Paura
Parte 1
I giorni a venire fecero sperimentare a Shakai un sentimento di cui prima ignorava l'esistenza.
La paura verso se stesso.
Tutti i suoi ideali da Alpha erano stati distrutti da un coniglio che gli faceva battere troppo forte il cuore.
Non aveva più rivolto parola all'altro, neanche per sbaglio, se lo incrociava, lo ignorava bellamente e aspettava solo il momento in cui Zacary gli dicesse che avesse appreso tutto e fosse riuscito a tornare nel suo animale per poterlo mandare via. Lo aveva persino fatto alloggiare da An-Rey.
Nulla di troppo complicato in realtà, era bastato usare il suo tono e la ragazza aveva subito annuito.
In breve, era da una settimana che non sfiorava neanche per sbaglio con gli occhi il coniglio. Semplicemente gli lasciava le fantomatiche verdure davanti alla porta e poi se la filava in casa sua, troppo spaventato di diventare ancora debole. Occhieggiava di tanto in tanto i semi che giacevano sul comodino accanto al letto, non volendo davvero utilizzarli.
E se ignoriamo il fatto che Bonnie avesse visto un paio di volte la pelle color caramello dell'altro, scintillare nascosto dietro a qualche albero durante i suoi allenamenti, allora il piano filava liscio.
O almeno, fino a quando fece qualcosa che durante le settimane di permanenza non aveva mai fatto. Quella sera aveva deciso di prendere posto al falò tipico della cena del suo branco e davvero maledisse tutti i suoi antenati che gli volevano male.
Shakai sedeva su un tronco a mò di sgabello, a testa alta parlava con gli altri cercando con tutto sè stesso di ignorare il ragazzo che appena sedutosi davanti a lui gli aveva piantato lo sguardo addosso.
Lo focalizzò con la coda dell'occhio ritrovandosi a chiudere un po' di più le gambe quando quegli occhi scesero troppo oltre la pelliccia.
«Io... sono Bonnie.»
Una voce profonda e leggermente roca fece drizzare i peli di Shakai. Una voce mai sentita prima... Socchiuse involontariamente gli occhi schiudendo le labbra.
Quella voce aveva accarezzato dolcemente le sue orecchie coccolandole. Ritrovandosi attratto come una falena dalla luce girò la testa, perdendosi sulla figura davanti a lui e perdendo così la sfida contro se stesso.
Quella figura sembrò quasi magica.
Il fuoco tra loro gettava colori mistici alla pelle chiara coperta dalla pelliccia nera, la mascella affilata più di quel giorno lontano, i capelli grigi disfatti e mai curati.
Shakai deglutì mordendosi il labbro superiore, storcendo il naso quando una carica sensuale lo investì completamente, portandolo a boccheggiare.
Il ragazzo nel mentre aveva l'attenzione rivolta verso Antiel che cercava di fare conoscenza.
Bonnie... Bonnie... Bonnie...
Fu quasi una cantilena quella che risuonò involontaria nella sua testa. Si pizzicò il braccio cercando di uscire da quel vortice che lo schiacciava prima che qualcuno potesse accorgersene. Prima che il ragazzo davanti a lui potesse accorgersene.
Ma sfortunatamente nulla va come vuoi. Bonnie sembrò quasi aver sentito la sua mente chiamarlo. Poté notare la sua mascella di profilo serrarsi prima di voltarsi lentamente verso di lui. Le narici allargate in cerca del suo odore al carmello.
Shakai voleva semplicemente scappare. Perché era lui quello intontito? Perché non era Bonnie a guardarlo con occhi lucidi con la voglia di essere toccato? Perché era Bonnie a leccarsi le labbra mentre lo guardava?
Gli occhi nocciola mangiarono le lingue di fuoco, gettandosi in quelli altrettanto rossi di Shakai che rilasciò un sospiro tremulo, cercando di trattenere un gemito imbarazzante.
Erano stati troppo tempo senza potersi guardare, liquido caldo colpì le loro gole portandole ad inaridirsi.
Shakai sentì sulla sua pelle pizzicare la dominanza gettata dall'altro e quello fu troppo. Non poteva permettere di essere nuovamente sottomesso così poi se davanti al suo branco... Lui lo aveva detto che se lo avesse rifatto l'avrebbe pagata cara e Bonnie non sembrava intenzionato a smettere di fissarlo, lanciandogli piccole palline infuocate di sensualità, ignorando il fatto che dovesse essere lui quello in ginocchio.
Con uno scatto Shakai si erse in piedi, gli occhi minacciosi, mentre a grandi falcate raggirava il falò per mettersi davanti alla figura seduta, che ora si leccava le labbra deglutendo. Il suo corpo reagiva evidentemente involontario. Senza dare conto alla ragione.
Il branco si lasciò scappare qualche esclamazione sorpresa venendo investita dal confuso odore di rabbia, dominanza e potere così improvvisamente, tutti indietreggiarono mentre Bonnie spinse prepotentemente Shakai giù dal suo tronco.
«Non ti è permesso guardarmi.»
Il fuoco della volta precedente si accese come miccia nello stomaco di Bonnie, portandolo ad alzarsi e pararsi davanti all'altro.
Deglutì profondo squadrando la pelle caramello richiamarlo deliziosamente, gli occhi rossi e cattivi non lo lasciarono un momento mentre si avvicinava lentamente.
«Non ti avvicinare Bonnie.»
Solo sentire il suo nome lasciare le sue labbra lo bloccò sul posto, rabbrividì completamente abbagliato da quella voce.
"Che mi sta succedendo? Perché non mi fa più paura? Perché non sto andando via come volevo nella mia forma animale?"
Bonnie sentiva tutte le emozioni dell'altro come una seconda pelle, sentiva la sua rabbia e sentiva il suo timore, era teso, pronto all'attacco.
Bonnie notò la loro differenza d'altezza.
Da quando aveva preso forma umana, il suo corpo aveva avuto opportunità di formarsi completamente non essendo più costretto nella forma animale, portandolo a sovrastare quello di Shakai.
Gli erano cresciute le spalle che si erano fotte larghe, così come il petto e le braccia e questo fu un particolare che il lupo non aveva assolutamente preso in considerazione, sembrava che non vedesse il coniglio da anni, e invece eran solo da poche settimane.
Si sentì tradito dal suo stesso corpo.
«Non avvicinarti a me.»
Shakai provò a non indietreggiare ma i suoi piedi mangiarono presto il terreno quando non venne ascoltato. I passi mossi all'indietro vennero coperti da quelli in avanti di Bonnie.
«Hai... Paura di me?» Occhi nocciola fissarono un punto sul collo del ragazzo, evitando di continuare ad andare avanti, notando l'arteria battere più veloce a ritmo del cuore ad ogni suo movimento.
«Che ti viene in mente? Sono io il più forte, tu sei solo un coniglio.»
Se prima Bonnie era intenzionato a non spaventarlo ora se ne dimenticò.
«E perché indietreggi?» A quello parole Shakai smise di muoversi, quasi al limite del tronco su cui prima era seduto.
«Non avrei dovuto farti insegnare a parlare dato che ora non fai altro che dire cavolate.»
Ignorando completamente il discorso, prese tra le dita lunghe il polso di Shakai, stringendolo leggermente. Notò che il resto del branco aveva preferito andarsene.
L'Alpha tirò via il braccio, stringendo tra le mani un lembo di pelliccia nero, non facendosi notare mentre si alzava in punta di piedi portandolo faccia faccia. Strinse i denti.
«Vedo che hai imparato bene, domani potrai lasciare il branco.»
«Non posso.» Come scottato aprì le dita, lasciando la pelliccia del nemico.
«Che significa che non puoi? Questo è il mio branco, e se domani sarai ancora qua vedrò di ucciderti.»
Nonostante la pesantezza del momento, Bonnie non sembrava spossato. Il corpo calamitato dall'altro si avvicinò ancora, voglioso di contatto. Non dando molto conto a quelle parole. Sembrava posseduto da una forza superiore, caduta in trappola per quel lupo.
Li abitanti del villaggio non avevano mai sentito un sentimento così grande e potente nei confronti di qualcun altro.
«Il mio corpo non mi permette di starti lontano.» Come a mostrarlo passò medio e indice sul braccio nudo e teso, percorrendolo fino al polso che prima aveva stretto «e neanche il tuo lo vuole, lo sento il tuo odore ogni volta che mi avvicino, lo vedo come mi guardi, so che hai paura di me. E posso non capire molto di ciò che mi sta succedendo, ma riesco a capire ciò che le mie sensazioni mi danno.»
Lo schiaffo che colpì il suo volto fu prepotente, tanto quanto il rossore che imporporò le guance già scure. Quello bastò a non farlo arrabbiare, sentiva fino a là la battaglia che Shakai stava avendo con sé stesso.
Bonnie ammise che la sua di battaglia, l'aveva persa qualche giorno prima.
Quando Zacary lo sgridava senza timore nonostante la differenza stazza vedendolo non troppo attento. Perso nel ricordo di pelle tramontata e occhi sfidanti, cercando di dare pace al suo stomaco perennemente bloccato da un grosso groviglio.
Si chiedeva perché ora il lupo non lo facesse più intimorire, si chiedeva perché il palmo della mano che lo aveva toccato bruciava in cerca di quel calore.
Se lo chiedeva da un po' e ogni volta che lo faceva, sentiva gli occhi fondersi in oro e una dura eccitazione premerlo nel basso ventre.
Quindi mentre fissava l'acqua muoversi, non dando conto al nanetto starnazzante accanto a lui, aveva deciso di farsene una ragione e giocare, finché il suo corpo non si sarebbe stancato. Avrebbe dovuto solo fare attenzione a non esagerare, in fondo non aveva mai avuto opportunità per sperimentare.
Dopo la leggera riflessione, girò la testa di lato, osservando Shakai irrigidirsi lentamente, realizzando cosa avesse fatto.
Ma ora non poteva tirarsi indietro, quindi da buon Alpha decise semplicemente di attaccare.
Con uno scatto tirò un pugno al fianco senza difesa di Bonnie balzando dietro la sua schiena e tirandone un altro tra le scapole, fu fiero di vederlo piegato in due. Tirò un calcio all'incavo delle sue ginocchia e tenendoli il braccio, lo piegò completamente ai suoi piedi.
Vederlo più basso di lui lo fece sentire nuovamente potente.
La schiena rimase rivolta a lui, pallida e brillante
«Guardami.»
Non venne ascoltato, teneva lo sguardo rivolto verso al basso, fregandosene delle pietre appuntite contro la pelle delle ginocchia.
«Ho detto guardarmi.» Ancora nulla.
Quella di fare il giro verso di lui era una mossa azzardata, mossa che però il suo istinto animale non controllò. Ora era d'innanzi a lui, la mano
fra i capelli. Li tirò, cercando di farli alzare il volto. Il corpo sembrava senza vita, il respiro ridotto ad un sottile filo.
«Guardami Dannazione.»
Sembrava essersi completamente dimenticato cosa fosse successo precedentemente, si mosse e parlò senza pensarci e ora si ritrovò a tremare vedendo le spalle larghe di Bonnie fremere.
Quella volta la testa la alzò, ma i suoi occhi erano nuovamente oro fuso, quell'oro che la prima volta lo impantanarono in un circolo vizioso, la sua manata colorava la guancia destra contratta, lo sguardo felino aiutato dalle sopracciglia aggrottate in maniera cattiva.
Senza dar tempo di comprendere era nuovamente in piedi.
'Gli Hybrid Rabbit possiedono velocità...'
Nonostante le precedenti botte flettè con agilità le gambe,
'...Sono naturalmente eleganti e agili'
Shakai ebbe paura, il discorso di An-Ray nelle orecchie ad intermittenza.
'Può essere pericoloso, può fare razzie, avere cambiamenti d'umore...'
Solo in quel momento se ne rese conto veramente, quando con una sola mano lo impugnò dal collo sollevandolo da terra di qualche centimetro. Mano tanto grande da riuscire a ricoprire buona parte della pelle scura, le narici tese a creare forti sbuffi che si condensavano nell'aria fresca della notte.
'...Crescere tre volte tanto'
Le mani di Shakai afferrarono il polso del dominante, stringendo in cerca d'aria. Cercava di non annaspare ma il respiro già traballava, sentì il suo naso arricciarsi arrabbiato.
«Cosa stai facendo?» sussurrò.
Bonnie sembrava non essere in sé, gli occhi senz'anima mentre lo sbatteva forte contro un albero. Si sentirono ossa scricchiolare.
I denti crebbero come la sua stazza, presero forme appuntite, mai visto cose simili prima, così come le unghie che ora graffiavano, anche se non irreparabilmente, la pelle caramello.
Davanti ai suoi occhi c'era la cosa più spaventosa che avesse mai visto, era sicuro che avrebbe sognato quello sguardo per tanto tempo.
'È un coniglio regale.'
A quel punto il coraggio lo aveva completamente abbandonato, esattamente come il fiato, era stato ancora sottomesso e nel più brutale dei modi.
«Mi-Mi fai male...»
Sentiva le gambe tremare ancora sospese in aria, mentre cedeva a quelle parole, dispregiative per un alpha.
A quelle parole sembrò risvegliarsi qualcosa, Shakai sentì distintamente le unghie ritirarsi dal suo collo, vide le sopracciglia distendersi e la forza iniziare ad essere meno potete.
Cogliendo l'occasione stava per sferrare un calcio, quando una figura attirò la sua attenzione.
Un bambino correva a per di fiato verso loro due, notò i capelli rossi di quella figura ballare a destra e a manca... Connie.
E se prima ribolliva di rabbia e umiliazione, ora aveva una fottuta paura di perdere l'unica cosa rimastogli.
«Connie, non avvicinarti.»
L'esclamazione volò flebile, bloccata dalla mano che ancora lo stringeva, Bonnie sembrava non essersi accorto di nulla, ora i suoi occhi sembravano essersi persi in qualcosa a lui sconosciuto e sinceramente non gli importava, non ora che Connie non smetteva di avvicinarsi a quel... mostro.
Il bambino non diede corda al maggiore e con uno scatto prese tra le braccine una delle gambe della persona che faceva male a suo 'fratello', strattonando con vigore e ringhiando disperato, vedendo Shakai in quelle condizioni.
«Lascialo, lascialo subito, cattivo.»
Bonnie non si smosse, troppo perso nel suo oblio che da tempo non lo prendeva più. Diventare nuovamente umano era stata una cattiva idea, solo ora se ne ricordò.
Il bimbo calciò la caviglia e quello bastò per lasciare a Shakai il tempo di spingere il corpo in modo da farsi lasciare il collo, si accasciò al suolo in cerca d'aria.
La figura più alta si voltò, abbassando la testa verso alla cosa che lo aveva punto, un colpo basso... Una piccola creatura lo fissava dal basso con grandi occhi verdi e lacrimosi.
Bastò che una lacrima cadesse per fare cadere anche lui. Scontrò le gambe al suolo, gli occhi nuovamente tornati nocciola incatenati in quelli del bambino che gli era tanto familiare.
Completamente dimenticatosi di Shakai, venne riscosso dal suo torpore, allungando una mano su quella guancia paffuta, cercando di comprendere che non fosse un miraggio.
La mossa venne però bloccata dall'Alpha che ancora senza forze spinse via il corpo da quello di Connie, prendendoselo tra le braccia e controllando con attenzione il suo volto.
Gli occhi di Bonnie ora ammorbiditi si ingrandirono vedendo Shakai perdere sangue dal collo, le sue dita ben formate su quel collo.
'Che sto facendo?'
Un sordo dolore al petto mentre guardava il lupo alzarsi, tenendo stretto a sè il bimbo che ora riposava contro al suo collo, cercò di avvicinarsi.
'Non volevo ferirti, ci ho provato a controllarmi ma tu hai alzato la voce, mi hai colpito, non mi hai lasciato andare, non volevo ferirti ma non mi hai dato altra scelta..'
“Non ascoltarli Bonnie, va bene così. È così che sei, ricordi?" parlò una seconda voce nella sua testa. Quella voce che aveva nascosto da tempo era uscita ancora.
«Vai via..»
Quella parole seguirono il suo povero cuore che si spezzò.
«Vai via... Non permetterò che tu faccia del male al mio branco, non voglio più vederti.»
Un passo indietro, verso il confine del bosco mentre osservava l'espressione di Shakai rompersi. Faceva male anche a lui.
Distolse lo sguardo puntandolo ai suoi piedi prima di alzarlo ancora, il nocciola era stato inghiottito dal nero.
'perchè fa così male?'
'cos'è veramente per noi?'
Il suo animale interiore tacque a quelle domande, così semplicemente facendo attenzione a non guardarlo ancora se ne andò. Portandosi con lui le sue domande e la tensione tra loro.
Il filo che naturalmente li legava si strinse dolorosamente attorno ad entrambi, facendoli annaspare.
Sentivano che qualsiasi cosa facessero non poteva davvero spezzarsi, questo era probabilmente il lato negativo nell'avere qualcuno legato a te.
Shakai ci mise tutto se stesso per non permettere al suo cuore di cadere a terra o essere trascinato via da quella figura che lasciava nuovamente il suo branco.
In silenzio tirò un sospiro di sollievo baciando i capelli rossi che solleticavano il suo volto, ignorando il vuoto al suo stomaco.
«Andiamo a dormire Con.»
Quella sera si disse di non pensare ai Tenebris che davano la caccia alla sua Anima, era abbastanza forte da riuscire a difendersi e lui l'aveva già sperimentato due volte, nessuno dei suoi nemici era mai riuscito a prenderlo dal collo.
Non diede peso al fatto di non sapere se l'altro riuscisse a trasformarsi, semplicemente si sarebbe arrangiato, come aveva fatto negli anni precedenti.
Se avere un' Anima significava dolore e paura, allora lui non l'avrebbe voluto al suo fianco.
Per nessuna ragione al mondo, a costo di prendersi a botte con sé stesso, sarebbe stato bene solo con Connie, come sempre.
Bonnie dal canto suo era al corrente di ciò che le sue mani potevano fare, quello di pochi minuti prima era solo un assaggio, non si sarebbe perdonato di fare male ad un altro branco, specialmente se uno dei componenti era quel bambino che somigliava così tanto a Lenny...
Non si sarebbe perdonato di far irremediabilmente male a quel lupo che non odiava più.
Così, nonostante la strana sensazione di disagio nell'allontanarsi dal lupo ferito, incassò le spalle e se ne andò. Avrebbe dato pace a sé stesso guardandolo da lontano senza toccarlo. Lui era pericoloso, ecco perché in tutti quegli anni era rimasto solo.
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