CAPITILO 3 (2/2)

Lo ammetto, stavo leggendo quel libro solo perché me lo aveva consigliato mia mamma, e non lo avrei fatto senza, e chi lo sa, i suoi gusti sarebbero potuto coincidere con i miei, ma questo non lo potevo sapere, finché iniziavo a leggere. Tuttavia qualcosa mi impediva di farlo: era la presagio che mi sarei annoiato, anche se da un altro lato non mi costava nulla aprirlo e guardare un po': alla fine scelsi quest'ultima opzione.

"Pagina 5, Capitolo primo - Vivere è difficile Sono uno scrittore, e dedico la mia vita a scrivere testi particolarmente importanti, e non capisco davvero il motivo per il quale tali libri non vendono mai abbastanza per permettermi di vivere decentemente dai ricavi delle vendite..."

Lessi e mi sorpresi: sapevo davvero prevedere il futuro. Ritornai da mia mamma e le dissi che il libro non faceva per me. - Il libro parla di cose attuali e moderne: è davvero un peccato che non ti piaccia, poiché le riflessioni di quello scrittore ti potrebbero servire un domani. - rispose. Fui davvero stupefatto al pensiero che si preoccupasse del mio futuro già adesso, tuttavia, anche se un po' mi dispiace per non aver reso felice mia mamma, non cambiai idea sul libro, e decisi di andare a fare una passeggiata fuori, portando con me anche il libro che avevo trovato in biblioteca e che chiamavo "Amico". Presi un giubbotto e me lo misi. La mia casa era situata nella periferia di un paesino che non poteva dirsi grande. Tutti ci conoscevamo abbastanza bene, e ciò costituiva un pregio di cui beneficiavamo, e non era l'unico. La vita in paese ha sempre quel qualcosa in più che la contraddistingue da quella di una città: ovviamente questo potrebbe risultare interessante per alcuni, oppure il contrario per altri. Uno dei difetti è forse la monotonia, di cui tutti si lamentano in paese, sperando di trovare un modo per scappare e andare altrove. Ciò che, tuttavia, il paese vanta è la presenza di una bella, curata e fitta vegetazione, che non sempre è interna, tra le case e gli edifici, e spesso è rappresentata da qualche bosco intorno al centro abitato, come per delineare un confine. Ovviamente queste affermazioni riguardano una visione generale. Il profumo dei fiori, degli alberi sparsi di qua e di là, e delle varie piante coltivate nei giardini intorno alle case era caratteristica della mia periferia. Era una cosa molto bella, e anche rilassante, e credo che tutti vorrebbero avere un posto così vicino alla propria abitazione: mi potevo definire fortunato. La passeggiata non durò tantissimo, poiché mi fermai a osservare una casa in particolare, dopo un po' di tragitto. Il mio restare lì a guardare, fu accentuato anche dalla comparsa sul libro di una frase, dovuta al fatto che chiesi se sapesse di chi fosse quella casa che aveva attirato la mia attenzione, anche perché "Amico", come io lo chiamavo, aveva previsto il futuro in alcuni momenti, e non credo avrebbe faticato molto a rispondere alla mia richiesta. "E' la casa di Jason" apparve su una pagina. 

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