2. Trenta non sono troppi
2. Trenta non sono troppi
Altro Mercoledì altra corsa.
Il gruppo doveva ritrovarsi al solito Pub di Posto, dopo qualche ripassata veloce per scuola.
Mat stava già impazzendo in quel periodo, essendo in procinto dell'esame di maturità.
Di lì a poco sarebbe ingrassato in modo spropositato e avrebbe perso capelli.
Ma per ora sopportava ancora il tutto tra una birra ed un caffè al giorno, puntualmente accompagnate da un pacchetto di sigarette che, dopo Dicembre, non riusciva a durare più di ventiquattr'ore.
La vera forza di Mat era che riusciva a farsi aiutare da tutti nel momento del bisogno.
Quando doveva studiare e chiedeva aiuto non riceveva la solita ripassata a voce. No. Lui richiedeva attenzione e tempo alle persone e per qualche buon motivo queste glielo davano.
Conoscendo questa forza, Mat, non aveva poi così tanta paura dell'ultimo anno di Liceo (Artistico tra l'altro, quindi niente di impossibile da finire con un po' di buona voglia).
Core invece era ripetente ma nonostante ciò stava passando l'ennesimo anno senza prestare così tanta attenzione allo studio. Era tra l'altro presa da un nuovo ed immancabile periodo della vita di un adolescente.
Il periodo dell'erba.
Core fumava quasi ogni sera una canna, per qualcuno era bello accompagnarla di tanto in tanto. Mat trovava così liberatorio farlo e visto il periodo d'ansia, da ultimo anno di liceo, pensava fosse meritevole concedersi una canna in più ogni tanto.
Per Core invece era uno sfizio, una cattiva abitudine, ma niente di così grave.
Quei due se la spassavano davvero molto, dopo la canna andavano a buttarsi in un qualche bar, fradici dalla pioggia autunnale a cui non davano alcuna importanza. Talmente tanto fatti che richiedevano solo due cose.
Due cose che per qualsiasi fattone sono d'obbligo assoluto: l'immobilità e del cibo.
L'immobilità era cosa importante - soprattutto per loro - perché per raggiungere il bar, queste due tigri della notte saltavano, urlavano, correvano, si buttavano a terra, rotolavano e beh non saprei. In realtà non saprei bene che altro facessero dal momento che nemmeno quando rivendicavano ciò che succedeva, da fatti, ricordavano esattamente cosa accadesse in quei minuti/ore. Agivano per la forza di una volontà superiore: la Santa Maria.
Erano esperienze mistiche. Si, però di gran classe.
Ovvero: rispetto all'esperienza che avevano altri ragazzi, il cui sfizio e divertimento, nel fumo, si erano mutati in obbligo, esigenza, quella di Core e Mat pareva più un'incredibile magia per tornare piccoli, giocare di nuovo in modo esagerato ed esemplare.
Parevano così inoffensivi da intenerire alle volte ed essere invidiati molte altre.
Core come al solito arrivò in ritardo al Pub, nonostante avesse passato il pomeriggio a ronfare a letto mentre gli altri studiavano in biblioteca.
17:30 il gruppo è al completo.
Bibi stava per ricevere l'informazione che le avrebbe rovinato la vita, ovvero che Gaz aveva ben trent'anni.
Si erano riuniti tutti eccetto Mora, che era rinchiusa in casa.
La famiglia per Mora è sempre stata un ostacolo. Una spina sul fianco, una muraglia cinese, un mare ad acqua solo alta (un vero problema per Mora che nemmeno sapeva nuotare).
Mora veniva da una famiglia Turca, con forti radici profonde nella religione Mussulmana.
Sua madre era stata lasciata perché i cani le abbaiavano dietro... che ora con tutto il rispetto del mondo, capisco che per loro questo sia segnale di sventura, malocchio e quant'altro. Ma di cani che abbaiano anche ai pali li abbiamo visti tutti. Il palo signori miei non è una creatura, è un oggetto creato dall'uomo, privo di anima, sangue, battito cardiaco, sessualità... ebbene cosa avrebbe il palo? Il demonio?
Ho finito.
Il fratello di Mora invece era un sessista, manesco, che potrebbe tranquillamente già stare in galera per tutte le volte che ha picchiato la povera sorellina.
Lei non lo aveva mai denunciato. Mai. Perché nonostante tutto era la sua famiglia.
Non era semplice passività, accondiscendente a tutto e tutti. Era speranza e amore quello di Mora, anche quando veniva ripagato con un pugno in faccia o sullo stomaco.
Molto spesso Lola correva in soccorso di Mora, che la chiamava disperata in lacrime.... Quante notti ansiose in quel periodo in cui le violenze domestiche erano così frequenti.
Tutti hanno ben memoria dei lividi, i pianti, le difficoltà da affrontare della più giovane del gruppo.
Mora aveva sedici anni. Con l'arrivo del nuovo anno diciassette.
Come può una ragazzina aver passato la vita così ed essere comunque cresciuta sana mentalmente?
Senza squilibri, con valori morali, divertita.
Questa era la vera grande forza di Mora, l'essersi fatta da sola o quasi. Rialzandosi sempre.
Come avevo già detto Mora non eccelleva per l'intelletto, però aveva una profondità emotiva al di fuori dalla norma per una sedicenne.
Per questo tutti avevano sempre ritenuto perfetta Mora in lavori come: consulente, psicologa, sostegno, assistente sociale.
Sarebbe anche una perfetta parrucchiera (rido) perché darebbe ottimi consigli alle bisbetiche dei saloni.
Ad ogni modo quel giorno Mora non ebbe modo di evacuare da casa, dunque al Pub si trovarono: Bibi, Lola, Mat e Core.
Lola per prendersi ancora più tempo, prima di informare Bibi di tutto ciò che aveva scoperto, decise di buttarsi in una chiacchierata al bancone con il barista Bubble.
Bubble dei due baristi era inizialmente lo sfavorito. Perché timido, spiaccicava un labiale qua e la ogni due ore, mostrandosi schivo e freddo.
Agli altri appariva invece altezzoso, superficiale e fiscale con il suo atteggiamento. Con il tempo ebbe modo di farsi conoscere, tra un caffè e l'altro, tanto da raggiungere l'intensità di importanza del primo barista: Dodo.
Dodo era un narcisista, eccentrico, bastardo, svogliato, so tutto io. Ma come ogni 'artista' che si rispetti era dotato di un'emotività ed un carisma che conquistava subito.
Quanto spreco vederli rinchiusi in un bar per portare del pane in casa.
Bubble lo avrebbero tutti visto come capo direttore di una azienda totalmente new age, fresca e giovanile.
Dodo in un ambiente molto più d'ispirazione, creativo; non per niente era già stato adocchiato da Mat (l'artista del gruppo) come padre, ombra da seguire. Egli non vedeva l'ora di vedere la prole di Dodo. Nonostante nessuno lo potesse immaginare nelle vesti di padre, per Mat, Dodo sarebbe stato un padre meraviglioso.
Mentre la conversazione tra Bubble e Lola cadeva nel ridicolo e il tempo per sganciare la bomba su Bibi stava per scadere, l'interessata chiedeva pareri ai due rimasti al tavolo con lei.
Core aveva gusti singolari in quanto uomini... potrei racchiudere il tutto in "Anarchici" ma in realtà non ha mai avuto la grazia di stare con un vero Anarchico.
Mat invece disse poche cose su Gaz a Bibi: "Si carino, ma secondo me non è il tuo tipo."
Bibi era spesso infastidita dalla boccaccia di Mat. Quest'ultimo tendeva spesso a dire cose spiacevoli quanto veritiere.
"Perché non pensi sia il mio tipo? Lo conosci?"
Lo sguardo che Mat rivolse verso Bibi in quel momento fu impareggiabile per quest'ultima. Un mix di rancore, tristezza e pietà.
Pareva un bimbo che ha rotto un vaso e non vuole dirlo alla madre che lo ha incastrato in pieno.
Bibi rimase quasi affascinata dagli occhi neri di Mat che, in quel momento, luccicavano come stelle nell'oscuro cielo notturno.
Era uno sguardo davvero insolito per Mat, soprattutto perché quest'ultimo non cambiava mai espressione nel Pub di Posto - quella annoiata e rilassata che manteneva perennemente.
Inutile nascondere che Bibi arrossì.
Non era mai stato molto chiaro quale fosse il rapporto tra quei due. Mat mostrava una certa gelosia ogni tanto per Bibi, come se fosse la sua spalla fidata. Poi, vista l'abitudine di Mat ad avere sempre qualcuno in suo aiuto, Bibi che era così facile da rigirare da parte in parte tra tutti con un'indole generosa, a lui pareva come il sostegno sicuro della sua intera vita.
Una specie di moglie.
Bibi invece aveva notato negli anni un certo cambiamento in Mat, anche fisico. A volte la sorprendeva diventando molto affascinante ai suoi occhi.
Mat non era uno che si tirasse a lucido molto spesso, ma quando lo faceva era innegabile il suo fascino.
Nonostante ciò la mente matematica e superficiale di lei non poteva collegarsi minimamente a quella disturbata ed inventiva di lui. Lei che studiava scienze umane e lui che andava all'artistico.
Ma in quello scambio di sguardi, che era appena avvenuto, Bibi aveva visto un ragazzino innocente, da proteggere.
Era una sensazione che mai prima le era capitato di provare. Sicuramente dei giorni intensi, emotivamente, per la ragazza. Avrebbe tanto voluto abbracciare Mat in quel momento. Aggrapparsi alle spalle larghe dell'amico che tante volte le erano apparse come il perfetto ramo ove appendere una altalena per sognare, lanciandosi in alto.
A spezzare quel momento arrivò Lola, ormai pronta a sputare il rospo.
Non si sedette, si appoggiò al tavolo, sedendosi leggermente sul bordo e tenendo una gamba tesa e l'altra che si muoveva in modo nevrotico.
Guardava a terra e si mordeva il labbro come faceva quando era preoccupata.
Bibi capì subito e sbraitò: "Dimmi!! Lola!! Dai Dimmi!! Dimmi!! Dimmi!!"
Lola la guardò, imbronciò lo sguardo, strinse ancor di più la morsa del labbro e infine lo sciolse pronta a vomitare tutto il sapere che aveva raccolto su Gaz.
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