Capitolo 24: E se... (*)
Due anni prima, 23/07
Città di New York
Rimango abbracciato, ancorato a mia sorella per un tempo che mi pare indefinito; le lacrime finisco e la gente ci passa accanto, probabilmente anche guardandoci male, ma riesco a fregarmene per davvero e continuare con questa nostra terapia.
Continuo a sussurrare delle scuse che Olly non può capire perché lo sto facendo per la parte nascosta di me; le chiedo un perdono che non merito e una comprensione che non dovrebbe donarmi. È sempre stata, però, più buona di quel che il mondo merita e annuisce tra le lacrime, affondando ancora di più nel mio petto.
«Non scappare più, non da almeno, te ne prego.»
Le sue parole, rotte dal pianto, mi fanno più male del giudizio delle persone e l'orrenda sensazione che ero riuscito a scacciare tempo addietro, torna a infilarsi nelle pieghe della mia anima per macchiarla e denudarla dalla poca purezza che le era rimasta. La stringo ancora più forte a me, in risposta perché non riuscirei a concludere neanche mezza frase e annuisco sulla sua testa.
Scusami amore mio, scusami tanto.
Ci stacchiamo e torniamo a osservarci in queste due paia così uguali, ma allo stesso tempo differenti, e torno a sentirmi un mostro: l'ho fatta stare male, l'ho distrutta e le ho spezzato il cuore; potevo essere peggiore di così?
Prende una mia mano tra le sue e la stringe forte, tremando per la paura che io cerchi di nuovo una scappatoia da questa nostra vicinanza e inizia a camminare per tutta la piccola corona che decora il capo della Statua della Libertà. Vorrei tanto staccarmi, non per scappare da lei però, solo per salvarla dal mio buio, dai miei demoni; per salvarla da me stesso. Eppure, rimango a scaldarle la mano con la mia e la seguo in questo breve percorso e osservare il città e l'oceano da varie angolature. Ferma una giovane donna bionda e le chiede qualcosa che non riesco a sentire, perché troppo preso a combattere, ancora una volta, contro me stesso e poi mi tira con tutta la sua forza al suo fianco.
«Così si riesce a vedere il panorama?»
Punto gli occhi di fronte a me e la ragazza ci osserva da dietro l'obiettivo della fotocamera di mia sorella e ci dà il via libera, chiedendoci di sorridere e di metterci in posa. Sposto i miei occhi su Olly, guardandola pieno di domande nello sguardo e lei mi sorride timida, con le guance rosse; senza rendermene conto, sorrido anch'io di rimando e mi perdo in quei suoi occhi grandi e lucidi.
«Perfetto, siete veramente una bellissima coppia!»
Arrossisco, segnando che è già la terza persona che ci dice una cosa del genere e mi perdo i saluti che le porge mia sorella.
«Torniamo giù?» Mi chiede, riprendendo la mia mano e trascinandomi nella discesa di quell'infinità di gradini.
C'è da dire che, almeno, il coach sarà contento di tutto l'allenamento che sto facendo.
Guardo il soffitto bianco sopra di me, le braccia incrociate dietro la testa e le gambe allungate a occupare tutto il letto, aspetto che Olly lasci il bagno per potermi lavare io, prima di andare a cercare qualcosa da mangiare per entrambi.
«Sorellina? Ma ti sei persa lì dentro?»
Un urlo di frustrazione è la mia risposta e mi cucio la bocca, riprendendo a lasciare che la luce del pomeriggio entri in questa camera e mi scaldi il petto nudo; poco dopo, mia sorella esce dal bagno con un broncio che mette i brividi e io alzo la testa, fissando i miei occhi nei suoi e vedendola deglutire e immobilizzarsi davanti al letto. La sua maglietta lascia scoperta una piccolissima parte di pancia e io mi lecco le labbra, inconsapevolmente, immaginando il suo sapore sulla lingua e mi alzo immediatamente; prendo una maglietta al volo ed entro in bagno, chiudendomi dentro.
Fisso il mio riflesso nello specchio, chiedendomi cosa c'è di così sbagliato in me e mi spoglio per nascondermi sotto il getto potente della doccia, uscendone solo minuti dopo; l'inguine pulsa per richiedermi attenzioni, ma io lo ignoro e mi rivesto. Sistemo i ciuffi di capelli, lasciandoli ancora bagnati ed esco dal bagno.
«Olly, io vado a cercare qualcosa da mangiare, ok?»
Interrompo i miei movimenti quando noto che mi dà le spalle e la sua maglietta è più alzata di quanto fosse prima; il cavallo dei pantaloni stringe contro il mio inguine e deglutisco, chiedendomi che cosa stia succedendo.
Il silenzio regna in questa stanza, interrotto solo dai respiri irregolari di mia sorella; la quale riesce a dirmi che per lei va bene tutto solo dopo un'eternità.
Deglutisco ancora, rimanendo immobile a fissare la sua schiena che si muove al ritmo dei suoi sbuffi e le braccia che spariscono davanti al suo busto e, quando il silenzio cala ancora su di noi, mi decido a lasciare la stanza per provare a incamerare l'aria che non sono riuscito a prendere fino a ora.
Che cosa stava facendo mia sorella?
Cammino, uscendo dall'hotel per raggiungere il primo ristorante da asporto che trovo e mi ci infilo dentro: una cacofonia di suoni giunge alle mie orecchie e mi riscuote dai pensieri; sono finito dentro un McDonald's. Sorrido, dimenticandomi un attimo delle domande che mi affollavano la mente e ordino i nostri menù preferiti. Una volta pagato e preso le buste, torno al nostro momentaneo alloggio e il silenzio che si sente tra i corridoi mi fa domandare ancora molte cose.
E se...
Buongiorno cuoricini!
Un capitolo abbastanza difficile da commentare, tra la parte triste iniziale e quella piena di domande poi.. Beh, c'è solo da continuare la lettura per saperne di più ^.^
Ci vediamo presto
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