Noah Fernandez
Per Fate/Bloody King, storia a OC di LaRagazzaDeiMisteri e @Kumoh_Kyoka
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Nome
Noah
Cognome
Fernandez
Nazionalità
Portoghese
Età
Trentaquattro anni
Funzione nella Chiesa e ruolo
Inquisitore e supervisore della famiglia Crawford.
Desidera il Santo Graal o vuole semplicemente supervisionare la guerra?
Nonostante pensi che la sfida per il Graal sia interessante, il suo senso del dovere nei confronti della Chiesa gli impedisce di desiderarlo per sé.
Perché ha accettato questo compito?
Nessun motivo in particolare, aveva semplicemente bisogno di cambiare ambiente e ciò coincideva con le esigenze dei superiori.
Passato
Noah nasce in quella che sembra come una buona famiglia, formata da due genitori e Viviane, una graziosa bambina di sette anni. La famiglia, però, nasconde una spiacevole verità: i coniugi Fernandez, Gonçalo ed Emília, sono fratello e sorella. Nacquero in una grande città, accuditi e persino viziati dai ricchi genitori, ma la vita in città iniziava a star loro stretta. Al compimento della maggiore età entrambi si trasferirono in uno sperduto paesino sulla costa portoghese, dove poterono dare sfogo alla passione incestuosa che li legava senza preoccuparsi del giudizio dei genitori e presto si unirono a una setta, diventando così degli eretici. I due credevano che vivere in un paesino sperduto e dimenticato da Dio e dal mondo li esonerasse dalle leggi della Chiesa e degli uomini: rubavano, stupravano, uccidevano, e sacrificavano vite umane al demonio. In particolare, alla nascita di Noah, per propiziare l'avvenire del bambino, in uno dei loro riti uccidono i nonni, immolandoli a sangue freddo su un altare, ma non si accorgono che Viviane, attirata dalle urla, li osserva inorridita da dietro la porta.
La bambina cerca in tutti i modi di tener lontano il neonato dalle follie dei genitori, ma non ci riesce a lungo. Quando Noah compie cinque anni, nasce un altro bambino, Samuel, il quale, però, presenta alcuni problemi genetici, derivanti dal fatto che i genitori sono parenti. Emília e Gonçalo, spaventati e preoccupati dall'aspetto del bambino, arrivano alla conclusione di non aver fatto abbastanza sacrifici e di dover rimediare immediatamente. Davanti agli occhi increduli di Noah, uccidono sua sorella Viviane, che, fino all'ultimo, tenta di sorridere per rassicurarlo, nonostante tremi di paura e abbondanti lacrime righino le sue guance.
In seguito al sacrificio, Samuel, ovviamente, non guarisce, ma Noah, seguendo le orme della sorella, cerca di proteggerlo dai genitori, almeno fino a tre anni dopo, quando Emília scopre di essere incinta di nuovo. Allora Noah, capendo di essere il prossimo nella loro lista e che non ha più tempo, ruba loro del denaro e fugge insieme a Samuel. Un bambino di otto anni insieme a uno di tre, però, non possono andare molto lontano e lui lo sa. Perciò, nella prima città che incontrano sul loro cammino, Noah affida Samuel a un orfanotrofio, lasciando a una sconcertata direttrice buona parte del denaro per le cure mediche del piccolo, e promette che tornerà a prenderlo quando avrà risolto il loro problema. Dopo averlo salutato con le lacrime agli occhi, chiede indicazioni per la chiesa più vicina, che fortunatamente si trova in città. Riesce a farsi ricevere dal Vescovo e rivela il proprio desiderio di diventare parte della Chiesa.
Comincia quindi il suo allenamento per entrare in uno dei reparti più sanguinosi della Chiesa, quello di che ha il compito di eliminare gli eretici: gli esecutori. Per questo, è necessario formare dei soldati perfetti, pronti a dare la vita per quello in cui credono. Il principale scopo dell'addestramento è, quindi, eliminare qualunque legame esterno che possa far esitare il novello esecutore a sacrificare la propria vita per la Chiesa e i suoi ideali e, solo in seguito, allenarlo a combattere contro eretici e vampiri. Durante l'addestramento, Noah impara sommariamente come combattere a mani nude e armi da fuoco, nonostante la pessima mira e che ciò in cui riesca meglio sia lo scontro indiretto, portato avanti con delle lame. I superiori, ebbene lo sottopongano a sfide psicologiche durissime, falliscono nel fargli dimenticare il legame con suo fratello, l'unico che lui considera ancora parte della famiglia dopo Viviane.
Dopo cinque anni di duro addestramento e altri due che impiega nel riuscire a farsi affidare la missione, Noah torna a casa sua, deciso a eliminare i due mostri che ha per genitori e a riunirsi con Samuel. Inizialmente è indeciso su dove andare prima, tra l'orfanotrofio o la casa, ma alla fine decide di andare almeno a vedere come sta suo fratello. Nulla va come previsto, infatti, quando chiede alla direttrice dove sia il bambino lei risponde che è stato adottato. Questa notizia è un duro colpo per il ragazzo, che non aspetta altro che rivedere Samuel da quando l'ha lasciato lì sette anni prima, ma, dopo aver lasciato l'orfanotrofio si convince che in quel modo suo fratello starà meglio e si appresta a eseguire la missione.
Raggiunge, quindi, la sua vecchia casa ed entra. Dopo alcune ricerche, li trova nella grande cantina della casa, al centro della quale, per l'occasione, è posto un altare sacrificale e, attorno ad esso, ci sono una cinquantina di persone che intonano canti in latino che lui non riesce a comprendere. Si nasconde tra la folla, muovendosi abbastanza velocemente da non farsi notare, per cercare di trovare i suoi genitori e iniziare da loro la strage, quando la voce di suo padre riecheggia nella stanza: "Signori, vi ringrazio per esservi radunati qui. Oggi è intenzione mia e di mia moglie offrire un grande sacrificio a lui. E lui ci benedirà con la sua presenza!". Applausi scroscianti seguono quella dichiarazione, ma Noah, nel bel mezzo di tutto quel frastuono, riesce a sentire un familiare lamento soffocato. Lo stomaco gli si stringe in una morsa quando si rende conto di cosa sta per accadere. Mentre il rito prosegue, cerca di farsi largo tra la folla, ma è riluttante a uccidere. A calci, pugni e gomitate cerca di raggiungere l'altare, e manca così poco, ma, ad un tratto, il canto si fa più alto e la gente più eccitata. Spaventato, Noah prende la misericordia e la ficca a forza nel collo delle tre persone che lo separano da quello che sta accadendo e, finalmente, ha la visuale libera, proprio nel momento in cui Gonçalo ed Emília, insieme e cantando a voce molto alta la nenia in latino, trafiggono Samuel.
L'urlo del bambino viene coperto dalle grida di giubilo dei satanisti, ma Noah non sente più nulla, nemmeno le sue di grida. Incurante delle lacrime che gli bagnano le guance, afferra nuovamente la misericordia e uccide tutti i seguaci con un colpo mirato alla gola, risparmiando solamente Gonçalo ed Emília, che, paralizzati dallo shock, sono rimasti a guardare. Lentamente, il ragazzo si avvicina a loro, senza più consapevolezza del luogo in cui è. Li raggiunge facilmente e, con occhi fissi e vuoti, sguaina la spada. Li guarda come si guardano le bestie da macello e mena due fendenti, mutilando sia la madre che il padre di una gamba. I due, urlando dal dolore, cadono nella pozza di sangue di eretici che si era formata. Quello che è successo dopo, Noah lo ricorda come se lo avesse vissuto un'altra persona: li ha tenuti vivi per due interi mesi in quella cantina, facendo bere loro il proprio sangue e facendogli mangiare le carni degli eretici uccisi in precedenza. Quando torna alla Chiesa, racconta solo di aver eliminato la setta, senza menzionare nulla di quanto è davvero accaduto.
Le notti dei mesi che seguono, però, sono costellate da incubi: sogna di uccidere Viviane o di trafiggere Samuel insieme ai genitori, sogna di torturare i propri fratelli al posto dei genitori; e i fantasmi dei fratelli li infestano, alimentando il senso di colpa di Noah. Il ragazzo sopporta stoicamente il peso delle sue colpe, ma si chiude sempre più in sé stesso, fino a quando, esattamente un anno dopo, gli incubi iniziano a presentarglisi anche ad occhi aperti. Non ci mette molto a capire di essere malato e si rivolge ad uno psicologo che gli diagnostica una schizofrenia in stato di avanzamento e che gli diagnostica degli psicofarmaci per attutirne gli effetti. Col passare degli anni, alle allucinazioni si sono aggiunti anche altri sintomi che, essendo sempre più difficili da ignorare, lo stanno portando alla pazzia.
Carattere
Dall'età di sedici anni, per l'impossibilità del ricambio genetico dovuta all'incesto, soffre di schizofrenia: una psicosi caratterizzata da disgregazione della personalità e deterioramento mentale, alterazioni del pensiero, della percezione, dell'affettività e del comportamento. Dei sintomi sopra elencati, presenta allucinazioni legate ai sacrifici dei suoi fratelli e all'omicidio dei genitori; deliri in cui si scusa incessantemente in ogni lingua che conosce e non ha idea di dove si trovi; difficoltà nel farsi capire dalle persone che lo circondano, visto che dà per scontato che loro sappiano già a cosa lui stia pensando. La psiche di Noah è altamente instabile: se la psicosi si aggravasse ancora potrebbe non essere più capace di stare a contatto con altre persone, essendo imprevedibile ciò che potrebbe fare. Ciò che lo tiene insieme è il senso del dovere: sin da piccolo, questo è sempre stato il suo valore più importante e lo ha dimostrato prima nei confronti del fratello e della sorella e poi in quelli della Chiesa. Se anche questo suo valore dovesse venire a mancare, Noah collasserebbe in pochi istanti, preda di deliri e allucinazioni incontrollabili che lo porterebbero alla pazzia. Per questo motivo, pur non avendo avuto una vera e propria vocazione, adempie i suoi compiti diligentemente, ma con distacco. Quando, però, la malattia si fa meno intensa e non deve eseguire incarichi, il bambino sensibile e scherzoso che era torna a riaffiorare nell'uomo che è ora, con comportamenti infantili e talvolta persino irritanti nei confronti di chi gli sta accanto. Sempre a causa della schizofrenia, non è mai riuscito a costruire rapporti interpersonali con qualcuno in particolare, per questo non esistono persone che lo conoscono davvero.
Abilità
Sin dall'inizio dell'allenamento, mostrò particolare propensione per l'assassinio. Riusciva ad avvicinarsi alla vittima di soppiatto e a squarciarle silenziosamente la gola prima che questa si accorgesse del suo istinto omicida. Nel caso in cui non riesca a concludere con l'attacco iniziale, riesce facilmente a portare avanti un combattimento leale con la spada. La sua arma preferita è una misericordia d'argento, un pugnale dalla lama molto sottile usato dai preti per dare una morte veloce ai feriti gravi nelle guerre medievali, che affonda nella gola delle vittime, ma porta ugualmente al fianco una spada lunga di acciaio benedetto con cui si destreggia abilmente.
Magia
ψυχή κίνησις [dal greco antico; pronuncia: psyché kìnesis; significato: "psiche" "movimento"]: in breve, telecinesi. Grazie a questa magia, è capace di far muovere gli oggetti col pensiero. Con l'allenamento, è anche riuscito a far fluttuare in aria sé stesso in un'imitazione del volo.
Perché è entrato nella Chiesa?
Per sfuggire ai genitori e provare ad aiutare il suo fratellino.
Hobby
Passa la maggior parte del suo tempo libero in biblioteca a leggere tutto ciò che gli capita a tiro, che siano vecchi libri polverosi che riportano i censimenti di villaggi ormai scomparsi o romanzi fantasy di scrittori emergenti non ha alcuna importanza. Se durante la lettura incontra un argomento che lo affascina particolarmente, inizia a documentarsi fino a quando non riesce a saperne ogni particolare, anche a costo di saltare i pasti e le ore di sonno. Occasionalmente, esce la sera per recarsi in un pub per giocare a poker e vincere alte somme barando spudoratamente.
Ama
-leggere;
-lo humor nero;
-le armi bianche;
-barare a poker;
-imparare.
Odia
-le torture insensate;
-perdere tempo;
-annoiarsi;
-le sette;
-le allucinazioni e i deliri;
-le chiacchiere inutili.
Curiosità
-ha un Q.I. di 140;
-conosce circa dieci lingue, tra cui il latino e il greco antico, ma ne parla bene solo cinque (portoghese, inglese, tedesco, giapponese e russo);
-indossa sempre un paio di guanti bianchi.
Relazione
non disponibile. Sebbene non abbia mai avuto una vera vocazione, sempre per la questione del dovere, non tradirebbe mai il suo ruolo.
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