2. Un furetto per Natale

Gu Yusheng si stava annoiando.

Se ne stava seduto in una delle eleganti poltrone in velluto a guardare la neve cadere al di fuori del finestrone del maestoso salotto del magnate Lu, durante la festa di compleanno della sua amata signora.

Gu Yusheng odiava le feste.

Moltitudini di persone tentavano in ogni modo di arrivare a lui, riempirlo di moine e complimenti nella speranza di fare appello alla sua magnanimità nel momento meglio opportuno o, addirittura, di concludere la serata portandosi a letto il prodigio del mercato internazionale, lo scapolo d'oro per eccellenza.

Ciò succedeva soprattutto in serate come questa, dove l'élite dell'alta società cinese si riuniva al completo.

Guardò il calice di champagne in mano e una smorfia di disgusto gli apparve in volto.

Era tornato dagli USA dopo sei anni di assenza ed era finalmente riuscito a liberarsi di quelle odiose festività natalizie. Eppure, appena atterrato all'aeroporto, suo padre gli aveva ordinato di partecipare al compleanno della Signora Lu.

Girò il calice nella mano e bevve un sorso delle tanto pregiate bollicine.

Solo una volta nella sua vita si era divertito a una festa del genere, ma la splendida fanciulla con cui aveva passato la notte era scomparsa la mattina seguente, lasciandogli addirittura la mancia per la camera.

Al pensiero sghignazzò malinconico.

Non l'aveva più ritrovata, quella ragazza.

Dato che era di pessimo umore, non aveva alcuna intenzione di essere cordiale, ma Gu Yusheng conosceva le buone maniere e una volta avvistati i Signori Lu si alzò e andò a congratularsi.

I due anziani chiacchieravano amabilmente con un'altra coppia, quando si udì una vocina squillante riempire il salotto adiacente l'enorme sala da ballo.

− Nonno!! Nonna!! Guardate guardate, ho scritto una letterina a Babbo Natale!

La creaturina corse con le sue gambine lungo tutta la stanza, inciampando ogni tanto solo per essere raccolta da una creatura alta tanto quanto lei ma molto meno spericolata.

− Lu Tianxi! Vai piano tesoro! − urlò di rimando la nonna, preoccupata per la nipotina.

Gu Yusheng notò che sembrava una bambolina, con i capelli corvini lucenti e un paio di grandi occhi blu.

Occhi blu?

L'uomo, sorpreso, si spostò meglio per vedere la bimba in volto, invece scorse la figura maschile che accopagnava la piccola. Il maschietto doveva avere la stessa età della femminuccia e perciò erano molto probabilmente fratelli o gemelli, vista la somiglianza fisica e i vestiti en pendant

Ciò che lasciò interdetto Gu Yusheng fu la familiarità del volto del ragazzino, così simile a lui negli anni della sua infanzia.

Che avessero parenti in comune?

Mentre Gu Yusheng rifletteva sullo stato di parentela dei bimbi, il magnate Lu prese il foglio accartocciato dalle mani della bambina e ne lesse il contenuto.

Gu Yusheng si sporse per sbirciare il contenuto della letterina. Vide che in realtà era un disegno raffigurante un animale a quattro zampe di un colore marrone chiaro.

− Che cos'è? − chiese il padrone di casa, − un pony?

Gu Yusheng era sicuro che qualsiasi cosa la bambina avesse chiesto suo nonno l'avrebbe esudita quella notte stessa.

La bimba però sgranò gli occhioni blu, che cominciarono presto a riepirsi di lacrime.

Fu il maschietto a intervenire.

− No, nonno, è un furetto. Xixi vuole un furetto. L'ha visto in un video dal tablet e ora non parla d'altro.

Un furetto. Animali affettuosi ma un tantino aggressivi. Gu Yusheng si chiese se fosse adeguato per una bimba così piccola. Vide i signori Lu scambiarsi un'occhiata, comprese avessero avuto il suo stesso pensiero e li vide cercare di cambiare discorso.

− Lu Tianshen, tu invece cosa hai chiesto a Babbo Natale? − propose infine sua nonna.

Il ragazzino non rispose immediatamente. Prese un bel respiro e disse.

− Supponendo plausibile che una figura come quella di Babbo Natale esista e sapendo di non poter chiedere cose come la pace nel mondo, pressocché inverificabile, ho pensato di chiedere qualcosa che fosse verificabile ma al contempo difficile da eseguire.

Tutti coloro che ascoltarono il discorso del bambino rimasero basiti. La sua mente era di certo fuori dal comune e a Gu yusheng salì un groppo in gola. Il mocciosetto era somigliante perfino nel carattere.

L'uomo si avvicinò ulteriormente alla famigliola. Doveva assolutamente parlare con il magnate Lu e capire chi fossero quei fratellini che lo chiamavano nonno.

Ma non ce ne fu il tempo.

D'improvviso una donna avvolta da un meraviglioso abito color champagne raggiunse i signori Lu e i piccoletti, che vedendola urlarono in coro.

− Mamma!

− Lu Xianli, mia cara dove sei stata? − la rimproverò il magnate, che l'abbracciò.

− Perdonami nonno, la neve in autostrada mi ha trattenuta. Tanti auguri nonna! − si rivolse poi a sua nonna e la strinse a sé.

Gu Yusheng era paralizzato dallo shock, non per il nome della dea che era appena entrata, nome difatti della nipote preferita del magnate Lu, ma soprattutto dal paio di occhi blu elettrico che la donna possedeva.

Gu Yusheng ricordava quegli occhi, perché li aveva fissati fino allo sfinimento, nella notte più spettacolare della sua vita.

La ragazza della mancia.

Guardò la donna sorridere ai suoi figli i quali, in effetti, potevano avere cinque o sei anni.

Gu Yusheng fece due conti della serva e appurò che la questione era plausibile. 

Del tutto plausibile.

Lo stomaco, sotto una schiera di addominali possenti, si contrasse in una stretta alquanto dolorosa.

Fu allora che il magnate si accorse di lui.

− Oh! Gu Yusheng! Vieni ragazzo, è tanto che non ci si vede! Ti presento la mia nipotina prediletta, immagino non vi siate mai inc...

L'anziano non ebbe tempo di terminare la frase.

Lo scapolo d'oro, di fronte a tutti i presenti e sotto una fornita ghirlanda di vischio,  prese la giovane per la nuca e la baciò in un silenzio tombale.

Quando si staccò da lei le disse.

− Finalmente ti ho trovata.

Lu Xianli non rispose, scioccata da tanta arroganza, e i gemelli furono comunque più veloci.

− Chi sei? − chiese con innocenza la bimba.

L'uomo si chinò alla loro altezza e affermò con convinzione.

− Con molta probabilità sono vostro padre.

I due, come tutti i presenti, sgranarono gli occhi all'affermazione.

− Allora esiste! − esclamò il maschietto.

− Cosa esiste? − chiese l'uomo.

− Babbo Natale! 

− E perché dovrebbe esistere?

− Perché mi ha regalato un papà!


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top