Assopito
«Dove credi di andare?»
Bonnie alzò la testa quando un voce fece vibrare corde importanti nel suo cuore, si leccò le labbra secche.
Il lupo che aveva cercato di raggirare era ora davanti a lui a guardarlo con disapprovazione.
I loro occhi si scontrarono ancora ricreando quel filo invisibile che li legava. Le dita dei piedi del coniglio s'arriciarono sul terreno, arrabbiato di vederlo ancora.
«Pensavi che non ti avessi visto? E tra l'altro non puoi uscire così.»
Gli occhi ombrati dalla cuorisità da quelle parole, fecero capire a Shakai che molto probabilmente ancora molte cose gli erano ignote, avrebbe dovuto farlo crescere mentalmente, esattamente come i cuccioli del branco.
'Pensava davvero di non essere visto?'
Era da quando lo aveva messo a dormire che occhieggiava la casa di continuo, assistendo nel frattempo a tutte le domande dei più audaci del branco.
Si avvicinò al ragazzo abbastanza alto che, ancora instabile indietreggiò nuovamente verso la sua attuale prigione, Shakai lo bloccò contro la porta senza sfiorarlo con il proprio corpo, vedeva la poca confidenza che gli trasmetteva e non voleva farsi odiare per davvero, in qualunque caso voleva il suo cuore dentro al petto ancora per un po' di tempo e toccarlo lo avrebbe innescato.
Non resosi subito conto dello sbaglio che aveva fatto avvicinandosi così, si bloccò.
La mascella leggermente marcata conquistò il suo sguardo, il naso morbido e ben dimensionato accompagnavano due labbra in grado di sciogliere chiunque, il labbro inferiore era più carnoso di quello superiore ed erano rosa, di uno strano rosa, esattamente come quello delle rose che guardi affascinato, poco appassite sulla punta dei petali, deglutì, occhi appuntiti sugli angoli lo guardavano giudicandolo involontariamente.
«Si ragazzino, nudo.»
Fece scorrere gli occhi giù verso il suo amichetto sicuramente di buone dimensioni, ora inattivo. Shakai trattenne un sospiro frustrato, sentendo qualche componente del branco fissarli.
«Con questo.» Bonnie seguì lo sguardo aggrottando le sopracciglia quando due mani lo afferrarono facendolo girare di spalle.
«E con questo.» Un dito ruvido sfiorò a mala pena una natica deliziosamente tondeggiante, ambe due le parti ignorarono la carica di elettricità scaturita da quel semplice contatto «Di fuori, sono le parti che devi coprire, è una regola del mio villaggio, non puoi stare Nudo.»
Shakai allungò la mano verso di lui, sottraendo dalla ferrea presa del suo braccio che presentava tonicità, la pelliccia che aveva barattato poco tempo prima. La fece cadere sulle spalle del ragazzo ancora di schiena, lo girò nuovamente annodandola con un sapiente nodo al livello della pancia dagli addominali ben visibili. Al ché, fece mezzo passo indietro ammirandolo.
Come aveva previsto, la pelliccia era perfetta su di lui, la pelle pallida risaltava maggiormente ed arrivava giusto quasi alle caviglie grazie alla sua altezza.
«Intesi?»
Shakai vide gli occhi cioccolato vagare da un lato all'altro, il tempo di interpretare quello sguardo, ed un respiro spezzato abbandonò le sue labbra carnose quando senza preavviso le mani del ragazzo lo spinsero con abbastanza forza da riuscire a spostarlo di un altro mezzo passo, quel varco bastò al giovane uomo per prendere la rincorsa in un ridicolo tentativo di fuga, gli occhi rossi presero a seguirlo senza comprendere, illuminandosi stupefatti, si maledisse, doveva aspettarselo aggressivo, si era quasi dimenticato del morso, e si era dimenticato di alzare nuovamente l'attenzione.
Il ragazzino in maniera mal ferma e inciampando aveva aumentato il passo, diretto verso l'inizio del bosco.
«Dove credi di andare?»
Ripetè nuovamente quelle parole, sta volta in maniera dura, nascondendo un ringhio per il fastidio.
Non ci volle molto prima che venisse acciuffato. Si lasciò scappare anche Bonnie un ringhio quando si ritrovò a testa in giù sulla spalla di esso.
«Non dovresti farlo e non dovresti spingermi.
Rischi grosso batuffolo, portami rispetto.»
Bonnie si lasciò trasportare ancora una volta in quella strana tana, guardando come le persone di prima ricambiassero il suo sguardo in maniera confusa, un cucciolo dai capelli rossi lo guardava con una strana luce negli occhi.
Avrebbe pensato più tardi a come andarsene.
Ora aveva problemi leggermente più grandi, un lupo arrabbiato non era una buona cosa.
«Stai sul divano.»
Ecco come si chiamava quella superfice in cui aveva passato un po' di notti e in cui il nemico lo aveva appena lanciato, pensò Bonnie ritrovando il respiro perso per la botta.
Con esitazione si alzò bloccandosi, il lupo si era girato con gli occhi che ora erano tizzoni cattivi.
«Cosa c'è di difficile? Ti ho detto di stare là»
Un tono quasi capriccioso lasciò le labbra del lupo.
Due mani ruvide spinsero sulla pelliccia facendolo cadere ancora sul divano.
Pochi secondi e Bonnie con ostinazione si alzò nuovamente, mai avrebbe permesso a quel lupo di schiacciarlo, specialmente ora che erano si e no alla stessa altezza. Shakai tremava dalla rabbia a quel continuo comportamento menefreghista. Doveva capire dove fosse il suo posto, doveva stare giù e capire che era lui l'Alpha.
Non si accorse però di come il coniglio avesse iniziato a respirare sempre più forte ad ogni spinta data.
Continuarono così, cercando di vincere e troneggiare sull'altro, finché alla quinta spinta qualcosa accadde;
Bonnie, il più basso di giusto due centimetri, sentì una piccola fiammella divampare in lui, intercettò le mani che poggiarono nuovamente sullo stesso punto e prima che queste potessero spingerlo ancora, incatenò i polsi tra le sue mani notevolmente grandi e calde in confronto ad essi.
Il caramello si unì allo zucchero candido che era la sua pelle e parse molto bello ad occhi esterni.
Shakai perse un battito, mai nessuno aveva osato bloccare i suoi movimenti.
Da poco conosceva quella creatura e già due volte lo aveva placcato senza remore. In preda alla frustrazione cercò di ritirare i polsi invano, la presa si rafforzò ancora, rendendolo quasi doloroso nonostante la contrarietà di Shakai che era ben consapevole della sua forza.
'In che mondo un coniglio può fare male ad un lupo? Come riesce a farmi male con una semplice stretta?'
Shakai si sentì offeso nell'orgoglio e a sopracciglia pizzicate, alzò il volto da quel punto, incontrò lo sguardo che lo fece tremare da capo a piedi e nonostante fosse più alto, si sentì per la prima volta nudo e piccolo. Una sensazione umiliante.
I capelli grigi del ragazzo erano ricaduti -arruffati per le cadute sul divano- sulla fronte, coprendo la linea delle sopracciglia, essi gettavano ombre calde sugli occhi profondi che ora si erano trasformarti in una colata d'oro caldo. Erano socchiusi e minacciosi, solo in quel momento Shakai notò lenti e feroci respiri lasciare le labbra ora chiuse in una linea di disapprovazione. Le narici allargate per lasciare passare sbuffi continui contro la sua guancia ora accaldata.
Accortosi di essere arrossito per la pressione, si impuntò maggiormente e cercando di mantenere il controllo spinse più forte le braccia verso di sè.
«Lasciami.»
Il coniglio non smetteva di fissarlo in quella posa troppo vicina, la punta del naso a sfiorare la sua pelle piena di brividi, la voce di Shakai era uscita troppo sottile, si sentiva inequivocabilmente vulnerabile tra quelle mani grandi. Improvvisamente Bonnie, non era più la dolce creatura indifesa che si era prefissato in testa.
«Lasciami. »
«Lasciami! ti ho detto di lasciarmi! Sono io l'Alpha! Non tu... Non devi permetterti di toccarmi così»
La voce riacquistò nuovamente colore e tornò una nota più alta. Poteva notare l'inizio di lividi intorno a quelle dita.
Strinse i denti all'ennesimo strattone,
'Accidenti, dov'è finita la mia forza? Ti conviene lasciarmi.'
L'altro, dal canto suo, si leccò le labbra e senza grazia, stanco da quelle parole, con una semplice mossa spinse il corpo bloccato, girandosi per portarlo con sè, Shakai in un battito di ciglia si ritrovò balzato sul divano, gli occhi sorpresi si spalancarono, così come le labbra.
' Non... Cos... Come si permette?'
«Come ti permetti?»
L'apha si alzò nuovamente impettito, ma il coniglio lo spinse nuovamente giù, facendolo imbronciare involontariamente.
I capelli più lunghi di Shakai svolazzarono e i denti si scontrarono fra loro quando li strinse.
Nuovi ringhi minacciosi lasciarono le sue labbra piene, il naso appuntito presentò rughette sull'estremità per averlo arricciato, così da permettere ai canini l'uscita. Ciò non scalfì il coniglio che, con attenzione si calò su quello strano corpo che ad ogni suo tocco aveva notato rispondere insolitamente rabbrividendo. Allungò le braccia verso lo schienale, imprigionandolo tra lui e la superficie, la pelliccia scura accarezzò il collo teso di Shakai portandolo a deglutire per quella sensazione di disagio che intrappolava il suo stomaco a tenaglia.
Era la prima volta che sperimentava quella sottomissione e di sicuro la odiava con tutto sé stesso.
Gli occhi del coniglio, ora tornati nuovamente castani sembravano essersi calmati, cosa che fece tornare il battito a Shakai.
Ora Bonnie ,come accortosi di qualcosa piegava, leggermente la testa come un cucciolo curioso.
«Spostati coniglio o ti farò del male.» sputò con un nuovo astio nei suoi confronti... Non era più sicuro di volerlo al suo fianco, non ora che era consapevole di tutta quella potenza.
La prole sembrarono deboli ad entrambi, l'altro non sembrava volerlo ascoltare, ed ora il lupo era passato da rabbia a disagio in così poco tempo che si sentì parecchio scombussolato. Affilò lo sguardo, osservando quelli dell'altro esaminare scrupolosamente il suo volto.
Bonnie guardò gli occhi rossi ora tendenti all'arancio guardarlo aspro da sotto le ciglia lunghe, nonostante il suo abituale odore di caramello speziato, poteva percepire la disapprovazione. Sapeva di star esagerando ma non appena aveva visto il lupo iniziare a dominare, qualcosa si era acceso in lui, qualcosa di assopito da tempo immemore, ciò lo aveva fatto scattare fino a far uscire nuovamente quella forza che cercava di nascondere.
Con gli occhi vagò su qualcosa che per la prima volta lo abbagliò. Tracciò la mascella contratta, la pelle color caramello e dei leggeri puntini* a sporcare il naso appuntito e le guance magre. Si sentì attratto da qualcosa a lui inspiegabile, qualcosa che lo portò a scostare la mano dal suo posto.
L'istinto vinse.
Con un dito tracciò la pelle attraente e piacevolmente morbida, sospirando frustrato da qualcosa si avvicinò piano a quel volto magnete; Notando gli occhi rossi chiudersi, affondò il naso nella carne morbida della guancia e non pienamente consapevole aspirò forte.
Tutto girò, il caramello colpì le narici e scese giù per la gola, drogandolo completamente, ed esattamente come un drogato annusò ancora, la salivazione aumentò.
Shakai saltò sul posto a quel contatto così intimo e con una spinta se lo scostò lontano facendolo quasi cadere, come bruciato da qualcosa scattò come una molla, portandosi una mano sulla guancia toccata, poteva ancora sentire il tocco di quel dito lungo e tenace rilasciare una stiletta di calore sul punto tracciato ed il suo naso bere il suo odore.
Ringhiò ancora alzandosi dal posto.
Finalmente nessuno ad impedirlo, sentiva le gambe molli, dovette poggiarsi al bracciolo del divano cercando di mettere più distanza possibile da lui e quell'uomo che ora gli sembrava così grande. Quest'ultimo ancora non gli aveva staccato gli occhi di dosso. Stavolta essi erano però spiritati.
Scostò lo sguardo fissando un livido lungo il polso e poi si guardò le dita comprendendo che quella fosse la sua impronta. Bonnie non si era reso conto di essere stato così brusco.
La gola si chiuse in maniera spiacevole mentre a passo incerto si avvicinava al lupo che ora sembrava così piccolo e poco minaccioso. Egli però si allontanò velocemente, schiarendosi la gola arida. Doveva mettere distanza tra di loro ora che non riusciva ad avere il controllo.
An-Rey aveva ragione. Bonnie poteva essere pericoloso e se riusciva a sottomettere un alpha supremo, che altro avrebbe potuto fare?
«Potrai stare qua finché non imparerai a comportarti anche da umano e poi dovrai andartene.»
Il coniglio si ritrovò a boccheggiare a quelle parole che suonavano così male e tremanti, nonostante neanche un'ora prima l'intenzione fosse altra.
Era come se essere uscito per ciò che era davvero... Aver sentito il lupo così a contatto con lui gli avesse fatto cambiare idea.
Dentro di sé si disse che andava bene, era ciò che voleva, quindi con lo sguardo lo seguì andarsene velocemente sbattendo il muro che si apriva.
Il coniglio sentì l'adrenalina abbandonarlo e con un sospiro si lasciò ricadere al suolo, sentendo ancora l'odore di caramello selvatico rilasciato da quella pelle, stuzzicarli le narici come niente prima d'ora.
⊰᯽⊱┈──╌❊ - ❊╌──┈⊰᯽⊱
Shakai si guardò intorno impanicato da ciò che era successo, lui era un uomo forte, lui era un alpha, era il successore di suo padre, non poteva permettersi di arrossire come una ragazzina.
Guardò le gambe, contrariato dal loro tremore e cercò di sgridare il suo cuore per essersi spaventato dalla presa forte e dallo sguardo del ragazzo.
Quell'essere era tutto fuorché innocente come credeva. Non poteva tenerlo al suo fianco, non lo voleva, non quando avrebbe potuto prendere tale potere su di lui con un soffio di fiato.
Lui non voleva al suo fianco qualcuno in grado di imprigionarlo, era lui che imprigionava, era lui l'Alpha.
' Ma cos'è successo ai suoi occhi?'
Rabbrividì ancora al ricordo dell'oro caldo sporcargli la pelle. Improvvisamente la gioia di aver trovato la sua anima e di averla al suo fianco era scomparsa come se mai fosse esistita.
«Alpha Shakai, è tutto apposto?»
Shakai sussultò e guardò male Antiel che a sua volta lo guardava curioso da quel comportamento mai visto prima, una leggera pertuberanza batteva contro la pelliccia al livello del bacino.
Annuì seriamente, lasciandosi alle spalle quella casa e l'unica creatura in grado di spaventarlo.
Strinse i pugni, più si allontanava e più l'odore di mandorla intossicante lo abbandonava, e più l'odore lo abbandonava più tornava a respirare.
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