La fine

(Vera)

Nell' estate del 1998, gli affari a Godric Hollows erano andati per il meglio: Normand Boyle, il fornaio della cittadina, era riuscito a guadagnare, in soli cinque mesi, il denaro che avrebbe incassato in un anno. Oltre ai suoi clienti abituali, si erano recati alla forneria Bread' s Corner maghi provenienti da tutta la Gran Bretania e non solo: chi di passaggio, chi si voleva fermare qualche giorno e richiedeva informazioni per passare la notte nei dintorni e allora l' uomo consigliava l' ostello di suo cugino Alfred, distante di poche centinaia di metri dal negozio.

L' ultimo cliente che entrò nella forneria, prima della pausa pranzo, era una giovane ragazza dai tipici tratti nordici: capelli biondi, occhi del color del cielo e statura medio alta. Aveva un volto famigliare ma l' uomo non ricordava dove l' avesse già vista.
La giovane richiese solo delle piccole pizzette rotonde -Otto falci-

-Scusi, cos' ha detto?-

-Le sto richiedendo il conto: sono otto falci- la ragazza rovistó nella sua borsetta molto lentamente. L' uomo dubitava che riuscisse a trovare quelle poche monete se avesse continuato a perdersi nei pensieri che l' attanagliavano.

***

Vera Mason era appena uscita da una forneria all' angolo della strada con una borsina di plastica in mano. Le indicazioni che seguì lungo l' alberato viale la portarono ad un' area più desolata di Godric Hollows, dove le costruzioni artificiali e gli uomini in strada scarseggiavano. Qui dominava la scena un imponente cancello arrugginito che, per un bambino, avrebbe rappresentato l' entrata a quell' inusuale prato costellato da candide pietre, ma che in realtà racchiudeva niente meno che un cimitero. Sicura che l' avrebbe trovato lì, fece cigolare la grossa ferraglia ed entrò.

Il rumore che produsse il cancello non l' aiutò minimamente a cancellare le immagini che si susseguivano nella sua mente: era un suono famigliare, lo stesso che avvertiva prima di ogni seduta di interrogatorio, lo stesso che l' aveva accompagnata quell' estate nel Ministero della Magia e che scandiva il tempo che era passato da quando era successo quel gran disastro, il 2 Maggio del 1998.

Vera Mason era stata accusata di omicidio e, come se fosse una delle peggiori Mangiamorte, era stata sbattuta brutalmente nelle celle dei sotterranei del Ministero.

Un momento prima lo stava stringendo tra le braccia e l' attimo dopo tutto divenne buoio, sia per Harry che per Vera, ma lei sarebbe riuscita a ritrovare la luce, lui purtroppo no.

Non impiegarono tanto tempo a riunificare un consiglio e a eleggere un Ministro momentaneo che impartisse l' ordine di tenerla sotto sorveglianza.
La ragazza non ci voleva credere.

Dopo che le fu confiscata la bacchetta e, sotto lo sguardo attento di tutti i presenti, le venne lanciato il prior incantatio, con risultalti molto deludenti dati gli incantesimi innocui che ne fuoriuscirono, gli impiegati del ministero vollero impiegare il Veritaserum.

Vera non provó neanche ad opporsi quando le venne somministrata la pozione, deglutí e basta il liquido aspro e sperò che quell' incubo finisse il più presto possibile. Si sentiva esposta come non lo era mai stata: la mente si riempiva solo delle risposte che era costretta a dare ai funzionari e se provava a pensare, a dire altro, questa non rispondeva più neanche agli impulsi esterni, offuscandosi, finché la ragazza non avesse deciso di smettere di opporsi alla pozione.

L' effetto durò due ore più del previsto, durante le quali Vera ricevette una visita inaspettata: la Granger e il Weasley che, a un mese dall' accaduto, entrarono cauti nella sottopecie di stanza.

-Ciao Mason- era stata la Granger a parlare; ora si trovava seduta su una delle poltroncine cigolanti dedicate ai famigliari dei carcerati; prima di lei si era seduto soltanto Josh che, durante la visita, l' aveva guardata con occhi indagatori ma che aveva lasciato che le sue parole fossero di supporto per la sorella: aveva reso esplicito, con un po' di giri di parole, che l' avrebbe appoggiata sempre, anche nel male; non vi nascondo che Vera si era stupita di quella dichiarazione.
La ragazza sapeva che non le sarebbe più bastata la sola presenza di suo fratello, ma anche quella dei suoi genitori e di Roxie per poter continuare a ritenere di essere nel giusto, poiché talvolta i pensieri la portavano a sentirsi realmente la causa degli eventi.

***

-Mi hai creato un po' di problemi, lo sai?- mormorò Vera nella calda giornata di Agosto: aveva scelto apposta l' orario di pranzo di modo che nel cimitero ci fossero solo loro due. Rise amara a quei pensieri: se la circostanza l' avesse considerata in questo modo, allora non potevano esserci solo loro due, ma lei e altre centinaia di persone.

***

-Abbiamo parlato con Silente, proprio stamattina...- mormorò la Granger senza alcuna traccia della sua voce saccente

-Con il quadro di Silente- la corresse il rosso, appoggiato con il corpo allo stipite della porta, notando forse l' espressione perplessa di Vera.

-Cos' è?! Vi ha dato nuove idee per cercare di farmi ammettere che sono stata io a ucciderlo?- Non voleva pronunciare proprio quelle parole, ma il Veritaserum non le aveva lasciato altra scelta se non di dire quello che pensava

La riccia la guardò per un tempo indefinito negli occhi e scosse la testa -No Vera, tu non centri niente. Cercheremo di farti uscire di qui il prima possibile-

Vera si maledí perché, quando udì quelle parole, si sentì rassicurata: aveva provato in tuti i modi a convincersi che non fosse colpevole ma questa era la prova che la sua forza di volontà non aveva operato a dovere -Continua, ti prego- si morse il labbro; supplicava la Granger ora?! Maledetto Veritaserum!

La riccia non arrivò subito al punto, a dispetto di Vera, ma iniziò a parlarle degli Horcrux, termine che la ragazza non aveva mai sentito; sembrava quasi che si stesse prolungando a spiegare apposta per guadagnare tempo -Sapevo che lui non si sarebbe piu svegliato: avevo visto con i miei occhi la maledizione mortale colpirlo, ma è sopravvissuto, di nuovo. Fui felice, anche se non mi sapevo dare una spiegazione a quello che era successo, ho dovuto aspettare Silente per averla. Lui era un Horcrux: Voldemort era legato alla vita grazie ad Harry e viceversa, per questo quando lo ha ucciso è restato in vita, perché Voldemort lo era ancora-

-Ma non capisco cosa ha a che fare con quello che è successo, io...-

***

Era la lapide più recente, di un bianco ancora vergine: supportava la scritta incisa Famiglia Potter di color oro laccato che era seguita da James, Lily e Harry Potter. I fiori di ogni possibile tonalità, che circondavano la lastra di marmo, creavano un vero e proprio spazio isolato che sembrava proteggerla da ogni altra lapide
presente.

***

-Har... - la Granger non riuscì a completare la frase che fu scossa da un singhiozzo; Vera abbassò lo sguardo, mordendosi l' interno della guancia

-Se Voldemort non fosse morto, ora Harry sarebbe qui con noi, capisci?- disse Weasley con voce flebile

***

Le luminescenti gocce salate scivolarono lentamente sui sottili petali dei fiori, incurvandoli dolcemente, mentre la ragazza lasciava che il suo corpo toccasse terra con le ginocchia.

-Prometto di tenermene cura- mormorò, stringendo tra le mani il mantello argenteo che donava l' invisibilità -Prometto di tenermene cura... - ripeté, come hai fatto tu Harry.

Son riuscita a riportarlo nella nostra famiglia alla fine, eh nonno?

Siamo divisi e ci rincontreremo insieme, una, due, tre volte, quante ne pensi abbastanza

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