2. I Guardiani

«E' morto, il re è morto!»

Ninive piantò i piedi a terra con vigore, tanto che le sue gambe, per un attimo, cedettero facendola precipitare in avanti; si capovolse un paio di volte, trascinando con sé un polverone che nascose la sua espressione turbata.
Si chiese se il suo servitore avesse pronunciato quelle parole per porre fine alla sua corsa, ma conosceva molto bene Faedro e suo padre: nessuno, a Muja, si arrogava il diritto di scherzare sulla vita del re.

La nube di polvere che aveva sollevato si dissolse poco a poco, scoprendo la figura di una ragazza tormentata: le braccia erano raccolte attorno alle ginocchia ma le mani erano rivolte verso l'alto, lasciando intravedere i palmi insanguinati. Anche le gambe erano tempestate da tagli profondi, ma sembrava che tutto ciò non le importasse. Passarono diversi secondi prima che Ninive si decidesse a rivolgergli la parola.

«Chi è stato?» Si voltò appena, lasciando che Faedro percepisse la sua intenzione di rimanere sola. L'uomo, però, ancora scosso dalla lunga corsa, parve non accorgersene ed accennò qualche passo verso di lei, respirando affannosamente: «E' successo non meno di un'ora fa, ci sono delle tracce che lasciano ipotizzare che ci fosse lo zampino della magia nera, ma stiamo ancora indagando...» si fermò per riprendere fiato, poi continuò, «Abbiamo cercato di contattarla in tutti i modi, ma i suoi canali di comunicazione con il Regno erano completamente inibiti... cosa stava combinando?» inveì l'uomo, riacquistando per un attimo le energie che lo avevano abbandonato.

«Indagavo su un clandestino, è riuscito a oltrepassare il portale e a raggiungere Muja, ma era coperto da un incantesimo. Si è dileguato in un attimo...» Ninive spostò lo sguardo alle sue spalle, dove la precedeva il templio che aveva accolto un varco tra i due mondi. Il Patto che li univa era tenuto saldamente segreto, non erano molte le informazioni di cui la popolazione poteva disporre.

Da quando Shajara aveva impiantato il suo Albero, tutte le creature di Muja erano state investite da una forza vitale sconosciuta, che aveva finalmente ristabilito un nuovo equilibrio di pace. Le sue radici, dotate di proprietà ancora misteriose, avevano permesso la diffusione di enormi quantità di energia in tutto il Regno.

Tutto ciò condusse immancabilmente alla più grande supremazia che Muja avesse mai conosciuto, a un tempo in cui la speranza fioriva rapidamente, ma la libertà, inspiegabilmente, si inabissava. La nuova imperatrice dei due mondi, uniti insieme dal Patto, aveva imposto regole ferree, che impedivano ad ogni tipo di autorità di svelare i misteri connessi ai suoi poteri. Esistevano dei portali, come quello al vecchio templio, che permettevano di raggiungere il mondo secondario eludendo il suo controllo, ma si trattava di un'ipotesi impraticabile. I varchi si attivavano in modo totalmente arbitrario, manifestando, forse, piccole falle nella potenza di Shajara, ma era impossibile prevedere il luogo e il momento esatto in cui diventavano accessibili. Se, poi, in casi estremamente fortunati, qualcuno fosse stato in grado di varcare i due mondi, Shajara lo avrebbe saputo immediatamente e il corpo del trasgressore sarebbe finito polverizzato.

Un'Era di pace e di prosperità, pagate con la libertà.

«Sei riuscita a vedere il suo volto?»
Ninive scosse la testa amareggiata: «L'ho percepito troppo tardi, quando ho raggiunto il portale era già fuggito. Dalla polvere sui gradini ho capito che la sua stazza era pericolosa, ma era anche molto agile...» spiegò, poi si nascose il viso fra le mani, «Se l'avessi fermato avremmo giustiziato l'assassino di mio padre, ne sono certa.»

Faedro sospirò, rivolgendole uno sguardo apprensivo: «So che vuole farsene una colpa, ma non lo faccia. C'erano le guardie migliori di tutto il Regno a protezione del re, uomini e donne addestrati, pronti, preparati. Sono stati tutti neutralizzati.» Una nota di dolore macchiò le sue parole, «Attualmente la precedono pochi anni di allenamento, ancora non ha trovato il suo spirito-guida. Come credeva di proteggerlo?» Faedro spalancò gli occhi in quelli di lei, ancora serrati.

Ninive detestava ammetterlo, ma aveva ragione: tutti i guerrieri del Regno, per considerarsi tali, dovevano raggiungere la massima consapevolezza delle proprie abilità attraverso lunghe sedute di allenamento, che spesso si traducevano in cocenti fallimenti. Possedere uno spirito-guida era ormai un vero e proprio lusso, un destino di pochi, ma necessario per potersi ritenere veri combattenti. In quanto futura erede al trono, ritrovare la propria vocazione non era più una scelta, ma un dovere cui doveva ottemperare il prima possibile, e l'assassinio del padre rendeva ancora più urgente quell'acquisizione.

«Voglio vedere mio padre.» Ninive si asciugò le lacrime che le avevano rigato il volto, poi si lasciò aiutare da Faedro per rimettersi in piedi. Non appena l'uomo le sfiorò i palmi delle mani sussultò lievemente, a causa dei piccoli tagli che le aveva provocato la caduta. Sospirò, e socchiuse gli occhi lentamente: un fascio di luce blu avvolse entrambe le mani, e ricucì tutte le ferite incontrate al suo passaggio. Quando Faedro riaprì gli occhi, Ninive gli stava sorridendo.

Al castello del re...

«Faedro, sei riuscito a trovare la principessa?» Una donna minuta, di mezz'età, stava rannicchiata in una stanza con gli indici premuti sulle tempie. Attorno alle sue dita, una scia di luce bluastra vorticava ritmicamente.

«Cara!» Nelle orecchie di lei esplose un urlo di gioia, dovuto, probabilmente, al legame affettivo che li univa. «Ninive è tutta intera, stava cercando di dare una mano. Siamo quasi arrivati, si vede il castello.»

«Quella ragazza! Sempre a cacciarsi nei guai!» borbottò la donna, piegando la testa all'indietro, «Fate presto, Edgar e Losille sono quasi arrivati. La situazione è fuori controllo.» Non appena smise di parlare, la conversazione fu interrotta da un forte tonfo alle sue spalle. Si voltò e si sporse lievemente fuori dalla porta: un'onda di luce verde aveva investito tutto il corridoio, accecando per un attimo chiunque vi stesse transitando. Quando il bagliore si attenuò, davanti al portone d'ingresso si delineò la figura di un uomo alto, possente, che contrastava, tuttavia, con uno sguardo preoccupato. Accennò qualche passo in avanti e la chioma nocciola lo seguì, svolazzando all'indietro.

«Dove si trova il re?» una voce profonda si diffuse in tutto il castello, riscaldando gli animi di chi l'aveva percepita.

Lilia, ancora sull'uscio della porta, terminò il contatto con Faedro e si apprestò a condurre il Guardiano presso il luogo incriminato. Solo quando il corpo imponente di Edgar si spostò emerse un'altra figura, una ragazza gracile e mingherlina, che si guardava intorno con fare assorto. I lunghi capelli bianchi scivolavano sulle linee del suo corpo, sfiorando di poco il pavimento del castello. Si trattava di Losille, la seconda Guardiana di Muja, una creatura apparentemente innocua ma dotata di poteri straordinari.

Del resto, chiunque vantasse il titolo di Guardiano non poteva che essere il guerriero più stimato del Regno, sul quale gravavano gli incarichi e le responsabilità più importanti. Edgar, per esempio, era responsabile di un clima pacifico e cooperativo con tutte le creature animali di Muja, concorrendo così alla prosperità e al benessere di tutta la popolazione. Tale progresso, però, si era tragicamente arrestato a partire dagli anni della Grande Carestia, un periodo di miseria e povertà che aveva provocato il decesso di migliaia di cittadini. Naturalmente, tutto ciò gravava per lo più sulle spalle di Edgar, che ancora faticava a capacitarsi dell'accaduto ed evitava ossessivamente di percorrere le strade del Regno, instaurando legami con la sola natura ancora in vita.

Losille, invece, aveva sviluppato un insolito legame con l'ambiente acquatico, che l'aveva accolta nelle sue acque rendendola parte della fauna marina. La sua personalità era difficilmente accessibile, il suo passato ancora sconosciuto e incerto. Dopo gli anni del Disastro, però, Losille si era ritirata ancora di più, lasciando che sul suo conto si aggirassero voci e teorie che manifestavano un sentimento di diffidenza. Le opinioni dei cittadini, però, non contavano più di tanto: la carica di Guardiano veniva conferita dal Consiglio del Regno, un comitato a cui prendevano parte i guerrieri veterani, ormai ritirati dalle battaglie, e il re. Lo stesso re che aveva appena perso la vita.

«Vi seguo,» sussurrò Losille. Dalla voce spezzata traspariva una forte preoccupazione, che non si curava nemmeno di nascondere. Il fatto che nessuno di loro avesse percepito la presenza di un estraneo era grave, e lasciava presupporre che si trattasse di una creatura molto potente, un essere ancora mai incontrato. Osservando il corpo del re, forse, avrebbero ottenuto qualche informazione in più sul loro nemico.

«Non sono state riscontrate particolari ferite, non ci sono segni di lotta o di resistenza... L'assassino dev'essere stato molto rapido, quasi istantaneo,» spiegò Lilia, con un'espressione corrucciata, «Venite, seguitemi sopra le scale.»

Per tutto il viaggio i due Guardiani non fiatarono, completamente assorti nei loro pensieri. Lungo i corridoi del castello si avvertiva un'aria innaturale, una tensione che i cittadini di Muja avevano imparato a conoscere molto bene.
Dov'era Shajara? Perché l'Albero non funzionava? Il Disastro aveva stimolato una serie aggrovigliata di domande cui, sfortunatamente, nessuno era in grado di offrire risposta, e la morte del re di certo non era d'aiuto. Chi aveva ucciso il re? Perché?

«Siamo quasi arrivati, svoltiamo a destra e... ecco, ci siamo. Tra non molto sarà qui anche Ninive, ho saputo che ci sono delle novità molto importanti, ma sarà lei a riferirvele...» concluse, ritirandosi nel corridoio precedente.

Edgar e Losille si scambiarono uno sguardo nervoso, consapevoli che ciò che avrebbero visto non li avrebbe rassicurati. Dopo aver varcato l'ennesima porta ad arco, lo spettacolo che si prostrò dinanzi a Edgar lo spinse a voltarsi, cercando di allontanare la sofferenza che quella visione gli aveva procurato. Losille, invece, si avvicinò subito al corpo del sovrano e ne esaminò l'addome: un fascio aggrovigliato di vene scure si diramava su tutto il suo corpo, per poi sfociare in un grande buco nel petto.
La ragazza si sporse ancora un po', per essere sicura di ciò che stava guardando: il cuore era stato completamente rimosso, così come tutte le sue viscere.

Sconcertata, si voltò indietro cercando lo sguardo di Edgar, ma al suo posto incontrò due occhi verdi preoccupati. Ninive la raggiunse in un attimo, con il respiro ancora affannoso per la corsa; appena vide il corpo di suo padre, le sue gambe cedettero di nuovo e crollò in un pianto disperato. Edgar si precipitò a consolarla, avvolgendola con le sue braccia possenti, e la convinse ad uscire dalla stanza per privarla di quella visione straziante. Quando le grida della principessa si ridussero ad un impercettibile lamento, Losille si voltò di nuovo: non c'erano segni di lotta, non c'erano segni di resistenza, Lilia non si sbagliava. Ma quale essere era in grado di varcare il mondo parallelo, di raggiungere indisturbato la sede di un re e di assassinarlo nell'arco di tempo di un instante? Sicuramente si trattava di un guerriero esperto, tutto era filato secondo i suoi piani.

Il suo spirito-guida doveva essere un animale rapido, in grado di sconfiggere una preda con un solo fendente; il groviglio di vene scure, poi, simboleggiava l'utilizzo di magia nera, un'arte quasi impossibile da padroneggiare che richiedeva una vita intera di duro addestramento. Non poteva che trattarsi di un altro Guardiano, appartenente al mondo parallelo.

Losille digrignò i denti e strinse con forza le sue gambe, sino a farle sanguinare: era l'inizio di una guerra.

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Lo so, sembra strano anche a me, ma sono tornata!
Purtroppo sono stata risucchiata in quel terribile vortice conosciuto come "maturità", ma adesso ne sono uscita e finalmente ho un po' di tempo anche per me. Le pubblicazioni non saranno costanti, non lo sono mai state (almeno sono sincera), ma cercherò di terminare almeno questa storia. Ce la posso fare! Fatemi sapere le vostre impressioni su questo nuovo capitolo, c'è molto da raccontare ma il supporto è fondamentale... soprattutto per una discontinua come me! Alla prossima,

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