Punti di domanda

«Esci, so che sei là dietro.» Shakai si lasciò scivolare sull’erba bagnaticcia, per via della pioggerella di quella mattina. Era passato esattamente un giorno dal suo risveglio, gli erano bastate un paio d’ore per riprendersi anche dal veleno, che Atalano aveva scoperto fosse Aconitum napellus. Durante la serata non aveva più visto Bonnie e sinceramente era riuscito anche a non pensarci per via dell’allenamento che aveva fatto per riprendere le forze ma, quella mattina si era svegliato all’alba e nonostante il leggero dubbio, doveva mantenere la promessa che si era fatto. Quindi si era alzato in silenzio per non svegliare Connie, che ancora dormiva nella sua stanza e si era avviato ai confini, dove il fiume era scosso per il tempo turbolento e dove sapeva ci fosse Bonnie, per aver più volte sentito il suo odore nei giorni passati.

Vide la figura del ragazzo uscire tra gli alberi e sedersi nella sua medesima posizione, con le gambe distese completamente. Adiacente a lui, nel territorio dei relitti, si guardarono attentamente, come se tra di loro non ci fossero tutti quei metri e quel fiume.

Bonnie lo guardava con la testa pendente verso destra, lasciando che i ciuffi argentei coprissero un po’ del suo volto spigoloso.

«Ho saputo ciò che hai fatto per il mio branco.» Shakai guardò il profilo degli alberi accanto a lui «Io… Ti sono riconoscente e vorrei farti una proposta.» aspettò che l’altro accennasse con il capo, per capire se lo stesse davvero capendo, prima di continuare, ignorando la sensazione che lo richiamava a lui «So che hai sempre vissuto nella terra di mezzo, non so esattamente cosa sia successo al tuo branco, ma potrei darti la possibilità di vivere nel mio.» si grattò il palmo della mano «Non so per quanto tempo.» si affrettò a dire, quando Bonnie scattò in piedi con sguardo dorato. «Per favore, attendi che io finisca di parlare. Ho bisogno che tu sappia le mie condizioni.»

Cercò di non fissare quegli opali caramello, fissandosi piuttosto sui proprio piedi.

Bonnie si acquattò ancora, sta volta impiantando i pugni sul terreno, così come le punte dei piedi. Sembrava pronto a saltare, invece era pronto ad ascoltare ciò che l’altro voleva dire, ignorando la voglia di oltrepassare il fiume e stringerselo tra le braccia.

«Ho parlato con gli abitanti del branco, tutti ti hanno nominato. E ho capito che la tua presenza al branco potrebbe essere significativa, sia per farli sentire protetti, sia durante le prossime battaglie. La tua forza, nonostante non sia normale, può esserci davvero utile.» Concluse grattandosi il capo.

«Potrei combattere eternamente al tuo fianco.» la voce seria di Bonnie lo fece bloccare e deglutire, alzandogli un polverone nello stomaco.

Lo ignorò.

«Potrai stare nel nostro branco, ma io e te dovremo mantenere comunque le distanze.» si fermò alzandosi in piedi, vedendo l’altro seguirne i movimenti mentre rifletteva su quella proposta che, lo avrebbe avvicinato a Shakai ma non nel modo che voleva.

Non poteva chiederli davvero di stargli distante, nonostante avrebbero vissuto nello stesso territorio. Tutto lui, era un richiamo peccatore con cui, ogni volta, doveva fare a pugni pur di non cedere. Sentiva il loro legame bruciare anche quando erano distanti chilometri, mentre sedeva nello stesso punto di prima, come ogni giorno, in attesa di poterlo vedere anche solo per un attimo.

Gli sarebbe bruciato sotto pelle, lo avrebbe fatto soffrire, quasi quanto l’indifferenza che in quel momento sembrava avere, ma decise di accettare. Perché, proteggere Shakai, era molto più importante di qualsiasi cosa potesse provare.

«Accetto» si trattenne dal ringhiare con la sua solita voce bassa, mente in testa balzavano fuori piani per farlo cedere, sapendo che il suo corpo parlava più di quanto facesse la sua bocca.

«Ti troverò una sistemazione dove potrai vivere.» si fece distante Shakai, vedendolo indietreggiare e spiccare un salto per atterrare a poca distanza da lui.

«Posso averla vicino alla tua?» con voce innocente si fece sentire il più alto, mentre avevano iniziato a camminare uno dietro l’altro.

Shakai sbuffò «No.» disse deciso, scavalcando un ramo.

«A due abitazioni dalla tua?» continuò con voce lamentosa, sembrando aver già dimenticato il discorso che gli era stato fatto.

Il lupo aggrottò le sopracciglia, senza essere visto per il suo essere davanti «No e se non la smetti, ti metterò così lontano da me, che ti ritroverai praticamente sul confine.»

«Alpha, Alpha!» il discorso -con disappunto di Bonnie- venne interrotto da un ragazzo di appena sedici anni che, si affrettava a correre verso di loro.

«Zen, che ci fai così vicino ai confini? Mi sembrava di aver ordinato a tutti di starci alla larga senza un accompagnatore. Sai com’è la situazione…» Shakai incrociò le braccia al petto con fare autoritario, osservando la fronte sudata del ragazzo.

«Mi dispiace, mi dispiace, volevo solo raccogliere delle bacche… Quando» respirò profondamente «Quando ho sentito uno strano odore, così mi nascosto e avvicinato e ho visto due uomini parlare tra di loro.» farneticò.

«Due uomini? Del branco? Hai sentito di cosa parlavano?» fece Bonnie, mentre seguiva Shakai che già si era avviato sulla via indicata da Zen.

«Non ho sentito nulla, ma non sembravano brave persone… Non ho capito se fossero del branco, perché mi hanno beccato e sono scappato via.» trattenne uno sbuffo di vergogna, prima di mettersi accanto a Bonnie una volta aver quasi raggiunto il posto.

«Non c’è più nessuno qua» sussurrò Shakai, annusandosi le dita dopo averle fatte sprofondare nel terreno morbido, dove giacevano le impronte fresche, date da due paia di piedi maschili. «Hanno cercato di camuffarsi, ma non l’hanno fatto bene sti idioti.» si rialzò facendo cenno a Bonnie di seguirlo, avendo riconosciuto la nota selvaggia dei Tenebris e quella calda dell'argilla.

«Zen, torna indietro con noi e non lasciare uscire la notizia.» concluse vedendo il ragazzino annuire.

Bonnie si affiancò all’altro dopo mezz’ora, Zen oramai si era dileguato una volta tornati nel branco. Ammettendo a sé stesso di essersi allontanato troppo.

«Erano del branco Tenebris, vero?» chiese, sentendo la voglia di uccidere ribollirgli dentro.

Venne guardato con la coda dell’occhio «Sì, dobbiamo indurre una riunione con gli altri. Bisogna cercare di supporre cosa facessero qua, dopo essere entrati senza un permesso.» cercò di riflettere attentamente, mentre superavano le viuzze, diretti al centro del branco. «Sapevo non fosse tutto finito.» sussurrò per non farsi sentire, dato che la piazzetta pullulava di persone. Bonnie semplicemente lo seguì senza esitazione. Non avrebbe lasciato il suo fianco. Non avrebbe permesso a nessuno di toccarlo ancora.

«James, Antiel.» Shakai chiamò i ragazzi, affacciandosi nel campo d’addestramento. Entrambi fermarono i loro movimenti avvicinandosi, adocchiando anche Bonnie. «Dobbiamo riunirci. Tra mezz’ora a casa di Atalano visto che è la più lontana dalle orecchie della gente.» si portò i capelli all’indietro  «James, avverti Berth di stare accanto ai confini del branco. Oggi è uscito qualcuno, non voglio che riaccada ancora. È troppo pericoloso.»

«Pensi stiano pianificando un’altra battaglia?» chiese Antiel seduto sul tavolo a gambe incrociate, sotto lo sguardo di disapprovazione di Atalano.

«Mah, secondo me anche la prima era stata pianificata. Non è abbastanza strano che gli artigli di quello che ha colpito Shakai fossero già avvelenati?» Continuò con tono ovvio James, dalla sua postazione sul primo gradino delle scale che portavano di sopra.

Shakai si morse le labbra, poggiato allo schienale del divano, senza usufruire della seduta per essere rivolto a tutti «Non saprei Ant, quale sarebbe la motivazione del prossimo attacco? Non ne hanno davvero una.»

«Se la mettiamo così, allora non ci avrebbe stata una motivazione neanche per il primo. Eppure se lo erano studiato e hanno anche avuto il tempo di creare il veleno.» Bonnie, che aveva fatto notare a tutti quanto il suo cervello fosse attivo durante quei minuti in cui erano rimasti chiusi là, si mosse un po’, raggiungendo James sulle scale. Nessuno aveva fatto domande sulla sua presenza, si erano tutti limitati a portare l’attenzione su altro.

Atalano bevve un sorso d’acqua «Concordo con Bonnie, gli artigli non dovevano solo essere impregnati di quel veleno. E per riuscire a mischiarne di vario tipo, bisogna studiare e crearne una specie di unguento.» rifletté, sedendosi sulla sedia. « Non è sicuramente qualcosa di due secondi.»

Uno strano rumore fuori di casa, fece scattare tutti sull’attenti.

«Vado a controllare io.» Antiel saltò giù dal tavolo e si avviò verso la porta.

La aprì e si trattenne dallo scoppiare a ridere.

Zacary era mezzo sdraiato a terra, credendo di essere coperto dal cespuglio su di lui, rimaneva in silenzio senza neanche respirare.

Il maggiore si avvicinò e lo tirò su dal colletto della pelliccia, portandoselo naso naso e facendolo spaventare.

«Che ci fai qua? Sei diventato uno spione?» chiese con affetto, controllando che non si fosse fatto male cadendo dalle casse che, aveva usato per raggiungere la finestra.

«Voglio fare parte anch’io della vostra missione segreta» l’omega incrociò le braccia al petto, dopo essersi scosso per far mollare la presa dalla sua Anima.

«Non è sicuro per te. Meno sai, meglio è.» aggrottò le sopracciglia Antiel, prima di lasciarli una carezza tra i capelli folti. «Non devi occuparti dei bambini oggi?»

«C’è qualche problema?» la testa di Bonnie sbucò fuori dalla porta, osservando stupito la scena.

«Cosa? C’è anche Bonnie?! Ma lui non fa nemmeno parte del branco!» si lagnò pestando i piedi come un bambino, parlando direttamente sulla faccia dell’altro.

Si voltò un poco, «Scusami Bonnie» sussurrò diretto al coniglio per non venir mangiato dai sensi di colpa per le sue parole, incentrate a convincere quel testone che era il suo compagno.

Il diretto interessato gli schiacciò l’occhio «Perché non lo fai entrare? Potrebbe esserci utile il suo inutito.» circondò le spalle del giovane, dandogli manforte mentre se lo premeva sul fianco. Cercò di non prenderlo in giro per la sua altezza che lo faceva arrivare a mala pena ai pettorali.

Antiel si premette la punta del naso sospirando,«Va bene.» borbottò entrando dentro, facendo finta di non sentire l’entusiasmo del suo ragazzo.

Una volta tutti dentro, spiegarono velocemente la situazione anche all’ultimo arrivato che si affiancò ad Atalano.

Zacary, che aveva ascoltato tutto in silenzio e a testa bassa, incrociò le dita tra di loro, con qualcosa da dire «Non vorrei star esagerando…» sussurrò «Ma… non vi sembra strano che, nonostante Connie sia stato tutto il tempo esposto durante la battaglia, non li sia stato torto un capello?»  ci aveva riflettuto a lungo durante la notte e non gli sembrava ancora possibile che il bambino non presentasse neanche un graffio, nonostante lo avesse controllato attentamente, quando era stato con lui e Antiel.

Trattennero tutti il respiro per un momento «Cosa intendi esattamente?» chiese Shakai, con le gambe molli. Mentre Bonnie si toccava le labbra con fare assorto.

«Non lo so davvero… Credo solo sia stato strano e quando ho ritrovato il piccolo, sembrava in uno stato di trance e non penso fosse solo dovuto a te, Alpha…» terminò, stringendo la mano che Antiel gli aveva porto.

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