Congregazione Ufficiale Delle Civiltà Magiche

Il Praetorium Maximus era gremito delle più esimie personalità facenti parte della Congregazione Ufficiale delle Civiltà Magiche. L'imponente struttura dalla forma piramidale contava sette piani, ognuno dei quali amministrava una particolare funzione all'interno dell'apparato governativo di Magical City, la capitale di tutta la dimensione magica.
Alla cima di questo alto edificio in pietra e metallo si trovava una cupola rivestita in mattoni d'argento, la quale ospitava l'Ufficio del Sommo Maestro. Egli rappresentava la massima autorità all'interno del sistema ministeriale che imponeva precise regole di condotta, alle quali tutte le Civiltà Magiche dovevano prestare assoluta attenzione.

Il titolo di Maestro venne conferito ad Alberic Bemount Stolen, eletto con la maggioranza dei voti dalla Commissione Generale delle Civiltà Magiche, scelto fra i maghi più influenti che concorrevano per quella posizione.

Quella mattina di fine Aprile la Sala Riunioni era brulicante più del solito, in attesa del verdetto finale che di lì a poco sarebbe stato emanato. Un borbottio indistinto fremeva indomabile tra la folla, agitando gli animi dei presenti. La situazione si presentava alquanto instabile e caotica, paragonabile al borbottante brontolio di un pentolone prossimo all'ebollizione.
Ovunque nella stanza si respirava un'aria febbricitante, carica di tensione.

"Maestro" esordì una voce cavernosa proveniente da un lato del grande tavolo ovale "Le porgo le mie più sentite scuse per le azioni deplorevoli compiute da mia figlia. Non esistono parole per descrivere il profondo rammarico che mi affligge, né tantomeno sussistono giustificazioni alla sua condotta disdicevole. Tuttavia ci tengo a sottolineare che la mia Caitlyn è solo una bambina, e non posso non prenderne atto. Trovo impossibile dimenticare che l'età puerile sovente si macchia di iniziative tanto irragionevoli quanto avventate. In qualità di uomo, ma soprattutto in virtù di padre, mi trovo nella condizione di domandare clemenza, affinché mia figlia non subisca ritorsione alcuna. Oggi sono qui davanti a voi tutti, gentili signori, per presentare volontariamente le mie dimissioni, oltre che per assumermi la piena responsabilità giuridica per gli ultimi avvenimenti verificatisi" terminò Clayton, facendo cenno di alzarsi.

"Siediti, amico. Non siamo qui per dibattere sull'abbandono della tua posizione. C'è ben altro di cui dobbiamo discutere, purtroppo" rispose austero Alberic, incrociando le lunghe dita affilate.
"Ma signore..." tentò di replicare il signor Lowell, sollevando la documentazione che teneva fra le mani,  ma l'espressione di disappunto dipinta sul volto del Maestro lo fece desistere dai suoi propositi.
Il Custode Supremo chinò il capo riccioluto, scoprendo ai lati della bocca una sorta di triste apprensione. Clayton era un barbuto omaccione che vantava una stazza di una certa importanza; così alto e imponente faceva davvero effetto vederlo avvilito. Era un contrasto talmente forte da far storcere il naso anche all'osservatore meno attento.

"Hem Hem" si schiarì la gola qualcuno seduto alla destra del Maestro.
"Alberic, perdonami se mi intrometto, ma non ho potuto fare a meno di notare quanto sia ammirevole e benevola la tua indulgenza. Tuttavia mi permetto di farti notare che non è saggio lasciare diciamo...impunito il qui presente signor Clayton Theodore Lowell per dei reati di tale entità. Si è fatto raggirare come uno scolaretto alle prime armi da una bambina di soli dieci anni, se non vado errata. Ha permesso che uno dei manufatti magici di inestimabile valore, quale la Pietra del Sonno Vigile, gli venisse soffiata da sotto il naso. Con la stessa facilità con cui si rubano le caramelle ad un bambino, aggiungerei. Credo sia opportuno riservare una punizione esemplare al nostro beneamato Custode, affinché non si crei un precedente a riguardo" concluse pungente la Castigatrice Imperiale.

Kitty Dementia Shrill era una donnetta indisponente non più alta di un sacco di juta, con spalle strette e spioventi e fianchi più larghi del dovuto. Fisicamente era molto simile ad una pera compressa. Aveva la fastidiosa abitudine di parlare senza essere interpellata, e di vestirsi in maniera eccentrica pur di attirare l'attenzione. Indossava sempre un paio di eleganti tacchi dalla punta quadrata per regalarsi qualche centimetro in più, ma l'unico effetto che riusciva ad ottenere era un'insopportabile ticchettio dovuto al rumore dei suoi passi. Percorreva gli Uffici del Praetorium marciando avanti e indietro con la stessa rapidità di una pallina da ping pong, fingendo di essere incredibilmente indaffarata. Quel calpestio fastidioso e martellante tartassava i timpani dei dipendenti del Praetorium con la medesima intensità del becco di un picchio.
Miss Shrill faceva parte del Dipartimento Punizioni Certe e Senza Scampo, e ne rappresentava la massima autorità.

"Kitty, mia cara, lasciamo perdere per ora tali questioni prive di cotanta importanza. Ce ne occuperemo in un secondo momento, hai la mia parola" rispose melenso Alberic, incurante degli sguardi imbarazzati delle altre persone presenti nella sala.

Tutti i dipendenti del Praetorium Maximus erano perfettamente al corrente della relazione extraconiugale fra il Sommo Maestro e la Castigatrice Imperiale, anche se entrambi si ostinavano a celarla come fosse il più intimo dei segreti. Se non fosse che escluso il periodo iniziale, nel quale tentarono malamente di approcciarsi l'un l'altra con ossequio e riserbo, gli ultimi mesi furono caratterizzati da frecciatine vomitevoli e qualche attenzione di troppo.

"Se avete terminato con questi ridicoli convenevoli, direi che è giunto il momento di passare all'argomento del giorno" ruppe il ghiaccio la voce stentorea di Miss Directway.
Miss Directway era una donna di mezza età dall'aspetto davvero gradevole, con lunghi capelli corvini elegantemente raccolti in uno chignon appena sopra la nuca. Due bionde ciocche di capelli arricciati ricadevano perfette ai lati del viso, donandole un aspetto ancor più grazioso. Portava sempre un curioso cappello con veletta retata dai colori sgargianti e dalle fantasie più disparate. Un giorno ne indossava uno color magenta arricchito di piume e perline, un'altra volta ne indossava uno giallo limone guarnito con fiocchetti e nastrini. Era l'unico tocco di estrosità che si concedeva nel suo abbigliamento, e che contrastava il suo modo di vestire distintamente formale e dalle tonalità cupe.
Il nero rappresentava decisamente il colore predominante all'interno del suo guardaroba.

"Adamantia" intonò stizzita Miss Shrill, visibilmente irritata dal suo sprezzante intervento "Che piacere vedere che non hai perso il tuo piglio educato" la beffò sarcastica.
Adamantia Gwenevere Directway sollevò gli occhi al cielo, incrociando le braccia e contando mentalmente fino a dieci prima di risponderle. L'antipatia che nutriva nei confronti di Kitty era palpabile quanto il suo desiderio di stringerle le mani attorno al collo taurino.

"Kitty non siamo qui per abbandonarci ad antichi rancori del tutto fuoriluogo. Converrai con me che la faccenda è più grave del previsto. Siamo tutti profondamente scossi da quanto è successo a Clayton, ma dobbiamo muoverci con estrema urgenza per arginare il danno. Inutile rimuginare su ciò che è accaduto a causa di un'imprudenza del tutto perdonabile, a mio avviso. Non giova a nessuno accanirsi contro di lui, né tantomeno questo potrà aiutarci a risolvere la questione. Ci troviamo in uno stato di profonda emergenza e dobbiamo rapidamente capire come muoverci" terminò, lapidaria.
"Concordo perfettamente con lei, Miss Directway. Non ci è concesso altro tempo per indugiare oltre. Dunque, cari signori, come intendiamo affrontare questo delicato dilemma?" domandò il Sommo Maestro, lisciandosi il mento appuntito.
Era alquanto bizzarro il fatto che Alberic tentasse sempre un approccio democratico, quando in realtà la decisione finale spettava sempre a lui.
"Io proporrei di iniziare con l'analizzare accuratamente l'Antica Profezia. È fondamentale esaminare scrupolosamente ogni singolo passo, in modo tale da cercare di sviscerarne i contenuti nella maniera più precisa a noi consentita. Suggerirei di dare la parola a Mister Weirdo, il più illustre conoscitore dell'Astrologia Divinatoria e delle Scienze Profetiche" si pronunciò il capo dell'Ordine Regale degli Elfi Arcieri.

Elwyn terminò pacatamente il suo discorso, cercando di mantenere l'aura solenne e sacrale che lo contraddistingueva. Il suo sorriso era vuoto, le labbra serrate. I suoi occhi cristallini non riuscivano a nascondere l'amarezza per aver lasciato fuggire la sua adorata Caitlyn. Sapeva che il temperamento ardente della bambina l'avrebbe condotta ad immischiarsi in guai ben più seri e pericolosi rispetto alle marachelle a cui era abituata.
Si stava arrovellando il cervello chiedendosi se stesse bene, se disgraziatamente si trovasse in pericolo e se stesse utilizzando la magia con criterio.

Era certo di no.

Elwyn si sentiva profondamente scosso per essersi fatto raggirare come un allocco da Caitlyn. Era rimasto fortemente turbato dal fatto che avesse trovato il modo per superare la Barriera Magica e che si fosse inoltrata nel Mondo dei Miscredenti, i nati senza poteri. Era impaziente di terminare quella lunga riunione per poter correre velocemente a cercarla, e sincerarsi del fatto che non stesse attuando ulteriori condotte rischiose.
Non riusciva a pensare ad altro.

"Gentili signori e affascinanti signore, lasciate che vi presenti questa sensazionale quanto esclusiva opera di mia personalissima invenzione...la Lampada Svela&Rivela! Una sfavillante e conturbante ideazione in puro metallo folletto, forgiata dalle mie sapienti e argute mani di purosangue folletto, magistralmente architettata secondo il tradizionale stile folletto, abilmente concepita secondo lo stile folletto, finemente pensata secondo lo stile folletto, intelligentemente congegnata secondo lo... "

" Basta così Mister Weirdo. Credo che noi tutti abbiamo perfettamente compreso la natura della sua geniale opera.
La prego di procedere oltre, grazie"lo interruppe Alberic visibilmente seccato, massaggiandosi le tempie. L'espressione tediosa dipinta sul suo volto era la stessa stampata sulle facce di tutti i presenti.

Mister Weirdo era il più grande inventore di tutta Magical City, appartenente alla stirpe dei Folletti. Non faceva altro che vantarsi di appartenere alla sua razza, nota in tutta la comunità magica per il fatto che i suoi membri disponevano di un'ampia capacità di ragionare fuori dagli schemi. Andava molto fiero delle sue origini, e tendeva sempre a sottolinearlo ogni qual volta si prestava ad esporre al pubblico le sue folli scoperte o le sue strambe invenzioni. Spesso però veniva deriso e considerato lo zimbello di Magical City, proprio perché coi suoi modi di fare anticonvenzionali e decisamente sopra le righe, attirava le malelingue che non perdevano occasione per beffarsi di lui alle sue spalle. Indossava un bizzarro copricapo in feltro rigido e bombato, che cambiava colore a seconda dei mutamenti climatici. Aveva una personalità decisamente eccentrica e stravagante, i capelli grigi arruffati, stretti in due treccine rigide poste ai lati della testa. Una casacca tutta rattoppata a righe marroni e beige e degli scarponi consumati completavano il suo look da squinternato.

"Dunque, signori e signori, bando alle ciance e ciancio alle bande...ecco a voi la formidabile, sensazionale, stupefacente Lampada Svela&Rivela!!! La quale, udite udite, con una semplice formula magica ci rivelerà in men che non si dica l'Antica Profezia che noi tutti stiamo aspettando con ansia di poter decifrare!" urlò Mister Weirdo, alzando le braccia al cielo. I suoi buffi baffetti ingialliti dal consumo smodato di tabacco e di molte bevande alcoliche iniziarono a vibrare per l'emozione.

"Oh mia graziosa lampadina, così panciuta e così bellina... Una cosa tu mi hai insegnato... Chiedi e ti sarà dato. Perciò ora io ti prego, mostrarci ciò che ci spetta esser rivelato..."

Una piccola nuvoletta rosa iniziò a fuoriuscire dal beccuccio della lampada, lentamente. Ne seguì un'altra e poi un'altra ancora. Iniziarono gradualmente a formarsi tante nuvolette soffici e paffute che  crescevano progressivamente di volume. Si succedevano in maniera ordinata e continua, danzando nell'aria dinnanzi allo sguardo attonito dei presenti.

Ed ecco che finalmente, all'interno dell'ultima grande nuvola rosa, incominciò a delinearsi qualcosa. Parole.
Parole nere come la pece.

"Quando i pianeti si allineeranno alla settantasettesima eclissi di luna...al sopraggiungere della notte di fuoco, quando il cielo si tingerà di sangue... l'altra metà del mondo partorirà l'eroina che l'intero universo salverà...se alla luce sarà devota, nessuna guerra fra i mondi sarà più nota...ma il cammino per ella semplice non si rivelerà...poiché un bivio infame, nefasto l'attenderà...le emozioni umane sono cosa assai mutevole e complessa...perciò nessuna incertezza od esitazione sarà più ammessa...se sarà il Bene o il Male a trionfare, solo la prescelta lo potrà decretare...e a seconda della sua decisione, l'universo intero potrà dirsi al sicuro e sfuggire alla completa sottomissione...o ricadere nel tristo oblio dell'oscura e totale distruzione..."

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RAGAZZI!!!
Che ne dite di questo capitolo?
Cosa vorrà dire la profezia?
Continuare a seguirmi numerosi e...
Votate e commentate!!!
Grazie a tutti, baci e abbracci!
M. ❤️❤️❤️

Sto partecipando al contest di AmoreTiOdio
#JKRowlingCW19

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