventa troppo e l'orgasmo mi coglie impreparato e non smetto di mormorarle all'orecchio il mio amore per lei.
Buongiorno cuoricini.
Sì, vi sto parlando da dietro la libreria della casa di uno sconosciuto perché io sono abbastanza imbarazzata per questo capitolo 🙈
Però, ammetto che ho amato questo capitolo, la loro complicità e il loro amore (detto questo, cambio nascondiglio e mi nascondo direttamente su Marte così non rischierò di vedere qualcuno e non morire di imbarazzo)
Che ne pensate di questo capitolo?
E sì, ho cercato di darvi una gioia prima della stangata finale con l'epilogo 🙈😅 così come vi ho regalato un capitolo lunghissimo già prima della fine.
Spero che sarete contenti di questa botta di gioia prima della botta di morte.
Ok, giuro che la smetto. Giurin giurello.
Sono davvero curiosa di sapere le vostre impressioni, i vostri pensieri, i vostri dubbi o se volete condannare questi due amanti. Ditemi tutto, giuro che non vi mangio!
Ovviamente non siete costretti.
Ci vediamo presto con l'ultimo capitolo 😭
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