Noi, nel presente e nel passato
🔞 ATTENZIONE
In questo capitolo
ci saranno scene smut.
In caso di sensibilità,
sconsiglio la lettura dopo il banner.
Il cielo quella notte era pulito e sgombro dalle nuvole, quasi in onore di quell’unione. La luce soffusa delle torce di fuoco rendevano il momento magico, esattamente come i piccoli giochi di fiamme che An-Rey si era divertita a piantare tra le stelle.
Zacary e Antiel erano uno accanto all’altro, le loro mani intrecciate e i loro sorrisi in simbiosi. Poco più in là c’erano anche James e Leila, il primo a circondarle le spalle con tenerezza. E c’erano anche Taranus e Zen che, nonostante si fossero conosciuti da poco, esprimevano amore con un solo sguardo. Si stringevano i mignoli, lasciando che tutto si intendesse da quel gesto. Il ragazzino aveva deciso di lasciare andare gli ideali da “sono tropo giovare per una relazione” nonostante Taranus gli avesse che lo avrebbe aspettato, era convinto che avesse fatto la cosa giusta. Specialmente quando Taranus faceva il bonaccione e gli regalava i fiori che coglieva durante il giro di ronda, facendolo innamorare sempre un poco di più.
Da qualche parte lontana c’erano anche Cas, Cal e Con sotto lo stesso cielo. A stringersi sull’erba pulita con l’odore di rugiada intorno. Avevano le mani chiuse in un intreccio e si lasciavano baciare dai fasci delle stelle, coperti in parte dalle chiome degli alberi a circondare quel piccolo spiazzo.
Shakai e Bonnie invece brillavano. Non solo per la luce lunare che colpiva i loro corpi, coperti dalle pellicce migliore indossate per quell’importante evento, no… Shakai e Bonnie brillavano di una luce potente mentre si stringevano le mani guardandosi negli occhi, uno di fronte l’altro.
Brillavano così tanto che agli abitanti mancò il respiro.
E non appena lo sciamano, li unì unendo il loro sangue nella coppa lunare, una luce azzurrina venne sprigionata da essa. Era potente ma tenue, qualcosa che non ammazzava la vista ma sprigionava calore che pizzicava la pelle.
Gli occhi di tutti finirono in quel punto e ci misero poco a capire che Shakai e Bonnie vivevano in simbiosi da più secoli. Chissà quanto lontani, chissà da quanto tempo… ma sempre legati.
I loro occhi si scontrarono ancora una volta, i sorrisi scomparvero e lo sciamano scese dal palco, affiancandosi agli abitanti.
I due ora non brillavano più di una luce filosofale dettata dall’amore, ma da una vera e propria luce.
La stessa luce che era uscita non appena il sangue si era unito, li rinchiuse in una bolla. Gli abitanti alzarono la testa quando non vedettero altro che la palla di luce azzurrina alzarsi verso il cielo, in simbiosi alla luna.
I bambini avevano gli occhi spalancati, i più piccoli allargavano le braccia, attratti da quel calore che sembrava scaldare l’intera terra. Gli anziani capivano, le coppie poteva annusare l’odore forte dell’Unione e i Guerrieri credevano di poter vedere scomparire i due, completamente in pace con ciò che avevano intorno.
[...]
Due ragazzi indossavano vesti di seta. Erano vesti imperiali, da corte.
Baudier aveva lunghi capelli castani e scompigliati, bloccati da un elegante fiocco basso. Guardava dall’alto con i suoi particolare occhi caramellati, un altro ragazzo. Non era uno sconosciuto, il suo sguardo parlava di un amore profondo, tanto profondo da essere doloroso.
Egli sedeva sul prato di smeraldo, la sua tunica leggera era aperta sulla superficie, facendolo sembrare un grazioso bocciolo di rosa rossa. Aveva le braccia scoperte dalle maniche. Esse erano naturalmente abbronzate, ricoperte e impreziosite da bracciali d’oro e diamanti che arrivavano fino al gomito.
Essi tintinnarono di una melodia malinconia quando allungò una mano dinnanzi all’altro, trafiggendolo con i suoi eleganti occhi di carbone.
Il ragazzo dai capelli castani si inginocchiò al suo cospetto dopo avergli afferrato la mano curata, chinandosi in ginocchio, lasciando che quel tocco riscaldasse entrambi, in quel momento troppo gelido. Abbassò il capo per prendere un respiro e lo alzò poco dopo. La sua pelle chiara come porcellana, brillò alla luce del crepuscolo e le vesti più corte di quelle dell’altro, ricaddero scompigliate sulle ginocchia. La cintola che lo stringeva in vita, era lucida e di pelle, in contrasto con tutto.
L’altro, che di nome faceva Sakahoma, rimase ancora una volta abbagliato da quello che era il suo amante nascosto, per via di quei tempi in cui l’omosessualità era solo malattia. Guardò colui che amava più della sua stessa vita.
«Ad oggi e per sempre il mio cuore sarà nelle tue braccia. Senza temere questo torbido futuro, mi dichiaro eternamente perso in te. Sono il respiro nelle tue labbra e i passi che i tuoi piedi percorrono.» parlò quella voce roca che aveva saputo farlo innamorare. Durante sussurri in preda al piacere e complimenti sinceri
Sakahoma allungò entrambe le mani, afferrò il volto spigoloso dell’uomo ne baciò le labbra, di cui sapore sapeva a memoria.
«Da oggi e per sempre mi dichiaro solo tuo. Che ci voglia un’altra vita per tornare insieme non mi importa… Perché sarà l'epice del nostro amore. Sarà l’opportunità che ad oggi ci è stata tolta. D’amore viviamo e io del tuo mi nutro.» gli sussurrò sulle labbra, lasciando che due gocce cristalline ricadessero sulle sue guance.
Baudier strofinò i loro nasi suggellando la promessa, tornando a cibarsi di quelle labbra, traendone ninfa vitale.
Quello era il loro arrivederci.
[...]
«Da oggi, per sempre ed eternamente, mi dichiaro tuo.» Shakai non era riuscito a trattenere le lacrime a quella visione che avevano condiviso. Benoît lo prese tra le braccia e se lo portò contro il corpo facendo toccare i loro nasi. Aveva gli occhi luccicanti come le gemme sui bracciali di Sakahoma.
I petti erano a contatto e i cuori battevano all’unisono stringendo le loro anime in maniera eterna.
«Ad oggi, per sempre ed eternamente, il mio cuore sarà tra le tue braccia.» e lo baciò, senza più vedere quella luce che gli stava facendo fluttuare. Lo baciò con tutto l’amore che possedeva. Tutto quell’amore che finalmente aveva riconosciuto.
Asciugò con le labbra quelle lacrime che sapevano di zucchero e nostalgia «Non piangere. Non ci sarà mai nulla al mondo che potrà dividermi da te.» gli sussurrò nell’orecchio «Persino la Luna sa di noi, ancora prima che noi stessi sapessi di noi»
Shakai voltò un poco il capo, poggiando la tempia su quella spalla forte. La luna li guardava attraverso la luce. Era grande e davvero bella.
«Ti amo Bonnie.» sussurrò, guardando come un dipendente quegli occhi che voleva solo su di te.
«Ti amo Shakai.» rispose l’altro, lasciando che un sorriso illuminasse più della luce il suo volto.
Non avevano bracciali e fiocchi intorno ai capelli. Non avevano imperi o tuniche costose.
Ma erano Sakahoma e Baudier. Bonnie Shakai.
Erano due ragazzi che condividevano una sola anima. Ritrovati nonostante il tempo, solo per congiungersi come due metà perfette.
E la luce diminuì finché scomparve in due punti al centro del loro petto. Avevano i piedi per terra ora, ma li sembrava di star ancora fluttuando.
Dal branco partirono fischi e urla di eccitazione. Shakai si voltò con gli occhi di Bonnie ancora addosso, sorrise alla sua gente e questo dette il via alle danze.
I due scesero dal palco mano per mano e approfittando del casino, cercarono di scappare in un posto appartato.
«Voglio andare con loro!» la voce proveniva da Connie che da lontano aveva visto i due e stava per raggiungerli.
Antiel lo prese in tempo dalle braccia, se lo mise su un fianco «Meglio lasciarli soli per un po’.» borbottò nascondendo un sorriso e allontanandosi con il bambino imbronciato.
Il letto era comodo quando ci caddero sopra con le labbra unite, era un bacio bisognoso e sporco, di quelli che non ti interessa se i denti sbattono, perché non sentì altro che l’altra persona e la voglia che hai di lei.
Bonnie era su Shakai, non sapeva esattamente come muoversi ma decise di spegnere i pensieri e lasciarsi guidare dall’istinto mentre sentiva un fuoco ardere nelle vene, ogni qualvolta incontrava quegli occhi liquefatti.
Baciò con bramosia il collo al caramello, mordendolo in più punti. Quando ne toccò uno di preciso, Shakai lasciò andare un verso prolungato e sciolto. Esso fece rizzare i peli di Benoît che si concentrò maggiormente in quel punto. Lo ciucciò, lo leccò e ci giocò finché non uscì un’evidente chiazza rossa. Sentiva Shakai inarcare la schiena e schiacciare il petto contro il suo. Prese quelle mani che erano finite tra i capelli, le incrociò con le sue e le premette sul materasso troppo caldo, poi si alzò appena.
Shakai aveva le guance rosse, i capelli scompigliati e il fiato pesante. Sorrise quando baciò la sua fronte e il naso, amando ogni piccolo momento, ogni piccolo pezzo di pelle.
Shakai districò l’intreccio per passare una delle mani sulla schiena forte e piena di muscoli. La graffiò leggermente, quando il suo amante scese con la bocca lungo il suo petto. La pelliccia venne aperta sul materasso e le labbra chiusero uno dei suoi capezzoli sensibili.
Bonnie, estasiato da quel nuovo sapore, continuò la lenta tortura anche con l’altro, mentre le mani, frenetiche e vogliose di quel corpo scolpito, giravano senza un vero appiglio.
Era un casino di saliva e mani, ma non importava a nessuno dei due, perché in quel momento non sentivano altre che non fosse il respiro reciproco.
«Benoît » sussurrò Shakai con voce lussuriosa e Bonnie si lasciò rigirare sul materasso, piantando le mani su quei fianchi nudi. Li strinse, quando il ragazzo gli sedette direttamente in grembo.
Il nodo attorcigliato al ventre era così doloroso che gli fu naturale muoversi tra quelle natiche sode.
Shakai lasciò cadere la testa all’indietro con la bocca spalancata prima di piantare le mani sul petto gonfio di Bonnie. Si calò buttandosi sul suo collo, lambendolo con la lingua calda. Si sentiva così molle che, quando Bonnie si alzò a sedere con lui di sopra, sarebbe potuto cadere all’indietro.
Ma Bonnie sembrava saperlo, perché incrociò le braccia dietro la sua schiena per baciargli una spalla e tenerlo su. Sentì Shakai toglierli la pelliccia. Essa cadde nello stesso punto dove giaceva l’altra e ringhiò davvero quando la pelle entrò in contatto.
Era calda, umida e deliziosamente sua.
Ora le loro erezioni dure e gocciolanti erano a contatto. Shakai poggiò la fronte contro quella dell’altro «Prendimi Bonnie. Prendimi» sussurrava come una mantra, completamente fatto di passione. Si sentiva la febbre alta, e non voleva altro che le mani di Bonnie addosso.
Egli sentì qualcosa di liquido sulle cosce, esattamente dov’era seduto il giovane uomo «Cos’è?» chiese affannato quando una mano gli afferrò il membro, portandolo a vedere le stelle.
«Ho voglia di sentirti Bonnie…» Shakai lo fece impazzire parlandogli direttamente nell’orecchio «È semplicemente il mio corpo che reagisce al tuo.» lasciò andare un gemito quando l’erezione sfregò quella dell’altro.
«Hai bisogno di qualcosa prima che-?» e Bonnie non poteva non mettere i bisogni di Shakai prima dei suoi. Ancora una volta, non si sarebbe mai perdonato se gli avesse fatto del male. Shakai era il suo cristallo e le sue mani dovevano essere fatte dello stesso materiale per evitare che si rompesse.
«No…» Shakai iniziò a muoversi contro quella gamba «No, prendimi e basta.» era davvero innamorato della sua premura ma era anche impaziente, quindi si alzò, strisciò più avanti, incrociò le caviglie dietro l’altro e si penetrò da solo con un profondo ansito.
Bonnie piantò più forte le unghie nei fianchi dell’altro. Quel calore e quell’umidita improvvisa lo fecero impazzire. Non sentì nulla e lasciò che la testa ricadesse sulla spalla del ragazzo che ora si muoveva su di lui.
«Tutto bene?» chiese questo, camuffando un sorriso per quella reazione.
«Si solo-» gemette «Sei così bello e fantastico e io non…» gli morse il collo di lato ad un affondo più profondo «Non ho parole. Vorrei fosse per sempre così» borbottò senza essere in grado di parlare ancora, mentre la mani correvano sulle natiche dure per accompagnare i movimenti.
«Avremo tempo…» Shakai rise con una promessa nascosta, prima che un urlo spezzato lasciasse la sua gola. Bonnie aveva affondato i denti nella sua pelle, poco sopra l’incavo del collo, quando l’orgasmo stava per raggiungerlo. Gettò la testa all’indietro afferrandogli i capelli per non cadere e un liquido gli sgorgò dentro. Il morso si intensificò e vedette bianco mentre anche lui si lasciò andare, sentendo il respiro bloccarsi nella gola e le dita dei piedi arricciarsi.
Bonnie attese qualche istante che i suoi occhi tornassero meno dorati e i suoi denti tornassero normali prima di staccarsi lentamente, ancora con il cuore in subbuglio e la pancia incasinata. Sentiva un formicolio potente e incessabile al basso ventre. Mentre non smetteva di pensare che ora si erano uniti davvero completamente. Aveva potuto sentirlo parte di lui. Avevano fatto in modo di diventare un solo e unico corpo.
Notò Shakai ancora destabilizzato nonostante l’atto non fosse durato poi molto, troppo consumati dalla passione, poteva sentirlo tremare leggermente sulle sue gambe. Quindi gli baciò il volto in più punti «Ti amo, Shakai. Ti amo così tanto che ne potrei morire.» gli sussurrò mentre il nodo si scioglieva permettendogli di alzare Shakai e togliersi da dentro di lui, nonostante ci avesse voluto passare l’eternità.
Lo fece sedere nuovamente in grembo, stringendoselo al petto mentre attendeva che si riprendesse. Gli accarezzò lentamente la schiena, la testa, le braccia e tutto ciò che poteva raggiungere, non potendo fare a meno di toglierli le mani di dosso.
Shakai si sentiva davvero amato e trattenne le lacrime da quella forte sensazione, mentre sentiva Bonnie pulirlo attentamente con una delle pellicce per poi gettarla a terra. Si sentì trascinato sul letto e si poggiò ancora su quel petto, non volendo smettere di ascoltare quel cuore.
«Ti amo Benoît» sussurrò incrociando le dita del ragazzo.
Bonnie usò l’altro braccio per stringerlo più forte, mentre una lacrima macchiava la sua guancia. Si sentiva completo.
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