1. Il mio primo non libro (2/2)
La protagonista del racconto si chiama Bibi.
Oh si cari lettori di sesso maschile, questo romanzo ha una donna al comando delle redini.
Si io preferisco le donne agli uomini. Le invidio.
Non conosco nemmeno un romanzo che introduce in questo modo il suo contenuto però odio chi non capisce e adoro spiegare alle persone. Ebbene io non cambierò metodo narrativo, non voglio mutarmi in qualcuno, vestire i panni di uno scrittore capace ad interpretare il ruolo dell'esterno dei fatti, dei personaggi ecc... ne tanto meno posso essere così ambizioso da parlare in prima persona dato che il protagonista è una donna - ed io resto pur sempre un uomo, totalmente incapace e lontano dalla mente sopraffine di una giovane Eva.
Bibi è la bella di Posto, un paese bigotto, chiuso, ignorante sopra i limiti del possibile, Italiano (il che è un dispregiativo massimo come anche non). Almeno questa è la mia visione.
Posto è una cittadina visivamente gradevole ad ogni modo, in provincia di Padova ma ai confini delle province Veneziane e Trevigiane le cui possibilità lavorative sono: Bar, Parrucchiere, Contadino, contadino, contadino e contadino.
La piccola donna stava seduta sulla panca del suo pub preferito di Posto quando vide per la prima volta Gaz.
Tipico colpo di fulmine, cuore che batte forte ed eccitazione immediata. Era un Mercoledì sera, già buio.
Il bellissimo ragazzo dai capelli neri, le sopracciglia bionde, gli occhi azzurri, la bocca fine quasi trasparente.
Spalle larghe perfettamente delineate dalla giacca in pelle nera, jeans strappati appositamente da una casa di moda e non per maltrattamento del tessuto, scarponi neri, maglietta estiva con collo a V bianca - nonostante fossimo in pieno Ottobre.
Quel poco di peluria bionda che esce dal petto in vista dalla scollatura. Una mano in tasca della giacca, che lasciava trasbordare un pacchetto di sigarette da "puttana".
Sigarette più lunghe del normale, che seppero comunque colpire l'occhio di Bibi.
Anzi, ogni parte di Gaz era ormai ben impressa nella sua testa.
Con l'altra mano il ragazzo tirò fuori il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans, poi si sedette a due tavoli di distanza da Bibi e finalmente il primo incontro effettivo di sguardi.
Bibi si scoraggiò molto quando notò che Gaz l'aveva per pochi millesimi di secondo fissata con totale distacco e disinteresse.
Non che fosse uno sguardo crudele quello di Gaz, ma era proprio privo di quel fuoco che ormai aveva scosso la diciassettenne.
La seconda volta che si videro i due (stesso posto, stesse postazioni) fu il Sabato seguente, ma anche in questo caso la risposta di Gaz fu la stessa se non peggiore: nel momento fatidico dell'incrocio tra i loro sguardi, Gaz sbadigliò rumorosamente. L'autostima di Bibi stava per buttarsi sotto un trattore (mezzo più usato in quel di Posto).
La giovine non stette in silenzio come la seconda volta e si confidò con gli altri nel tavolo.
Insieme a Bibi vi erano gli amici di sempre: Lola, Mora, Core e Mat.
Lola stava uscendo dalla stanza ove risedeva il bancone del pub, ancora maliziosamente sorridente nei confronti dei due baristi, per cui provava grande affetto, leggera stima e un insolito interesse fisico.
I suoi ricci dai colori delle fiamme e la sua pelle bianca come la neve erano cosa rara in quel di Posto.
L'unica vera pecca di Lola era la sua scarsa attenzione per l'abbigliamento. Nascondeva tutto ciò che invece poteva e doveva mettere in mostra o quanto meno risaltare.
Era l'amica preferita da tutti: intelligente, perditempo, sveglia, furba, diligente, protettrice, distaccata al punto giusto da amarla ed invidiarla.
Pronta a raggiungerla come un segugio vi era Mora che non appena la intravide uscire dalla sala del bancone si alzò dalla panca attorno al tavolo.
Mora era l'esatto contrario di Lola: capelli nero ebano, pelle color cappuccino, sguardo profondo, labbra carnose.
Mora era un po' arretrata, non per cattiveria o per poco impegno, ma per disattenzione e una scarsa autostima che poi la portava anche ad essere molto timida nei rapporti relazionali (la cui esperienza era inesistente).
Aveva dei metodi simili a quelli di un camionista Romano, manesca, ma allo stesso tempo la miglior consulente e le migliori orecchie del gruppo.
La scena tra padrone (Lola) e cane (Mora) si era completamente rovinata quando intervenne Core con un: "Merda ragazzi ho tirato una scoreggia di quelle potenti che nemmeno potete capire!!"
Forte, eccessivamente urlato, sentito da tutti e com'era solito per Core... sconveniente.
Ma di Core si apprezzava la sua intraprendenza, il suo fottersene di tutto perché la vita è una. La sua ricerca di libertà e la sua infinita curiosità. Era una ragazza che sapeva anche cambiare modi e volto a seconda dell'occasione, senza mai vergogna se fuoriusciva quel suo lato sbadato e maldestro che la caratterizzava.
In quel periodo teneva i capelli corti. Bellissimi capelli rosa corti. Il suo viso tondo ed il suo sorriso gigantesco diventavano altrettanto colossali quando ogni venti secondi esplodeva in una risata assordante.
La sua tenuta attuale al pub era una canotta troppo scollata, giacca abnorme in jeans, shorts in jeans e calze bucate - dove non era normale lo fossero.
A seguire il filo della conversazione che aveva appena introdotto Core vi era Mat con un iconico: "Raga sa di uova marce!"
Questo però più silenzioso del precedente urlo Tarzaniano che aveva lanciato Core pochi secondi prima, ma detto in modo più disgustoso vista la faccia assente di Mat al tutto, come se non ci fosse alcun problema nell'aver appena espulso un gas naturale e mortale per tutti i presenti.
Mat non aveva molte altre espressioni quando stava seduto in quel delle panche del Pub di Posto. Si sentiva talmente tanto accolto dall'ambiente circostante che la sua espressione svogliata e annoiata (che lasciava vedere agli altri) identificava invece il suo benessere assoluto in quel luogo.
Il brutto della nostra protagonista cari lettori è che di tutti questi personaggi meravigliosi appena descritti, Bibi era il più insignificante di tutti. Una ragazza a modo, sorridente e divertente quando era giusto che lo fosse, affettuosa quando ne sentiva il bisogno, amorevole per chi ne aveva bisogno, composta, vestita nel modo più conveniente al teenager medio, ma oltre a ciò non vi erano grandi cose che descrivessero la sua persona.
Ciò che davvero identificava Bibi era la sua sovrannaturale bellezza: viso ovale, dove cascavano fin sotto le spalle ed i seni i lunghi capelli lisci e bruni; gli occhi del nero che ha il fondo di un pozzo in cui esprimere i propri sogni; le labbra carnose e le guance rosee che sulla sua pelle candida (ma non troppo) parevano quasi le punte delle margherite la sera, quando il fiore si chiude in se stesso per dar spazio alla notte, e si tinge di magenta.
Nonostante questa sua spiccata bellezza Bibi non era mai stata legata a nessun uomo se non al padre per cui provava forte rispetto e sconfinato amore.
Il senso del pudore e della compostezza gli erano stati insegnati sin da piccola dai genitori.
La ricca madre nulla facente l'aveva imbacchettata sin da neonata. Probabilmente quando nacque e si aggrappò al seno di mamma questa commentò dicendo: "Bibi tieni il labbro inferiore e superiore in linea diritta e chiudi bene, altrimenti scivolerà la tua pappa e mamma si sporcherà. Non stringere quindi troppo il seno con le manine e cerca di stare diritta con la schiena per piacere, altrimenti sembrerai goffa."
Ho sempre immaginato così la scena.
Il padre nonostante occupi un lavoro che richiede ordine e legge (poliziotto) quando la figlia ebbe finito le elementari decise di staccarsi in fretta e furia dalla maniaca di sua moglie.
Separazione e divorzio.
A differenza di altri amici che avevano vissuto il divorzio dei genitori in modo pacifico, per Bibi fu un trauma.
Nonostante la madre non rispettasse bene i suoi doveri con la figlia e la istigasse a diventare una donna senza un carattere proprio ma solo quello che "alla società va bene", per Bibi era una presenza importante.
Questa presenza se ne andò in Francia con un nuovo uomo (ora marito) nel giro di un mese dalla separazione... che classe Signora Francesca, davvero!
Per questo fatto a Bibi aprirsi in amore era difficile. Il trauma del divorzio e la costante presenza del padre dopo di questo evento, la portarono a non cercare più nuove presenze maschili di li in poi.
Ma quella sera, come il mercoledì prima, Bibi aveva avvertito un forte senso di euforia ed eccitazione nel vedere Gaz - tanto che la prima volta per imbarazzo ed incredulità delle sue manifestazioni non aveva avuto il coraggio ancora di confidarsi ad alcuno.
Ma ora che quest'ultimo l'aveva involontariamente insultata con uno sbadiglio ed uno sguardo assente, non poteva più trattenersi. Doveva capire cosa le stesse succedendo, doveva ricevere attenzioni per la prima volta dai suoi amici. Attenzioni che riguardavano qualcosa che a lei era completamente sconosciuto.
L'infatuazione.
Il suo bisogno di attenzione era a livelli spaventosi, secondo lei, mai prima aveva sentito questa necessità, le dava quasi fastidio che gli altri si stessero occupando di cose futili come puzze sbraitate, scodinzolate varie e saluti da civetta.
Così non appena Lola si avvicinò al tavolo con molta nonchalance e con tutta la quiete di questo mondo, Bibi non resistette dal chiedere in modo impertinente all'amica di sedersi in fretta per sentire ciò che aveva da dire.
"C'è un... tipo" - disse Bibi sottovoce, arrossendo in modo spropositato.
Mat sentì la voce tremolante dell'amica accompagnato dal insolito colorito: "Bibi tutto ok? Sei viola"
Core ebbe la necessità di intervenire: "Si starà soffocando a CAUSA DELLE MIE...!!!!"
"Per piacere Core, non ora!!!" fu la rapida risposta di Lola, approvata da tutti.
Bibi si fece fiato, doveva sputare il rospo. O la và o la spacca.
Decise di affrontare la questione di petto, senza apparire troppo passiva alla situazione che si era creata, anzi che aveva creato lei stessa.
"Ragazzi... c'è un tipo" - con sguardo deciso lo indicò con gli occhi - "è molto figo!"
Lola era sconvolta, non poteva credere che una delle sue migliori amiche, che non aveva mai mostrato alcun interesse per l'altro sesso, fosse finalmente arrivata a definire "figo" un ragazzo visto per caso.
Era possibile che una ragazza così normale, così socialmente perfetta e mai sconveniente, che da sempre era stata pura e casta persino nel pensiero avesse espresso a parole un commento tanto sfizioso per un uomo?
Il pensiero di Lola un po' era condiviso da tutti, ma meno egoisticamente di quest'ultima, che era così legata alla santità dell'amica da ritenerla d'ispirazione per chiunque.
Frettolosamente magari Lola aveva già immaginato la sua amica del cuore sfuggirle di mano, tra le braccia di quel bruto che mai più gliel'avrebbe restituita.
Mentre gli altri starnazzavano commenti gallinacei attorno a Bibi, Lola, tornata lucida, reagì all'evento in modo maturo, ponendo domande di senso compiuto come era solita fare.
Intervenne Lola: "Senti il bisogno di conoscerlo? Se vuoi posso informarmi, sai che sono brava in queste cose."
Bibi sapeva che aprendo bocca avrebbe lasciato uscire uno sforzo di parole, sentiva già le corde vocali tremarle.
Ma non voleva lasciar cadere la sua maschera sicura e decisa, così opto per un gesto, annuendo con la testa.
Lola le prese il braccio e trascinò letteralmente fuori l'amica dalla stanza con i tavoli, ove parallela alla porta che conduceva alla sala con il bancone (da cui poco prima Lola aveva fatto la sua entrata in scena) vi era l'entrata del Pub.
La portò dunque all'esterno del Pub, varcando la soglia stringendo sempre più forte il braccio dell'amica del cuore.
Lì, Lola e Bibi, ebbero molto di cui parlare, soprattutto (e stranamente) Bibi , tant'è che Lola tornò al tavolo parecchio dopo con il pacchetto di Marlboro mezzo vuoto.
Non capirò mai questo bisogno assillante di parlare di una cosa come questa e per così tanto tempo. Dopotutto era solo un incontro di sguardi. Di Gaz ancora nulla si sapeva.
Ad interrompere l'inspiegabile magia di chiacchiere tra le due amiche fu Shake.
Shake era un ragazzo che lavorava nell'azienda del padre di Lola, una specie di schiavo, incastrato in uno sgabuzzino a cucire e riparare stoffe e capi per ore ed ore, fin che le dita non erano tutte distrutte. Era anche l'addetto alle pulizie del laboratorio, il che lo portava a bestemmiare anche nel sonno.
La madre lo stressava a sua volta portandolo con se in chiesa ogni Domenica mattina (unico suo giorno di riposo) per essere sicura il figlio venisse perdonato dall'altissimo nonostante le bestemmie sonnambule.
Shake indossava la stessa giacca in pelle nera di Gaz, ma prima d'ora Bibi non aveva notato il fascino di quest'ultima se non con Gaz.
Shake aveva lo stesso profumo di Gaz, ma prima d'ora Bibi non aveva odorato quanto buono fosse quel profumo se non quando s'avvicinava a Gaz.
Shake aveva pure le stesse sigarette di Gaz, quelle da puttana, ma Bibi non ne aveva mai riconosciuto il fascino prima di averle viste fumare da Gaz.
Ed ovviamente il povero Shake era follemente e perdutamente innamorato di quei profondi occhi neri e di quei lunghi capelli mori. Amava il seno appena pronunciato di lei, perché lo trovava così grazioso e poco sconcio, che avrebbe dato oro per afferrarlo un giorno con le sue mani, sporcarlo con le sue grandi e forti mani dilaniate dagli aghi da cucito.
Impazziva per le labbra carnose di Bibi, che somigliavano un po' alle sue. Voleva assaporare la bellezza di due bocche così morbide che si incontravano.
Se Bibi gli avesse chiesto di bruciare la sua moto lui lo avrebbe fatto, la moto di Shake che tanto aveva sudato per avere.
Ma nonostante ciò Bibi, nella sua perfetta e santa persona che esternava, nascondeva invece un perfido difetto.
Era una ragazza tremendamente superficiale.
Questo difetto doveva averglielo passato quella figa di legno di sua madre.
Nonostante Shake non fosse per niente un brutto ragazzo, anzi, non aveva comunque un volto banale come richiedeva Bibi (o meraviglioso in casi estremi).
La tenera ragazza infatti non voleva un ragazzo con gli occhiali, qual'era Shake.
Non voleva un ragazzo con ancora qualche brufolo di troppo adolescenziale, che aveva Shake.
Non voleva che il suo ragazzo non avesse continuato gli studi per mettersi subito al lavoro, come Shake.
Bibi qualche pensiero sui ragazzi evidentemente lo doveva aver già fatto se questa era la sua ultima idea di Shake come "impossibile" fidanzato per lei.
Non era così innocente come faceva credere, tanto non era stupida da non capire l'amore che Shake provava per lei. Fu per questo che quando lei e Lola vennero interrotte dal suo arrivo l'argomento Gaz venne archiviato e posticipato di qualche giorno.
Nei giorni a seguire però Lola ebbe modo di estrarre informazioni dai baristi del pub, e qualche altra dai social dopo aver saputo nome e cognome di Gaz (FB, Instagram, Snapchat, Tumblr, Wattpad).
Bibi, così ansiosa di ricevere informazioni, non appena seppe il profilo Facebook di Gaz passò quei giorni ad entrare e spiare le poche foto che il ragazzo dava disponibile per chi non avesse tra gli amici.
Oltre alle poche foto, Bibi non riusciva tanto meno a vedere una sola informazione riguardante il suo prediletto.
Sospirava come tutte le ragazze sospirano quando si prendono una cotta.
Anche su questo niente di strano, era la tipica ragazzina che sogna senza muovere un dito.
Fortunatamente Bibi aveva una forte spalla.
Le capacità da stalker di Lola erano le migliori di Posto. Riusciva non solo ad avere informazioni tramite chiacchiere, voci, e dunque persone, ma anche tramite internet, social network, app.
Nel giro di un'ora sapeva già che Gaz non era di origini Italiane, che veniva da buona famiglia Russa, che aveva vinto un premio in matematica a Berlino, sapeva ballare bene ma non lo voleva dare a vedere. Però... però vi era un buco sia nelle piattaforme globali che tra le voci di corridoio. Un enorme buco degli anni delle superiori e universitari. Pareva che la vita di Gaz dopo i quattordici anni si fosse immediatamente spostata a quella dei venti e passa.
Ah già, Lola si rese conto di un evidente problema per Bibi.
Prima o poi l'argomento sarebbe comunque saltato fuori ma conoscendo la rigidità e le paranoie assurde dell'amica, che si era appena esposta con un commento sull'esteriorità di un ragazzo, a Lola venne un nodo alla gola.
Non sapeva come dire a Bibi che il tipo "figo" aveva ben dieci anni in più di lei.
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