Epilogo
Mise giù il giornale per sorseggiare un altro po' di caffè nero. Suo marito stava pulendo la tazza della colazione; da lì a poco le avrebbe dato un veloce bacio sulle labbra in segno di saluto. La ripetitività del suono dell'acqua che scorreva e della spugnetta che strisciava sulla tazza la distrasse. Gli occhi si persero tra le righe di lettere nere su uno sfondo bianco, interrotto solo dalle foto di James Nichols e Aileen Clark; le facce inespressive, gli occhi vuoti.
Holly Duncan si strinse il naso tra il pollice e l'indice, lasciando cadere la mano subito dopo; quando suo marito Jordan la salutò e uscì di casa, riportò gli occhi sull'articolo.
«Ce l'abbiamo fatta» disse. «È successo quello che doveva succedere.»
«Te lo avevo detto» una giovane voce risuonò alle sue spalle. «È stato ancora più semplice del previsto.» Un ragazzo dai capelli chiari si avvicinò al bancone in marmo nero e sorseggiò il suo caffè, poi si voltò per prepararsi un toast. «Tutti e tre erano così malleabili. Abbiamo scelto bene, mamma.»
«Hester non meritava una simile fine» si limitò a dire.
«Ma James Nichols e Aileen Clark sì. Per colpa di James mi sono fatto due anni di carcere per – lo sai, per i miei problemi – e Aileen ha cercato di darmi la colpa di ciò che lei aveva fatto. È stata lei ad aggredirmi, quella sera. Tu mi credi, vero?»
Holly guardò suo figlio. «Sì, Konrad. E mi dispiace che siamo dovuti arrivare a questo per farti stare meglio. Ma era l'unico modo, pensandoci.»
«Lo so. Sto meglio, adesso» la sua voce era così distesa che Holly per un attimo si dimenticò di ciò che aveva fatto. Il rimorso stava facendo capolino e lei non lo sopportava – non aveva senso provarlo. Aveva fatto quello che era giusto.
Ora suo figlio stava meglio.
Era tutto ciò che le interessava.
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