Scintille
I piedi nudi di Shakai calpestarono il fogliame secco, che fungeva da pavimento in quella piccola capanna.
I Tenebris non avevano fatto molti passi verso la rivoluzione, parole veritiere in quanto vivevano ancora in capanne e pensavano come cavernicoli. In confronto, le case del suo branco sembravano vere reggie, con immobili creati dai falegnami del villaggio e tutto ciò di cui aveva bisogno una casa e anche se ancora usavano pellicce per vestiario e coperte, non potevano lamentarsi per il loro stile di vita che li faceva sentire meno bestie.
Gli occhi lupeschi del futuro Alpha si puntarono verso la figura che ancora dormiva tranquilla.
Il respiro pesante faceva capire che era caduto in un sonno profondo e che poche cose lo avrebbero potuto svegliare nonostante fosse un guerriero.
Avvicinandosi cautamente, Shakai sondò il viso mascolino nascosto dalla cortina di capelli, neri coma la pece, i muscoli rilassati erano evidenti a chiunque, nascosti sotto lo strato di pelle chiara che quasi brillava sotto la luce lunare, filtrata attraverso gli spacchi della capanna.
'È un peccato uccidere tale bellezza'
Ghignò pregustando l'odore di sangue e piacere che presto avrebbe sentito.
Aveva deciso di agire di notte per riuscire ad entrare di nascosto e non creare ulteriori problemi al branco. E così fu, perché nonostante non fosse invisibile, aveva il passo elegante di chi sapeva come muoversi.
Shakai fissò la sua mano e senza sforzo le unghie si affilarono e si scurirono inspessendosi, esattamente come un'arma letale.
Avvicinò quindi un artiglio al collo dell'altro e quasi con delicatezza spostò i capelli facendoli cadere sulla spalla destra, per la posizione fetale in cui l'altro si trovava.
Ripassò il profilo del collo e
senza troppi indugi infilò l'artiglio nella giugulare dell'altro con tanta facilità, che sembrò tagliare burro.
Shakai vide il liquido rosso colare giù dal collo e sporcare il fieno.
Gli occhi della vittima si spalancarono terrorizzati, facendo vedere come la pupilla avesse completamente inghiottito l'iride.
Ma l'uomo non poté fare nulla, perché con un altro affondo, l'artiglio tagliò di netto la gola lasciandolo con le labbra a formare un urlo silenzioso e caduto stavolta in un sogno in cui mai si sarebbe svegliato.
' Una morte per una morte
Un'anima per un'anima'
Era ciò che si era detto durante il patto, ma questo uomo non l'aveva rispettato, uccidendo uno degli uomini del magna coetus che aveva cercato di portare in salvo la propria donna.
Shakai era quindi passato all'azione, uccidendolo senza neanche sapere il suo nome. Senza remore si era avventato su quel corpo privo di coscienza.
Ed ora che l'oscurità aveva preso i suoi occhi, ghignò soddisfatto.
Alzò verso un fascio lunare l'artiglio bagnato di sangue e lo avvicinò alla bocca leccandolo, finalmente soddisfatto al sapore acido della paura che aveva acquistato.
Ancora con l'adrenalina nelle vene e nello stato euforico in cui ti trascina la vendetta, Shakai piantò le zampe a terra, ora trasformato e corse silenzioso fuori da quella capanna, e poi dal territorio nemico.
L'unico modo per mettere a tacere la sua sete di sangue era andare a caccia, ed era ciò che aveva intenzione di fare.
Come altre mille volte, il lupo portò gli occhi rossi e neri verso la vegetazione silenziosa per l'ora tarda.
Gli alberi alti gettavano ombre vagamente intrigate sul terreno chiazzato dall'erba, l'odore era fresco, la brezza nascondeva odori animali trascinandoli con sé chissà dove.
Era difficile cacciare la notte, questo lo sapeva bene ma se non si dissetava avrebbe sicuramente perso il controllo. Voleva giocare con qualcuno.
Una pesante afflizione gli agguantò la gola creando un magone grosso come un pugno. Shakai socchiuse gli occhi, confuso da quella strana e improvvisa sensazione.
Cercò in lungo e largo ciò che lo aveva creato e poi trovò il motivo.
Il coniglio della scorsa volta se ne stava là, sotto ad un cipresso. Stava draiato comodamente a fissarlo con i più bei occhi castani che avesse mai visto, a ricordargli le sue amate terre, che tanto avevano visto e subito.
Il marrone si scontrò finalmente con le sfumature rossastre e nere.
E furono scintille.
Un tornado di emozioni racchiuso in quel frangente lungo un battito di ciglia.
Tutto diventò sfocato, vedeva solo quelle macchie castane, lucide di vita e confusione, a Shakai sembrò di non aver vissuto fino a quel momento.
' È questo che si prova?'
Il cervello del lupo era un grande groviglio di pensieri, da tanto aveva atteso quel momento, non smetteva di sognarlo. Dopo aver incontrato la propria anima era difficile, se non impossibile viverci lontano.
Avrebbe voluto averlo sempre con lui, curarlo e amarlo come ogni compagno avrebbe dovuto fare.
An-Rey gli disse, che i conigli mannari erano ormai in estinzione, dato che essendo delle prede, molti venivano uccisi dai predatori mannari, come orsi, lupi e puma. Il penultimo branco risaliva ormai a quindici anni fa e fu sterminato da un branco di orsi;
Dato l'aspetto esile, molti venivano anche barattati di branco in branco per essere schiavizzati in diversi compiti, tra cui compagni di piacere.
Dopo ciò Shakai aveva realizzato tre cose:
La prima, era che non aveva famiglia.
La seconda, era che viveva solo, nella peggiore delle ipotesi da molti anni e probabilmente lo faceva tra i relitti e gli scarti nelle terre di mezzo, una fascia di territorio tra gli altri occupati, dove finiva chi era solo e senza branco o chi esiliato. Esposto a continui rischi.
La terza era che, quella creatura era il suo compagno, e coniglio o no, niente al mondo lo avrebbe separato ancora per molto da lui.
Il coniglio, durante la pausa di riflessione del lupo ne approfittò per alzarsi, ma non riuscì a muovere un passo, perché si ritrovò incantato in quello strano vortice di emozioni che non capiva, dato da quegli occhi che seguivano ogni suo movimento.
Shakai si ritrovò invece seduto rigidamente.
Furtivamente, sperando di non spaventarlo, si lasciò scivolare sulle zampe anteriori, sdraiandosi.
Con le foglie e gli aghi dei pini che graffiavano la pancia, abbassò leggermente le orecchie in segno di pace e chiuse gli occhi chiudendo il contatto.
Se l'altro in un primo momento voleva andarsene finalmente libero da quelle catene immaginarie, ora si girò nuovamente.
Guardò il lupo, notò come da sdraiato le stelle e la luna gli facessero brillare il manto, facendolo apparire argenteo, quasi fuori dal normale.
Attirato da quel bagliore, il piccolo corpo si mosse leggermente verso il predatore, con il cuore a mille e il naso sempre attento a captare qualche segnale di pericolo. La diffidenza acquista negli anni, in cui non aveva avuto contatti con nessuno sembrava improvvisamente scomparsa.
Shakai sbirciò con un occhio la figura che si avvicinava e con la gola secca, attese paziente muovendo pigramente la coda.
E la pazienza venne presto ripagata, quando il piccolo si avvicinò al muso del più grande e si infilò vicino al suo collo, appallottolandosi in quella pelliccia folta.
Bonnie, in completo stato di trance, sentì nella sua testa la parola "casa" ripetutamente, ma non ci fece caso, approfittando dell'immobilità dell'altro per accucciarsi meglio fino a quasi scomparire tra il collo e la spalla. Sapendo in cuore suo che se avesse voluto ucciderlo lo avrebbe già fatto.
Era la prima volta da quando ne aveva memoria, che era in contatto così ravvicinato con qualcuno.
Era strano sentire un calore così intenso vicino a lui, così tanto che lo portò ad un leggero torpore con solo l'odore di caramello speziato a circondarlo.
Il lupo girò lentamente il muso e lo poggiò sul fianco dell'altro, cercando di non schiacciarlo troppo.
Con il suo compagno tra le zampe si sentì completo, con l'odore intenso delle mandorle a sguazzargli nuovamente le viscere e a sforzarsi molto per contenersi.
Stettero in quella posizione per diversi minuti, finché Shakai, decise che era troppo e per evitare danni all'incolumità del piccolo lo scostò da sé.
Il coniglietto confuso e infastidito, scattò sull'attenti e con uno strano soffio arricciò il naso roseo avventandosi sulle labbra dell'altro, facendolo ringhiare.
Lo aveva morso.
Il coniglio aveva morso il lupo,che scattò anche lui a sedere e lo guardò stupito.
La spaccatura era piccola e non faceva male, ma non pensava che il piccolo potesse arrivare a ciò. Gli occhi acuti dell'altro lo guardarono dal basso, e dopo un ultimo soffio si allontanò, saltellando lontano.
Il magone alla gola di Shakai tornò, facendolo sentire deluso da quella nuova distanza e con passo strascicato tornò indietro, deciso a dormire per cercare di rilassarsi.
Quella notte avrebbe tanto voluto stringere quel piccolo tra le braccia.
Il suo piccolo compagno...
Digrignò i denti infastidito quando tornando a casa, notò Antiel e Zacary sdraiati sul prato, abbracciati l'uno all'altro a guardare le stelle che quella notte il cielo offriva.
Loro potevano amarsi senza sosta, Antiel lo aveva corteggiato per molto e alla fine il castano dagli occhi di ghiaccio aveva ceduto, cadendo tra le braccia del suo compagno.
«Ei voi due, dovreste tornare dentro, domani Antiel ha allenamento.»
La voce di Shakai ruppe il momento degli innamorati.
Fece ridacchiare Antiel e impietosire Zacary, l'odore dell'invidia era evidente nell'aria, quest'ultimo sorrise a Shakai e dopo essersi alzato in piedi tirò con sé Antiel.
«Si alpha!»
Portò una mano alla fronte, come un soldatino e sempre a passo di marcia si avviò.
«Ci vediamo domani signore.»
Antiel schiacciò l'occhio al suo capo e corse a raggiungere l'altro prima di circondargli i fianchi con le mani e caricarlo in spalla, una sonora sculacciata fece da eco ai due mentre si allontanavano.
Shakai scosse la testa, prima di avviarsi anche lui verso il suo rifugio con ancora il sapore dell'amaro in bocca.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top