L'Avviso Di Mezzanotte

La lezione di Miss Directway proseguì in maniera piuttosto tranquilla, siccome il contenuto della lezione verteva principalmente su un ripasso generale degli incantesimi di Apertura e di Chiusura, oltre che su quelli di Levitazione e Spostamento, i quali non destarono particolari difficoltà. Ci furono maggiori impicci durante l'apprendimento del sortilegio Taglia e Cuci, che causò non pochi problemi: appena Trevor gridò la formula magica: "Laceratis!" il suo incantesimo mancò di rivolgersi al pezzo di stoffa su cui stava facendo pratica, ma rimbalzò sulla lavagna e gli si ritorse contro, colpendolo a un braccio. Miss Directway provvide immediatamente ad applicargli una fattura di Primo Soccorso che servì come provvisorio tamponamento della ferita, ma di certo quell'intervento approssimativo non poteva bastare a risanargli completamente la lacerazione, dunque lo spedì alla svelta in infermeria da Madame Nursehen, la quale avrebbe saputo sistemargli lo squarcio sul braccio. Adamantia ci mise tutta la sua pazienza per tranquillizzare i suoi allievi, terrorizzati dalla vista di tutto quel sangue; specialmente un paio di studentesse di Acquarombante, che rimasero scioccate da quel taglio piuttosto profondo. Miss Directway consigliò loro di raggiungere l'Infermeria per riprendersi psicologicamente dopo l'accaduto, siccome non la smettevano più di piangere; quindi fu costretta ad allontanarle dall'aula perchè impossibilitate a seguire la lezione. Dopo quell'incidente la lezione continuò normalmente, e tutta l'aula fu invasa da grida allegre di ragazzini che recitavano "Asyhilium" e il lucchetto che serrava il baule scattava immediatamente, aprendosi al comando; se invece si recitava la formula inversa dicendo "Notrabìtur" il lucchetto si richiudeva all'istante, facendo comparire una chiave evanescente che ruotava all'interno della serratura. Chi voleva far librare in aria un oggetto pronunciava "Libratum Inàere" e un paio di fragili ali trasparenti spuntavano su di esso spingendolo verso l'alto, mentre se si voleva spostarlo da una parte all'altra bisognava dire "Movère Ubicergo" e l'oggetto in questione (una pergamena, in questo caso) si muoveva seguendo le direttive di chi scagliava l'incantesimo.
"Acusem!" recitó Melany mirando il tessuto strappato sul suo banco, e  magicamente comparve una sfilza di aghi cinguettanti che si diedero un gran daffare per ricucire in pochi istanti la stoffa sbrindellata.
"Bene signorina Smith. Ben fatto" disse Miss Directway scivolando elegantemente fra i banchi, ed osservando attentamente le esercitazioni dei suoi allievi.
Dopo la lezione, tutti gli studenti di Grittmount raggiunsero il Salone Cerimoniale e attesero che venisse loro servita la cena.
Il Salone era gremito come al solito, e gli allievi non facevano altro che fare un gran chiasso mentre si riempivano il piatto di cotolette di maiale in salsa agrodolce e patate al curry.
Una volta che ebbero finito di mangiare, Melany, Caitlyn e Nathan aspettarono il momento giusto e raggiunsero i bagni del secondo piano, chiudendosi la porta alle spalle senza farsi vedere da nessuno.
"E' ora" disse Caitlyn iniziando a mischiare e a pestare accuratamente gli ingredienti sgraffignati al Laboratorio del professor Toultis all'interno del calderone che estrasse dalla tracolla. L'aveva fatto rimpicciolire con l'incantesimo Rimpicciolente, recitando la formula magica "Restringo", in modo tale da riuscire a farlo entrare nella sua borsa. Poi l'aveva fatto diventare più grande, agitando il suo scettro e pronunciando "Enlargo", il sortilegio di Ampliamento. Infine dopo vari mescolamenti attesero circa trenta minuti, il tempo necessario affinché la pozione assumesse la giusta tonalità di colore e il Filtro Ombralunga potè dirsi completato.
"Bevi" ordinò a Nathan, porgendogli un po' di quel liquido bollente versato in una fiala.
"Perché prima io? Fallo tu" ribattè, osservando quell'intruglio maleodorante color prugna, che di certo non gli faceva venire voglia di assaggiarlo.
Caitlyn alzò gli occhi al cielo, borbottando qualcosa di poco simpatico nei confronti di Nathan, e buttò giù la pozione tutto d'un fiato. Sapeva di vomito acido, ma si guardò bene dal farlo notare a Nathan, perciò trattenne un'espressione disgustata per invogliarlo a bere.
Nathan si scoló la sua parte di pozione, e iniziò a tossire forte a causa del retrogusto di radice di genziana piccante, ma cercó di non rigettarla. Dopo una manciata di minuti il Filtro Ombralunga cominciò a fare effetto, e sia lui che Caitlyn iniziarono a cambiare colore. Stavano diventando neri come la notte più buia, e i loro corpi si allungarono e si restrinsero agganciandosi ai piedi di Melany, fino a diventare la sua ombra.
"Ragazzi...Tutto bene?" domandò Melany preoccupata. 
"Sì...Credo di sì" disse Caitlyn con un filo di voce. Quella trasformazione non doveva essere stata facile da sopportare fisicamente. "Non riesco a vedere niente"
"Nemmeno io" aggiunse Nathan "Penso sia l'effetto della pozione" 
"Manca poco alla mezzanotte. Andiamo" e così dicendo, Melany uscì dalla porta del bagno assieme a Caitlyn e Nathan, i quali ormai erano diventati parte integrante della sua ombra, pronta a raggiungere il settimo piano.

La Torre del Silenzio si trovava a nord del castello, e per arrivarci bisognava risalire una lunga scalinata a chiocciola, completamente priva di luci. Melany pronunció a bassa voce l'incantesimo di Illuminazione, e dopo aver mormorato "Luxor" la punta del suo scettro s'illuminó, trasformandosi in una piccola torcia. A differenza dei gradini del castello che a volte emettevano alcuni suoni o scricchiolavano se calpestati, gli scalini che conducevano alla Torre del Silenzio non facevano alcun tipo di rumore. Giungendo in cima, Melany provó a girare la maniglia della porta, ma questa rimase sigillata. Afferrò il suo scettro e sussurrò "Asyhilium" e una chiave trasparente comparve nella serratura consentendole l'accesso, per poi dissolversi nell'aria. 

Melany mosse un passo dietro l'altro con cautela, lentamente. Alzò in alto la mano con cui teneva lo scettro, e illuminò il soffitto in pietra della Torre, ma non vide null'altro che travi e ragnatele. Lo indirizzò verso il basso, e vide il pavimento ricoperto da un enorme tappeto impolverato e sgualcito, ma niente che assomigliasse a una trappola o roba del genere. La stanza era buia, fredda e piuttosto spoglia: c'erano un paio di mensole riempite malamente con qualche soprammobile, un'alto specchio d'argento, quattro barili in ferro, due bauli serrati e un grosso armadio al quale era stata applicata un'orribile carta da parati. 

"C'è nessuno?" disse Melany facendosi coraggio. Le sue gambe tremavano, le sue braccia tremavano, la sua voce tremava. Niente di lei era stabile, e anche se Caitlyn e Nathan si erano trasformati nella sua ombra e non poteva vedere le loro facce, ci avrebbe scommesso un pacco intero di caramelle Gommalatte che se la stavano facendo sotto dalla paura. 

"Va avanti" sibilò Nathan, tentando di incoraggiarla.

Melany avanzò in quel silenzio spaventoso, facendosi luce con lo scettro. Al fondo della parete vide un oggetto alto e scuro, che riconobbe dopo qualche istante. Era un orologio a pendolo molto antico, con incisi i numeri romani. Stava quasi per segnare la mezzanotte.

"Melany riesci a vedere se da qualche parte c'è il mazzo di Magicarte di Gregory?" mormorò Caitlyn, sperando che la sua amica si sbrigasse a trovarlo.
Melany illuminò il pavimento, e percorse attentamente tutta la stanza. Ad un certo punto qualcosa di poco vistoso le balzó all'occhio, e avvicinandosi a quel fagotto che aveva catturato la sua attenzione, si chinò e raccolse quello che si rivelò essere un pacchetto colorato: finalmente aveva ritrovato il mazzo di carte di Firewall.

"Andiamocene via. Non voglio stare qui un secondo di più" sussurrò Nathan, e Melany fu d'accordo con lui.
Melany attraversó la stanza a passo svelto, e stava quasi per aprire la porta che l'avrebbe condotta lontano da quel luogo lugubre, quando all'improvviso udì delle voci: qualcuno stava risalendo la rampa di scale.

"Accidenti" imprecó "Chi diavolo sarà adesso?"
"Non lo so, trova un posto per nasconderti!" si affrettò a dire Caitlyn.
Melany corse in direzione dell'armadio, lo aprì e tirò entrambi gli sportelli verso di sé, chiudendosi dentro, lasciando però un piccolissimo spazio aperto dal quale poteva scorgere i tizi che si stavano avvicinando.
Dopo qualche istante la porta della Torre del Silenzio si aprì, ed entrarono quattro ragazzi.
"Chi c'è qui dentro?" gridó uno di loro "Lo sappiamo che c'è qualcuno, coraggio fatti vedere!"
Melany inghiottì un fiotto di saliva. Stava sudando, il suo respiro era affannato e pesante, ma cercò di rimanere immobile e di non fare il minimo rumore. Era parecchio nervosa, e sentì le mani farsi umide mentre il cuore battere all'impazzata.
Ma non doveva urlare o fare un passo falso, altrimenti l'avrebbero scoperta e chissà in quali guai si sarebbe cacciata.
"Qui non c'è nessuno" disse uno di loro "Torniamo a dormire"
"No" ordinò un altro con la voce grossa "Se Frommler dice di aver visto qualcuno dirigersi alla Torre del Silenzio, io gli credo"
"Si sarà sbagliato" affermò un'altro ancora in tono più pacato "Non ho voglia di perdere tempo, io qui non vedo nessuno"
"Se ci ha fatto uno scherzo non la passerà liscia" commentó l'ultimo di quei ragazzi "Ispezioniamo questo posto e poi andiamocene"

I quattro ragazzi illuminarono con i loro scettri tutta la stanza, e si misero a cercare ovunque, anche se c'erano ben pochi posti in cui qualcuno avrebbe potuto nascondersi.
"Saurus" ringhió Nathan a denti stretti "Sempre lui. Me la pagherà cara questa volta!"
"Fà silenzio" lo rimproverò Caitlyn "Se ci scoprono sono guai. Melany riesci a capire chi sono?"
Melany aguzzò la vista, ma proprio non aveva idea di chi fossero. Non riusciva a vederli in faccia in mezzo a tutta quell'oscurità, e le luci dei loro scettri le infastidivano la vista.
"Non ne ho la minima idea. Vedo tanto quanto voi" sussurrò a malapena, la bocca impastata. Era così tesa che non riusciva nemmeno a parlare. 

"Ma noi non vediamo" le sussurró Nathan, ricordandole che dopo la trasformazione nella sua ombra non poteva vedere null'altro se non il colore nero.

"Appunto" sentenziò Melany, pensando che sebbene molto sveglio, a volte Nathan non riusciva proprio a cogliere le cose più ovvie.

Uno di quei quattro ragazzi si avvicinò pericolosamente all'armadio entro cui era nascosta, e puntò la luce verso Melany, che si ritrasse immediatamente. Sentiva il legno ruvido della parete scheggiarle i palmi delle mani, e un frammento legnoso doveva essersi conficcato nel suo indice perché avvertì una leggera scossa attraversarle il polpastrello. Trattenne per un soffio un gemito di dolore, mordendosi le labbra.
Il ragazzo si fermò una manciata di secondi davanti all'armadio semi aperto, e Melany senti chiaramente il suo sguardo indagatore posarsi su di lei.
"Trovato qualcosa?" disse uno di loro, notando che il suo compagno aveva smesso di cercare.
Il ragazzo davanti all'armadio esitò. Rimase a fissare con sguardo penetrante e inquisitore quella fessura larga appena un centimetro, ma non parlò e non fece nulla. Melany strizzò forte gli occhi, per non farsi accecare da quella luce abbagliante: l'incantesimo di Illuminazione prodotto da quello scettro emanava un chiarore molto più intenso, di gran lunga superiore rispetto a quello che riusciva a produrre lei con la sua magia. Aprì per metà un occhio, lentamente, cercando di resistere a quella luce così potente. Gli occhi le bruciavano da impazzire e sentiva il naso gocciolare, ma nonostante tutto non si fece soggiogare e dischiuse anche l'altro, fintanto che riuscì a focalizzare almeno in parte la sagoma di quel ragazzo. L'unica cosa che vide, più o meno chiaramente, furono i suoi occhi scuri e severi, che parevano trafiggere anche il muro più invalicabile.
"Allora" sbuffó l'altro "Ehi mi hai sentito?"
"No" rispose il ragazzo seccamente, mettendo via lo scettro "Qui non c'è niente"
Melany tiró un sospiro di sollievo, ma lo fece solo nella sua mente. Era sicura che se anche avesse solo osato emettere un soffio di respiro, il ragazzo davanti a lei se ne sarebbe accorto.
"Forza, andiamo via da qui. Questo posto mi mette i brividi"

I quattro ragazzi si mossero uno dopo l'altro verso la porta d'ingresso, segregandola con l'incantesimo di Chiusura. Quando Melany udì la serratura scattare, finalmente fu certa di essere salva, e potè tirare quel sospiro di liberazione tanto agoniato. Lentamente aprì lo sportello dell'armadio e uscì fuori senza abbassare la guardia.

"Luxor" disse piano, e il suo scettro tornò a illuminarsi di una luce azzurrina. 

"L'abbiamo scampata per un pelo" mormorò Nathan, e Melany immaginò la sua espressione da mascalzone mentre lo diceva.

"Aspetta a cantar vittoria" commentò Caitlyn, premurandosi che non ci fossero altri pericoli ad attenderli "Aspettiamo qualche minuto, il tempo che quelli scendano le scale e poi..."

"Shhh" la zittì Melany "Sento qualcuno che sta parlando"

Nathan e Caitlyn sobbalzarono. Melany si mosse rapidamente verso la porta d'ingresso e per poco non inciampò in quel tappeto logoro. Appiccicò l'orecchio alla porta e udì le stesse voci di prima che discutevano di qualcosa...

"Drake, Marcus, Lewis, andate pure avanti. Io vi raggiungo fra un pò" disse improvvisamente la voce che Melany riconobbe appartenere a quel ragazzo che la stava fissando poco prima.

"Ma che stai dicendo?" domandò Marcus Braingood, sorpreso per quello strano comportamento "Abbiamo già cercato ovunque e non c'è traccia di quel gruppetto di studenti"

"Già" ammise Lewis Jokerman "Saurus e i suoi ci avranno sicuramente voluto giocare un brutto tiro. Domattina faremo i conti con loro" 

"Ho dimenticato...una cosa. Mi dev'essere caduta prima, mentre mi sono chinato a guardare gli angoli della stanza" affermò il ragazzo "Faccio presto. Voi andate pure nelle vostre camere, non c'è niente di insolito qui, non preoccupatevi"

"Sei sicuro? Non vuoi che ti accompagni?" domandò sospettoso Drake Perseverant, guardandolo di traverso "Questa tua richiesta mi pare strana. Che cosa hai perso, se posso chiedere?"

"Niente che ti riguardi Drake. E' un oggetto...molto personale" tagliò corto.

"UUUUhhhh si tratta forse di una lettera d'amore?" lo canzonò Lewis, mimando una vocina stridula e fastidiosa "E dimmi un pò, non si tratterà mica di Melissa Shane?"

"Piantala Lewis, non sei divertente" disse il ragazzo dagli occhi neri, perdendo la pazienza "Non è affatto come pensi"

"Ah no?" domandò Lewis, prendendolo sotto braccio "Quella ragazza ti muore dietro dall'anno scorso. Non fa altro che seguirti e farsi trovare dove sei tu, e diventa rossa come un peperone non appena ti vede" sghignazzó divertito.
"Posso leggere i vostri scambi affettuosi, come se li avessi qui davanti in questo momento" continuò, fendendo l'aria con il braccio e puntando gli occhi verso l'alto, come se sul soffitto ci fosse qualcosa di estremamente curioso che avesse attirato la sua attenzione. Dopodichè intonò con voce smielata: "Mia cara Melissa, anzi no, mia piccola, dolce, tenera Missy, sei tutto ciò che ho sempre desiderato. Ti amo con tutto il mio cuore e anche di più. Firmato: il tuo rude cavaliere ombroso" terminò, stavolta in tono greve.

"Ti ho detto di piantarla, io e Melissa non stiamo insieme quante volte te lo devo ripetere!" abbaiò il ragazzo dagli occhi più scuri della notte, scrollandoselo di dosso "Vedi di finirla o ti trasformo in un rospo" 

"Calmati amico, stavo solo scherzando. Rilassati!" disse Lewis scoppiando a ridere a crepapelle, vedendo l'espressione corrucciata del suo oggetto di scherni.

"Smettila di fare il buffone come al solito, Lewis!" tuonò Drake puntandogli contro il suo scettro e subito Lewis si ammutolì, continuando a ridersela sotto i baffi. "E va bene" sentenzió Perseverant in tono accigliato, rivolgendosi questa volta al ragazzo misterioso "Ma se cerchi di nascondermi qualcosa, te la vedrai con me. Ricordati che sono un tuo pari" terminò, con somma arroganza. 

"Non lo dimentico, tranquillo" gli rispose, alzando gli occhi al cielo "Ci pensi già tu a ricordarmelo ogni volta. Ora andate, è tutto sotto controllo" disse ancora una volta in tono scocciato, fulminando Drake con lo sguardo.

Era evidente che fra quei due non corresse buon sangue.

"Se hai bisogno di noi per qualsiasi cosa, ti prego di non esitare. Basterà un fischio e saremo subito da te" disse Marcus, poggiandogli una mano sulla spalla "Sai come fare"

"So come fare" ripetè il ragazzo del mistero alludendo all'oggetto che teneva all'interno della sua borsa, e che successivamente condusse all'altezza della testa per mostrarglielo.

"Perfetto" disse Marcus facendogli l'occhiolino. "Allora noi andiamo. A dopo"

"A dopo" gli rispose il ragazzo annuendo con un gesto del capo. Marcus gli rivolse un sorriso, e ricambiò uno sguardo d'intesa. Dopodichè scese gli scalini che lo avrebbero condotto al corridoio del settimo piano accompagnato da Drake e Lewis, che non la smisero di discutere per tutto il tragitto. 

"Melany senti qualcosa?" domandò Caitlyn a bassa voce.

"No, non riesco più a sentire le loro voci" le rispose con ancora l'orecchio saldamente appiccicato alla porta. Se avesse continuato a starle addosso in quel modo, avrebbe scommesso che prima o poi sarebbe diventata un tutt'uno con essa.

"Bè, non è una buona notizia? Se ne saranno tornati a dormire, finalmente!" esultó Nathan fiducioso.

"Non ci giurerei" disse Melany staccandosi di botto dalla porta "Sento dei passi!"

"Presto, torna nell'armadio!" esclamò Caitlyn, e Melany non se lo fece ripetere due volte e sgattaiolò lesta dentro l'armadio, chiudendo gli sportelli e facendo attenzione a non farli sbattere.

"La porta!" sussurrò Caitlyn ansiosa.

"Come?" Melany si guardò intorno con espressione interrogativa. 

"La porta dell'armadio! L'avevi lasciata un po' aperta prima, ricordati di metterla a posto!"

"Ah sì...giusto"  disse Melany tutta agitata, aprendo di circa un centimetro un'anta dell'armadio.

Ebbe a malapena il tempo di socchiudere leggermente lo sportello, quando d'improvviso la serratura della porta d'ingresso della Torre del Silenzio scattò per l'ennesima volta e il ragazzo di prima ricomparve in quella stanza buia e spaventosa.

"Luxor Maior" pronunciò, e di nuovo quella luce potente rischiarò quasi tutta la stanza. 

Il ragazzo rimase immobile, fermo sul ciglio della porta, e Melany proprio  non riusciva a capire le sue intenzioni.

"Bè, che sta succedendo?" sussurrò Caitlyn in preda all'ansia "Dì qualcosa"

"Non lo so..non capisco. Non sta facendo nulla credo, lo sai che da qui non vedo quasi niente" disse Melany tentando di acuire meglio la vista. "Sembra quasi che...ci stia osservando"

"Ma figurati se ci vede" mormorò Nathan "Non ha detto che si è dimenticato qualcosa? Di sicuro adesso se lo viene  a riprendere e poi se ne vAAAAAAAARGHHH!"

Melany, Caitlyn e Nathan emisero un grido di terrore. Il ragazzo con gli occhi scuri aveva appena pronunciato un potente incantesimo nella loro direzione, e gli sportelli dell'armadio non solo si spalancarono, ma si staccarono completamente dai cardini, frantumandosi in mille pezzi.

"Co- Cos'era quello?" domandò Nathan con voce debole e spaventata. 

"E io che cavolo ne so!" squittì Caitlyn, rabbrividendo "Melany tutto ok?"

Melany non rispose. La lingua gli si era completamente paralizzata, insieme a tutto il resto del corpo. Quando vide quel bagliore di luce avvicinarsi, capì che il ragazzo si stava muovendo verso di lei, e solo allora emise un urlo di terrore.

"E TU CHE CI FAI QUI?" abbaiò il ragazzo nell'ombra, fissando Melany in un modo che la fece pentire amaramente di trovarsi lì in quel momento.

"M-ma io non ti conosco...non ti ho mai vist..." balbettó, chiedendosi come mai quel ragazzo si rivolgesse a lei come se la conoscesse.

"REVERSO MALEFICIUM!" gridò all'improvviso, e Melany tacque all'istante, serrando gli occhi più forte che potè.

"AAAARGH!" Caitlyn e Nathan gridarono forte, contemporaneamente. Entrambi si strapparono letteralmente da Melany, mentre i loro corpi riacquistavano rapidamente colore, riprendendo le rispettive sembianze. 

"Ahia che male" bofonchiò Nathan massaggiandosi la testa. Dopo che l'effetto del Filtro Ombralunga era svanito per mezzo del sortilegio scagliato dal ragazzo, Caitlyn e Nathan erano capitolati ai suoi piedi, rotolando quattro o cinque volte sul pavimento.

"RAZZA DI IDIOTA!" tuonò il ragazzo dallo sguardo agghiacciante, afferrando Nathan per il bavero della divisa "Si può sapere perchè sei venuto fin quassù nel cuore della notte? Lo sai che è vietato aggirarsi nel castello dopo una certa ora, quante volte devo ripetertelo?!" 

Nathan impallidì. Stette in silenzio ad ascoltare quella ramanzina furibonda, gli occhi sbarrati e le dita tremanti. Aprì bocca e la richiuse almeno un paio di volte, dopodichè disse semplicemente: "C-Ciao Duncan"

Melany e Caitlyn si scambiarono uno sguardo spaventato, ma non emisero un fiato: il fratello di Nathan si ergeva prepotentemente davanti a loro, e non poteva essere più infuriato di così.

"Hai idea di cosa sarebbe successo se non mi fossi reso conto che c'eri anche tu dentro quell'armadio? Ti avrei consegnato ai Vigilanti delle altre Sezioni, come sarebbe stato giusto fare, e tutti e tre sareste finiti dritti nelle celle di isolamento per punizione, e chissà cos'altro! La Torre del Silenzio poi...di tutti i posti in cui potevi nasconderti, proprio questo dovevi scegliere! E' vietato! VIE-TA -TO! Ficcatelo in testa, una volta per tutte" urlò infilzando le dita fra i capelli, mentre camminava avanti e indietro a passo svelto, gesticolando freneticamente "Meno male che mi sono accorto che avete usato il Filtro Ombralunga, e ho capito che c'eri tu dietro a tutto questo" gridò, puntando l'indice contro Nathan, che si fece piccolo piccolo e se ne guardò bene dal pronunciare una delle sue solite espressioni spavalde.

"In ogni caso usciamo di qui, è ora che ve ne torniate a letto. Tutti e tre" ringhiò, e Melany e Caitlyn trasalirono nel medesimo istante, obbedendo a quell'ordine senza fare storie.

Tutti e quattro uscirono dalla Torre del Silenzio capitanati da Duncan, che guidava il gruppetto oltre il corridoio del settimo piano verso la Torre Anticaluce, dove si trovavano i loro dormitori. Durante il tragitto Melany, Caitlyn e Nathan lo seguirono in silenzio, senza fiatare. Ogni tanto provavano a sussurrarsi qualcosa fra di loro, ma prontamente Duncan si voltava di scatto fulminandoli con lo sguardo, e subito si azzittivano. Melany capì perchè lo sguardo di Duncan le era tanto famigliare: anche la prima volta che aveva incontrato Nathan alla biblioteca di Whiterdore lui non faceva altro che fissarla in quel modo inquietante. Duncan era piuttosto alto e magro, con un fisico forte e una postura fiera: aveva un sacco di capelli neri proprio come Nathan, solo che i suoi erano più ordinati e meno ribelli. Indossava un pendente al lobo sinistro, raffigurante lo stesso simbolo che Melany ricordava di aver visto cucito sulla felpa di Nathan, quel giorno al Bustrix Cafè, e che sapeva essere l'emblema della sua famiglia. Notò anche un paio di anelli attorno al suo dito medio e all'anulare, con due grossi rubini che scintillavano tantissimo.
Sembravano due fedi nuziali.

"Bene" disse Duncan, allargando un braccio verso il ritratto di Madama Riccadote "Siete arrivati. Ora filate nelle vostre stanze prima che cambi idea e vi spedisca nell'Ufficio di Miss Directway"

"Ma Duncan, non è come credi, noi stavamo solo cercando il mazzo di Magicarte di Gregory, e poi quel viscido di Frommler ci ha teso una trappola, ha chiamato te e gli altri Vigilanti e poi... "

"Basta così Nate. Non mi interessa sapere perchè eravate lì. Sai benissimo che ho il compito di sorvegliare l'Accademia durante le ore notturne, e controllare insieme agli altri che sia tutto in ordine. Non posso nascondere in eterno le tue bravate solo perchè sei mio fratello"

"Ma io..." sibilò Nathan dispiaciuto, corrucciando la fronte. 

Duncan lo squadró dalla testa ai piedi. Osservò quell'espressione indispettita e allo stesso tanto buffa, e s'intenerì, anche se non lo volle ammettere. Si limitò a sorridergli dolcemente, e a dargli una pacca affettuosa sulla testa.

"Buonanotte" gli disse semplicemente, ma il suo tono di voce era cambiato: la rabbia aveva lasciato il posto alla tranquillità di sapere il suo pestifero fratellino al sicuro nel suo letto.

"Bè, e anche questa è andata" bofonchió Nathan sconsolato, poggiando il palmo della mano sul dipinto di Madama Riccadote, la quale scosse la sua pomposa veste impreziosita da gemme e pietre pregiate e li fece entrare, illuminandosi di rosso e riconoscendo in lui un vero membro di Fuocoindomito.

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