CAPITOLO 7 (2/3)
Iniziammo a correre verso l'uscio della sua casa. Greta si mise un giubbotto. - Ci siamo - dissi, aprii la porta e uscimmo fuori. Non avevo mai visto uno spettacolo così brutto e insensato davanti casa mia: chi tirava bastoni in aria per colpire meglio il nemico, chi si difendeva con le padelle, chi con la propria maglietta, stringeva le gambe degli altri in modo da non farli camminare e immobilizzarli, o chi si sfidava in un duello. Ovviamente c'erano pure quelli che cercavano di scappare, probabilmente pentiti di partecipare al combattimento, ma non tutti ci riuscivano, poiché i comandanti controllavano tutta la loro fazione da una piccola torretta, e quando vedevano che mancava qualcuno, andavano da una parte all'altra della strada, si alzavano sulle punte dei piedi per poter vedere meglio dove si era intrufolato chi era fuggito, e se lo trovavano, lo riempivano di tutte quelle promesse di guerra, come la cancellazione di ogni debito, delle tasse, e gli dicevano che gli avrebbero dato una parte del bottino in più, che gli avrebbero comprato una bici per i figli, una macchina, una casa, e chi aveva provato ad abbandonare la battaglia, si trovava costretto a riprendere a combattere, pensando costantemente a quelle promesse del comandante. Inoltre qualche volta passavano delle persone, e incuriosite, decidevano di fermarsi a guardare, proprio come noi avevamo fatto in quel momento, prima di andare nella villa, allibiti da tale situazione. - Secondo me la guerra è inutile - esclamò Greta, e si avvicinò a un soldato, che, colpito da un colpo di bastone di qualche nemico, era rimasto a terra, tutto indolenzito: riusciva a muoversi a malapena e cercava di ritornare in mezzo alla folla per continuare a combattere. - Ma perché vuoi ritornare lì? Non lo sai che quel cattivo ti potrebbe colpire di nuovo, e ti potresti fare molto male? - domandò Greta, al soldato per terra. - Non posso, il comandante mi ha promesso tanti soldi. Io ne ho bisogno: ho tre figli e una moglie, non ho più un lavoro perché sono stato licenziato, e mia madre con l'Alzheimer: non si ricorda più chi sono io. Cosa pensi che possa fare? Ho bisogno di quei soldi per la mia famiglia, a cui voglio tanto bene: farei tutto per loro. Io ho bisogno di quei soldi! E adesso lasciami stare, e anche tu, bambino che mi stai guardando: questi non sono affari vostri. Andatevene. - rispose il soldato, e strisciando, piano piano, si diresse in mezzo agli altri soldati. Immediatamente si sentì un "boom", una padella era caduta per terra, ma prima, aveva colpito la sua testa: adesso giaceva a terra, e non voleva più strisciare, anzi, non poteva.
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