La sterpaglie che circondavano l'istituto erano curate dal giardiniere, ma attaccate al muro continuavano a crescere e a diffondersi nei centimentri che riuscivano a rubare alle rocce antistanti.

Anne si aggirava dietro la palestra sospettosa, con le mani saldamente ancorate nelle tasche della felpa scura, in attesa che qualcuno, si sperava Gabriele, si palesasse.

«Giovane ribelle».

Un sussurro dietro di lei la fece rabbrividere. Le era apparso alle spalle e non se n'era minimamente accorta.

Si lasciò sfuggire una risatina, poi afferrò il polso di Anne e la condusse con sicurezza verso un punto particolare in cui lei era certa di aver controllato.

Eppure, con sua somma sorpresa, il buco c'era e ci passarono entrambi senza esitare.

«Io non ero riuscita a trovarlo» confessò mentre seguiva Gabriele.

Il ragazzo le sorrise, forse le fece anche l'occhiolino -non poteva dirlo con sicurezza dato che il chiarore di luna era la loro unica fonte di luce- poi le disse: «Vieni, voglio mostrarti un posto».