La Solitudine Chiusa In Una Stanza-Melany

... "Il principe uccise il drago malvagio con la sua potente spada magica imbevuta del più letale dei veleni. Scaló con passo celere e deciso la torre del castello ove era tenuta prigioniera la sua amata principessa e la raggiunse in un istante. Recise con un colpo netto e sicuro le catene che la tenevano in ostaggio. La liberò e prese con delicatezza le sue mani. S'inginocchiò al suo cospetto e le schioccò un bacio lieve e delicato sul dorso della mano. La principessa immediatamente arrossì e ricambiò il gesto del suo amato salvatore con un lungo abbraccio ed un tenero bacio sulle labbra.
Finalmente poterono coronare il loro sogno d'amore.
Organizzarono una ricca e sontuosa festa con amici e parenti e si prepararono a festeggiare il loro matrimonio. Il male era stato sconfitto una volta per tutte, e dopo mille avventure, insidie e peripezie, il principe riuscì finalmente a salvare la sua adorata principessa e l'intero Regno. Nulla più avrebbe potuto turbare le loro vite, ne erano certi.
E vissero per sempre, felici e contenti".
Fine.

Melany giaceva supina al centro del letto, gli occhi rivolti verso il soffitto.
Lo sguardo perso nel vuoto.
Aveva appena terminato di leggere la più ordinaria delle fiabe, in cui alla fine della storia il bene trionfa sul male e dove il protagonista, dopo aver superato innumerevoli ostacoli e intricate vicissitudini, riesce finalmente a raggiungere il tanto desiderato lieto fine. Già.

Un lieto fine.

Melany si chiedeva spesso se quel giorno tanto atteso sarebbe mai arrivato anche per lei. Si domandava di continuo se sarebbe mai arrivato il momento in cui qualcuno degli eroi descritti dai suoi adorati libri sarebbe finalmente giunto a salvarla. Fantasticava su qualche bel cavaliere, intrepido e coraggioso, al galoppo del suo bianco destriero. O di qualche giovane e astuto maghetto che con un lesto colpo di bacchetta avrebbe fatto sparire la sua infinita tristezza. O immaginava di qualche bambino, più o meno della sua età, con dei fantastici superpoteri in grado di spazzare via tutta la sua solitudine.

Melany aveva solo dieci anni, eppure non ricordava un solo istante felice trascorso in compagnia di mamma e papà. Non aveva memoria dell'ultima volta che i suoi genitori l'avessero accompagnata a scuola mano nella mano. Si sforzava tanto, ma nonostante tutto non riusciva a ricordare un gesto amorevole della sua mamma o una parola d'affetto del suo papà.
Si sentiva terribilmente sbagliata, piccola e insignificante come una gocciolina d'acqua in mezzo alla vastità di un oceano popolato da feroci squali pronti a sbranarla. Si vedeva diversa e lontana anni luce da tutti gli altri bambini della sua età.

Non speciale, bensì solo tanto sfortunata.

Eppure era stata testimone di innumerevoli esempi di genitori perfetti. Ricordava sorrisi felici e grida di gioia, buffetti sulle guance e abbracci mozzafiato. Ogni giorno, all'uscita da scuola, si rendeva conto di quanto il destino si fosse rivelato ostile nei suoi confronti.
E allora ecco che puntualmente si domandava: perché proprio io? Cosa ho fatto di male per meritare tutto questo?

Si sentiva in qualche misura colpevole, meritevole di trovarsi in quella situazione di estrema solitudine. O, per meglio dire, così l'avevano indotta a credere le persone che ruotavano intorno al suo quotidiano, attraverso le loro azioni spietate e deplorevoli.
Melany si percepiva totalmente priva di quella serenità che accompagnava gli altri bambini della sua età, ingiustamente spogliata di quella spensieratezza che avrebbe dovuto cullare la sua infanzia.
Non sapeva esattamente quale fosse il reale motivo di ciò che le stava accadendo. Non capiva quale fosse la terribile colpa di cui si era macchiata. Ed è per questa ragione che riusciva a trovare sollievo esclusivamente nella lettura di romanzi e racconti fantasy, i quali, con le loro storie meravigliose, la catapultavano in un mondo alternativo. Un universo magico e ospitale. Un mondo nel quale poteva ritrovare quei colori vivaci e sgargianti resi inevitabilmente sbiaditi dal grigiore che adornava la sua vita.

Mamma Lauren era un avvocato affermato di un noto studio legale di Whiterdore, sempre alle prese con un nuovo caso da risolvere. Papà Robert invece era il direttore di una importante azienda nel settore marketing, il quale si ritrovava spesso a trascorrere intere settimane fuori sede per intrattenere rapporti professionali con i clienti o con altre aziende, oltre che per affrontare nuovi corsi di aggiornamento.
Lauren era una donna estremamente affascinante, alta e longilinea, la quale si divideva fra la carriera e i duri allenamenti in palestra. Aveva una personalità decisamente rigida e puntigliosa, con una malsana ossessione nell'osservanza di precise regole alimentari.
Robert era un uomo elegante e dai gusti raffinati, il quale non disdegnava mai la compagnia di qualche bella donna che lo accompagnasse agli eventi fuori città. Era incline a discorrere amabilmente con le sedicenti stagiste che circolavano negli uffici della sua azienda, ma, al contrario, si mostrava eccessivamente burbero e scontroso con i suoi subalterni.

Melany era la sola e unica poco amata e molto trascurata figlia dei signori Smith.

Aveva imparato fin da piccolissima il significato delle parole autonomia e adattamento. Era in grado di andare e tornare da scuola da sola e di percorrere diversi tratti della città senza perdere l'orientamento. Sapeva abbinare i propri vestiti in maniera corretta senza sembrare uno spaventapasseri preso d'assalto da uno stormo di corvi affamati. Riusciva persino a cucinarsi qualcosa che assomigliava a del cibo preparato dalle mani di un adulto.
In parole povere aveva capito fin dalla più tenera età che la vita è dura e che l'arte dell'arrangiarsi è la più fedele compagna cui rivolgersi nella buona e nella cattiva sorte.
L'unica sua ancora di salvezza risiedeva in quella meravigliosa collezione di libri presi in prestito dalla biblioteca della città, i quali rappresentavano il rifugio sicuro, caldo e accogliente di cui aveva un disperato bisogno.
Ogni volta che si immergeva nelle sue travolgenti ed emozionanti letture la sua cameretta si trasformava nella sua fortezza inespugnabile, e i suoi libri nello scudo che la proteggeva dalle ferite del quotidiano. Trascorreva le sue giornate sempre allo stesso modo, all'insegna della monotonia.

Al mattino frequentava l'ultimo anno della scuola elementare del ricco quartiere in cui viveva, Apple Street, e nel pomeriggio si rifugiava in biblioteca o nella sua stanzetta pronta a divorare libri fantasy, fiabe e favole di ogni sorta.

Il mattino per lei rappresentava una delle più gravi, insopportabili e opprimenti torture della sua esistenza. Ogni giorno era vittima di qualche angheria o sopruso da parte dei suoi crudeli compagni di scuola. Ogni giorno era il bersaglio prestabilito di vessazioni e maltrattamenti operati dalla perfidia dei bambini ai suoi danni. Erano dei gran monelli, quei mascalzoni. Se la prendevano con la povera Melany per il semplice fatto che, così timida e minuta, risultava la più facile delle prede ai loro occhi. E allora accadde che una volta le fecero sparire tutti i quaderni, le biro e le matite colorate e le gettarono lo zainetto nell'immondizia. E avvenne quall'altra volta in cui le misero della colla fra i capelli. E ci fu ancora il giorno in cui le rubarono la merenda nell'intervallo e la sostituirono con frutta marcia ormai in stato avanzato di decomposizione. L'odore era terribile, e la vergogna di dover tornare a casa con lo zaino sporco e maleodorante era insopportabile.

"Ehi guardate c'è Melany la Mel-a marcia!"
"Hahaha che spasso che sei conciata così!"
"Anziché Smith di cognome ti saresti dovuta chiamare Smell!"
"Melany la puzzola hihihi...Puzzi quanto un facocero! Che schifo!"

E così iniziavano gli insulti, le derisioni, le mortificazioni.
Ogni giorno un nuovo crudele dispetto. Ogni giorno un nuovo nomignolo offensivo. E ogni giorno una nuova lacrima versata nella solitudine della sua cameretta.
"Melany accidenti, di nuovo! Ma è possibile che quei bambini ce l'abbiano tanto con te?! Dannazione, torni sempre a casa sporca e con qualche schifezza nello zaino, sono stufa di lavare questa roba in continuazione! Senti che odore infernale! Ci saranno i vermi, che schifo! Perché non ti comporti bene con i tuoi compagni di scuola invece di farli arrabbiare a tal punto da indurli a combinartene di ogni colore! Devi fare la brava bambina, capito? Smettila di darmi del lavoro extra, sono già abbastanza impegnata per conto mio senza che ti ci metti pure tu!" le ripeteva la mamma la sera tardi, quando rientrava stanca da lavoro.

"Sicuramente avrà preso il suo pessimo carattere da sua madre, non vedo altra spiegazione" aggiungeva pungente il signor Robert, in un impeto di disprezzo.

"SI DA' IL CASO CHE NESSUNO ABBIA CHIESTO IL TUO PARERE, QUINDI SEI PREGATO DI CONTINUARE A FARTI GLI AFFARI TUOI!" sbraitava in tutta risposta Lauren.
"ABBASSA I TONI MISS PERFETTINA DEI MIEI STIVALI, NON TI PERMETTO DI RIVOLGERTI A ME IN QUESTO MODO!"
"TACI DECEREBRATO, VAI AD INCANTARE QUALCHE SCIACQUETTA CON I TUOI MODI DA CASANOVA FALLITO! "
"ARRIVISTA INSOLENTE!
"TI ODIO, MALEDETTO BASTARDO!"
Erano le tristi scene di vita quotidiana a cui Melany era costretta ad assistere giorno dopo giorno, intrappolata in un turbinio di odio e violenza.

"Mamma...Papà...Vi prego smettetela! Vi chiedo scusa, è colpa mia, prometto che farò la brava a scuola! Non litigate più per favore" li supplicava Melany distrutta dal dolore, gli occhi arrossati dalle lacrime. Ma purtroppo non vi era nulla che potesse fare per fermare i loro interminabili litigi, per quanto fortemente lo desiderasse.
E allora si ritirava a testa bassa nella sua cameretta, sola, delusa e sconsolata, chiudendosi la porta alle spalle e tappandosi forte le orecchie con entrambe le mani. Non sopportava più di sentirli urlare, insultarsi, lanciare piatti e bicchieri in ogni direzione. Si rannicchiava afflitta sotto le coperte, le lacrime che scendevano copiose sul viso, rigando le sue tenere guance. Si faceva piccola piccola, desiderosa di essere altrove, lontana.

Voleva solo sparire.

Disegnava nella sua mente luoghi accoglienti, genitori cordiali, bambini amichevoli. E allora afferrava il libro che teneva accanto al letto e lo stringeva forte a sé, come fosse un tenero peluche.
Volava lontano con la fantasia, e per qualche istante percepiva una sorta di sollievo accarezzarle l'animo ferito.
E nell'immaginare una vita perfetta, una vita che non conosceva e che non era la sua, il sonno iniziava a prendere il sopravvento, conducendola nel suo mondo ideale.
Un mondo segreto dove nessuno avrebbe più potuto ferirla, umiliarla o farle del male.

Il mondo dei sogni.

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Ehiiii... Ciao a tutti e grazie per apprezzare questa storia! Man mano che la narrazione procede troverete un sacco di colpi di scena... Fatemi sapere cosa ne pensate!
Il mio obiettivo è scrivere qualcosa di originale e innovativo... Spero di riuscirci passo dopo passo!
Concludo sempre con una certa suspance... In maniera tale da cercare di tenervi incollati!
Besitos❤️❤️❤️

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